Lacrime.
Non
sopporto di vedere una donna piangere.
Gojyo
la pronunciava spesso quella frase. Gettava radici profonde in un passato non
troppo lontano, fatto di odio e rancore, angoscia e disperazione.
Quando
Hakkai pianse per la prima volta di fronte a lui, seppe che era per Kanaan.
Disse quella farse così, per prenderlo un po’ in giro, forse… per risollevargli
il morale.
Col
tempo, Gojyo non interpretò più tanto bene i sentimenti del moro.
In
compenso, finalmente interpretò i propri.
E si
accorse, di come quella frase avesse per lui un senso nuovo. Gojyo si accorse
anche, di non sopportare di vedere Hakkai piangere. Non perché lo vedesse come
una donna, o lo paragonasse ad una di loro. Semplicemente, si accorse di come l’altro
suscitasse in lui le stesse identiche emozioni: desiderio di proteggerlo, di
vederlo felice, di farlo sorridere.
Un
desiderio d’amare.
Note
dell’autrice:
è difficile trovare l’ispirazione, quando ti tradisce. Solo che, non ti
aspetteresti mai un suo ritorno improvviso, come un’ondata nostalgica.
Purtroppo, a me è capitato questo. Leggendo vecchi appunti di storie, che mi fanno
sempre sorridere nel constatare il tempo che passa anche per me, mi sono
soffermata su questa fic molto breve, che ho ritrovato scritta per metà. Non so
come, perché, in che modo… ma in cinque minuti l’ho riscritta e finita. Alle
volte è proprio strano, come qualche pezzo di te lotti strenuamente per tornare
in superficie. Come sia difficile lasciarlo andare.