Rose
What can I say?
Kuroshitsuji è una passione che è scoppiata in
modo devastante mesi fa, e ho finito per contagiare anche un sacco di
altre persone (molto bene ù_ù). Ma, d'altronde,
come si può non amare questi personaggi? La Toboso ha creato
davvero one hell of a
manga. Ok, battute da paura a parte, ho un paio di cose da
dire. Primo: ho atteso un bel po' prima di pubblicare qualcosa su di
loro, perché hanno delle caratterizzazioni talmente belle e
particolari che ho il terrore di renderle OOC. Poi, però, mi
sono imbattuta in questi
prompt sull' LJ di jiseihakushaku, un'autrice inglese, e mi
hanno ispirata tantissimo; morale: ho contattato l'autrice dei prompt
e, dopo aver ottenuto l'autorizzazione ad usarli, mi sono imbarcata in
quest'avventura. Non so se effettivamente li userò tutti e
100, quel che è certo è che gli aggiornamenti
saranno molto irregolari, specialmente ora che sono sotto esame.
Secondo: ogni consiglio e critica costruttiva è
ben accetto, quindi... se riuscite a prendervi 5 minuti del vostro
tempo per recensire, ne sarei felicissima, specialmente
perché questo è un fandom e un pairing nuovo per
me! So anche che l'idea di questo primo prompt non è
originalissima ma devo ancora prenderci la mano.
Detto questo... Buona Lettura!
Disclaimer:
sfortunatamente, i personaggi non appartengono a me, ma alla geniale
Yana Toboso. E ovviamente la raccolta non è stata scritta a
scopo di lucro.
Pairing:
velato Sebastian/Ciel, se vi sforzate.
Dedica:
to my little
nee-san Calliope,
with all my love. Tesoro, questa è per te. Come regalo (in
ritardo) di Natale. Anche se
l'hai letta in anteprima. Auguri! Bwahahahah *_*
Secrets in the darkness
prompt 1 # Black roses
Dita lunghe e affusolate, avviluppate nella stoffa candida di guanti di
seta, sfiorano con delicatezza i petali altrettanto bianchi delle rose
recise di fresco.
Sorride Sebastian, lasciando che la curva provocante delle labbra
assuma una piega di scherno, mentre gli occhi cremisi studiano con
palese ed ironico interesse i fiori prediletti del signorino,
così beffardamente puri ed immacolati da fare ribrezzo;
così oscenamente ipocriti da risultare deliziosi, nel loro
inutile ruolo di memento
di una vita perduta per sempre.
Si accentua il sorriso pregno di ironia del demone.
Forse che il signorino necessita di questi costanti simboli per
ricordare ciò che gli è stato strappato?
Non è forse la sua stessa demoniaca presenza, il contratto
che
pulsa nel suo occhio sinistro, la testimonianza più
efficace?
Non avrebbe mai compreso gli umani.
Ah, ma se l'anima di Ciel Phantomhive non è più
innocente
e immacolata come un tempo, tuttavia ha inspiegabilmente
conservato una vena di purezza, minuscola e deliziosamente fragile.
E sarebbe stato lui stesso a spogliarlo anche di quell'ultima traccia
di bianco, strappando i rimasugli della sua infanzia rubata,
soffocandolo in un abbraccio ardente e doloroso come le fiamme
dell'inferno da cui lo aveva evocato, suggendo dalle sue labbra in
ansiti roventi quell'anima perfetta e tentatrice.
Suo.
Un brivido di piacere trattenuto, mentre la lingua saetta a umettare le
labbra, e la mano sinistra del demone sfiora nuovamente i petali
candidi di una rosa.
Su ordine di Ciel, ogni giorno lui recide quei fiori, strappandoli alla
pianta che fornirebbe loro il nutrimento necessario alla vita.
Puntualmente, ogni giorno le rose appassiscono.
Ostinatamente, ogni giorno, tornano ad occupare il loro posto.
Così
cocciuto, bocchan...
E' quasi impercettibile all'inizio, il cambiamento: partendo dalle
venature più esterne, i petali iniziano lentamente a mutare
colore, tingendosi di un'oscurità che si espande senza
rimedio,
fino al momento in cui giunge a contaminare anche il delicato cuore
della corolla. Alla fine, fra quei boccioli bianchi, svetta una rosa di
un nero così scuro da ricordare la pece, superba e
pericolosamente bella, nel pieno della sua fioritura.
Sebastian ride, voltandosi per riprendere le sue mansioni quotidiane.
Il nero dona decisamente
di più alla vostra anima, signorino.
*
- Sebastian!
E' così invitante la voce alterata dall'irritazione del
giovane conte.
- Sì, bocchan?
- Cosa significa questo?
Il maggiordomo inclina leggermente il capo di lato, mentre ciocche nere
come la notte scivolano languidamente, sfiorando in colletto della
divisa e le guance del demone, nascondendo alla vista un'iride cremisi.
Il solito ghigno affiora sulla curva delle labbra, quello di chi sa e
non vuole rivelare, quello che è in grado di irritare Ciel
oltre
ogni ragionevole limite, perché gli ricorda ogni volta come
Sebastian in realtà non sia realmente un fedele maggiordomo,
ma
stia soltanto giocando per ingannare l'attesa di gustarsi l'ambita
preda.
- Sono i vostri fiori preferiti, bocchan,
come sempre. Devo ammettere, tuttavia, che trovo quantomeno singolare
che, fra tutte le varietà, voi prediligiate proprio le
rose...
sapete, accanto ad interpretazioni più diffuse, secondo
alcuni
le rose...
Una mano inguantata sfiora appena la benda che copre il contratto
dell'iride destra, mentre il sorriso s'accentua, e il tono cala di
un'ottava, divenendo più sensuale, cospiratore.
- ... rappresenterebbero i segreti, le cose da non rivelare
assolutamente... alquanto appropriato, non credete?
Il tempo sembra quasi sospendersi per un istante, mentre la stessa mano
- ma con unghie nere e affilate, portatrici di dolore e morte - si
sovrappone a quella guantata attuale, e al posto dell'indisponente ed
orgoglioso conte di Phamtomhive ritorna un bambino rotto nel corpo e
nell'anima, che allunga con assoluta disperazione
una mano verso quell'unico ed inconsistente filo che può
garantirgli la sopravvivenza, seppur tinta di tenebre e
menzogne.
Passa qualche secondo, in cui l'intera visuale di Ciel non è
occupata da altro se non dalle iridi infuocate di primitivo desiderio
del
suo personale demone, prima che il giovane conte riesca a
sottrarsi a quel contatto ipnotico, allontanando bruscamente
la
mano di Sebastian con uno sbuffo seccato. Maledicendosi per il rossore
irrazionale che gli è fluito alle gote.
- Se hai qualcosa da dire, dilla chiaramente! E poi io mi riferivo a quella.
Lo sguardo dell'unico occhio ceruleo si appunta, contrariato, sulla
macchia di nero in mezzo ai petali bianchi.
- Oh, quella.
Si diverte, il demone, a giocare con le emozioni e gli stati d'animo
del Conte.
Specialmente perché Ciel è tremendamente bravo a
tenergli
testa, anche quando le sue guance sono in procinto di diventare dello
stesso colore del soprabito di velluto.
- Le rose nere sono chiamate "Spose della Morte", bocchan. Sono i
Fiori del Male dai quali sorge la Bellezza, e con essa l'inganno.
C'é un riverbero color magenta negli occhi del demone,
mentre
scorrono languidamente, con non celata lascivia, sul fragile corpo
davanti a lui.
- Quando verrà il giorno, bocchan, sarò io a
strappare
via dalla vostra deliziosa anima anche quelle piccole tracce di bianco
che ancora vi permangono, tentando disperatamente di conservarsi.
Non replica, Ciel Phantomhive.
Semplicemente, distogliendo lo sguardo, con uno sbuffo seccato gli fa
cenno di andarsene, stanco delle sue allusioni.
Eppure, mentre Sebastian scivola con grazia innaturale in un inchino
cortese, celando la sua natura demoniaca dietro una maschera affabile,
mentre il perfetto
maggiordomo si avvia verso la porta, lo sguardo dell'unico
occhio del Conte non può fare a meno di rimanere fisso su di
lui.
Quando, infine, il pesante battente di legno ritorna a chiudersi con
discrezione, allora Ciel allunga due dita - esitanti, all'inizio - per
sfiorare quei petali che, con la loro letale bellezza, contaminano quel
residuo di innocenza; e non riesce a impedirsi di sorridere amaramente.
Vorrei tanto sapere, Sebastian, dove tu riesca a vedere queste stille
di bianco.
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