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La mia lettera ad un bambino che mai nascerà. “
Lo sai, che ti sento
già Mio?
Mio come mai
nessun altro è stato prima di Te.
Mio come si
può sentire proprio un giocattolo, quando siamo piccoli e
capricciosi. In fondo ricordo ancora bene la sensazione che ho provato
più volte nella mia infanzia, quando mi regalavano una
bambola nuova e subito l'arraffavo con un egoistico senso di protezione
nei suoi confronti.
Non è passato
molto tempo, sai?
Lo sai, bambino mio, che tu mi
appartieni?
Mi appartieni, ed io appartengo a Te.
Ora come ora vorrei avere la capacità di poterti parlare e
dirti che non è vero odio, quello che tuo nonno mi ha
vomitato addosso stasera quando gli ho confessato la tua esistenza;
è solamente rabbia, mista ad un bel po' di delusione nei
confronti di quella sua figlia da cui si sarebbe aspettato il meglio
– ed invece ha ricevuto il
peggio.
Non piangere,
bambino. Lo so che senti la stanchezza del mio corpo, le membra che non
ce la fanno più – sono convinta che avverti pure
la mia anima, che capisci anche la mia tristezza.
Ed ogni minuto che passa è come se ti sentissi crescere
dentro al mio ventre; fitta dopo fitta nello stomaco, mi rendo conto
della pesantezza che tu mi arrechi.
Sei un grosso macigno per me, piccolo mio. Troppo, ma
veramente troppo grande.
Guardo tuo padre
negli occhi e mi chiedo se anche tu riesci a leggerci dentro l'immenso
amore che solo con un sorriso riesce a darmi; sai, riuscirebbe a
donartelo anche a Te, se
solo potesse.
Tocco le sue mani e quasi sono certa che anche Tu riesci a
saggiare il suo calore, quel calore che mi riscalda ogni volta che mi
– ci
– abbraccia, quel tepore di cui non vorrei mai privarmi.
Chissà se
assomigli a Me.
Chissà se assomigli a
Lui.
Ti immagino maschio per non so quale motivo – forse ti vorrei maschio, lo
ammetto.
Nella mia anima c'è già stampata la tua prima
foto, un'istantanea ancora in culla: piccolo, quasi minuscolo e da
tenere in un palmo di mano, con degli stupendi occhietti neri ed un
nasino all'insù.
Ti vorrei un
po' scurino di pelle come il tuo babbo, e con il suo sguardo dal taglio
orientale.
Magari pure con i suoi capelli folti e bruni, che i miei spaghetti
biondi sfibrati dal colore proprio non li auguro a nessuno, figurati a Te.
Amerei coccolarti per ore intere, consolando ogni tuo pianto e
baciandoti ogni qualvolta.
Sai, bambino mio, non sarei di certo una mamma perfetta:
sicuramente mi arrabbierei spesso e per colpa del mio carattere
incostante porterei poca pazienza davanti ad i tuoi capricci, ma
cercherei in ogni modo di allevarti nella migliore maniera possibile; con l'amore.
Quell'amore di cui non potrei mai privarti; perché
già lo provo, sai? Già
ti amo.
Ti amo con
il cuore, con l'anima e con questo corpo che oramai dividiamo.
Ti amo nonostante
le lacrime, la rabbia e le urla.
Ti amo grazie
all'amore che tuo padre ha donato a me, in quell'attimo di completa
unione in cui Tu
sei stato concepito.
Ti amo
perché non posso fare altrimenti.
Sei mio figlio,
cazzo.
Ogni tanto mi domando se sia possibile fermare il tempo, pigiare il
tasto “rewind”
e tornare indietro. Se potessi farlo, non penso proprio
tornerei a quella sera per cancellare ogni cosa.
Ho sempre odiato la parola “sbaglio”
– sarà che io ne ho fatti troppi, di sbagli.
Non ti
reputo un errore, bambino mio.
Credo solo che tu sia arrivato
un po' troppo in anticipo, mi capisci?
Vorrei spiegarti tutto.
Vorrei pregarti in ginocchio di non odiarmi, di non disprezzare questa
tua piccola e giovane mamma. Così immatura,
così fragile.
Vorrei chiederti scusa.
Vorrei avere abbastanza forza per prendere, e ribaltare tutto Insieme a Te.
Vorrei.. vorrei
solamente poterti abbracciare, un giorno.
Vedere come sei realmente fatto, per poi scoprire che magari in
realtà sei femmina.
Vorrei crescerti insieme al tuo babbo, darti tutto ciò che
ogni bambino desidera.
Vorrei che tutto questo fosse già finito, e che questo
atroce silenzio fosse spezzato da un tuo vagito.
Sai, piccolo mio credo che sia inutile
chiedere un tuo perdono – credo che tu sia più
intelligente di quanto io possa immaginarmi; e poi in fondo la mamma è sempre la
mamma.
Lo so che non mi
odi. Lo so che hai capito.
In realtà
sono io. Sì, è proprio questa tua
stupida madre che non riuscirà mai a perdonarsi, che
continuerà ad infierire su sé stessa fino alla
fine dei suoi giorni.
Ti perderò,
amore mio. Ti
ucciderò, bambino mio.
Ti ammazzerò,
perché ho troppa paura di crescere.
Ho troppa paura di non essere all'altezza.
Ho troppa paura di Te.
Scusami.
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