Mi hanno dato un tempo vastissimo per
amarti,
ma non un istante - ancor meno del
desiderio che ho
per guardare qualcosa che vada oltre
al gelo
dal niveo e spaurito sapore
d’acquavite cosparso,
oltre alla coltre leggera che come
notte stanata
ricopre le tue fredde membra
d’inverno.
Una
mano che carezza
il ventre contratto,
il dolore,
l’affanno… calore disperso:
solo delicata nostalgia mi lega ai
tuoi boccoli
recisi crudelmente come boccioli di
rosa.
Appassita, la tua bocca ricucita
sottile,
frantumato il ricordo di un settembre
felice.
E il rimpianto si fa meno forte,
più forte
Delle lacrime che non riesco ad udire,
o sopportare il nostro sentiero
interrotto
che hai lasciato indietro con me, una
gelida sera.
Qualcun altro è nato per
te. Il bisogno
s’è
infranto al suono
di una corda spezzata.
Desiderium, persona amata, perdersi
è
Cosa nota, ignoto è il
modo in cui
La tua gamba, le dita sfuggenti e
palmate,
S’è legata come
morte
Al mio cuore distrutto.
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