Ok, non so bene
come mi sia uscita questa storia XD Mi stavo scervellando sul prompt
n°42 della Maritombola,
automobile, senza arrivare a nulla di concreto... allora ho iniziato a
scrivere un po' a caso ed è venuta fuori questa storia
narrata dal punto di vista di un'automobile! In teoria, l'auto era il
luogo, ma spero vada bene allo stesso. Io ammetto di essermi divertita
parecchio nella stesura, nonostante sia una storiella triste
;__;
Buona
lettura!
IL
PRIMO LUNEDI' DEL MESE
Il
primo lunedì del mese è sempre stato il giorno
della pulizia:
Cristina arriva sempre puntuale, munita di secchio d'acqua, solventi,
spugna e stracci per tirarmi a lucido. Sono stata l'acquisto che ha
fatto con i primi stipendi e mi ha sempre voluto bene. Infatti non ha
mai permesso che nessuno fumasse dentro di me, nè che
mangiasse o
bevesse bevande diverse dall'acqua; non ha nemmeno mai tentato di
sforzarmi ad andare troppo veloce come fanno fin troppo spesso i
padroni delle mie consorelle, anche se qualche corsetta oltre i 100
k/h ce la siamo fatta pure noi. Oggi l'ho aspettata fino a sera
tarda, ma non si è fatta vedere: è il primo
lunedì che salta il
nostro appuntamento mensile.
Ci
siamo divertite in questi cinque anni e possiamo dire di avere girato
parecchio, almeno in Italia. Un paio di volte siamo arrivate persino
in Francia ed Austria, facendo delle allegre comitive con altre auto
colorate di suoi amici. Mi ricordo la volta che siamo andate a
Vienna... brrr, che freddo che faceva! Ha persino dovuto farmi
indossare le catene perchè proprio non ce la facevo a
procedere con
tutta quella neve!
Il
primo lunedì del mese è passato già da
tre giorni, ma Cristina non
è ancora passata per la pulizia mensile: i miei vetri
iniziano ad
avere bisogno di una bella passata, per lo meno per togliere le
foglie secche. È strano, perchè di solito passa
ogni mattina per
specchiarsi nei miei finestrini ed eventualmente dare un'aggiustatina
al trucco nello specchietto di destra. Non è molto ricca e
quindi
non può permettersi un garage, ma in strada dormo molto
volentieri... è il posto ideale per fare amicizia! Ieri, per
esempio, mi sono messa a chiaccherare di gusto con una Toyota Yaris
come me, però grigia invece che blu: avrei voluto continuare
volentieri a parlare con lei dei colori degli interni, ma questa
mattina presto è dovuta andarsene. Putroppo, mi ha spiegato,
era
solo di passaggio.
Questa
mattina un gatto ha fatto pipì sulla mia ruota anteriore
destra, ed
ovviamente la cosa mi ha enormemente fastidio. Desidererei tantissimo
farmi almeno una bella corsetta per ripulirmi, visto che ormai al mio
bagno mensile ho rinunciato, anche perchè sto iniziando a
sentire le
ruote atrofizzate. Non sono abituata a stare a riposo per
così tanto
tempo, e mi annoio pure un po': inizia ad essere inverno e diventa
buio presto, così le altre automobili vanno a dormire presto
perchè
dicono di essere stanche e di doversi alzare all'alba per
accompagnare i loro padroni al lavoro. Vorrei dire che tocca pure a
me di alzarmi presto la mattina, ma la verità è
che potrei dormire
anche oltre mezzogiorno perchè ormai sono più di
due settimane che
non vedo Cristina.
Ho
provato a chiedere in giro se qualcuno sapesse che fino ha fatto
Cristina, ma nessuno ha saputo dirmi niente. Mi sono svegliata troppo
tardi perchè qualcuno di noi potesse ricordarsi qualcosa.
Anche se
possiamo pensare e parlare, noi automobili abbiamo una memoria
davvero breve e ci spostiamo spesso: nemmeno la vecchia Cinquecento
rossa parcheggiata davanti al giornalaio ha saputo dirmi nulla. E
dire che è li da qualche secolo! Il bagno che ho tanto
invocato è
arrivato sotto forma della prima neve dell'anno, che è
ancora
accumulata sopra il mio tetto e mi fa temere per le mie giunture, che
necesitterebbero di una bella revisione. In verità, avrei
dovuto
fare la revisione due settimane fa, ma Cristina non mi ci ha portata.
Mi manca.
Oggi
mi è sembrato di vederla in lontananza, ma quando la ragazza
si è
avvicinata ho potuto constatare che i suoi capelli castani erano meno
ricci e leggermente più lunghi di quelli della mia
padroncina, che i
suoi occhi erano grigi e non azzurri e che doveva avere qualche hanno
in più a giudicare dalle rughe appena accennate. Mi sembrano
un po'
tutti uguali gli esseri umani, lo ammetto: con noi macchine
è più
semplice, basta guardare il modello e il numero di botte ed
ammaccature collezionate negli anni. Io ne ho una bella sulla
portiera sinistra ed una sotto al bagagliaio, ricordo di una delle
nostre prime retro, ma ne vado fiera; non sono mica come certe auto
che vanno dal meccanico per camuffare i difetti e farsi levare le
botte! Tanto il modello tradisce la loro vera età!
Ieri
era il quarto lunedì del mese e qualcuno è venuto
a trovarmi, ma
non era Cristina bensì un uomo con un vestito grigio e una
cravatta
blu a fiori gialli. Aveva le sue chiavi, che ho riconosciuto dal
portachiavi di peluche a forma di delfino rosa, e la cosa non mi
è
piaciuta affatto. Mi ha messa in moto con violenza, senza tenere
conto dei mesi che non avevo camminato, e mi ha portata in una zona
della città dove non ero mai stata. Qui ha fatto salire un
altro
uomo, più giovane, con dei buffi baffetti rossicci ed una
camicia di
jeans aperta sul petto: ho apprezzato il fatto che si sia pulito gli
stivali da cowboy prima di salire, così non ho fatto
resistenza
nell'allacciare la cintura di sicurezza come avevo fatto con l'altro.
Ho
ascoltato i loro discorsi e ho tristemente capito perchè non
ho
visto Cristina per mesi e perchè –
ahimè – non la vedrò più:
è morta. Forse molti di voi c'erano già arrivati,
ma io sono solo
una povera, sciocca automobile, ed ho bisogno di tempo per capire
certe cose. Per il dolore mi si è fulminato il faro destro,
ma
quello stupido venditore – ormai avevo capito chi era
– aveva
dato la colpa alla mia lunga sosta. Mi ha fatto fare un lungo giro
mettendo in mostra tutte le mie cosiddette potenzialità e
spiegando
nel frattempo, tra una cosa e l'altra, come se non avesse importanza,
come se io non potessi capire, che Cristina era morta in un incidente
in moto, assieme al suo compagno.
Io
conoscevo Gianluca e so che era un buon guidatore, coscienzioso:
anche la sua moto era una brava figliola, nonostante la giovane
età.
Come ho scoperto poco dopo la colpa era stata infatti di un altro
guidatore ubriaco, che ha strappato la mia padroncina dalla vita a
soli ventitrè anni. Povera Cristina, le volevo davvero tanto
bene.
Mi dispiace di aver pensato male qualche volta di lei perchè
non è
venuta per la pulizia quel lunedì del mese, anche se ormai i
miei
ricordi sono confusi e non ricordo esattamente cosa posso aver
pensato di lei. Però lei la ricordo, con il suo modo di
cambiare con
piede leggero, i capelli castani riccissimi e gli occhi azzurri.
Oggi
Alessandro, l'uomo dai baffetti rossicci, mi ha portata a casa sua:
ora non dormo più in strada, ma in un piccolo garage sotto
il suo
appartamento. Non sono sicura di essere felice del cambiamento
perchè
io volevo tanto bene a Cristina, però lui sembra avere
rispetto sia
del suo ricordo che di me: non ha cambiato i tappetini ma si
è
limitato a pulirli, non ha nemmeno tolto i suoi peluche o l'alberello
profumambiente fucsia che mi aveva regalato lei. Chiude le portiere
con delicatezza e mi ha fatto subito il bagno, che mi sono goduta
immensamente. Forse non sarà così male stare con
lui...
Oggi
sono sei mesi che Alessandro è diventato il mio padroncino
ed è il
terzo giovedì del mese, il nuovo giorno di pulizia. Eccolo
che
arriva fischiettando, con addosso i soliti jeans sdruciti e una
camicia larga color panna. Ormai di Cristina ricordo solo il nome e
il sorriso, purtroppo. Però ogni volta che penso a lei avrei
voglia
di correre a tutta velocità per dimenticare il dolore sordo
che mi
continua a colpire, pensando a quello stupido uomo che ha perso il
controllo e ha portato prematuramente alla morte Cristina, Gianluca e
la sua moto, oltre che se stesso e la sua macchina. Mi sento ancora
più triste se penso che cose del genere accadono tutti i
giorni
sulle strade e che noi non possiamo fare niente, perchè
dobbiamo
limitarci a servire i nostri padroncini e non fare notare i nostri
spiragli d'intelligenza. Forse però è ora di
iniziare a ribellarci
quando è il caso: io ho deciso, da questo momento, se mai
Alessandro
vorrà mettersi alla guida ubriaco io non aprirò
le portiere, a
costo di ricevere un sasso nel finestrino. Non voglio più
soffrire.
Mai più.
Grazie d'aver letto,
Allegra
|