Learn to fly ( Bunny )
Looking for a sign of life
Looking for something to help me burn out
bright
I'm looking for a complication
[...]
Fly along with me, I can't quite make it alone
Learn To Fly
Dopo
quel brutto pomeriggio di urla e percosse da parte di quegli
alcolizzati dei suoi genitori, Kenny era finalmente felice, ora seduto
sul tappeto davanti al camino in casa Stotch.
Butters
l'aveva visto tremante seduto in un giardinetto, Kenny non aveva voglia
di carità in quel momento, non voleva che qualcun altro avesse
pena per lui più di quanta ne da se stesso; ma Butters si
era seduto vicino lui, incurante del vento gelido che gli graffiava la
faccia, incurante dei suoi vestiti più leggeri di quelli di
Kenny, perché -diceva- gli amici non si abbandonano soprattutto
se in difficoltà e lui a quanto pare... preferiva congelare che
lasciare l'amico da solo.
Kenny
sentì una sensazione calda, piacevole, proprio lì
all'altezza del cuore. Aveva accettato e ora quel calore al petto si
era irradiato per tutto il corpo, incredulo di tanta gentilezza, di
esser in un posto tanto accogliente e con una fumante cioccolata calda
tra le mani.
Il calore con lo scorrere delle lancette dell'orologio gli penetrò presto sotto la pelle, nel cuore e nel basso ventre.
"Butters,
chiudi gli occhi" gli aveva sussurrato avvicinandosi stranamente tanto,
e il piccolo padrone di casa, dopo aver tartagliato un'incomprensibile
risposta con il rosso sulle guance, aveva fatto come richiesto,
chiudendo gli occhi stretti, stretti e...
Fu
un solo attimo, bastò sentire il fiato caldo di Kenny sulle sue
labbra per farlo saltare in preda al panico, fargli dimenare le
braccia, colpì maldestro -senza volere- il suo ospite che un
secondo dopo sentì urlare.
Aprì gli occhi e la paura lo atterrì: Kenny stava bruciando nel suo grande camino.
Urlò, ma nessuno era disponibile per soccorrerlo, i suoi erano
usciti, buttò nel camino qualcosa della tappezzeria, ma
servì a ben poco allora, agitatissimo, totalmente nel panico,
prese la prima bottiglia che gli capitò di trovare in sala: era
trasparente, le credette acqua, invece era Vodka.
Kenny diventò rapidamente una torcia umana.
Butters
non lo sentì più urlare pochi minuti dopo, ma lo vide
divorare dalla fiamme, lentamente, sotto il suo sguardo impotente.
Non aveva capito com'era successo il tutto, troppo ingenuo -e anche un po' tonto- per comprendere che era colpa sua.
Rimase immobile, stretto nella morsa del terrore, a guardare Kenny diventare lentamente cenere.
E solo quando il fuoco si placò fino a spegnersi, urlò,
urlò per aver visto in faccia la Signora Morte e scappò
soggiogato dalla migliore amica dell'Oscura Mietitrice: la Paura.
*
Orrore... orrore... orrore... dopo aver visto morire Kenny in quel modo
era scappato via, pur di non vedere il volto meduseo della realtà:
scioccante e orribile.
Era scappato via, fuori, nonostante il mal tempo.
Alle
sue spalle mille orme bianche affondate nella neve, ma Butters ancora
non era riuscito a smussare quell'atrocità di cui i suoi occhietti
erano stati testimoni.
Forse doveva lasciare dietro di se duemila orme per allontanarsi dal ricordo?
Quando
arrivò al tremillesimo passo e si voltò indietro per constatare quanto
si era allontanato da casa, capì che era tutto inutile: non si
seppelliscono mai i dolori affettivi.
Volle tornare a marciare ma
sbatté contro qualcosa di morbido. Sussultò quando si sentì afferrare e
un gridolino uscì dalle sue labbra -spavento e sorpresa!- Kenny non era
più cenere, era lì, era vivo, era caldo, era un sollievo... di quelli
che ti riducono in lacrime.
« Lo sai no? Io sono così... sono solo carne per topi o
cenere » ironizzò macabro, guadagnandosi dei pugni sul
petto da un Butters fin troppo donna nelle sue reazioni e che per questo si
meritò un abbraccio di quelli che scaldavano il cuore.
« Sei crudele a sminuirti così Kenny » oltre al fatto che feriva i suoi sentimenti « Sei importante! » e non lo diceva tanto per dire, i suoi occhi umidi lo gridavano.
« Tu sei importante, come... come... »
incontrò gli occhi azzurri dell'altro, e per reazione si
accesero le gote nivee di Butters come si accese il suo coraggio «
...il cielo » una parola che accarezzò teneramente Kenny,
una parola che fece volare tante farfalle nel suo stomaco.
« ...come? » Domandò stordito dopo qualche
secondo e il più angelico dei sorrisi fu la conferma che aveva
compreso quelle parole.
« Sei come il cielo: se non ci fosse gli uomini non potrebbero
sognare di volare, né affidargli i propri sogni nelle notti
stellate » una dichiarazione che era poesia, che avrebbe
destabilizzato il più cinico degli uomini « Kenny, se tu
non ci fossi non potrei affidarti i miei sogni ».
E nonostante il gelo li abbracciava, l'aria intorno a loro era di un
calore confortante. Un Deja-vù; si stavano animando, gli stessi
desideri che davanti al focolare ardevano.
Una carezza, la mano di Kenny scese sul volto dell'altro un po' umido,
freddo e deliziosamente roseo per l'imbarazzo. Con due dita gli
sollevò il mento e i loro nasi si sfiorarono definendo di rosso
acceso l'imbarazzo.
Lo teneva stretto Kenny, forse fin troppo impudicamente stretto per
l'ingenuo Butters che era sedotto dal suo sguardo, dal suo fiato che
gli solleticava le labbra, invitanti tanto erano rosse.
« Ci eravamo interrotti qui prima, no? » ammiccò
sexy Ken, mentre l'altro puntualizzò mentalmente che le mani di
Kenny non erano prima arpionate al suo fondoschiena, dettaglio
piacevolmente irrilevante in fondo.
« Kenny io... »
« Shh... l'etichetta vuole che si chiudano gli occhi »
...perché un vero bacio nasceva con gli occhi chiusi e un vero
bacio non era solo un incontro di labbra, era un contatto statico solo
i primi secondi, poi chi conduceva il gioco induceva a schiudere le
labbra, seduceva con la punta della lingua, stuzzicava con carezze
umide e lente per poi accendere la passione, che una volta animata
giustificava l'avidità di mani curiose e gemiti acuti e
distinti.
Per Kenny un bacio come quello non era una novità, ma la
novità risiedeva in quello che si agitava sotto la sua
pelle.
Per Butters anche la più innocente carezza era una
novità, ma si sentiva a suo agio, con Kenny e con i suoi
sentimenti.
« Kenny... » ansimò dopo che il contatto fu interrotto
per esigenze d'aria « ...l'etichetta vuole che si chiudano gli
occhi per baciare se è un bacio dato con amore »
l'ingenuità di Butters, candida e splendente più di quel
manto di neve faceva sorridere. E scaldare il cuore.
« Già, così sembra... » una piacevole constatazione in fondo.
« Questo significa che... » Butters non era tipo da
richieste esigenti, per tanto sapeva stupire « ...che
seguirà un appuntamento? ...se seguiamo l'etichetta, intendo
»
Tanto candore voleva far dire a Kenny tutt'altre parole, che
preferì però conservare « A quanto pare... e poi...
»
« ...poi? » Domandò tenendo il fiato Butters.
« E poi... possiamo imparare a volare. Insieme. »
D'istinto Butters gli si gettò al collo, abbracciandolo con genuina felicità.
Kenny già gli aveva insegnato come si volava -con quelle parole,
con quel bacio!- ma preferì tener segreta la cosa per poter fare
qualcosa di più bello: volare insieme.
Avevo
promesso di scrivere una Bunny da tanto, troppo, tempo. L'ho scritta
infatti tanto tempo fa, ma dovevo completarla e oggi, finalmente,
è completa, è qui come vedete.
Mi risulta alquanto strana, non
opera mia, essendo così dannatamente Fluff, di un Fluff che
potrebbe uccidere un diabetico, ma nononostante tutto mi auguro che
almeno Kenny non risulti OOC, secondo me non lo è se non un
minimo, il giusto quiantitativo che può esserci in qualsiasi
Bunny ( essendo un pairing totalmente fanon ).
Comunque l'ho scritta per Magica
e a lei la dedico, in ricordo del nostro primo cosplay -di coppia,
Kenny/Butters- che tutt'oggi ricordo felicemente e con una certa
emozione: beh, cara, spero che tu possa apprezzare questa breve e
zuccherosa shot, spero di farne di migliori prima o poi.
Titolo e incipit sono presi da Learn to Fly dei Foo Fighters.
Big Damn Table Prompt: 52#Fire.
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