Nick
autore: Simphony
Titolo: Vita
Personaggio
assegnato: Voldemort
Eventuali altri personaggi: /
Rating: Giallo
Genere:
Introspettivo
Avvertimenti: Flash fic (500 parole)
Citazione
scelta: L'umanità
teme da sempre quello che non riesce a capire (X-Men -
Magneto)
Introduzione:
Inferno, Morte, Umiliazione e Tortura. Le parole chiave dell'infanzia
di Tom Marvolo Riddle, meglio conosciuto come Voldemort.
NdA:
Non
ho mai scritto su questo personaggio. Non ho mai avuto il coraggio,
diciamo così, di fare una reale introspezione sul
più grande
cattivo mai conosciuto nella Storia del Mondo Magico (xD). Diciamo
che spesso la sua psicologia mi sembrava talmente intricata e
complessa, che pensavo non sarei mai riuscita a scrivere qualcosa di
sensato su Voldemort.
Non
che quello che segue sia sensato, troppa presunzione. Ma spero almeno
di aver azzeccato qualcosa su di lui.
Spero
vi piaccia.
*°*
Vita
*°*
La
vita all'orfanotrofio era terribile.
Poteva
essere paragonato all'inferno, forse.
La
vita all'orfanotrofio scorreva sciatta e piatta.
Poteva
essere paragonata alla morte, forse.
La
vita all'orfanotrofio significava dover frequentare altri bambini.
Potevano
essere paragonati ad una tortura, forse.
La
vita all'orfanotrofio significava una sconfitta.
Poteva
essere paragonata all'umiliazione, forse.
Tom
Marvolo Riddle sapeva di essere destinato ad altro. A qualcosa che
avrebbe fatto passare a tutti coloro che lo circondavano tutto
ciò
che lui aveva passato.
L'arrivo
di Silente gli aveva dato la risposta.
Era tutto vero. C'era una
spiegazione a tutto. Del suo poter parlare con i serpenti, della
rabbia che cresceva dentro di sé, del disgusto che
istintivamente
provava guardando le persone che aveva intorno.
Lui
era diverso. Era un mago.
E
avrebbe potuto fare di tutto.
*°*
La
vita ad Hogwarts era stata più istruttiva di quello che
avrebbe mai
pensato.
Aveva
scoperto che cosa poteva realmente
fare, che cosa aveva il destino in serbo per lui.
Era
stato uno dei migliori studenti, un dei migliori diplomanti, uno dei
migliori maghi.
Aveva
capito che cosa avrebbe fatto, quanto dolore avrebbe inflitto a
coloro che avevano osato ingannare sua madre, una purosangue,
infangata da un ignobile babbano.
Avrebbe
fatto di tutto.
*°*
Tom
Marvolo Riddle aveva cercato più volte di ottenere la
cattedra di
Difesa delle Arti Oscure, voleva educare e plasmare le giovani mente
di maghi purosangue ai propri ideali.
Voleva
il potere, voleva il controllo, voleva che nessuno privo di poteri
magici o con genitori misti potesse ancora mettere un solo
passo dentro Hogwarts o nel mondo
magico.
Silente
era sempre stato irremovibile.
Sapeva
che cosa voleva fare. Sapeva che gli passava per la mente. Sapeva che
stava cercando di sabotarlo.
Ma
non avrebbe ceduto.
No,
non lo aveva fatto.
Aveva
fatto veramente di tutto.
Fino
all'ultimo incontro con il suo Preside, con colui che era andato a
strapparlo dalla vita dell'orfanotrofio.
«
Molti maghi si chiedono il perché del tuo odio verso i
Babbani.
Pensavo che Hogwarts ti avrebbe cambiato. Così non
è stato. »
Silente
aveva esordito così dopo che gli aveva rifiuto la cattedra
per
l'ennesima volta.
«
L'umanità teme sempre ciò che non riesce a
capire. » un lieve
sorriso gelido incrinò le labbra piatte del giovane mago «
Sono destinato a cose più importanti. E un giorno, ti
pentirai di
non avermi ascoltato »
Tom
non aggiunse altro. Gli diede le spalle.
E
da quel giorno, il mondo conobbe la crudeltà di un nuovo
mago.
Voldemort.
*°*
In
punto di morte, Silente ricordò quello scambio di battute.
Sì.
Se ne era pentito nel corso degli anni.
Se
avesse avuto più prontezza, se l'avesse ucciso senza farsi
prendere
dai sensi di colpa, forse molto persone non sarebbero morte e un
ragazzino non avrebbe dovuto crescere così in fretta.
Il
mondo come lo conosceva ormai era in crisi.
Voldemort
l'aveva detto. Tutti lo avrebbero temuto.
Tom
Marvolo Riddle,
aveva vinto.
Forse
per poco. Ma intanto, aveva il mondo ai propri piedi.
Voldemort
regnava.
Fine
|