LA SALVEZZA PER CASO
di iceygaze
1. UNA VISITA INASPETTATA
Estate, il
periodo dell’anno più atteso dagli studenti di tutto il mondo, periodo di
vacanze, giochi e perchè no, magari anche qualche
compito.
Ma tra tutti i festanti studenti
uno di sicuro non era felice della sua situazione,
anzi...
Harry Potter
era il nome di questo studente e la sua casa di Privet
Drive, che fino a qualche mese prima era una prigione solo di nome, lo era
diventato anche di fatto.
I suoi “zii”, Vernon
Dursley e sua moglie, Petunia Evans
in Dursley gli avevamo
requisito, appena messo piede in casa, ogni oggetto o strumento magico
(bacchetta compresa) e lo avevano rinchiuso in cantina. Vernon
aveva poi iniziato ad attuare il suo sogno più segreto, quello di maltrattare
seriamente quel suo nipote acquisito.
Non passava giorno infatti che Harry non venisse barbariamente
picchiato dallo zio senza motivo alcuno, almeno per quanto sapesse.
In realtà un motivo c’era ed era
da attribuirsi ad una certa lettera portato da un
certo gufo reale con sopra un sigillo di ceralacca verde su cui troneggiava una
M.
Una sera, dopo giorni e giorni di
violenza, Vernon si era stufato delle solite e
ripetitive azioni e ne stava discutendo con la moglie:
“Petunia sono stufo di mantere in questa casa quel’ “anormale”
di tuo nipote, non posso più sopportarlo, dobbiamo cacciarlo” disse con tono
risentito
“Ma
suvvia Vernon, non essere così duro, in fin dei conti
giù nella cantina non da fastidio a nessuno, e poi se no con chi ti divertirai”
rispose la moglie in difesa del ragazzo, più per rispetto alla defunta sorella
che al ragazzo in sè.
“Forse hai ragione cara, in fin
dei conti il ragazzino è ancora utile” concluse lui
con una risata sinistra.
Hogwarts era semi
deserta da settimane, gli studenti rimasti nell’antico castello si
potevano contare sulle dita delle mani e di professori se ne vedevano davvero
pochi e quei pochi presenti erano piuttosto “rilassati”.
Una di loro invece era un misto
di nervosismo ed elettricità, a settembre avrebbe tenuto la sua prima lezione
in una materia decisamente difficile, Pozioni; ma più
che sul futuro, la sua attenzione era rivolta al presente.
“Mia cara, sai benissimo che non
approvo quello che vuoi fare” disse con tono stranamente serio Albus Silente, preside della scuola
“Ma...” provò a rispondere l’insegnante prima di essere interrotta
“Ma sai anche che la scuola
inizierà a settembre ed io non ho l’autorità di impedire ad una giovane strega
di andare a salutare un amico, quindi sei libera di fare quello che meglio credi”
concluse l’anziano mago con tanto di sorrisino sulle
labbra.
“Quindi mi sta dando il
permesso?” chiese incredula la ragazza
“No, visto che non ne hai
bisogno, per adesso”
“Beh, se la mette così allora ne approfitto e vado a prepararmi; magari, se mi sbrigo,
riesco a prendere la passaporta delle 18.27”
“Non serve, ne ho già qui una, tarata appositamente, ti basterà recarti a Hogsmaede; piuttosto ti ricordi il numero?”
“Si non
si preoccupi, il 4 giusto?”
“Brava, il 4”
Nel frattempo in cantina Harry
cercava, dopo tre settimane di carcere duro, una via di fuga, sapeva
perfettamente che l’unica soluzione sarebbe stata quella di imparare a fare
magie senza bacchetta, operazione che esigeva una grande
potenza magica, notevole esperienza e immensa concentrazione.
“Lumus”
“Lumus”
“Lumus”
All’ennesimo tentativo fallito
lacrime amare iniziarono a scendere dagli verdi occhi
del ragazzo: “Niente, niente; come al solito non ho ancora abbastanza potere da
fare magie senza bacchetta....devo riuscirci, non...non...non ne posso più di
stare qui, devo assolutamente riuscire a scappare, questi...questi incubi,
questa cantina senza un filo di luce...le...le... –sigh
sigh– ... botte che mi danno... –sigh–
non ce la faccio più...”
“Privet
Drive numero 4, dev’essere quella casa là, chissà se Harry sarà felice di
vedermi, non si aspetterà certo una mia visita; e soprattutto non si aspetterà
quello che gli dirò” sospirò una elegantissima ragazza
in procinto di bussare alla porta della casa.
TOC TOC
TOC
Dopo pochi secondi la porta si aprì e la ragazza salutò cordialmente l’uomo che era
comparso: “Buona sera signor Dursley”
“Buona sera signorina, desidera
qualcosa?” fu la tremante risposta dello zio di Harry evidentemente intontito
dalla stupefacente bellezza di lei.
“Si, grazie, starei cercando
Harry Potter, abito qui, vero?” domandò quella con gentilezza.
“Harry Potter?”
sussurrò con astio l’uomo.
“Si, proprio lui!” asserì con
gioia la ragazza..
“No, non c’è nessun Harry Potter
in questa casa.” fu la
seccata risposta di Vernon.
“Ma
scusi, non è questa il numero 4 di Privet Drive?”
“Si, e allora?”
“Scusi signore ma francamente,
secondo le mie informazioni Harry Potter, dovrebbe
abitare proprio qui?”
“Evidentemente le sue
informazioni sono sbagliate, e se non le dispiace ora avrei da fare.” e con questo Vernon
si girò e tornò in casa sbattendo la porta.
SLAM
impossible,
Silente non può avermi dato delle informazioni sbagliate - pensò tra lei la
ragazza - devo assolutamente fare un controllo, ma come posso fare; non posso
certo smaterializzarmi li dentro, pensa pensa pensa...>
Veron
fu decisamente indispettito dall’improvvisa comparsa
di quella donna e decise quindi di farsi dare spiegazioni dal nipote, con le
buone o con le cattive.
“HARRY POTTER!” gridò aprendo la
porta della cantina.
“Cosa ho
fatto questa volta” disse tra sè e sè il ragazzo in apprensione per quello che sarebbe
accaduto da li a poco.
“Dimmi figliolo, come mai è
arrivato uno della tua specie a bussare alla mia porta chiedendo di te?”
“Non lo so zio, nessuno tra i
miei amici verrebbe mai qui senza prima avermi
scritto” rispose Harry intimorito dal bastone che l’uomo teneva in mano.
“Secondo me invece lo sai eccome
e non vuoi dirmelo, qui...” e
detto questo una prima bastonata colpì Harry e poi un’altra ed un’altra ancora.
“No zio, non mi picchiare, non ne
so niente, come posso aver avvertito dei miei amici se
da quando sono tornato qui non sono mai uscito da qui.” Gridò piangendo il
ragazzo a mò di scusa.
“Avrai usato chissà quale
diavoleria, ma non ti permettere di farlo ancora, se no te la farò pagare cara,
vedrai che quello che ti ho fatto fino ad ora non ti sembrerà che una carezza.” e detto questo riprese a colpire
il ragazzo sulle braccia (che difendevano la testa) e sulla schiena.
...
Dopo qualche minuto di tortura Vernon lasciò Harry steso sul lurido materasso che gli
faceva da letto con molti lividi e parecchie ferite
sanguinanti. “Ahia, che male, lo zio ci è
andato veramente pesante questa volta, forse mi ha rotto un braccio, fa
malissimo.”
TOC TOC
“Si?” grugnì Vernon
Dursley sull’uscio di casa
“Salve...” salutò
per la seconda volta la bella ragazza
“Ancora lei???
Cosa vuole da noi? La smetta di importunarci!! Non c’è nessun
Harry Potter sotto questo tetto” sbraitò ancor più indispettito l’uomo.
“Senta signor Vernon
Dursley, non ci provi eppure questa volta, io sono un
insegnante della scuola di suo nipote e so perfettamente che lui è qui, quindi
mi faccia il favore di portarmi da lui o sarò costretta ad usare le maniere
forti.”
“Senta Non-So-Bene-Chi,
so perfettamente che voi non potete usare la magia qui dentro, lo aveva scritto
quel vecchio pazzoide, Simente...”
“SILENTE”
“...si, si
quello che è, ma ciò non cambia il succo, voi non potete entrare, quindi...”
“BASTA!!!!!!
Mi ha proprio stufato; STUPEFICIUM ”
e detto questo un fascio rosso fuoriuscì dalla bacchetta di lei stendendo sul
pavimento il grassissimo uomo schiantando sul pavimento sia lui che la moglie,
appena giunta a causa delle furiose urla.
SBAM
Nella cantina Harry, steso sul
“letto” in stato di dormiveglia, sentiti quegli stani
rumori cercò di alzarsi dal letto e di avvicinarsi alla porta per poter
ascoltare meglio, ma le ferite erano decisamente troppo dolorose.
“Se non fosse che è assolutamente
impossibile potrei anche cominciare a pensare di aver sentito pronunciare uno schiantesimo.” disse
ristendendosi a fatica sul letto.
“Ho cercato in tutta la casa ma
di Harry nessuna traccia, forse quel babbano aveva ragione - disse la ragazza dopo l’ennesima porta
aperta inutilmente – magari però tu lo sai, mi sbaglio?”
“No signorina – rispose uno
spaventato Dudley – è in cantina”
“In cantina?” chiese lei
scandalizzata
“Si, si, ma non mi faccia male,
la prego”
Scese le scale la ragazza si diresse
verso la cantina e trovata chiusa la porta la aprì facilmente: “Alohomora”
SNIEK
“Ch-
chi è?” chiese un titubante Harry.
“Harry, sono io?” rispose la
ragazza
“Io chi?”
“Lu-”
provò a formulare la ragazza
“No, fermati, non accedere la luce.” gridò allarmato
Harry
“Perchè?”
chiese spaventata lei da tanto allarmismo
“Perchè
è da quando sono tornato che sono chiuso qui e che non vedo la luce diretta,
penso che i miei occhi non vi siano più abituati.” spiegò brevemente lui.
“Ma, ma
chi stato?”
“I miei zii, è da quando sono
tornato che sono qui dentro.”
“Ma perchè?”
“Sarebbe bello se lo sapessi. Ma tu chi sei?”
“Sono Fleur.”
“Fleur?
Ma cosa ci fai qui?”
“Ero venuta a farti una sorpresa,
ma devo ammettere che è stato un colpo di fortuna,
adesso verrai con me a Parigi e starai con me fino all’inizio della scuola, ora
aspettiamo un pò in modo che ci sia più buio fuori,
poi ci muoveremo.”
“E i
miei parenti?”
“Beh, diciamo che non daranno
fastidio, ma adesso ti addormenterò, così potrò curarti adeguatamente senza che
tu sforzi troppo gli occhi.” e
detto questa Fleur fece scendere su di Harry un sonno
magico.
Gentile
professor Silente,
dopo la visita a Harry di questa sera ho
deciso di portalo a Maison Delacour, non intendo
dirle nulla per lettera, comunque ho delle validissime ragioni, si fidi di me.
Lo accompagnerò io a Hogwarts il primo di settembre. Non si preoccupi, qui è in buone mani ed è al sicuro.
Fleur
“Vai Minu,
porta questa lettera a Silente e attendi la risposta”
concluse tra se la ragazza.
“Mmm…dove
sono? Questa non è la cantina, e cos’è tutta questa luce?” si domandò ad alta
voce Harry non appena sveglia
“Sei in Francia, a Parigi, la Ville Lumiere.” fu la risposta
di una non ben definita ragazza in piedi vicino a quello che sembrava un
camino.
“Fleur,
sei davvero tu, ma allora non era un sogno?” esclamò gaio Harry
“No, non lo era, ed ora sei al
sicuro.” affermò Fleur
decisa
“…mmmnn…”
“Che
c’è?”
“No, niente, stavo solo
pensando.”
“E a
cosa se posso essere indiscreta?”
“Al fatto che sia
stata proprio tu a salvarmi…”
“Beh, sai Harry, è compito degli
insegnanti prendersi cura dei propri allievi.”
“Questo vuol dire...”
“Si, hai davanti a te la nuova insegnate di Pozioni di Hogwarts.” confermò
orgogliosa lei.
“Pozioni???”
ribadì stupito lui
“Si, pozioni, perchè
sei così stupito? Preferivi forse Piton?” domando
sarcasticamente Fleur
“E Piton,
che fine ha fatto?” chiese Harry con un tarlo gigante dentro alla
testa
“Vuoi proprio saperlo?”
“Dimmi che non è quello che sto
pensando ora”
“Ehm...”
“No, no, non ci credo, non dirmi
che insegnerà DADA?”
“Ehhh…temo
proprio di si”
“Che
bella notizia, mi mancava: Voldemort che rinasce a
pieni poteri, Cedric che muore per colpa mia, mio zio
che mi picchia e che mi lascia in cantina senza neanche una luce, i miei vari
incubi notturni, Piton che insegna DADA, mi sono
perso qualcos’altro?” domandò lui isterico
“No, nient’altro.”
“Uh, non sai che belle notizie,
quasi quasi era meglio che Vodemort
mi avesse fatto fuori giù al ministero”
“NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO.” urlò Fleur
“E’ la pura verità, così non
avrei dovuto sopportare tutto quello che mi è accaduto, tu non hai la minima
idea di cosa abbia provato in queste settimane; sai cosa vuol dire stare per
tre settimane nel buoi più totale, con giusto il cibo
necessario per vivere e picchiato ogni notte solo perchè
di notte gridavo a causa degli incubi, sai cosa vuol dire? No, non lo sai cosa
vuol dire, nessuno può capirlo, nessuno, perchè non è
capitato a nessuno di voi.” gridò
Harry con le prime lacrime che già solcavano le sue guance.
“……… scusami Harry.” farfugliò la ragazza decisamente colpita dalla rivelazione
di Harry
Dopo le scuse di Fleur un
pesante silenzio caddè tra i due ragazzi, interrotto
ogni tanto dai singhiozzi di Harry , fino a che lui stesso non riprese la
parola: “No, -sigh- scusami tu Fleur,
io, io...” provò a dire ma le lacrime e i sussulti
erano più numerosi delle parole.
Fleur
gli si avvicinò e abbracciandolo cercò di dargli un pò
di conforto: “Ssshhh, non piangere Harry, qui sei al
sicuro, non c’è nessuno che ti vuol far del male, non devi preoccuparti di
nulla, devi solo pensare a riposarti e a divertirti.”
“Gr-
grazie Fluer.”
“E di
che.”
Dopo qualche istante Harry si
addormentò, cullato dal dolce abbraccio della ragazza che dopo qualche minuto
gli rimboccò le coperte e lasciò la stanza.
Continua…
BENE, ECCOVI QUI, ALLA FINE DI
QUESTO PRIMO CAPITOLO, SONO CONTENTO CHE QUALCUNO SIA ARRIVATO FINO IN FONDO,
SPERO CHE LA FIC VI SIA PIACIUTA (sempre che qualcuno qui ci sia arrivato) E
QUINDO ORA IN PREMIO VI DO UN PAIO DI AVVERTIMENTI
1.
la fic
sarà breve, solo altri due capitoli
2.
ho scelto la coppia Harry/Fleur per due motivi, il primo è che in storie su questa fic in italiano non ce ne sono (tra l’altro scarseggiano
anche in inglese ma vabbè) secondo perché Fleur è secondo me un personaggio splendido, è nei miei
sogni il prototipo della perfezione femminile, sia fisicamente che
intellettualmente (almeno finchè non le daranno un
volto nei film) e quindi trovo che meritasse uno fic
tutta per se in cui non è semplicemente la ragazza di Bill
3.
se notate qualche incongruenza
tra i libri e la storia è perché questa storia era nata per descrivere l’estate
del quarto anno, ma la mia lentezza nello scrivere e l’uscita di OdF mi hanno fatto leggermente modificare la trama
facendola diventare l’estate del quinto anno, quindi se ci sono errori
grossolani spero che sorvoliate e me li facciate presente.
4.
penso che Harry sia un po’ OOC
Infine una preghiera, soprattutto
a quelli che mi conoscono: COMMENTATE, VI PREGO!!!!
|