Piccola One-shot nata dalla mia necessità di 'fissare un
inizio', perchè nella mia mente era chiara la faccenda Jim/Bones
e la faccenda Spock/Jim, ma non mi raccapezzavo di 'come' potessero
essere giunti 'all'evoluzione definitva' per così dire. Sono
partita da un punto in cui i rapporti sono già ben definiti e i
tre ne sono consapevoli, mancava solo quella 'scintilla', insomma
mancava da premere il tasto 'start'!
L'ambientazione è poco dopo Amok Time (leggendaria puntata che
ha dato il via allo Spirk), quanto dopo non lo so XD Non che sia
importante, un pò dopo! XD
Il Pov è ovviamente quello di Jim ^^
La canzone che dà il titolo a questa 'cosa' è meravigliosa, ma la
versione del nostro Mr. Nimoy è troppo *ç* Ma c'è qualcosa che
quell'uomo non sa fare?! ;D
**
All’inizio eri solo tu.
Tu e il tuo mondo.
Tu e la tua galassia da espugnare, tu e il tuo
spazio, tu e la tua nave da conquistare.
Tu e la tua vita regolare, semplice, lineare…
solitaria e fredda, infiammata talvolta da un qualche sporadico incontro
occasionale in un luogo qualunque, con una persona qualunque, della quale nulla
era importante, né la vita, né il nome, un nome che tanto avresti presto
dimenticato, le poche volte che ti prendevi la briga di chiederlo.
Pochi amici.
Forse uno solo degno di questa denominazione, che
allora ti bastava e ti scaldava l’animo quando ne avevi bisogno, ma che alla
luce di poi, della tua crescita, delle tue scoperte, ora fatichi a riconoscere
in un rapporto definito, a chiuderlo in una parola, quella parola, quel sentimento,
quella sensazione.
Vi era affetto, vi era calore, vi è ancora quando
il tuo pensiero incrocia il suo ricordo e rievoca le immagini comuni del vostro
passato, ma alla luce di quello che sei ora, di quello che loro ti hanno fatto divenire, è un qualcosa in cui non ti riconosci
più. Non puoi più.
Vedi quelle immagini, quei ricordi, e senti,
percepisci di essere un altro, e che quel rapporto, quel viso amico, sorridente
e strafottente, è ormai troppo distante da te. Rappresenta qualcosa che non è
più in grado di scaldarti, non come la necessità che ti attanaglia adesso, non
nella tua nuova vita.
Un nuovo te del quale lui non fa più parte, per un
crudele destino che te l’ha portato via, ma un nuovo te nel quale non avrebbe
comunque potuto entrare, perché tu non gli appartenevi, lui non apparteneva a
te, non più, e la sua scomparsa reale è stata come la realizzazione sul piano
fisico della sua scomparsa spirituale, scivolata via da te, in pochi istanti…
Poi era arrivato Lui.
La prima persona a sconvolgere del tutto la tua
sfumata esistenza.
Il primo a darle un peso, una consistenza, una
forma, a plasmarla in un modo che nemmeno credevi fosse possibile, e nulla, da
allora, fu più semplice, né piatto, né freddo…
Il calore con il quale quegli occhi, quegli occhi
talmente celesti che un cielo sereno non può che impallidire a tale confronto,
la fiamma con la quale ti sanno scaldare il cuore e l’animo, la mente e il
corpo, la dedizione amorevole che riversano su di te, le loro carezze
terapeutiche, il sollievo che avevano sempre saputo donarti, in qualunque
circostanza, senza un motivo particolare… è una cosa che ancora non sai
spiegarti.
E ancora non sai il perché, non sai perché tutto questo sia spettato a te, e non puoi
che chiederti il motivo, giorno dopo giorno, ogni volta che ti guarda, che ti
stringe, che ti carezza con il suo sguardo e il suo respiro, non puoi che domandarti
quale merito hai mai avuto in tutto questo, se ne hai…
Non puoi che aver timore, ogni giorno, che possa
spezzarsi, per un tuo fatidico errore…
…l’errore che hai scongiurato per tanti anni, ma
che ora non sei stato in grado di fermare, di capire, di anticipare, e che ti
ha rapito, ti ha preteso, ti ha chiamato a sé, nel suo vortice, nel suo fuoco, dove hai bruciato. Hai bruciato
con Lui, perché non desideravi altro,
perché ardi, ardi nel profondo… nel corpo, nel quale Lui ha placato la fiamma
che lo divorava, non riuscendo a placare la tua, che cresce…
Cresce nella mente e nell’animo.
Covata per anni.
Dalla prima volta che il tuo sguardo si è posato
nel suo, che lo ha incontrato, danzando con esso, sorprendentemente trovandolo
aperto, pronto, reattivo…
Nulla era più semplice da molto tempo, ma nulla
era mai stato così dannatamente difficile…
Ed ora eccoti… attonito, a fissare il bianco
soffitto del tuo alloggio.
Chiedendoti perché.
Come puoi essere giunto a questo, a tanto.
Non ti capaciti di come hai potuto non accorgerti
di ciò che si nascondeva dentro di te, di quel ‘semplice sentimento’ scambiato per l’ennesima futilità delle quali
un celato angolo della tua essenza amava –e ama- circondarsi…
Cosa ti ha portato tutto questo… a cosa ti
porterà…
La luce del bagno che condividi con Lui è accesa. Ti ritrovi ad osservare la
porta della stanza con sguardo incantato, cercando di immaginare i suoi gesti,
le sue mani, le sue calde mani aliene che ti hanno esplorato, torturato e
vezzeggiato solo poco tempo prima, in quello stesso letto, per placare il suo
bisogno, ed il tuo… in quello scambio
reciproco ed equo, che entrambi sapevate, sapete, essere qualcosa di molto di
più. Mentre le vostre essenze si intrecciano indissolubilmente l’una all’altra
e i suoi pensieri si affacciano timidamente nella tua mente, come i tuoi nella
sua, sai che ormai fate parte l’uno dell’altro ‘come è sempre stato e sempre sarà’.
E non vi è più modo di tornare indietro…
Due braccia ti stringono, due braccia quiete e
affettuose, due braccia umane…
“Bones…”
Non sei davvero sicuro di averlo detto.
Non sei neppure davvero certo che Lui sia davvero
lì, o se sia solo un fantasma sfuggito alla tua mente. Una personificazione
della colpa che ti sta stritolando, lì per ricordati semplicemente che hai
sbagliato, che lo hai tradito, che hai tradito la cosa più bella della tua vita
“Jim…”
Una voce che ti riporta alla realtà e risponde
alla tua muta domanda.
Ti scansi, di riflesso, per quanto il tuo corpo lo
voglia, la tua anima sa di essere immeritevole di quell’abbraccio. Ti siedi sul
letto, devi parlare, devi trovare il coraggio di parlare, devi costringerti a
farlo in qualche modo. Perché lui lo merita, perché hai già mancato troppe
volte…
“Spock ora sta bene…”
Mormora placidamente, la tua testa si piega in un
movimento di assenso automatico
“…e tu come stai?”
Alzi i curiosi occhi su di lui, finalmente
incontri il suo sguardo, pacato, sereno, ostentante quella sicurezza che gli
hai sempre invidiato, che sai essere lì per te, perché tu la necessiti, e un pensiero ti trafigge la mente come una lancia,
come un fulmine a ciel sereno…
Imperversa dentro di te in un istante… lui sa…
Lui sa ogni cosa, lui ha sempre saputo, e questa
consapevolezza che gli leggi nello sguardo non può che farti trasalire e
aumentare la tua colpa… eppure lo vedi, non vi è traccia di rancore o dolore
sul suo volto, ma solo una placida quiete che ti lascia attonito e incapace di
parlare, mentre mille possibili scenari affiorano nei tuoi pensieri…
“Che significa quell’espressione?”
Mormora ancora, percepisci un lieve sorriso sincero
sulle sue labbra, lo senti nella sua voce… non l’avevi considerato, non sai
come rapportarti a questo…
Scuoti di nuovo la testa nella difficile ricerca
di qualche parola da poter dire, anche se nulla sembra sovvenirti
“Tante cose…”
Ti ritrovi ad ammettere mestamente, completamente
arreso all’evidenza e al tumulto contrastante che si agita dentro di te
“Dimmi la più forte…”
“Paura…”
Una risposta incontrollata che scivola via dalle
tue labbra, troppo in fretta perché tu possa riprenderla e ricacciarla nel suo
angolo
“Di cosa?”
“Non ti posso perdere…”
Le sue braccia ti stringono ancora, con il loro
calore e il loro conforto, il loro amore,
mentre la sua mano tra i tuoi capelli e le sue labbra sulla tua fronte ti
comunicano tutta la sua fiducia e la
sua tranquillità, nell’ordine di
un’anima trasparente e sicura che strappa via ogni tuo dubbio e ogni tua paura.
“Questo non può accadere, Jim…”
E la pura e semplice verità che trapela da ogni
frammento del suo essere è che Lui è
lì per restare. Per continuare ad occupare quel posto nella tua vita.
Per continuare a svolgere ostinatamente quel
compito con tutto se stesso, come sempre…
Ti stringi a lui, lo stringi a te, e tutto ti
sembra così certo adesso, in quella
stretta che riesce sempre a rischiarare la tua mente e a tirarti fuori da ogni
tuo abisso…
Senti dei passi venire verso di te, verso di voi.
Avverti distintamente il suo sguardo scuro e
profondo su di te, su di voi.
Percepisci calma e distensione nella sua logica mente,
grazie a quelle scintille di un neonato Legame
dal quale già ti senti completamente dipendente.
Si siede accanto a voi, apri gli occhi per
osservare la sua solita elegante postura, incrocia le braccia al petto e vi osserva per qualche istante, mentre
Bones gli sorride nel suo modo squisitamente umano e continua ad accarezzarti i
capelli, a stringerti a sé.
Non sai se la sensazione di piacere che senti
provenire dal tagliente e scuro sguardo alieno sia giusta, o te la stia
semplicemente immaginando, non vi trovi… una logica…
“Ritengo vi sia solo una logica risoluzione per
questa particolare contingenza”
Afferma con la sua voce calda e profonda.
Non puoi che rimanere nuovamente allibito mentre
scruti il suo ascetico volto perfettamente impassibile e le sopracciglia
aggrottate come se stesse sproloquiando sull’ennesima domanda incontrata nel
vostro peregrinare per la galassia.
Cogli Bones sogghignare tra sé
“Ma come diavolo stai parlando, Spock?!”
“Cosa non ti aggrada… Leonard?”
Senti Bones irrigidirsi e la sua baldanza
vacillare, il suo sguardo sbigottito rimane incatenato a quello franco e
disinvolto del vulcaniano, nel quale forse leggi, nell’ingenuità della tua
natura umana, un briciolo di sfrontatezza.
Il sorriso che appare luminoso sul volto del
dottore vi fa capire quanto sia gioiosamente colpito nell’udire finalmente il
proprio nome scorrere su quelle labbra, mentre alza gli occhi al cielo, con
quel suo dolce orgoglio e quell’ottusa bonaria scontrosità che non gli permette
di cedere alle lusinghe del suo ‘nemico’.
“Non siamo elementi di un problema di fisica, Santo
Cielo! Siamo persone! Maledetto goblin dal sangue verde!”
“Questo non mi sembra un buon inizio…”
Non riesci a far a meno di sussurrare, nonostante
il sorriso che senti sbocciarti in volto, mentre Spock ti guarda alzando un
sopracciglio e Bones continua incredulo a sghignazzare tra sé
“Mmm… io la ho una… logica risoluzione…”
Serra le labbra con una finta espressione
pensierosa di chi è sicuro di ciò che sta facendo e di dove sta andando. Afferra
un braccio di Spock tirandolo lievemente verso di voi, lui obbedisce,
accostandosi in silenzio, senza la minima ritrosia o volontà di sottrarsi a
quel prolungato contatto fisico e a quell’estrema vicinanza con Bones, che
sorride, compiaciuto…
…e ora ti sovviene alla mente ciò che non hai mai
considerato, che forse solo raramente è giunto a sfiorarti, e che adesso è
chiaramente davanti ai tuoi occhi…
Quel rapporto sottile e sfumato, fatto di orgoglio
e diversità, battibecchi e difficoltà, di due uomini infinitamente diversi
eppure infinitamente simili che, in silenzio, continuano ostinatamente a
cercarsi e a scoprirsi con interesse l’un l’altro, giorno dopo giorno…
E ora sai, mentre i loro sguardi rimangono legati
l’uno all’altro, con la tacita volontà di trovare un modo per compiere insieme
quell’ultimo passo, ora sai a dove ti ha condotto tutto questo, vi ha condotto.
Ora sai che per voi esiste solo un’unica via.
Che la somma di voi tre è semplicemente uno.
E’ così che deve
essere.
Perché è questo
ciò che siete.
E vedi Bones annientare quei pochi centimetri di distanza
che ancora li dividono. Lo vedi avvicinarsi e posare un semplice e risolutivo
bacio sulle labbra del vulcaniano, come a sancire quell’accordo, e ciò che tu
stai pensando.
Non vi è sbigottimento sul viso di Spock, non lo
avverti minimamente in lui.
Ti ritrovi a sorridere e a non riuscire a
distogliere il tuo sguardo innamorato da loro, con una pace e una felicità
nuove, che non pensavi di riuscire a conoscere, una completezza assoluta che non pensavi nemmeno esistesse…
Mentre Spock vi tiene stretti, entrambi, e riesci
ad avvertire da lui, da loro, le tue
stesse sensazioni.
La stessa consapevolezza di esser finalmente
giunti alla verità definitiva,
innegabile, immutabile…
“Questo è un ottimo inizio…”
Di nuovo non riesci a trattenere un sussurro che
esce tenue dalla tua bocca e si fa strada verso i tuoi due… Compagni… che non possono che annuire
stringendoti di più tra le loro braccia…
…e nulla era mai stato così dannatamente semplice…
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Nel primo paragrafo mi riferisco (cioè, Jim si riferisce XD) a
Gary Mitchell, oh senza nessunissina intenzione minimamente slash tra
loro due O___o Dio ce ne scampi e liberi!
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