La teneva in braccio e la stringeva come un piccolo tesoro.
Quel piccolo demoni etto,dai vermigli fili di seta a
incorniciarle il volto, non lo degnava neanche di uno sguardo.
Anzi, rivolgeva la sua più sprezzante attenzione ad un
aggeggio babbano, di forma cilindrica, con una sorta di manico circolare,
grazie al quale lo teneva sollevato e lo agitava, scatenando nella stanza uno
scroscio molto simile a delle maracas.
Si disse che nonno Arthur sarebbe stato fiero di lui, ormai
si considerava un piccolo asso in babbanologia.
Distratto com’era a considerare le sue accresciute capacità
non si rese conto che Lily aveva sollevato quel marchingegno infernale e con
violenza stava sferzando un colpo all’indietro, che ben presto finì col rovinargli
sul volto.
-
Ahi!- gridò, contrariato, mentre si portava una
mano grassottella sul naso, dove la botta aveva provocato una piccola
escoriazione e gli occhiali pendevano storti … rotti.
si concesse un secondo per
considerare la realtà delle cose : si erano rotti. I suoi preziosissimi
occhiali non erano altro che un oggetto inservibile e distrutto.
E dire che lui aveva deciso di stipulare una tregua, ma a
quanto pareva alla sua piccola sorellina di appena 24 mesi ciò non doveva
andare troppo a genio, dato che aveva subito trovato il modo di fargli perdere
le staffe!
La lasciò scivolare dalle sue ginocchia al pavimento,
indispettito. Il tempo di guardarla torvo e di ricevere in risposta uno sguardo
vivacemente allibito che Lily aveva preso ad irrigidire i muscoli della
mascella
Le manine strette a pugno erano sollevate in segno di
stupore. La bocca si schiuse lentamente, mentre le sopracciglio assumevano un
espressione corrucciata. Gli occhi passarono dallo stupore più genuino all’abisso
di dolore più profondo.
Un rughetta le incorreva sulla
fronte, mentre la bocca si arricciava e prendeva aria rumorosamente. Una tossetta asmatica le contrasse ulteriormente l’espressione
mentre grossi lacrimoni presero a scorrerle sulle
guance. Singulti acuti e disperati di dolore scossero il piccolo corpo, mentre
Lily si lanciava con passo malfermo contro suo fratello Albus, nel tentativo di
colpirlo ancora.
-
Buuuuuuuuaaaa!-
strillava disperata e le sue manine si chiusero malvagie all’attaccatura dei
capelli nerissimi di Al.
Il ragazzino provò a divincolarsi come poté, strattonava le
piccole braccia grassocce, ma quelle sembrava incollate alla sua chioma con
della pozione incolla tutto! E il peggio
doveva ancora arrivare : la piccola Lily, il volto paonazzo, mentre veniva
scossa da un pianto senza voce e senza respiro, prese ad agitarsi, attirando la
testa del fratello, nella sua sorprendentemente salda presa, verso il basso.
Al urlò di dolore e ormai qualcuno cominciava ad accorrere
dai piani inferiori, attirato dal gran vociare disperato della prole.
Il tempo che Ginny Weasley impiegò
a salire le scale valsero al povero Al una serie decisa e ben assestata di manrovesci
e quando la madre varcò, ormai correndo allarmata, la porta della loro
stanzetta, trovò il suo secondogenito col viso incollato al pavimento e la
piccola di casa seduta sulla sua testa in una comica imitazione di una lotta di
wrestling.
Il pannolone gonfio della bambina le conferiva un’aria da
giocatrice di sumo,con le manine intente a tirare
ogni appendice che riuscivano a raggiungere, il volto trasfigurato da una
smorfia di rabbia indicibile.
Se non fosse stata tanto dispiaciuta per il povero Al, la
situazione sarebbe stata comica. Si avvicinò decisa, un cipiglio severo sul
volto, mentre la bambina ruotava la testa allarmata e accortasi dell’intrusione,
lasciava immediatamente i capelli del fratello, sollevandosi dal suo capo. U’espressione
innocente adesso popolava quel viso, tanto dolce in quel momento, da rendere
impossibile credere che potesse essere atteggiato in una maschera tanto
malvagia fino a pochi secondi fa’.
Al si sollevò lentamente da terra. Il naso gli bruciava,
come gli occhi, dai quali lacrime bollenti lottavano per uscire, trattenute a
stento dall’orgoglio del padroncino. Il volto fiero, Albus Severus sollevò il mento, in un
atteggiamento di superiorità e scrutò la madre.
A Ginny scappò una risata nell’osservare quel piccolo uomo
dai capelli arruffatissimi e dai profondi occhi verde brillante osservarla come
a sfidarla a ridere di lui.
-
Lily tesoro, ti ho detto mille volte di non
picchiare Albus, lui ti vuole bene, cosa ti ha fatto di male? Dai chiedigli
scusa e dagli un bacino-
Certe volte sua figlia era sorprendente: la vide sollevare le
sopracciglia e guardarla incredula, poi tirare fuori la lingua verso il
fratello che le rivolgeva un’espressione trionfante e infine allungare le
braccia verso di lei.
-
Prendimi in braccio- piagnucolò
-
No, tesoro, devi prima chiedere scusa a tuo
fratello-
-
Ma lui è cattivo, mi fa male il popò-
Assolutamente deliziosa, incredibile come si tirasse sempre
fuori da queste situazioni spinose.
Ginny non riuscì a trattenere l’impulso di abbracciarla,
mentre si abbassava e stritolava nella morsa anche un Al furibondo, che
scalciava tentando di ribellarsi.
-
Ma mamma! Non è giusto!- gridava, mentre le
lacrime che tratteneva da troppo tempo scivolavano fuori.
La madre attese, finché Lily non intrecciò le sue manine
dietro il suo collo, dopodiché accostò i due bambini l’uno vicino all’altro e
ingiunse
-
ora Lily ci farà la cortesia di scusarsi con Al,
non è vero?-
La bimbetta sbuffò sonoramente, si guardò intorno in cerca
di alternative, ma raccolse solo lo sguardo duro e al contempo incoraggiante della
madre e mugugnò:
-
cusa Al, non volevo
farti male-
Il viso di Al si aprì in un sorriso meschino, mentre si
asciugava le lacrime con la manica della maglietta.
-
Non ho sentito bene!- ridacchiò maligno.
-
Non esagerare adesso, Albus!. L’ammonì la madre,
che proseguì :
-
Cosa ne dici, Lily, di dimostrare ad Albus
quanto anche tu gli voglia bene con un bel bacino?-
Una moina teatrale da un parte e un’espressione triste dall’altra
la fecero desistere.
Lily non aveva mai nei confronti di Albus quel comportamento
di dolce reverenza che aveva con James e lei sapeva che Albus doveva soffrine
in quelle occasioni. Se si fosse trattato di James, la piccola bimbetta non
avrebbe esitato a lanciargli si al collo adorante. Decise che gli avrebbe
lasciato il loro spazio e diede un bacio sulla fronte ad entrambi i suoi
bambini, lasciando la stanza lentamente.
Una volta fuori accostò l’occhio al buco della serratura.
Albus se ne stava in un angolo, più imbronciato che mai.
Lily lo osservava con aria dubbiosa.
All’improvviso gli si avvicinò con fare indifferente e
mentre Albus sollevava lo sguardo, pronto all’ennesima azzuffata, la piccola
Potter si sollevò sui piedini e posò un bacio affettuoso sulla guancia
umidiccia del fratello, stringendolo brevemente con tenerezza tra le braccia.
Dopodiché prese a correre scompostamente verso il lettino,
sotto il quale si nascose, i piccoli piedi allo scoperto che battevano il
pavimento in segno d’imbarazzo.
Ginny scese al piano di sotto, un sorriso soddisfatto le
curvava le belle labbra: quella sera avrebbe cucinato qualcosa di buono, anzi
squisito!
FINE
SPAZIO AUTRICE
Questa non so proprio da dove l’ho cacciata! Spero vi
piaccia ;)