Super
Usagi!
di ellephedre
3 - Ti voglio.
Durante l'episodio numero 98 di Sailor Moon (numero 9 della
terza
serie, dedicato alla gara di motocross di Haruka).
«Ti voglio, Usako.»
Usagi avvampò. Indietreggiò a
passettini piccoli piccoli. «No, Mamo-chan. Non
possiamo...» Lei
era
troppo inesperta, troppo imbarazzata, non era pronta!
Lui la seguì senza una sola incertezza.
«Perché
no?»
Lei inciampò. Un letto si era materializzato
dietro le sue gambe. Si coprì la faccia con le mani.
«Mi vergogno.»
Le mani di lui, calde e grandi, la presero delicatamente per le spalle.
La adagiarono sulla schiena e Usagi si sentì come un vulcano
pronto ad implodere. Il terremoto del suo cuore l'avrebbe strapazzata
fino ad ucciderla d'amore. «Per favore,
Mamo-chan...»
Lui le accarezzò le dita. «Ti amo tanto,
Usako.»
Lei divenne gelatina fusa. «Anche io.»
«Non vuoi essere una cosa sola con me?»
Il suo sguardo profondo e innamorato la fece precipitare nell'abisso di
una meravigliosa perdizione. «S-sì...»
Chinò gli occhi. «Per favore... sii
gentile.»
«HA!» urlò una voce acuta, comparsa dal
nulla.
Usagi voltò la testa e inorridì.
«Ti ho vista, Usagi!» Chibiusa
attaccò le mani ai
fianchi. «Cosa stai facendo con Mamoru? È troppo
presto
perché
pensiate a concepirmi!»
Usagi sentì diventare rosse anche le ciglia.
«Nonono!
È-è lui! È Mamo-chan che-»
Si
bloccò e lo
guardò disperata. «Non è che non
voglio! Con te! Capisco
che mi desideri così tanto che-»
«Usagi» la ammonì duramente una voce.
Lei la scacciò con una manata. «Va' via,
Luna.»
«USAGI!»
Un peso le atterrò sullo stomaco. «Benedetta
ragazza, svegliatiiiii!»
Usagi si tirò su con un urlo.
Luna si tappò le orecchie con le zampe. «Si
può sapere che razza di sogni fai? Sei ancora troppo
giovane per pronunciare la parola 'desiderio'-»
Usagi la centrò con un cuscino. «Luna!
Cattiva!»
piagnucolò. «Stavo facendo un sogno bellissimo con
Mamo-chan
e arrivi tu che- Anzi, era già arrivata
Chibiusa.» Si
lasciò cadere all'indietro, rimbalzando sul letto.
«Non abbiamo mai pace,
Mamo-chan.»
Luna saltò di nuovo sul materasso, più
offesa che
mai. «Mamoru non è qui e se non ti muovi non
incontrerai
né lui né le altre! Sono ore che cerco di
svegliarti!»
Usagi scattò a sedere. Afferrò la sveglia sul
comodino e guardò l'ora. Cacciò un nuovo
urlo.
«Mezz'ora di ritardo» osservò acida Rei.
Per la gran corsa, Usagi non aveva ancora smesso di ansimare.
«Lo
so! Ma ora sono qui, non è questo l'importante?»
Ami consultò la scheda degli orari appesa alla fermata del
bus. «La prossima corsa passa tra cinque minuti. Forse
riusciamo
ad arrivare in tempo per l'inizio della gara di Haruka-san.»
«Massì»
ridacchiò Usagi. «Ce
la
faremo!»
«Almeno abbi la decenza di stare zitta»
sibilò Rei.
Usagi si rannicchiò nelle spalle. «Rei
è troppo
severa, non è vero, Mamo-chan?»
Lui non concordò: era al contempo rassegnato e
paziente. «Usagi, sei tu
quella che
è stata invitata da questa Tenou-san. Noi siamo venuti qui
per accompagnarti. In circostanze simili una prossima volta cerca di
arrivare in tempo.»
Usagi cominciò a vergognarsi.
Come unica forma di consolazione, Mamoru le massaggiò
una spalla. La toccò solo in quel modo, ma Usagi non se
la prese: quando c'erano le ragazze lui non si lasciava mai andare
a grandi effusioni, al massimo accettava di riceverle.
Sospirando, Usagi si ripromise di badare maggiormente alla
puntualità in futuro.
Un paio di ore dopo, con suo gran piacere, dimostrò il suo
valore badando soprattutto alle Outers. O fu Uranus a badare a lei?
Dopo la gara, aveva perso il bus che l'avrebbe riportata a
casa con le altre e Mamoru. Haruka le aveva gentilmente offerto un
passaggio sulla sua moto e mentre erano per strada si erano fermate
senza ragione apparente in un punto molto fortunato: nelle vicinanze
Uranus e Neptune stavano combattendo contro il nemico e Usagi era
riuscita ad aiutarle senza che Haruka scoprisse la sua
identità.
Il suo errore si era rivelato un'opportunità per
conoscere meglio le Outers, ma naturalmente questo Rei non lo sapeva
ancora.
«COME HAI FATTO A RIMANERE INDIETRO?!»
Il rimprovero acuto torturò le orecchie di
Usagi.
«Ci hai costrette ad
aspettare per
un'altra ora!»
«Scusatemi, ma non sapete cosa mi è
capitato.»
L'espressione di Rei perse la propria furia.
«Cosa intendi? Mi era sembrato di sentire
qualcosa.»
Minako la colpì con una pacca sulla schiena.
«Rei era
preoccupatissima! Immaginava che ti perdessi o chissà cosa.
Quando Mamoru è sceso alla successiva fermata, lei lo ha
seguito a ruota. Ovviamente noi altre non siamo potute restare
indietro.»
Cosa? «Dov'è Mamo-chan?» Non lo
vedeva da nessuna parte.
Makoto indicò un punto alle sue spalle.
«È tornato a piedi a cercarti.»
«Il tuo fidanzato mi ha sorpreso!»
esclamò Minako. «Quando ti abbiamo vista correre
dietro al bus, lui era quasi noncurante. 'Non ha più una
bambina' ha detto scocciato, 'ci raggiungerà dopo'. Ma
quando il bus si è fermato per la prima volta, suppongo che
avesse cambiato idea e si sentisse in colpa, o preoccupata,
perché ci ha detto che andava a cercarti. Dentro ha un cuore
di panna, vero?»
Usagi lo sapeva molto bene. Sussultò.
«Oh! È andato a cercarmi!»
Makoto sollevò un sopracciglio.
«È quello che abbiamo detto.»
«Ma io stavo combattendo contro una Demone prima! E
lui sente sempre quando sono in pericolo!»
«Una demone!?» Rei la afferrò
per
le spalle. «Cos'è successo, com'è
andata?»
«Ho salvato Neptune e ho combattuto insieme ad
Uranus.» Ma non c'era tempo di
inorgoglirsi. «Adesso vado a cercare Mamoru, state
qui!»
«Non c'è bisogno di correre».
Riparandosi gli occhi, Minako puntò il sole al tramonto.
«Eccolo là.»
Usagi si voltò di scatto e lanciò un urlo di
gioia. Corse verso di lui, mentre tutte insieme le sue amiche roteavano
gli occhi al cielo.
Mamoru accelerò il passo e Usagi lo raggiunse con
un balzo in
avanti. Lo strinse con tutta la forza che aveva. «Eri andato
a
cercarmi!»
«Stai bene? Ti sei trasformata.» Lui la
controllò da capo a piedi alla ricerca di ferite, rendendola
così felice.
«Non preoccuparti. Ho perso il bus, ma non il
combattimento.»
Lui si rabbuiò impercettibilmente. Si sentiva davvero in
colpa.
«È stata colpa mia se sono rimasta
indietro, sai? Mi sono fermata davanti a un negozio. La prossima volta
starò più attenta, così non sentirai
che ti devi prendere cura di me a ogni passo. Non sono più
una bambina.»
Lui le massaggiò le braccia. «Non penso
male di
te, Usa,
è solo che a volte...» Sospirò.
«Niente.
Tu fai bene quello
che non riesce a nessun altro di noi.»
Oh, ma non era la sola. «Anche tu. Sai
che sei
l'unico ragazzo che riesce a far fare al mio cuore tu-tum?»
In verità ci riuscivano
anche Haruka e Uranus in scala minore, ma erano ragazze e nelle loro
vicinanze il suo cuore tremava in maniera diversa. Era come se lei
avesse una piccola cotta per entrambe, molto innocente. Percepire il
loro calore corporeo ed essere oggetto dei loro flirt le faceva venire
voglia di lanciare gridolini e arrossire, ma si sentiva a disagio al
pensiero che quelle sue reazioni portassero ad altro. Era
così diverso da quello che provava per Mamo-chan, sia nella
realtà che nei sogni.
Lui stava sorridendo. Prendendola per mano, iniziò
a riportarla dalle altre.
Prima che non fossero più da soli, Usagi voleva
chiedergli una cosa. «Mamo-chan?»
«Hm?»
«È vero che...»
Riuscì con successo a non far diventare la faccia color
rosso pomodoro. «È vero che tu... mi
vuoi?» Che mi
desideri?
La presa di Mamoru diventò un pochino
più salda - dolce e risoluta. «Sì,
certo.»
Usagi fu immensamente felice. Naturalmente lui non aveva
intuito qual era la vera domanda, ma la sapeva lei per tutti e due.
Era così sciocca, e non esattamente pronta per le
esperienze favolose che stavano diventando vere nei suoi sogni, ma...
andava bene così.
Per ora, un sì di lui era tutto quello che voleva.
FINE
NdA - Certo
che quando questa Usagi mi parla, lo fa in
maniera veloce e indolore :D
E io che avevo pensato di scrivere solo una piccola storiellina
iniziale. Beh, intanto che mi frullano idee in testa sulla parte finale
del prossimo capitolo di 'Verso l'alba' (quello che succede all'inizio
è già deciso), è probabile che mi
vengano altre idee divertenti.
Alla prossima!
Elle
P.S. Capitolo revisionato nell'ottobre 2020, dopo la
traduzione in inglese