The last Lunch

di _hayato
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Part 1. Waiting for the Lunch

 

Inquietudine. E’ tutto quello che riuscivo a provare,insieme a un’opprimente sensazione che mi faceva sentire che la fine stava arrivando davvero,la sentivo arrivare con i suoi passi lenti ed eleganti,tipici di lui. Riuscivo a percepire la sua fame,stava già pregustando la mia anima,il pasto che aveva tanto atteso.  Sentivo la frustrazione mista anche a un poco di ansia  invadermi,le lasciai cadere nel fiume,insieme al mio corpo ormai in fin di vita.  Eccolo arrivare,era impaziente, lo sentivo chiaramente,ma manteneva quel contegno che faceva di lui ancora un perfetto maggiordomo. Sapevo che lo sarebbe stato fino alla fine e la fine era arrivata. Mi chiedevo cosa avrebbe provato quando mi avrebbe divorato l’anima,felicità, o magari soddisfazione. Per me era difficile immaginarlo, non sapevo cosa si provava ad essere come lui. Ma soprattutto mi chiedevo cosa avrei provato io. Continuavo a chiedermelo anche mentre mi tirava fuori dall’acqua per portarmi chissà dove a chiudere la mia vita e spezzare finalmente quel fastidioso collare che lo aveva legato per più di due anni a un bambino pieno d’orgoglio e presunzione.  La barca scivolava dolcemente sull’acqua mentre ormai l’oppressione lentamente svaniva,lasciando soltanto un lieve canto in lontananza. Flebili voci che cantavano una di storia,come quelle per bambini,un tempo anche mia madre le raccontava. Ma quella non era una normale storia,non raccontava di valorosi principi su cavalli bianchi, parlava di un bambino orgoglioso che aveva venduto l’anima al Diavolo per vendetta,anzi,per ripicca. E’ inutile dirlo che raccontava di me,è sottinteso. Vedevo scorrere davanti ai miei occhi la mia vita.

“Bha,chissà se ne è valsa davvero la pena di stringere un patto,magari non avrei avuto né l’onore né la vendetta ma,chissà,sarei stato felice…”

Pensai.

Ormai era troppo tardi per pensarci, non potevo far altro che continuare a godermi lo “spettacolo” inerte, aspettando il momento in cui l barca si sarebbe fermata, insieme a tutte le mie speranze di vivere una vita normale.





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