Non imparerò mai

di bianfre
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-Sei un buono a nulla-.
Disse proprio così, mentre stringeva ancora la canna fumante sulla destra e con l’altro braccio mi bloccava a terra, furioso.
Un pallottola mi aveva per poco trapassato il cranio e io me ne stavo steso lì, sorridente, con la testa immersa nella fanghiglia.
Germania aveva una faccia così buffa.
-Finiscila una buona volta di fare l’idiota-.
Mi fissò collerico ed esasperato, mollando la presa.
Io mi misi seduto, massaggiandomi distrattamente il capo.
-Veeeh..- dissi solo, spettinandomi la chioma bruna imbrattata dal pantano e dall’erba. -Quando si mangia?- chiesi innocentemente,
ricevendo in cambio un pugno dritto nello stomaco, segno che la pazienza del tedesco era giunta al limite.
-Ti ho detto di piantarla!- soggiunse secco.
E ancora lo vidi voltarsi verso il fronte, osservando i movimenti del nemico oltre i grossi sacchi di sabbia. Non badando più a me.
Sudava freddo. Me ne accorsi.
Ma decisi di non dire nulla, mentre ancora mi massaggiavo lo stomaco dolorante.
Era troppo violento, a volte.
Silente, mi misi al suo fianco, scrutando sereno nella stessa direzione.
Era l’unica cosa che mi riusciva meglio, non perdere l’ottimismo.
 
 





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