8 settembre 1943 – L’Italia firma la resa con gli Alleati
-Ahahahah!
Visto maledetto mangia patate?! Te l’ho fatta, io e mio fratello ci
ritiriamo ufficialmente da questo insulso scontro. Non dovremo più
sottostare alle tue regole. E come prima cosa mi impegnerò a far si che
gli altri riescano a fermarti.-disse Romano a Ludwig che si trovava ancora nel suo paese con una faccia tutt’altro che allegra. -Mi sembra che tuo fratello non abbia avuto scelta. Dov’è in questo momento?-domandò
il biondo preoccupato per l’ormai l’ex compagno di alleanza. L’Italia
era stata sconfitta molte volte, ma, ogni volta, si era rialzata per
combattere di nuovo. Aveva una tenacia che avrebbe potuto fare invidia a
molti stati del mondo, e forse la tenacia era una delle sue migliori
qualità. Per quanto riguardava Feliciano poi, ogni volta si era
schierato dalla sua parte, per quanto lui non avesse bisogno di un tipo
simile. Ma lui continuava a stargli accanto e a combinare casini. Era
ormai un’abitudine per il tedesco trovarsi l’italiano sempre tra i
piedi. Era stata la prima persona che aveva deciso di allearsi con lui,
la prima persona che l’aveva considerato come un vero amico, e per
questo motivo lui gli aveva promesso che l’avrebbe aiutato nei momenti
di difficoltà. E in quel momento, non l’avrebbe abbandonato nelle mani
delle forze alleate. -È a Gran Sasso, momentaneamente rinchiuso e
sorvegliato. Non ti è permesso andarci. Anzi, sei ufficialmente invitato
a lasciare il nostro territorio. Se non lo farai in tempi brevi saremmo
costretti a cacciarti con la forza. Il nostro patto è ufficialmente
annullato. Non ti dobbiamo niente.- Il giovane, che non aveva
prestato molta attenzione alle parole dell’altro dopo la rivelazione del
luogo dov’era rinchiuso Feliciano, si diresse immediatamente a Gran
Sasso. Non trovò molta resistenza durante il tragitto, i soldati
italiani si erano dispersi non appena avevano sentito dell’armistizio e
lui e le sue truppe iniziarono ad occupare man mano i luoghi in cui
mettevano piede. Roma fu occupata e Lovino, per paura della reazione che
aveva preso quell’armistizio scappò al sud cercando rifugio presso gli
Alleati che mantenevano stabili il potere delle zone meridionali
dell’Italia.
Il 12 settembre finalmente trovò il luogo di
prigionia di Feliciano e non ci pensò due volte a fare irruzione nella
grande villa per liberare il suo compagno. Bussò alla porta in cui
l’altro era rinchiuso per poi aprirla con uno scatto secco. -Feliciano!-esclamò con una voce terribilmente minacciosa. -Lu… Germania…! Che cosa ci fai qui? Se mio fratello ti trovasse, si arrabbierebbe di sicuro!-esclamò il giovane accostando le tende per non far vedere da fuori l’intrusione. Ludwig
scosse la testa. Possibile che quel tipo non aveva ricevuto alcuna
notizia di ciò che stava accadendo sul suolo del suo paese? Non
l’avevano informato di nulla? Oppure era lui che forse non aveva ancora
capito la situazione? Di certo affacciandosi in strada poteva vedere i
suoi soldati che erano appostati sotto l’abitazione in cui si trovava. -Si può sapere perché rimani in questo posto? Non ti hanno informato di nulla?- -Il mio fratellone mi ha detto che sono in punizione e non posso andare via da questo posto!-sbuffò il giovane sedendosi sul letto mettendo un broncio sul viso. La reazione di Ludwig fu alquanto scioccata. “In
punizione…? Quel fratello bugiardo… Mi aveva anche detto che la resa
era voluta anche da Feliciano. Invece come immaginavo si è imposto sul
fratellino eh? Che tipo…” -Feliciano… Non capisci? Non sei in
punizione, sei prigioniero nel tuo stesso paese… Relegato dal tuo stesso
fratello… Feliciano...-il giovane tese la mano verso l’altro che aveva ancora quell’espressione da sempliciotto ingannato sul volto:-... Vieni con me.-concluse cercando di abbozzare un sorriso, ma, non riuscendoci e assumendo un volto alquanto minaccioso. -Eh?! Venire con te? Scappare via senza dirlo a nessuno? Senza dire niente al fratellone?!-domandò
Feliciano confuso dalle parole di Ludwig. Si alzò portando una mano
sotto il mento e assumendo un’espressione pensierosa. Cercava di pensare
a quello che sarebbe successo se avesse accettato l’invito di Ludwig e
si fosse deciso ad andare con lui. Suo fratello si sarebbe arrabbiato
tantissimo. Però… -Vieni con me. Ho già occupato moltissimi luoghi
di questa nazione. Potresti separarti da tuo fratello e divenire una
Repubblica. Uno stato a te stante. Non dovrai più tenere conto a tuo
fratello e…-il giovane si grattò una guancia con fare nervoso arrossendo leggermente:-… E potremmo restare insieme.-
dire una cosa del genere non era proprio da lui, però non voleva
perdere il suo primo amico. E di certo anche Kiku sarebbe stato
d’accordo con quello che stava facendo. -Però… Il fratellone…-sebbene
Feliciano volesse andare con l’altro il fratello era comunque un
problema. Non poteva lasciarlo solo. Però, non voleva lasciare da solo
Ludwig. Che doveva fare? Guardò l’altro che aveva assunto quella volta
un’espressione decisamente gentile. -Avevi promesso che saremmo
stati insieme ricordi? Io invece ti avevo promesso che nelle difficoltà
sarei venuto e ti avrei tirato fuori dai guai. Io, intendo mantenere la
mia promessa.-disse tendendogli nuovamente la mano e facendogli uno dei suoi rari e stupendi sorrisi. Gli
occhi dell’altro divennero improvvisamente lucidi. Feliciano era un
piagnone e si sapeva, ma quella volta non si lamentò come al solito. Non
fece quell’espressione da bambino viziato che delle volte assumeva per
il puro gusto di farlo. Quella volta la sua espressione era felice
nonostante le leggere gocce che gli scendevano sulle guance. La mano dell’altro si strinse attorno a quella di Ludwig e un grande sorriso si mostrò sul suo volto:-Anche io intendo mantenere la mia promessa. Se è per restare con Ludwig, farei qualsiasi cosa!-esclamò contento fissando l’altro veramente felice per il fatto che il tedesco fosse venuto apposta per lui.
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Ahem, all right, anche io mi sono cimentata con una Fan fiction riguardante hetalia. Lo volevo fare da tempo e anzi, questa cosa è stata scritta più di un anno fa su di un quaderno ritrovato recentemente e sviluppata in maniera più decente possibile. So di non essere molto brava, però volevo fare una storia di questo genere. Amo hetalia e adoro questi due, per cui posso dire di ritenermi soddisfatta di aver scritto su di loro. Spero che almeno un poco possa piacere, almeno spero che non sia totalmente orribile e troppo da hetaliaminchia.
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