superusagi4
Note: i kanji sono gli ideogrammi giapponesi con cui
nell'idioma si identificano concetti o parole complesse. Per saperli
leggere bisogna impararli a memoria (quelli di uso comune sono circa
2000, tutti diversi l'uno dall'altro). E' normale per un adulto saperli
utilizzare nello scrivere, invece che proporre la parola con i
corrispondenti caratteri fonetici.
Super
Usagi!
Autore: ellephedre
Disclaimer: i
personaggi di
Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
4 - Usagi +
Mamoru = Chibiusa?
Durante l'episodio numero 104 di Sailor Moon (numero 15 della terza
serie, dedicato alla ricerca di amicizie da parte di Chibiusa, tra cui
quella col giovane maestro del tè).
Usako!
con tono di rimprovero.
Fate pace!
Mamoru l'aveva detto sorridendo e lei era stata d'accordo, ovviamente,
ma poi la cosa era andata avanti.
Quando lei aveva inavvertitamente rovesciato la sua coppa di gelato,
Chibiusa era scoppiata a ridere e Mamoru non aveva detto nulla per
fermarla.
Quando Chibiusa era voluta saltargli in braccio - non era
già troppo grande per quelle cose? - Mamoru aveva lasciato
la mano a lei pur di poter stringere per bene la loro piccola demone
dai capelli rosa.
Quando, dopo averla riportata a casa per proseguire nel loro
appuntamento, Chibiusa l'aveva salutata con una linguaccia nascosta,
Mamoru aveva rimproverato con lo sguardo solo lei per averla
ricambiata, anche se aveva visto benissimo che era stata Chibiusa a
cominciare.
Usagi aveva detestato sentirsi inferiore a Chibiusa nella
considerazione di Mamoru.
E non voleva mai più provare nulla del genere.
«Davanti a lei mi tratti come una bambina.»
Invece di risponderle, Mamoru continuò a guardare davanti a
sé. Non era arrabbiato né seccato - non ne aveva
l'espressione - ma l'aria di rassegnazione non fece che confermare ad
Usagi quel che aveva appena detto.
Pensò di non seguirlo nel suo avanzare, poi non seppe
resistere. «Mamo-chan... Non mi piace.»
Lui sospirò. «Neppure a me.»
Mamoru aveva un modo sottile e molto intelligente di farla sentire
colpevole dei propri atteggiamenti sbagliati: gli bastava una parola o
uno sbuffo dispiaciuto per farle comprendere che lui per primo avrebbe
volentieri fatto a meno di rimproverarla, se solo avesse potuto.
Usagi sapeva di meritarsi la lieve delusione di lui quando si
comportava in modo estremamente sciocco, ma dovevano porre un limite
insieme. «Chibiusa mi rispetta già
poco.» Non aiutava che lui non la difendesse o che, di fatto,
prendesse le parti della loro futura figlia.
Mamoru si voltò e fu impossibile per Usagi non percepire la
serietà che stava per infondere nelle sue parole.
«Chibiusa è una bambina con la risposta sempre
pronta, Usako. Non puoi aspettarti che ti rispetti quando ti comporti
come se avessi la sua età.»
Lei lo sapeva benissimo! «Però non rimproverarmi
davanti a lei!»
«Allora non attaccarla di fronte a me!»
Usagi si tese.
Mamoru rilassò la fronte aggrottata. «E' una
bambina, Usako. So che è una...» Sembrò
faticare con la definizione. «Peste. Ma è piccola
e sei tu che dovresti evitare di farti provocare.» Si
avvicinò di un passo, intuendo quanto l'aveva colpita con il
tono della sua prima risposta. «So che ci stai provando.
Cerco di intervenire solo quando perdi il controllo.»
Lei abbassò lo sguardo. «So di essere una bambina
anche io.»
«Non è vero. Il problema è che sembri
crederci proprio tu.»
Usagi deglutì. «Ti sbagli, non lo faccio apposta.
Io voglio bene a Chibiusa, ma lei a volte mi irrita tanto
che...» Fermò il formicolio alle mani.
«Oggi mi ha irritato il modo in cui sembravi di nuovo
preferirla a me.»
Lui si era già comportato così in passato, ma a
quel tempo loro avevano rotto e lei aveva creduto che, se fossero stati
insieme, si sarebbe comportato diversamente.
«Non puoi parlare di preferenze. Io voglio bene a tutte e
due.»
Usagi ne era consapevole. Ma era gelosa dell'indulgenza che a lei non
veniva riservata.
Mamoru le accarezzò un braccio. «Sai
perché voglio tanto bene a Chibiusa?»
Usagi lo sbirciò da sotto la propria frangia.
«Perché ti somiglia, Usako.» Mamoru si
sedette sulla panchina accanto a loro. Annuì. «Le
voglio bene anche perché sarà la mia bambina,
però... è vero che mi accorgo di come mi somiglia
in alcune piccole cose che mi aiutano a capirla meglio,
ma...» Scosse la testa e sembrò diventare
d'improvviso capace di spiegarsi. «Ha il tuo viso. Anche
alcuni tuoi atteggiamenti e ogni volta che mi metto ad osservarla mi
sembra così... strano. Al mondo c'è in giro una
persona che è come una piccola te che fa parte anche di
me.»
Usagi rimase a guardarlo.
Mamoru si appoggiò meglio contro lo schienale.
«Ammetto di averle voluto bene anche prima di sapere chi era
per noi, ma adesso è una cosa... speciale.» Le
cercò lo sguardo col proprio. «Vorrei che non
fossi gelosa di questo.»
Usagi si sentì travolgere dalla tenerezza. «Forse
mi sarei sentita come te se lei fosse stata un maschio.» Ma
allo stato dei fatti... Si sedette accanto a lui e gli prese le mani.
«Io amo Chibiusa. Forse mi irrita soprattutto che abbia tutti
i difetti che ho io. E' come uno specchio da cui non si
scappa.» Che lei non era stata ancora pronta ad affrontare.
Era ben cosciente di avere ancora molta strada da fare per crescere e
ogni volta che stava con Chibiusa si sentiva diventare sempre
più infantile invece che più matura.
Mamoru sembrava preoccupato. «Non c'è motivo per
cui tu debba voler scappare da te stessa. Non mi riferisco al discorso
di Chibiusa, voglio dire che-»
Usagi annuì. «Io mi piaccio. Mi piace anche
Chibiusa, stavo solo cercando di spiegarti perché a volte
sono immatura con lei.»
Mamoru rifletté sulle sue parole. Lanciò una
lunga occhiata al parco e poi tornò a concentrari su di lei.
«Cercherò di... non dirti davanti a lei che stai
sbagliando. Se tu...»
«Sì, proverò a controllarmi.»
Chissà se ci sarebbe riuscita. Avrebbe tentato, almeno.
Mamoru inclinò la testa e la guardò con un
pensiero in testa. «Sono favorevole a vederti rimproverarla
come un adulto, sai?»
Come?
Mamoru abbassò lo sguardo e le sembrò quasi
imbarazzato. «Io riesco a rimproverarla seriamente solo
quando mi esaspera, ma so che alcuni suoi atteggiamenti sono sbagliati.
Per cui, se riesci a pensarci quando non riesco io...»
Usagi iniziò a sorridere. «Per
fortuna non siamo ancora i suoi veri genitori.»
Persino Mamo-chan, con tutta la sua intelligenza e maturità,
non era ancora adatto ad assumere quel ruolo.
«A proposito, Chibiusa ha parlato di una lettera inviata da
sua madre. Che cosa diceva?»
«Hmm... niente, era stringata.» Nonché
priva di kanji, ma Usagi evitò di menzionarlo. La sua futura
se stessa era una fantastica regina, che bisogno aveva una sovrana di
ricordarsi i kanji? «Diceva che con noi Chibiusa poteva
allenarsi e ci pregava di prenderci cura di lei.»
Mamoru annuì, pensieroso.
Per togliergli ogni preoccupazione Usagi pensò di sfiorargli
un lato della bocca con un bacio.
Quando la piccola e dolce peste non c'era, lei e Mamoru si potevano
concedere questo e tanto altro.
«Grazie... Sailor Moon.»
Chibiusa se lo era lasciata sfuggire piano piano, a bassa voce, ma ci
aveva pensato completamente da sola.
Usagi non provò una soddisfazione vittoriosa per aver
ottenuto un riconoscimento per il proprio intervento.
Le venne in mente che la riluttanza a riconoscere i meriti altrui non
era sua. Quello era Mamoru, si ricordò. Mamo-chan che, pur
con tutta la sua modestia, nel profondo era discretamente orgoglioso.
Si sentì sorridere e alzò la testa per guardare
la figura che si era sporta dietro la palizzata di bambù.
«E' stata brava, vero? Sia a combattere che a
ringraziare.»
Con un salto, Tuxedo Kamen atterrò accanto a loro.
«Non sono arrivato in tempo per assistere al suo
combattimento, ma sono certo che sia stata molto coraggiosa.»
Sailor Chibi Moon si illuminò.
Dietro la maschera, Mamoru sollevò un sopracciglio.
«Sei stata brava anche a ringraziare Sailor Moon.»
«Hmm... sì.» Chibi Moon cercò
di guardare altrove, poi non ebbe bisogno di fingere.
«Tamasaburo-san!» Corse via, a cercare il ragazzino
vittima della demone.
Usagi le fu immediatamente dietro.
«Mamo-chan?» gli disse, una volta che furono andati
nell'appartamento di lui. Tamasaburo-san era sano e salvo e non c'era
più alcun pericolo per nessuno.
«Hm?» le rispose Mamoru.
«Oggi ti ho riconosciuto in Chibiusa.» Usagi
sorrise dolcemente. «Ora so cosa intendevi dire.»
Il suo Mamo-chan si riempì di una rara tenerezza.
Usagi la trovò così carina che si sporse per
dargli un indispensabile bacio. Quando Mamoru fece lo stesso, il cuore
le batté un po' più forte.
«Ahhh!»
Si bloccarono entrambi.
Col viso rosso, Chibiusa aveva assunto nell'insieme la
tonalità di un gelato alla fragola. «Siete...
siete degli svergognati! In giro per casa c'è una bambina
innocente!»
In giro per casa c'era una noiosissima peste che non sapeva rispettare
la privacy altrui. Usagi tirò fuori la lingua.
«Nessuno ti ha chiesto di rimanere!»
Chibiusa si indignò. «E' stato
Mamo-chan!» Corse a saltargli in braccio. «Vero che
vuoi che rimanga, Mamo-chan?»
Usagi evitò per un soffio di scoppiare. Mamo-chan era il suo nome, solo lei
aveva diritto di usarlo! Sii
matura, si ripeté in testa. Matura, matura, matura!
Lo sguardo nervoso di Mamoru passò da Chibiusa a lei.
«Certo che voglio che tu rimanga» finì
col dire.
Usagi lanciò uno sbuffo enorme in direzione del soffitto.
Tenendo lontano Chibiusa, Mamo-chan si chinò per sussurrarle
poche parole all'orecchio.
Più tardi
saranno due.
Chibiusa si divincolò. «Ehi, che cosa le hai
detto?»
Usagi cominciò a sorridere apertamente. «Niente,
peste che non sei altro!» Le prese la faccia tra le mani e le
piantò un bacio sulla fronte.
Chibiusa si tirò indietro con uno scatto e le guance
imporporate, lasciandole il tempo di pensare a cose belle.
A due baci futuri e a tante altre cose da fidanzati.
FINE
NdA
- Questa puntata verrà trasmessa in tv il 24 gennaio :) Me
la sono rivista prima, in lingua originale, tramite altri mezzi e
così mi è venuta l'idea di questa fanfic.
E' possibile che io torni indietro con gli episodi - in quel caso
sistemerò
l'ordine dei capitoli più in là. Mi piacerebbe
dire qualcosa di più sul compleanno di Usagi e
vedrò se mi viene in mente.
Per chi attende con impazienza il seguito di 'Verso l'alba', in questi
giorni e per i prossimi ho solo scampoli di tempo da dedicare alla
scrittura. Per 'Verso l'alba' mi servono interi pomeriggi di
libertà di solito. Cercherò di portarla avanti
anche in questo periodo impegnato. Come saprete, anche quando si fa
attendere, un nuovo capitolo di questo complicato sequel di Sailor Moon
che ho inventato arriva sempre :)
Alla prossima!
ellephedre
P.S. - nel gruppo Facebook pubblicizzato qui sotto trovate brevi pezzi
che mi diverto a trarre dalle fanfiction che ho scritto, corredandoli
con immagini.
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