The Day
After Today – L’alba che non verrà
Phoebe, in pigiama, si
stava preparando la colazione nella cucina della villa in stile
vittoriano. Quel giorno, una flebile luce entrava dalla finestra, era
una giornata tiepida e il sole, timido, era spuntato da poco
più di qualche ora. L’orologio appeso al muro
indicava che erano le 8:30 di uno splendido giovedì. La
ragazza stava in quel momento estraendo dal tostapane un toast
bruciacchiato, che sarebbe dovuto essere la sua colazione.
-Che nervi!
– sbuffò, gettandolo nella pattumiera e
accingendosi a prepararne uno nuovo. Mentre esso si tostava,
allungò la mano verso la dispensa, per prendere una delle
barrette ai cereali che tanto le piacevano, ma non appena
aprì la scatola, s’accorse che era vuota.
-Ma che …
Pipeeeer! – sbottò – Ha finito di nuovo
le mie barrette! Piper!-
Ma Piper non la
sentì subito, infatti si era da poco svegliata e, totalmente
rapita, stava facendo gli occhi dolci a Leo, suo marito,
anch’egli appena svegliatosi.
-Dormito bene, amore?
– chiese lei.
-Sì, e tu?-
-Benissimo, con te
vicina sono sempre tranquillo-
-Come sei dolce
… - proferì mielosa, e si lasciò
andare in un bacio appassionato con l’Angelo Bianco,
finché le urla insistenti della sorella minore non
costrinsero i due a separarsi ed affrettarsi a scendere.
Gli sposi scesero
dalle scale, scalzi e vestiti da notte, accoccolati l’uno
all’altra e giunsero in cucina dove una spazientita Phoebe li
attendeva.
-Sentite –
esordì – è possibile che …-
Ma i due sembravano
essere troppo presi a farsi sguardi dolci per sentire la sorella, che
stava seriamente perdendo la pazienza.
-Ehi, voi due
… Ehi, dico a vooooooi!!! – sbottò
scocciata Phoebe, buttando malamente sul tavolo il toast che stava
imburrando.
Gli amanti finalmente
si girarono, e prestarono attenzione alla ragazza.
-Grazie a Dio
… Allora, chi è stato a mangiare le mie barrette
di cereali?-
-Ehm … -
esordì Leo, titubante – S-scusami Phoebe, credo
che sia colpa mia. Sai, adoro quelle barrette …-
La strega
sbuffò, e alzò le mani in segno di rabbia.
-Sì, ma me
le hai già finita altre tre volte!-
-Eddai, Phoebe
– s’intromise Piper – Come sei noiosa
…-
-Lo saresti anche tu,
se ti rubassero il cibo dal piatto: è una cosa
così … insopportabile!-
Piper e suo marito
sorrisero mestamente. In quel momento, Prue entrò in cucina,
già vestita e pronta per uscire, la macchina fotografica in
mano e la custodia della stessa sotto braccio.
-Cosa è
insopportabile? – chiese, mentre si versava del
caffé dalla brocca.
-Nulla, una piccola
discussione sui cereali-
-Cereali? –
sorrise Prue.
-Comunque, -
proseguì la sorella di mezzo – come mai sei
già vestita a quest’ora?-
-Beh, sai, devo
… devo fare un servizio fotografico sulla città,
e la luce migliore per il San Francisco Memorial è a
quest’ora, quindi … Io scappo! –
concluse addentando il toast preparato da Phoebe, l’unico
già pronto.
-Ehi! Ma
cos’è questo brutto vizio che avete tutti?-
Una risata generale,
poi i tre si sedettero a tavola.
-Qualcosa di
particolare sorellina? Abbiamo toast, toast e toast, anzi mi sa che
abbiamo anche dei … toast! – punzecchiò
Phoebe – Ma avremmo dell’altro se qualcuno non
fosse così ingordo!-
-Mmmm …-
sbuffò Piper.
Il rumore di un
campanello risuonò nell’aria, segnale che gli
Anziani avevano un compito per l’Angelo Bianco.
-No, anche la mattina
presto … Che nervi! – esclamò la moglie
dell’uomo.
-Mi spiace, ma devo
andare – disse lui e, datole un bacio, orbitò
lontano.
-Phoebe, dammi molto,
moltissimo caffè, stamattina devo essere al P3, per
discutere l’ingaggio di un gruppo …-
-Ok, sorellina-
Ed obbedì,
riempiendole la tazza quasi fino all’orlo. Consumato il
frugale pasto, le due sorelle si salutarono, Piper andò al
locale, mentre Phoebe, accertatasi della partenza della sorella,
sgattaiolò in soffitta e, preso il Libro delle Ombre,
tornò in cucina, prodigandosi per cercare una formula che
potesse uccidere il demone Belthazor, lasciandone però
intatta la metà umana. Tentò più e
più soluzioni, ma alla fine solo una parve avere qualche
effetto: si trattava di una particolare mistura, creata combinando
varie parti di pozioni, in grado di distruggere al contatto tutto
ciò che di demoniaco era presente, lasciando intatto tutto
il resto.
-Mph –
sbuffò infine, stanca – Speriamo almeno serva
… E ora devo poterlo raggiungere, quindi …
pozione per andare e per tornare dagli Inferi-
Prima però
che le boccette grigiastre potessero essere pronte, passarono altre
diverse ore.
Nel frattempo, Prue
aveva raggiunto il San Francisco Memorial, aveva montato il cavalletto
e l’attrezzatura e iniziato a fare fotografie al grande
ospedale, passando da zoom su parti piccole, a panoramiche globali. La
luce era veramente perfetta: da quella posizione, infatti la scritta
“San Francisco Memorial” risaltava in un bellissimo
chiaro-scuro. Terminato il lavoro, la donna smontò tutto, e
tornò al parcheggio.
Mentre stava
rimettendo l’attrezzatura nel bagagliaio, tuttavia, accadde
qualcosa di imprevisto per quella mattinata, ma comunque di routine per
una strega come Prue. Infatti un uomo di mezza età,
abbastanza basso, di media corporatura, i capelli grigi radi con una
mezzaluna glabra al centro del capo, il volto segnato da poche rughe e
un’adolescente con uno zainetto sulle spalle, stavano
camminando con calma e discutendo fitto fitto quando, in un bagliore di
scintille nere e blu, apparve un uomo basso e tarchiato, dal volto da
roditore, vestito con scuri abiti eleganti. Ma, prima che i due
potessero anche solo lontanamente stupirsi di
quell’apparizione, alle loro spalle si
materializzò un piccolo tornado che, prima allungandosi e
poi stringendosi, formò due esagoni, uno da
un’estremità e uno dall’altra,
all’interno dei quali il vento prese lentamente le sembianze
di un uomo. O meglio, di un demone. Infatti egli aveva la pelle
bluastra, gli occhi gialli come un gatto e i capelli rosso bordeaux,
che contornavano un volto nobile e sottile, eppure dal cipiglio folle.
Indossava una lunga veste verde simile al paramento di un sacerdote, ma
più elaborata, e intarsiata d’oro e fili neri, con
disegni geometrici dalle linee spigolose, che gli copriva fino ai
piedi. Inoltre, come un’appendice dell’abito, vi
era una specie di cappuccio immobile a metà del suo
movimento, che terminava con una punta arricciata, complementare al
cappello a punta ricurvo che portava sul capo.
-Salve, Arold e Imelda
Griffiths – proferì quest’ultimo con una
voce sottile, seguito dal ghigno dell’Angelo Nero –
Noi siamo qui … per voi …-
-Ch-chi diavolo siete
e … e come siete apparsi dal nulla? –
domandò spaventato quello che si chiamava Arold.
-E cosa volete da noi?
– proferì terrorizzata Imelda.
-Solo … la
vostra vita, non preoccupatevi, non sarà doloroso
… - ghignò il demone bluastro, che
comandò al collega, con un gesto di mano, di uccidere i due.
Egli allora evoco una
balestra nelle stesse scintille in cui era comparso, ma non fece in
tempo a usarla, che questa gli volò via dalle mani.
-Ma che …?
– iniziò, ma fu interrotto da un calcio sferrato
da Prue che, vista da lontano l’apparizione dei due, aveva
deciso di intervenire. Il colpo, seguito alla caduta
dell’arma del nemico sulla sua stessa testa, lo fece svenire.
-Riparatevi da qualche
parte – suggerì agli Innocenti, che fuggirono
rapidi.
-Una strega molto
potente, se sei riuscita a stendere Jekill in questo modo …
Ma te la caverai allo stesso modo con un demone del mio rango?-
Proferita la minaccia,
nello stesso modo in cui era comparso, evocò una grossa
mazza dalla punta tonda lavorata e la puntò contro la strega.
-Ora vedremo!-
I due iniziarono a
lottare, Prue schivava i colpi di mazza e contrattaccava
coraggiosamente con pugni e calci, nonostante la superiorità
fisica del demone, che era armato. Allora, ebbe la brillante idea di
usare il lancio di un cestino dell’immondizia per distrarlo,
mentre con un altro colpo di telecinesi, richiamò la
balestra e sparò una freccia al nemico, che però
riuscì a schivarla.
-Sei tenace, strega
… Ci rivedremo, stanne pur certa – detto questo,
afferrò il braccio del collega e in un turbinio di vento,
sparì.
La donna, guardatasi
attorno, e per vedere che nessuno l’avesse vista usare le
magia, e per ritrovare i due Innocenti, raggiunse questi ultimi e, col
fiatone, si assicurò delle loro condizioni di salute.
-State bene?
– chiese loro, ansimando.
-S-sì
… – rispose l’uomo, tenendosi
abbracciato all’altra – Ma chi … cosa
diavolo erano quei mostri?-
-E-ecco … -
balbettò Prue – E’-è un
po’ … complicato, ve lo spiegherò dopo,
ma ora è meglio che veniate con me, qui non siete al sicuro!-
-Al sicuro da chi
…? e chi ci dice che ci possiamo fidare di lei?-
-Ve lo dice il fatto
che vi ho appena salvato il culo, scacciando quel demone. Non
vi basta? Ma se preferite, potete stare qui e aspettare che ritorni, vi
va?-
L’uomo era
titubante, ma a un cenno della ragazzina, entrambi seguirono Prue in
auto, scossi, ma almeno vivi.
Nel frattempo, negli
Inferi …
Il demone dalla pelle
blu, il cui nome era Shax, giaceva inginocchiato al cospetto della
sorgente, una figura maligna, alta e incappucciata. Il tutto era
sommerso in una diabolica luce scarlatta.
-Il tuo fallimento
– rimbombò la voce
dell’entità – Mi ha veramente deluso, da
te non me lo sarei mai e poi mai aspettato, sai?-
Uno sbuffo, il demone
col potere di controllare i venti chinò ancora
più la testa.
-Tuttavia,
è mia ragione sospettare che presto rimedierai a
quell’errore, e considerati anche i tuoi passati successi,
per stavolta surclasserò, ma bada bene che è la
prima e unica volta che ti concederò questo sconto-
-Voi mi lusingate, mio
signore. Grazie-
Congedato, Shax
percorse le caverne buie degli Inferi con passo svelto, giungendo
infine nei suoi territori dove, assistito da una cameriera, diede
ordini che gli fosse portato il pranzo più tardi,
perché in quel momento necessitava di calma e concentrazione.
Ora egli, nel suo
sfarzoso abito verde, sedeva sul suo trono fatto d’ossa e
argento, intento a contemplare l’anello che suo padre, e suo
nonno prima di lui avevano tenuto al dito. Un anello d’oro,
esile e poco appariscente, i cui fili chiari s’intrecciavano
in altri scuri, di un materiale inumano, che rappresentava il suo
casato di Demone Elementale Superiore, che gli valeva il titolo di
Dominatore della Rosa dei Venti. Esso era un vanto per ogni demone
minore, riuscire a entrare nella schiera dei più fidati
della Sorgente, era il sogno di chiunque. O meglio, quasi chiunque. In
effetti, un candidato a prendere il posto di Elementale del fuoco, un
certo Demone Mercureo molto dotato, vi aveva rinunciato,
perché desiderava “essere il meno possibile a
contatto con i demoni”.
Che idiota! Aveva
pensato Shax Buttare al
vento una possibilità del genere!
Mentre era assorto in
questi pensieri e si scervellava per trovare un modo per uccidere le
Halliwell e salvare la faccia, si materializzò il suo
collega di lavoro, l’Angelo Nero Jekill.
-Allora, il tuo capo
ti ha ridato un altro giocattolo? – lo schernì con
disprezzo il demone.
-Vedi di non fare
tanto il figo, so che la Sorgente di fatto il culo viola! –
ribatté.
-Niente
volgarità qui! Ti ho già detto che qui puoi dire
solo “idiota” – gridò con foga
il Demone – Qui sei TU a dovermi portare rispetto!-
-Tsk …
Senti, “signor rispetto”, mentre io mi procuravo le
armi, tu hai pensato ad una strategia per uccidere quelle streghe?-
-In effetti
sì … mi è bastato pensare a ogni altro
demone, si sono sempre salvate, e spesso grazie al loro stupido Angelo
Bianco!-
-Sì, ma
anche uccidendolo, le Streghe non perderanno potenza bellica!-
-Forse no, ma
sarà sufficiente a distrarle a sufficienza perché
ricevano un colpo alle spalle senza poter reagire-
-Sì, in
effetti si potrebbe fare …-
-Molto bene, finiamo i
preparativi e poi mettiamoci all’opera!-
Mentre Prue era
imbottigliata nel traffico, Piper impegnata al P3 e Leo in missione,
Phoebe aveva avuto tempo a sufficienza per preparare le pozioni
necessarie all’andata e al ritorno dagli Inferi, che avrebbe
usato per salvare Cole dalla sua parte demoniaca. Non avendo prima
chiesto alcun parere alle sorelle, era sul chi vive, e a ogni movimento
nel vialetto s’insospettiva. Terminato il lavoro, prese delle
etichette e scrisse, sulle fiale “Per separare”,
“Andata” e “Ritorno”, poi le
mise in un sacchettino e le nascose nel cesto della frutta, in attesa
di essere usate.
Proprio nel momento in
cui usciva dalla cucina, il telefono squillò, facendole
venire un colpo.
Hai la coda di paglia, Phoebe,
disse tra sé e sé. Prese il cordless e fece
partire la chiamata.
-Pronto?-
-Oh, ciao Phoebe, sono
io, Prue-
-Dimmi tutto, cara-
-Ricordi del servizio
fotografico al Memorial?-
-Certo, quello di cui
ci hai parlato stamattina, no?-
-Esatto, ecco mentre
smontavo l’attrezzatura, è comparso un demone e ha
attaccato due Innocenti, che ora sono con me, li sto portando a casa,
quindi attenzione a possibili attacchi, va bene?-
-Non ti preoccupare,
sorellina-
-Io sono la maggiore,
devo preoccuparmi! Ciao-
-Ciao –
concluse l’altra, e riattaccò.
Avvisata anche Piper,
Phoebe nascose alla meglio gli ingredienti delle pozioni e attese.
La prima ad arrivare
fu la sorella di mezzo che, agitata, chiese spiegazioni in merito
all’“emergenza”, spiegazioni che
però le furono date solo da Prue, quand’anche
costei arrivò, accompagnata dai due Innocenti.
-Allora, abbiamo
bisogno di … ecco Phoebe resta tu con loro, io e Piper
cercheremo sul libro delle Ombre, va bene?-
-Va bene –
asserì annoiata la minore, poi si avvicinò e
sussurrò alla sorella – Ma perché devo
occuparmi io di parlare a questi due di streghe e demoni?-
-Non sono io quella
che ha studiato psicologia! – fu la risposta.
-Mmmm …
questa te la farò pagare, Prue-
Divisisi i compiti,
Phoebe rimase in salotto con i due, mentre le sorelle si diressero in
soffitta.
-Può essere
questo? – chiese la strega col potere di bloccare, indicando
uno dei demoni del libro.
-No, - rispose Prue
– Era più … blu, ecco-
-Allora forse
… Eccolo, è questo?-
-Sì, mi
pare di sì!
Shax,
il Dominatore della Rosa dei Venti
Potente
servitore della Sorgente, è uno dei quattro Demoni
Elementali Superiori, ed è colui che controlla
l’aria. Quando appare, lo fa in un tornado controllato dalla
sua magia nera, che usa anche per evocare mazze sacerdotali, spade e i
suoi micidiali colpi d’energia.
Per
eliminarlo, bisogna utilizzare il potere del Trio e recitare la
seguente formula: ---
-Bene, ecco
… Un block notes? – e si segnò la
formula – Ok, adesso …-
Ma fu interrotta da
Leo che, in un turbinio di luci bianche e azzurre, orbitò in
soffitta.
-Ciao, amore
– lo salutò la moglie.
-Ciao … -
disse lui – Gli Anziani mi hanno detto che quella ragazza
è destinata a diventare un Anziano molto potente, ed
è per questo che la Sorgente la vuole morta, quindi devo
parlarle …-
-E’ in
salotto, con Phoebe …-
L’Angelo
Bianco scese in fretta le scale, mentre le sorelle continuarono a
discutere.
-Senti, Prue
…-
-Dimmi-
-Io e Leo non
… non ti diamo fastidio, insomma, il fatto che viva qui
…?-
-Piper, tesoro, ormai
è più di un anno che Leo vive qui, e questi
problemi te li fai da troppo tempo!-
-Sì, ma sai
… con quello che è successo a Phoebe, insomma
… scoprire che Cole era … un demone …
eppure non ha smesso di pensare lui … Sai ieri
sera mi ha detto che troverà un modo per …-
Ma fu interrotta dal
rumore di vetro che si frantuma, e dal grido di Leo.
Entrambe, preoccupate,
scesero di corsa gli scalini, e si trovarono di fronte ad uno
spettacolo orrendo: Phoebe faceva a pugni nell’ingresso con
un Angelo Nero, mentre Leo, a terra, era ricoperto di sangue, e varie
frecce erano conficcate nel suo petto. Alla vista di ciò,
Piper ebbe un moto di disgusto, ma non appena si rese conto della
gravità della cosa, fu assalita dal terrore e, in barba a
ogni cautela, scese e si mi se carponi al capezzale del marito.
-NO! Leo, no! Ti
prego, LEOOOOOOOOOOOOOO!!!!-
Prue, esterrefatta,
stava per andare in soccorso delle sorelle, quando le porte della Villa
si spalancarono e, in un turbinio di venti comparve Shax.
-Ahahaha!-
Phoebe fece per
girarsi, ma il demone blu fu più svelto: con una
scarica d’energia, la fece andare a sbattere contro un muro,
con una tale velocità e forza da fracassarle il cranio.
-PHOEBEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
– gridò Prue, correndo dalla sorella.
Piper alzò
il volto, ricoperto di lacrime e sangue e, visto l’ormai
cadavere della ragazza, tentò di raggiungerlo a gattoni, ma
Jekill, ricomparso alle sue spalle, crivellò anche la strega
di colpi, lasciandola a terra, vicino all’amore della sua
vita, morta.
Prue era disperata:
doveva soccorrerla, ma doveva chiamare anche gli Anziani o chiunque
altro, per tentare di salvarle. Ora Shax stava per uccidere anche lei,
ma l’Angelo caricava una freccia, e lei doveva difendersi da
entrambi, da entrambi …
Improvvisamente, la
donna si sentì tirare da lati opposti e immediatamente due
copie di sé stessa, entrambe coscienti, comparvero nella
casa. Ripresasi dal momentaneo shock, per avere la coscienza in due
corpi, Prue si avvicinò ai due nemici, e cominciò
a combatterli a calci e pugni.
Jekill era piuttosto
sfuggente, dato che continuava a sparire e riapparire e la donna,
divorata dalla rabbia, attivò senza volerlo tutti i suoi
poteri.
-Muori, bastardo!
– proferì, e ogni mobile della stanza
volò verso di lui, sommergendolo di schegge e detriti, e
lasciandolo moribondo a terra. Presa dal furore, afferrò la
balestra incustodita e trafisse il corpo dell’uomo con quanti
più colpi poté, fino a che esso scomparve in un
nugolo di fiamme.
Dall’altra
parte, l’altra copia di Prue era impegnata a lanciare contro
Shax ogni oggetto a portata di telecinesi e, quando questi fu
sufficientemente stanco, estrasse dalla tasca il block notes e, dopo
averlo apostrofato con un “Gran figlio di
puttana!”, pronunciò la formula per
eliminarlo:
Vento che
soffia forte,
vento
che sa di morte
e
ottiene ciò che vuole,
che
sia distrutto da queste parole.
Shax
sobbalzò, ma invece della classica esplosione, o delle
fiamme, sparì invece in uno sbuffo di fumo azzurrino.
A quel punto, le due
Prue si attrassero l’un l’altra al centro della
stanza, come magnetizzate, e si ricongiunsero.
La strega era
disperata, non sapeva cosa fare, chi chiamare, riuscì solo a
prendere i corpi delle sue sorelle e stringerli forte a sé,
implorando loro di svegliarsi o chiedendo aiuto.
Ma le due non aprirono
gli occhi, né qualcuno giunse in soccorso …
Intanto, al cospetto
della Sorgente …
-Shax … -
disse piano la voce possente del sovrano degli inferi – Ho
sempre detto che tu eri uno dei miei migliori demoni, ma devo
riconoscerlo, tu ora sei il migliore dei miei servitori. Tu hai
annientato il potere del Trio! Quella stupida strega non
potrà più fare nulla per fermarci, ora che
è sola!-
-Mi lusingate, signore-
-Shax …
Shax … la Sorgente ricompensa sempre chi gli è
fedele … E tu meriti un trattamento speciale.
D’ora innanzi, surclasserai gli altri demoni Superiori, e
sarai il mio braccio destro, il mio consigliere fidato!-
Shax fece un profondo
inchino di compiacimento, trattenendo a stento grida di gioia.
-E ora, per il tuo
nuovo rango, ti concedo nuovi poteri grazie ai quali sarai
più debole solo di me!!!!-
Detto ciò,
la Sorgente tese le mani sul suo servo, inginocchiato, e una sinistra
luce scura fluì da esse al corpo del demone, che si
sentì come rinvigorito.
-Grazie, grazie,
grazie mio signore!-
-No, meriti ogni cosa
che ti ho dato, per il servizio resomi. Tuttavia – e qui la
voce si rabbuiò – Come tu ben sai, mi è
facile toglierti i poteri come te li ho dati, quindi siimi sempre
fedele e sarai annoverato tra le leggende dei demoni, ma tradiscimi o
deludimi e ti ridurrò peggio che il più infimo
Warlock!-
-Non dubitate, mio
signore, farò ogni cosa che mi dirà-
-Bene, puoi andare ora-
Congedato, Shax
uscì dal luogo ove era stato ascoltato dal suo signore,
trionfante per i suoi nuovi poteri, e desideroso di sperimentarli. Ma
contro chi li poteva usare, ora? Cosa poteva rendere la Sorgente ancora
più felice. Improvvisamente ebbe l’illuminazione,
e un demone dal volto rosso ricoperto di tatuaggi si fece largo tra i
suoi pensieri …
Prue si era rintanata
in soffitta e, invano, stava tentando ogni formula presente nel libro
per richiamare le sorelle. Dato che finora tutte avevano fallito,
tentò l’ultima che le restava, pregando a mani
giunte.
A questa
ora chiedo di vedere,
io
sto evocando l'antico potere,
riporta
qui le mie sorelle,
riporta
qui il potere del Trio.
Ma anche quella,
miseramente, fallì.
Il volto deturpato da
lacrime e sangue, era contorto in un’espressione di rabbia
mista a sconforto totale.
-EHI VOIIII!!!!
– gridò con tutto il fiato che aveva in gola, in
un misto tra uno sfogo e una supplica - Ci siete, bastardi? Con tutte
le volte cha abbiamo salvato un Innocente, con tutte le volte che vi
abbiamo salvato il culo! Voi dovete aiutarmi! Dovete aiutarmi!
… Vi prego …-
La donna era
disperata, non doveva andare così, lei avrebbe dovuto
impedirlo! Le sue sorelle, con cui aveva condiviso ogni cosa negli
ultimi tre anni e mezzo erano morte solo perché lei non
aveva pensato ad un attacco su due fronti, lei che era la maggiore, lei
che doveva salvarle, lei che doveva prendersene cura …
E ora, ora cosa poteva
fare …? Non c’era via di scampo, non si poteva
mandare indietro il tempo, nessuno poteva … nessuno
… nessuno … nessuno? Improvvisamente, Prue
capì. Capì che se il bene non
l’aiutava, solo il male poteva farlo. E non le importava
delle conseguenze, le importava solo che le sue sorelle tornassero in
vita.
-Tempus! Lui
può rimandare indietro il tempo! Io devo … devo
…-
E immediatamente
iniziò a sfogliare in modo forsennato il Libro delle Ombre,
ma in esso non si menzionava assolutamente un modo per raggiungere o
parlare con la Sorgente.
-No … no,
ci deve essere qualcosa!-
Nel ricominciare a
passare ogni pagine, le capitò di fermarsi su quella,
scritta da Phoebe poco tempo addietro in cui vi era una foto di Cole
umano abbracciato alla donna.
-Oh, Phoebe
…-
Ma improvvisamente si
rese conto dell’unica opportunità a portata di
mano per risolvere il suo problema: Cole. Certo, pensò,
Belthazor poteva farsi sentire, e attaccare la strega, quindi era
meglio essere pronti. Scese in cucina, pronta per preparare della
pozione anti-demone, per la quale dispose ingredienti e attrezzi sul
tavolo, spostando ciò che vi era sopra. Nel muovere il
paniere, tuttavia, s’accorse di un rumore di vetro che non
poteva certo essere prodotto dalla frutta! Allora trovò il
sacchettino di pozioni di Phoebe e, intuite le intenzioni di
quest’ultima, salì nuovamente in soffitta, armata
e pronta a richiamare il demone.
Girate poche pagine,
si ritrovò di fronte alla formula per richiamare Belthazor,
che subito pronunciò:
Magiche
Forze bianche e nere,
attraversando
tutte le barriere,
sia
esso vicino o lontano
guidate
qui Belthazor, demone profano.
In un turbinio di luci
chiare e scure, apparve Cole, alto e muscoloso, i capelli neri
disordinati e la barba incolta, vestito con una tunica nera.
-T-tu! Strega!
– farfugliò privo di controllo, ma Prue fu
più veloce e, con uno scatto felino arrivò alle
sue spalle e ruppe sul capo del mezzo demone la fialetta che recitava
“Per separare”. Immediatamente una nuvoletta di
fumo uscì dal punto in cui era stato colpito. Non certo
l'effetto sperato dalla minore delle sorelle, ma almeno il mezzodemone
parve riprendere il controllo, e il suo volto fu libero dalla furia
omicida che lo attangliava.
-I-io …
scusa, Prue … è che, sai, avevo perso il
controllo e … - poi notò le lacrime sul volto
della donna – Ma … perché hai pianto e
dove sono Phoebe e Piper?-
La strega non
riuscì a rispondere, ma un singhiozzo eloquente fu
abbastanza chiaro da far comprendere la situazione a Belthazor che, col
viso atono, in un’espressione di tristezza data dalla sua
metà umana, quasi buffa data la situazione, cadde in
ginocchio, farfugliando sommessamente il nome dell’amata.
-No … no
… Phoebe … Phoebe …-
Per un po’
nessuno dei due riuscì a parlare, ma la donna, che aveva
già ormai consumato le lacrime, reagì per prima,
alzando la testa i Cole per guardarlo negli occhi, seria.
-S-senti …
non tutto è ancora perduto: bisogna … bisogna
chiedere alla Sorgente di richiamare i poteri di Tempus …-
-Ma dai, Prue
– fece lui, pessimista – Sii seria,
perché mai la Sorgente dovrebbe aiutarti? Per rischiare poi
di essere uccisa da voi tre? Mai, non abbiamo nulla da scambiare.
Nemmeno la mia o la tua morte sono un contrappeso sufficiente,
è lui ad avere il coltello dalla parte del manico!-
-N-noi inventeremo
qualcosa … S-sì, possiamo ancora salvarle, noi
possiamo … noi dobbiamo!-
-Dimmi solo chi
è il figlio di puttana che l’ha uccisa! Lo
ammazzerò con le mie mani, quel bastardo!-
-Nemmeno questo
risolverà nulla! Se anche uccidessi Shax, non tornerebbero
in vita-
-Sì, ma
almeno vendicherei Phoebe!-
-Ragiona!
Così, uccideranno anche te e l’unica
possibilità di salvarle sfumerà!-
Il mezzo demone pareva
essersi almeno un po’ tranquillizzato, sebbene la strega
sospettava che dentro covasse ancora pensieri di vendetta.
-Tu che ne sai
più di me – tentò lei, ostinata
– Non c’è qualcosa che possiamo fare,
qualcosa che la Sorgente teme davvero?-
-Solo due cose sono
temute dalla Sorgente – disse lui, serio – Il
Vuoto, che tuttavia sarebbe incontrollabile anche per noi, e il Nesso,
che risiede in casa vostra, ma né il tuo corpo né
il mio possono reggere tanto potere. E ogni demone che fosse
sufficientemente forte per spodestare la Sorgente è stato
…-
Ma qui si
fermò, e un sorriso di speranza si dipinse sul suo volto.
-E’ stato
cosa? Parla, santo cielo! – lo esortò Prue
malamente.
-Ecco,
pensavo … forse noi potremmo liberare
qualcuno che la Sorgente teme davvero, il demone che può
sconfiggerla: Zankou!-
-Zank-che?-
-Zankou, è
un potentissimo demone, rinchiuso dalla sorgente per i suoi eccessivi
poteri, che minavano il vertice della gerarchia demoniaca. Ci vuole una
formula per risvegliarlo, una formula … che io conosco!-
-Allora che
aspettiamo, forza! Ma prima di partire, dobbiamo armarci …
servono delle pozioni, ecco … qualcosa per i demoni che ci
verranno incontro.
Tra pozioni per
indurre sonnolenza, altre per far esplodere e altre ancora per far
incendiare un corpo, i due impiegarono all’incirca due ore.
Poi, fu la volta della
preparazione della strategia, che li occupò per molto altro
tempo. Dopo un’accurata discussione, e varie prove, i due
intuirono che, con quella nuova forma di potere non si trattava di
“Prue e una sua copia”, ma di due “mezze
Prue”, che dividevano poteri e forze, sebbene agissero senza
legami l’una con l’altra. Inoltre, nel momento in
cui si sbloccava il potere, entrambe si attraevano e ricongiungevano in
un punto che era la metà esatta della distanza che
intercorreva tra loro.
Era ormai notte fonda
quando i due, le mani giunte, svanirono nel nulla.
Ricomparvero poco dopo
in un antro buio, illuminato da poche fiaccole e presieduto da enormi
omoni che lo pattugliavano solertemente.
Come da strategia, due
sfere d’energia scagliate da Cole servirono ad attirare la
loro attenzione, mentre una delle copie di Prue, uccisine alcuni con le
pozioni adatte, fece in modo di farsi inseguire lontano da
lì, lasciando solo due demoni a fare la guardia.
Il mezzodemone
scambiò un ultimo sguardo con la strega.
-Fa attenzione
– le disse.
-Anche tu. E ricorda
che se tutto andrà a buon fine, anche Phoebe sarà
salva-
Poi, Belthazor
scomparve nel nulla, di nuovo, mentre la donna fece un profondo respiro
e si mise di fronte alle due guardie.
Essi non fecero in
tempo a mettersi in posizione d’attacco, che la strega
scagliò loro due fialette che, esplodendo ai loro piedi
produssero un lieve fumo, li fece addormentare all’istante. Meglio addormentarli,
era stato il commento per quella scelta, troppi demoni morti avrebbero
dato più nell’occhio.
Quindi, superando i
corpi assopiti, Prue fece un profondo respiro e
s’inoltrò nell’antro che ospitava la
Sorgente di ogni male.
Nel frattempo, Cole
aveva raggiunto una cripta sotterranea, fatta di rocce antiche e
stalagmiti appuntite. Il luogo era innaturalmente luminoso, se
così si può dire per gli Inferi, sebbene nessuna
fiaccola fosse accesa. La fonte di luce, infatti, pareva un qualcosa di
azzurrognolo proveniente dalla camera successiva.
Lì, vi era
solo un vecchio demone anziano, incappucciato, il capo raso e il naso
adunco, che teneva in mano una specie di bastone rituale ch terminava
con un pomello.
-Chi sei tu?
– fece appena in tempo a chiedere, che una sfera
d’energia lo fece morire tra le fiamme, lasciando di lui solo
lo scettro, che il mezzo demone raccolse.
Gli ci vollero altri
cinque minuti buoni per scendere la scalinata che lo condusse alla
fonte di quella luminosità anomala.
Si trattava di una
piccola saletta circolare, al centro della quale, vi era una roccia
concava sulla cima, come un vulcano in miniatura, che eruttava un
fascio di luce blu all’interno del quale vi erano
degli esserini neri, in sciame, molto simili a mosche.
Con cipiglio sicuro,
Cole cercò una sottile rientranza nella nuda roccia e,
trovatala, vi conficcò l’arma rituale, sorrise,
s’apprestò a farle compiere un giro, per poter
compiere il suo piano, ma fun interrotto da un tornado che comparve,
evocando Shax circondato dal vento e dai due simboli.
-Da quanto, Belthazor!
– proferì.
-Ma bene, il caro
vecchio Shax … Cosa ti spinge quaggiù?-
-In realtà,
sono qui … per te!-
Detto ciò,
scagliò un colpo energetico verso il mezzo demone, che si
salvò in extremis solo grazie alla sua esperienza in
battaglia. Tentò quindi di contrattaccare con una sfera
d’energia, ma il nemico alzò le mani, evocando una
sottile barriera nera, che respinse il colpo.
-Vedo che la Sorgente
ti ha dato nuovi poteri – esclamò Belthazor,
cercando di sdrammatizzare con l’ironia.
-Vedi bene, e questo
era solo uno dei tanti … – esclamò
minaccioso - vediamo se ti piacciono gli altri!-
La luce in quel luogo
era rossa scarlatta, e l’aria che si respirava era calda e
pesante, quasi insopportabile. I contorni erano indistinti, e una
figura alta e possente, incappucciata, troneggiava sul luogo.
Prue, appena arrivata,
ebbe un mancamento, e la sensazione d’oppressione che provava
le fece venir voglia di abbandonare tutto e fuggire, ma il pensiero che
ciò che stava facendo lo faceva per le sue sorelle,
l’aiutò ad andare avanti.
-Una strega
… al mio cospetto – asserì la voce
tonante dell’incappucciato – Devo dedurre che tu
abbia intenzione di suicidarti, o no?-
-Ti sbagli, anzi, sono
qui … a proporti un patto … un patto che non ti
converrà rifiutare!-
-E cosa mai mi
può chiedere l’ultima strega del Trio rimasta in
vita?-
Un moto di rabbia
pervase la ragazza, ma, facendo appello a tutta la sua calma,
ingoiò.
-Sono qui per proporti
… di utilizzare i poteri di Tempus per riavvolgere il tempo,
abbastanza a lungo da salvare le mie sorelle!-
-Ahahaha! –
rise la Sorgente, schernendola – Perché mai dovrei
salvare quelle due, mettendo così in pericolo il mio regno?
-Perché
– rispose Prue, sorridente – se non le salvi,
presto della Sorgente non esisterà più che un
lontano ricordo-
-Mi minacci? Credi di
potermi uccidere? Tu, una mortale, e sola, oltretutto! Che arroganz
…-
-Fammi finire, mio
caro … Te la metto giù facile facile: o tu usi il
potere di Tempus, o presto sarai ucciso … da Zankou!-
Istintivamente, il
capo dei demoni, alzò di scatto il capo, in un misto di
furore e terrore.
-Ti dice niente questo
nome?-
-C-come fai a
…? - iniziò, ma immediatamente capì -
Belthazor …-
-Precisamente, e ora
lui sta liberando il tuo caro amico. Quindi, vedi di non fare il furbo,
perché anche se dovessi mandare indietro il tempo solo per
evitare la liberazione di Zankou, continueremo a farlo
finché non ti deciderai …-
-Tsk …
è tutto un bluff, sciocca mortale – e detto
questo, evocò una palla di fuoco, pronto a scagliarla
sull’inerme strega – E ora, devi morire!-
Un successivo colpo
del demone dalla pelle bluastra fece volare Cole contro la parete. I
nuovi poteri di Shax erano molto, molto forti, sebbene egli
non ne avesse ancora il completo controllo, come mostravano le
bruciature e gli strappi sul suo lussuoso abito.
-Mi sa che non sei
tanto forte come vai predicando – lo stuzzicò il
mezzo demone.
-Tsk … -
ribatté l’Elementale – E io non capisco
come la Sorgente possa desiderare tanto la tua morte, in fondo neanche
sai difenderti! Il contatto con quella stupida umana deve averti
rammollito …-
Ma questo fu veramente
troppo, e Cole perse totalmente il controllo, trasformandosi di nuovo
nell’assetato di sangue Belthazor, dalla pelle rossa con
tatuaggi neri.
Egli evocò
quindi una serie di sfere d’energia, l’una di
seguito all’altra, scagliandole con furia sul nemico, che
barcollò, ma contrattaccò altri due piccoli
tornado, che nuovamente mancarono il bersaglio per un soffio.
Comunque, stava
perdendo tempo, doveva sbrigarsi, o ogni sforzo sarebbe stato inutile!
Usando tutto il potere
che aveva, evocò una sfera grande dieci volte più
del normale, e la scagliò con tutta forza contro la barriera
magica di Shax, la quale resse, ma provocò un’onda
d’urto tanto potente da scagliare il suo evocatore in aria.
Approfittando del
momento, Cole tornò in posizione e, facendo leva col piede,
girò il meccanismo, spegnendo la luce blu e liberando le
mosche. Non fece però in tempo a gioirne che fu colpito alle
spalle dal nemico, rinvenuto, e morì tra le fiamme, pensando
per l’ultima volta alla sua amata.
Nonostante la
vittoria, Shax era comunque terrorizzato: lo sciame gli si avvicinava
pericolosamente ed era infinitamente più forte di lui!
Senza pesare realmente
a un piano, ma agendo solo d’istinto, il demone
sparì tra i venti.
La Sorgente era pronta
per uccidere Prue, ma nel mentre che stava per scagliare la palla di
fuoco, in un turbinio di vento comparve Shax, la veste lacera e il viso
sconvolto.
-Mio signore
– proferì – Il demone Belthazor, io
l’ho ucciso, ma … ma lui ha … ha
liberato Zankou!-
-Cosa!?! –
rispose lui, a metà tra lo stupito e il furioso.
-Che ti dicevo? Cole
ce l’ha fatta!-
-Maledetta!
– eruppe, poi si voltò minaccioso verso il Demone
Elementale – Tu, tu che dovevi essere il mio servo
più fedele! Tu, d’ora in avanti invecchierai come
un umano, i tuoi capelli diventeranno grigi e morrai da ignobile!
Perderai ogni tuo potere, potrai solo spostarti col vento, vestirai di
stracci e per te la fine giungerà presto!-
-No, mio signore, no
… pietà …-
Dettò
ciò, allungò le braccia verso di lui che,
supplicando il suo signore di avere pietà, sparì
in un vortice nero.
-Accetterò
strega, ma me la pagherai! – tuonò, poi si
girò, e sembrò parlare al nulla –
Tempus!-
In un attimo, poi,
accaddero molte cose contemporaneamente: una forte luce, il rumore
prima di lancette di orologio e poi di sabbia che cadeva a terra, un
uomo comparve di fronte alla Sorgente e ghignò, poi un lampo
di luce, e Prue chiuse gli occhi, si sentiva precipitare …
precipitare …
E quando li
riaprì, tutto era cessato, e lei era in soffitta con sua
sorella Piper, a consultare il Libro delle Ombre, che la guardava
stranita.
-Prue, ci sei?
– le chiese.
-Cosa?-
-Ti ho chiesto se ti
da fastidio avere sempre Leo per casa …-
-Leo … oh,
sì Leo … Leo! Sbrighiamoci, Piper! – E,
detto ciò, la prese per mano e con forza la condusse
giù per le scale, in salotto, senza prestare attenzione alle
domande della stupita sorella.
Proprio nel mentre che
arrivarono, l’Angelo Nero si materializzò di
fronte a Leo, pronto a sparargli un dardo con la balestra, ma stavolta
Prue fu più veloce: con un gesto della mano, respinse la
freccia, che si conficcò nel petto di Jekill, che
morì tra le fiamme.
In pochi secondi la
porta di casa Halliwell si spalancò e, tonante e furioso,
entrò Shax, vestito di stracci.
-Phoebe, spostati!
– gridò la sorella maggiore, ma non avrebbe fatto
in tempo comunque. Shax stava preparandosi a scagliare una scarica
d’energia e la storia si sarebbe ripetuta …
Senza sapere
ciò che faceva, spinta solo dall’amore per le
sorelle, Prue si mise in mezzo, subendo lei stessa il colpo e
sfracellandosi contro il muro di fronte.
-PRUE!!! –
gridarono assieme Phoebe e Piper.
Quest’ultima,
aprendo di scatto le mani, fece esplodere in un flutto blu Shax, che
scomparì strillando furibondo.
-O mio Dio, Prue!
– bofonchiò Phoebe, ed entrambe le sorelle corsero
in aiuto della maggiore.
-Santo cielo, Leo!
LEOOO!!! – chiamò la moglie di
quest’ultimo, ma lui non arrivava …
Prue respirava ancora,
ma a fatica. Ce l’aveva fatta, aveva salvato le sue sorelle
… c’era riuscita …
-Rin-ringraziate
… Cole – ansimò - … Che
… bello … rivedervi … sorelline
… Io …-
Ma non
riuscì a terminare la frase, i suoi occhi si rovesciarono e
la mano, con la quale stava per accarezzare le due, cadde nel vuoto.
-PRUEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!-
Solo in quel momento,
ormai troppo tardi, comparve Leo.
-Dove diavolo eri
finito? – lo rimproverò Piper, piangendo
– Devi salvare Prue!-
-Io … io
non posso … - per un attimo lasciò la frase in
sospeso, incapace di continuare, poi si fece forza, e la
terminò – curare i morti …-
-No, non è
vero … Prue non è … Prue non
è …! Nooooo! – pianse l’altra
sorella.
-Dov’eri
quando potevi salvarla, eh!?!-
-Io … loro
mi hanno trattenuto … hanno detto che aveva fatto un patto
con la Sorgente, e per questo non meritava di essere salvata
…-
-No, no,
PRUEEEEEEEEEEEEEEEEEE!-
Le due sorelle e Leo,
abbracciate al cadavere della strega, piansero ogni lacrima che avevano
in corpo, eppure … eppure ancora non capivano
cos’era successo … aveva chiesto di ringraziare
Cole … ma perché? Ma questo, i tre lo avrebbero
saputo solo dopo, all’arrivo del mezzodemone.
Una folata di vento
attraversò la casa, chiudendo la porta della villa, e
calando il sipario sulla triste scena …
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