maybe
°Crack
E' una tortura, il vostro ultimo atto.
Capisci che lo spettacolo sta per concludersi da qualcosa che ha
detto Shelby, seduta nella sua macchina nera in un parcheggio
deserto: “Ancora una settimana e sarà tutto finito.”
Tutto
finito.
Forse non saresti dovuto tornare, dopo il fiasco che è stato
“Run, Joey, Run”. Forse sarebbe stato più semplice un taglio
netto, piuttosto che il lungo addio che stai affrontando. Da solo,
perché lei non ha la più pallida idea di quello che sta per
accadere.
Si fida di te.
Si è fidata di te quando sei tornato da lei
e le hai annunciato di voler realizzare tutti i suoi sogni, si è
fidata di te quando le hai fatto ascoltare la cassetta su cui, ora lo
sai, sono registrati i titoli di coda della vostra storia.
Ma hai
fatto un promessa a Miss Corcoran.
Te lo ricordi, il modo in cui
seguiva Rachel con lo sguardo quando la ragazza è comparsa da
dietro una tenda, schiena dritta e petto in fuori, la voce
cristallina che riempiva la sala. Oltre l'abituale, ben collaudata
faccia da poker, hai visto qualcosa di molto simile alla
vulnerabilità. E speranza, quando ha gettato uno sguardo al
programma, scorrendo i nomi delle Nuove Direzioni uno ad uno, e
scoprendo quello della solista che tanto le somigliava.
E' quella
speranza selvaggia che ti ha convinto ad imbarcarti nell'impresa.
Certo, c'era anche il fattore “esercizio di recitazione” - non
fai mai niente per niente, lo sai - ma la verità è che eri
colpito.
Ti affascinavano, le emozioni, come un serpente affascina la
preda prima di divorarla. Le tue erano come arrugginite, non
funzionavano più a dovere – tu stesso hai fatto in modo che
accadesse.
Ma ora sono tornate, le emozioni. E quasi vorresti non
aver mai accettato la proposta di Shelby, esercizio di recitazione o
meno. Perché da qualche parte lungo il cammino, le emozioni di Miss
Corcoran sono passate in secondo piano, mentre quelle di Rachel sono
diventate la tua priorità.
Le sue e le tue.
Tuo malgrado, non hai
potuto fare a meno di affezionarti a lei. Alla sua voce
meravigliosa, alle sue emozioni genuine, al suo modo di mettere tutta
se stessa in ogni canzone.
Ma non è solo questo. Hai incontrato
tante buone cantanti, ottime perfino, tanto da non impressionarti più
molto facilmente; il fatto è che Rachel ti ha colpito anche come
persona, con le sue gonne corte, i maglioni di lana, e tutte quelle
piccole manie e i dettagli che fanno di lei la ragazza che è: i
video su MySpace, i musical il venerdì sera, la sua stanza dipinta
di rosa, il suo parlare senza prendere fiato, come tira indietro i
capelli quando annuisce. L'odore del suo shampoo, il sapore del suo
lucidalabbra.
Le emozioni sono tornate, ma vorresti che non lo
avessero fatto. Forse non saresti sul punto di esitare, sul punto di
cambiare i tuoi piani, il futuro che programmi da anni; forse non
avresti davvero considerato di rinunciare al tuo biglietto di sola
andata verso la fama.
Non sei vaccinato contro la sofferenza.
Sono
pazzie, te ne rendi conto, questi pensieri. Le emozioni vanno
soppresse, estirpate: l'unica cosa che ti serve è saper tirare fuori
una loro decente imitazione all'occorrenza. Hai già iniziato dicendo
addio alle strane idee che per un folle attimo ti hanno affollato la
mente. Come hai detto addio a Rachel, di nuovo sulle note di una
canzone, seduto accanto a lei eppure distante anni luce.
Hai visto la sofferenza sul suo viso. Forse davvero non era pronta per quello che il
nastro le avrebbe rivelato. Forse, in realtà, non hai fatto che
procurarle dolore. La strada per l'inferno è lastricata di buone
intenzioni, no? Beh, tu non hai mai avuto intenzione di farle del male – non davvero – ma, forse, era inevitabile. D'altronde,
è stata lei a dimostrarti che le emozioni fanno solo male – che
sono un'arma.
Forse avrebbe imparato qualcosa da questa esperienza,
proprio come te. Forse l'avrebbe protetta dal dolore, in futuro.
Forse avrebbe protetto anche te.
Si fida di te, Rachel, piccola
ingenua – una qualità che è destinata a perdere: la chiami e lei
arriva subito, sorridente, felice. La saluti, le sorridi e senti i
muscoli del viso bruciare per lo sforzo. Solo un altro momento, poi
sarà finita.
Pensavi di farcela, a guardare mentre le uova la
colpiscono, una per una, mentre la sua fiducia in te viene demolita
pezzo per pezzo. E' una prova per te stesso – una prova che non
superi.
Ma quando arriva il tuo turno, il colpo di teatro, l'ultima
strofa, riesci a trovare la forza. Ti ripeti che lo fai anche per lei,
che sarà al sicuro con Hudson, che imparerà da questa esperienza,
ma la verità è che vuoi che ti odi, ti detesti, non voglia mai più
vedere la tua faccia. In modo da non avere mai la tentazione di
tornare sui tuoi passi.
Così, pronunci le parole magiche,
quelle dopo il quale non ci sarà ritorno. “Ti amavo”, le dici.
Un insulto che sai non ti perdonerà.
Sempre avanti, Jesse, via da
questo posto dimenticato da Dio. Senza rimpianti – impossibile, lo
sai, ma farai del tuo meglio per dimenticare i suoi grandi occhi
scuri. Occhi che non staccano lo sguardo da te mentre uccidi
qualunque cosa ci sia mai stato tra voi.
Cala il sipario.
Crack.
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