Melissa, l'amico immaginario.

di Mabs
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La piccola Fleur.
Fleur non aveva molti amici. Aveva cominciato la prima elementare circa due mesi fa, e stava lì, al primo banco, con quel grembiulino bianco immacolato, e quella cravattina a motivo scozzese legata distrattamente sotto il colletto.
Fleur, nata da madre francese e papà italiano, era una ragazzina davvero molto graziosa. Occhi celesti e capelli castani, per niente alta, e con un fisico da far invidia a chiunque. Era molto sveglia, per avere solo sei anni: sapeva già leggere e scrivere, al contrario dei suoi compagni. La sua maestra era una gran donna, e ce la metteva tutta per far socializzare la piccola Fleur. Durante la breve ricreazione tentava di avvicinarla alle altre sue compagne, introducendola con un fastidiosissimo "Ragazze, Fleur può giocare con voi?". Ma la piccola, imbarazzata, se ne tornava sempre, dopo pochi minuti, nel suo angolo prediletto, a parlare. No, non parlava da sola; Lei parlava con il suo amico immaginario di nome Melissa. Non aveva un sesso ben definito, non aveva nè forma, nè colore. Non era nè maschio, nè femmina. Era solo Melissa. E Fleur passava tutto il suo tempo con Melissa.
Le sue compagne di classe la reputavano pazza, e forse un po' avevano ragione. Ma a Fleur piaceva passare il suo tempo con Melissa. Melissa non era come un'amica avrebbe potuto essere. Melissa c'era sempre, nel bene e nel male. Quando si annoiava, e quando si divertiva, quando dormiva, quando stava a scuola, quando guardava la tv, quando mangiava, quando andava a lezione di francese, Melissa c'era sempre.

Nonostante Fleur fosse una ragazzina davvero molto intelligente, era convinta che Melissa esistesse realmente. Non poteva credere di certo il contrario, dato che quest'ultimo era il suo unico, e migliore amico.
Era seduta a gambe incrociate nel solito angolo, tra l'appendiabiti stracolmo di cappotti e cappelli ammucchiati disordinatamente e la lavagna.
-Melissa, posso dirti una cosa?
Sussurrò Fleur sotto voce, quasi per timore che la maestra potesse sentirla e preoccuparsi come faceva sempre, riportandola dalle sue compagne di classe antipatiche e superficiali.
-Bene. Mi prometti che io e te saremo migliori amici per sempre? Non ci lasceremo mai, vero Melissa? Neanche quando sarò grande e sposata, o quando sarò vecchia, mi prometti che staremo per sempre insieme? Rispondimi, almeno per questa volta. So che sei timido, ma rispondimi Meli. Ti prego.
Fleur si guardò intorno per assicurarsi che nessuno la stesse ascoltando. Poi la classe si fece improvvismente più silenziosa. I bambini rallentarono e le loro voci si fecero più tenui.
-Sì. Ci sarò.
I bambini ripresero a giocare, la maestra tornò a rimproverare con una voce acuta e fastidiosa un ragazzino che aveva appena picchiato un suo compagno, e la palla nel cortile ricominciò a rimbalzare allegramente. Fleur fece un accenno di sorriso, e sussurrò,
-Grazie Melissa. Sapevo che mi avresti risposto.




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