Titolo:
Vischio? No grazie!
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: [GrimmjowxOrihime]
Prompt: # 12 Inverno, Vischio
Rating:PG (Per tutti)
Conteggio Parole: 1325
Riassunto: [...]Si chiedeva come facesse Grimmjow a
non vederlo ogni volta che si ritrovavano lì, a casa sua. Eppure era
così alto! Sarebbe dovuta essere la prima cosa vista dal ragazzo, ma
manco a volerlo, non se ne era mai accorto. Oppure non era il tipo che
pensava a certe cose.
[...]
Note: AU; One Shot
Ok. Altra Oneshot su Hime e Grimm XD Ok, son fissata °A° Ma è colpa
della ElderClaud e di Raxilia °A° ma soprattutto della prima XD Sta
volta il prompt è sul vischio XD è un po' stordito, come capitolo in
sè, come stordita è la sua creatrice XD Ma dopo aver letto di sfuggita
l'ultimo capitolo spoiler la mia testa è partita per la tangente XD Va,
altro non vi dico, vi lascio alla lettura, che forse è la cosa migliore
XD
Ultimamente Orihime si sentiva un tantino sciocca. Una sciocca di prima
categoria. Eppure non poteva fare a meno di sperare che quello stupido
e testardo di Grimmjow si accorgesse di cosa avesse appeso
proprio sullo stipite della porta da una settimana buona. Ogni tanto
prendeva un po’ di coraggio, spalancando appena la bocca, richiudendola
improvvisamente di scatto, il ragazzo che la fissava con i suoi
affilati occhi azzurri, senza capire, per poi salutarla, come faceva
sempre. Con un misero cenno della mano. Eppure lo sapeva, Orihime, che,
nonostante uscissero insieme da un mese almeno, lui non era il tipo da
smancerie o cose simili. Tuttavia, in un angolino del suo cuore, un
pochino ci sperava in una smanceria da film hollywoodiano. Sospirò,
alzando la testa di pochi centimetri, osservando il vischio penzolare
sopra di lei, invitante.
Si chiedeva come facesse Grimmjow a non vederlo ogni volta che si
ritrovavano lì, a casa sua. Eppure era così alto! Sarebbe dovuta essere
la prima cosa vista dal ragazzo, ma manco a volerlo, non se ne era mai
accorto. Oppure non era il tipo che pensava a certe cose.
La ragazza sospirò, imbarazza, al pensiero che il compagno quel giorno
sarebbe andato a festeggiare il Natale assieme a lei. Che sfacciata era
stata, qualche settimana prima! Gli aveva chiesto, come se nulla fosse,
di vedersi e di passare la giornata assieme, visto che entrambi erano
soli, a casa. Lui non aveva detto nulla, si era limitato ad annuire,
silenzioso. E pensare che di solito era lui che organizzava certe loro uscite.
Più che organizzare le chiedeva se un tal giorno fosse libera e, se
riceveva una risposta affermativa, allora era scontato che si sarebbero
dovuti vedere. E non ammetteva manco mezza replica, non uno come lui!
Osservò la casa bardata a festa, la tavola apparecchiata, l’albero
posto vicino alla finestra della sala, mentre fuori cominciava a
nevicare. Sospirò, osservando rapita tutta quella neve scendere giù,
lenta ed invitante. Era davvero felice in quel momento, anche se
Grimmjow non si era ancora degnato di alzare lo sguardo per notare il
vischio. Al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere dopo –
se mai se ne fosse accorto – la castana cominciò a fantasticare a ruota
libera, blaterando di matrimoni troppo precoci e di altrettante
stramberie che in quel momento le passavano per la testa, senza una
logica apparente. Teneva il viso tra le mani, la sua migliore
espressione agitata ed emozionata che potesse mai fare, mentre il cuore
le batteva all’impazzata.
“Stai calma Orihime, in fondo anche se gli hai chiesto di passare la
serata assieme non vuole dire che farà qualcosa di avventato....”
sospirò, conscia di quanto potesse essere impulsivo
un ragazzo come Grimmjow. Anche se si chiedeva come mai con lei non
fosse stato precipitoso come suo solito quando usciva con qualcuno.
Ogni volta le si avvicinava lentamente, afferrandole i capelli ed
accarezzandole una guancia, sfiorandola poi con la punta del naso. Per
poi tornare a fare esattamente l’occupazione di pochi istanti prima.
Assolutamente niente.
Al pensiero di quelle carezze la ragazza non poté fare ameno di cadere
nuovamente vittima dei suoi mondi immaginari, dando a Grimmjow la parte
del bel tenebroso che l’ammaliava con un solo sorriso. Presa da quel
teatrino, non si accorse subito del rumore delle nocche che andavano a
battere contro la porta con fare insistente. Alla fine, però, dovette
tornare alla realtà, sobbalzando quando il suono del campanello
raggiunse improvvisamente le sue orecchie.
“Gri... Jaggerjack-kun!” esclamò poi, quando finalmente si
decise ad aprire quella dannata porta.
Grimmjow odiava essere chiamato per cognome, da chiunque. E nonostante
avesse, in ogni maniera possibile, cercato di convincere quella
testarda a pronunciare il suo nome in sua presenza, lei continuava
dirgli che non stava bene e che non fosse ancora il momento. Fosse
stato per lei quel momento non sarebbe arrivato mai.
“Orihime.” Si limitò a dire per puntualizzare quanto odiasse quel suo
atteggiamento, senza però volerla rimproverare. Semplicemente
sottolineava il fatto che se lui la chiamava per nome avrebbe dovuto
farlo anche lei.
La vide arrossire fino alla punta dei capelli – quei dannati capelli
che profumavano in una maniera troppo invitante – mentre lo faceva
accomodare nel suo umile appartamento.
“Sei arrivato in tempo Jag... Grimmjow-kun. Proprio ora si è messo a
nevicare.” Mormorò, talmente imbarazzata per quello che aveva fatto da
sentirsi colpevole come una ladra.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, colpito. Aveva usato un odiatissimo
suffisso, però l’aveva chiamato per nome. Era già un bel passo avanti.
Evitò accuratamente di farle notare di essere del colore di una
melanzana – anche se avrebbe tanto voluto – ma sapeva che poi avrebbe
cominciato ad agitarsi come una folle, rischiando di fare qualcosa di
avventato. Il che voleva dire che sarebbe stato vittima della sua
goffaggine. Non che gli dispiacesse questo lato di lei, anzi lo trovava
decisamente invitante, ma non era ancora il momento di
lasciarsi andare a certi pensieri. Non quando la ragazza aveva deciso
di invitarlo a casa di sua spontanea volontà.
Entrò in casa con passo lento e cadenzato – proprio come quello di una
pantera – lasciando che la povera Orihime crogiolasse nel suo imbarazzo
per un altro po’ di tempo.
Oh, se avesse potuto sarebbe morta in quell’istante! Aveva sperato che
lo vedesse, quel maledetto vischio, ma da una parte desiderava
ardentemente che non lo facesse. Altrimenti il suo povero cuore non
avrebbe retto un secondo di più.
Fu così che passarono la serata che, lentamente, sembrava diventare
sempre più piacevole e la tensione della ragazza si scioglieva, come la
neve in primavera. Grimmjow, malgrado tutto, doveva ammettere che i
manicaretti di Orihime, per quanto strambi, erano buoni. Ed Hime doveva
ammettere che amava profondamente la sua compagnia, anche se si
divertiva a prenderla in giro. Nel mentre, fuori da quella casa la neve
cadeva, facendo diventare tutto splendidamente bianco. Orihime si
avvicinò alla finestra, estasiata, saltando sul posto come fanno i
bambini. Non si accorse degli strani movimenti del ragazzo dietro di
lei, intento a trafficare con un qualcosa di poco definito proprio alle
sue spalle.
“G-Grimmjow-kun – borbottò, ancora lievemente imbarazzata
perché finalmente si era decisa a chiamarlo col suo nome – forza, vieni
a vedere come nevica! È uno spettacolo bellissimo!”
Non fece quasi in tempo a girarsi, Orihime. E non fece nemmeno in tempo
ad accorgersi di quello che stava accadendo, le cose si stavano
verificando troppo in fretta. L’unica cosa che poteva scorgere era il
viso di Grimmjow spaventosamente vicino al suo, mentre la sua bocca
premeva con malagrazia contro la sua. Quando si staccò da lei non seppe
se definire propriamente bacio quella cosa che si
erano scambiati. Però una cosa era certa. A sua bocca era rimasta
attaccata a quella del ragazzo, causandole un mezzo infarto come stava
accadendo un po’ troppo spesso negli ultimi venti minuti.
Intanto Grimmjow se la ghignava, divertito dalla faccia sperduta della
ragazza.
“Ma, ma, ma, ma...”
“Con parole tue, Orihime.”
Oh, un calcione negli stinchi glielo avrebbe tirato volentieri, in quel
preciso istante, ma era talmente nervosa che se ci avesse provato,
avrebbe sbagliato mira. Così si limitò a tenere il broncio, facendo
semplicemente allargare il sorriso strafottente che l’altro le stava
rivolgendo.
“Guarda su.” Si limitò a dire il ragazzo dai capelli azzurri,
continuando a ridere sotto i baffi.
Quando la giovane alzò lo sguardo e vide cosa diamine stesse
tenendo tra le dita Grimmjow, capì, diventando sempre più rossa in
viso. Non ci volle molto perché facesse due più due, immaginando da
dove provenisse quel piccolo rametto di vischio che Jaggerjack teneva
sopra la sua testa.
“Diciamo che è il mio regalo di Natale.”
Non disse niente, Orihime. Non disse niente, limitandosi a sorridere
contenta, le guance rosse rosse e gli occhi scintillanti, ormai
decisamente meno imbarazzata. Poi, tutto d’un tratto, si alzò in punta
di piedi, ricambiando il regalo di un Grimmjow che, nonostante tutto,
si dimostrava romantico, alle volte.
Anche se in una maniera un po’ troppo brusca a suo modesto parere...!
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