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Dopo
una settimana di
degenza Alyson torno’ a casa: ancora le dolevano un
po’ i punti ma niente di
serio, tra un mese sarebbe andata a farseli togliere e nel frattempo
rinuncio’
ad andare al lavoro anche se si sentiva abbastanza in forze per
riprendere la
normale routine, ma sia lo zio che gli altri non avevan voluto sentir
ragioni:
“ e’ meglio che almeno due settimane di riposo te
le fai, cosi ti si cicatrizza
bene” aveva
replicato John alla sua
volonta’ di andare al lavoro due giorni dopo essere stata
dimessa dall’ospedale
e anche la sua principale, Miss Birkin si era detta d’accordo, “e poi”
aveva aggiunto P.E. “
per ora non
abbiamo missioni e possiamo tranquillamente non accettarne per un
po’, non
abbiam problemi di denaro”.
Cosi’
si era rassegnata
alla tranquillita’ domestica e per passar meglio il tempo
oltre a leggere e
guardare la tv aveva cominciato a tenere un diario delle sue giornate;
cosi
facendo si era resa conto che la quotidianita’ da loro
vissuta era ben insolita
ma questo lo aveva intuito sin da quando aveva preso il treno per
raggiungerli.
Tanto per cominciare non avevano una residenza fissa: in media
traslocavano
ogni due settimane, la loro permanenza piu lunga in un posto era stata
di tre mesi, al
momento erano fortunati poiche’
Sberla grazie alla sua faccia tosta e qualche imbroglio aveva trovato
una
villetta non lontana dal centro i cui inquilini si erano recati in
Europa per
sei mesi di lavoro quindi
per ora non
dovevano preoccuparsi di nulla. In
secondo luogo vi era l’ansia costante del dover sfuggire a
Decker e compagnia
bella, Hannibal, Sberla, Murdock e P.e. ormai vi erano abituati e ci
pensavano
solamente quando se li trovavano davanti ma per Alyson i primi due mesi
erano
stati un autentico incubo specialmente la notte: era capitato che
dormissero
nel furgone e lei al primo strombazzare troppo forte di
un’auto spalancava gli
occhi pieni di panico terrorizzata dal
fatto che li avessero trovati e si rannicchiava vicino
all’uno o all’altro come
fosse in cerca di protezione nonostante fosse perfettamente conscia di
comportarsi in maniera infantile era
piu
forte di lei: il terrore che potessero catturarli e ucciderli e spedire
lei in
prigione l’attanagliava: come tutti gli orfani del mondo
anelava per avere una
famiglia, e anche se poco “convenzionali”
loro in un certo senso lo erano, in orfanotrofio non era
stata male ma
avere qualcuno che si preoccupava solo di te era tutt’altra
cosa, comunque
anche di giorno a volte se capitava che andassero insieme da qualche
parte e se
qualcuno per caso la guardava negli occhi temeva che li potesse
denunciare.
In
ogni caso era stata
fortunata anche con il lavoro: la libreria era talmente grande che se
anche
capitava una sua assenza anche di piu settimane durante
gl’incarichi
dell’a-team quasi non se ne accorgevano dato che il personale
era molto (una
trentina d’impiegati su sei piani) e il suo contratto le
permetteva di
presentarsi anche saltuariamente certo, avrebbe potuto benissimo
rimanere a
casa da sola ma mai e poi mai avrebbe pensato di mollarli durante le
missioni,
ovviamente non e’ che senza di lei non sapessero cavarsela ma
era la ragazza ad
essere iperapprensiva nei loro confronti: “ e se vi catturano
e non riuscite ad
avvisarmi?” protestava. “c’e’
sempre il telefono sul furgone e poi
un modo l’abbiam sempre trovato ..”
rispondeva suo zio.
“e
se per un qualsiasi
motivo anche da parte mia non riuscissimo a metterci in contatto? E se vi catturassero senza
che io lo
sappia? E
se…”
proseguiva lei imperterrita finche’ un
giorno Sberla esasperato l’aveva afferrata per le spalle e
costringendola a
guardarlo negli occhi le aveva detto:
“e
se ce lo dicessi senza tanti giri di parole che ci vuoi bene sarebbe
meglio…”
lei dopo averlo guardato quasi con sguardo incredulo si era sciolta
dalla
stretta e se n’era andata in camera sua resistendo alla
tentazione di tornare
indietro e buttargli le braccia al collo: non era che non gli volesse
bene,
anzi. Ma le mancava il coraggio di dirlo apertamente
“e poi da parte loro non e’ che si
sbilancino
molto piu di me…”
pensava.
Il
fatto era che anche
Templeton era cresciuto in orfanotrofio senza i genitori quindi capiva
perfettamente che la sua apprensione non era mancanza di fiducia nelle
loro
capacita’ ma reale preoccupazione: “tu sei stata
piu fortunata di me ragazza
mia: io per riscattarmi ho avuto bisogno dello scoppio di un conflitto,
tu hai
potuto andartene al momento della tua maggiore eta’ e ora che
hai noi stai male
solo al pensiero che qualcosa ci separi per sempre” essendo il piu giovane nel
gruppo prima del
suo arrivo considerava Hannibal come un padre.
Quel
pomeriggio era
rimasta sola in casa con Murdock mentre gli altri erano usciti , ecco
un’altra
cosa insolita: in genere finita la missione lo riportavano subito
all’ospedale
ma questa volta anche e soprattutto perche’ non volevano si
sforzasse troppo
facendosi saltare i punti (ma
ormai era
quasi guarita) decisero che quattro eran meglio di tre se fosse
successo
qualcosa. Stava
leggendo una rivista sul
suo letto quando senti’ dei passi su per le scale e
voltandosi vide l’amico
sulla soglia, “dimmi” fece voltandosi supina lui entro’ e ad
Alyson guardandolo negli
occhi venne da pensare: “oddio.”
Poiche’
aveva percepito una luce strana nel suo sguardo, la luce di chi sta per
combinarla grossa… Murdock senza dirle una parola si sedette
sulle sue gambe, “
come va? Ti fa
male?” le
chiese guardandola negli occhi
“no,
non molto, piu che
altro pizzica se me lo tocco”
rispose
lei stendendo le braccia sopra la testa
“posso…?”
chiese lui sollevandole
leggermente la maglietta per
guardare
meglio quel taglio diventato ormai rosa chiaro e passandoci sopra
lentamente
l’indice, Alyson
ebbe un brivido a quel
tocco ma non era dolore… Murdock le percorse con lo stesso
dito e molto
lentamente tutto lo stomaco terminando con un pizzicotto al fianco che
la fece
sussultare “ ti ho fatto male?”
le
chiese preoccupato. “no” rispose lei sorridendo, e
subito dopo
percepi’ due dita che le premevano sull’ombelico “hahahahahhaahha
no” rise
prendendogli la mano nelle sue, “a
quanto pare abbiamo un punto debole”
disse lui con un sorriso birichino
cominciando a far
scorrere velocemente
le dita dallo stomaco alle ascelle di lei
“nohoo hahahahahaahahahah ma tu sei pazzo ahahahaha NO LI
NO” quasi urlo’ quando le
dita dell’amico cominciarono a pizzicarle le cosce senza
volersi fermare “
hahahaahah
finiscila ti pregoooo”
provo’ a
raddrizzarsi e a bloccarlo con le braccia ma le incessanti risate glielo impedivano, dopo
circa dieci minuti
Murdock smise permettendole di riprendere fiato
“ tu sei fuori di testa” gli
disse lei ansimando leggermente. “si
lo
so” rispose
lui con aria
soddisfatta togliendosi
dalle sue gambe
, “ah
e’ cosi eh?” chiese
Alyson con aria di sfida mentre gli si
lanciava contro facendolo atterrare di schiena sul materasso e
sedendoglisi
sulle gambe come aveva fatto lui poco prima
“a
quanto pare le parti si
sono invertite capitano”
disse lei con
una luce sadica che le brillava negli occhi
“no, no non farlo per favore. Impazzirei
davvero” la
supplico’ lui terrorizzato, la ragazza
ridacchio’ divertita dalla paura mostrata dal suo amico, non
era possibile che…
comincio’ a
pizzicargli freneticamente
le ascelle, i fianchi le costole
e
persino le gambe dalle ginocchia in su, infilandosi anche sotto la
maglietta ma
non era preparata a quello che vide: Murdock comincio’ a
contorcersi e ridere
con quella sua splendida risata contagiosa fino ad urlare “NOOOO
HAAHAHAHHAAHAHAAHAAHAH SOFFRO IL
SOLLETICOOHOHOHOHOH BASTA NON CI RESISTOOOO”
dopo pochi secondi aveva gia le lacrime agli occhi e dato
che non voleva
fargli del male smise, alzandosi e andando verso la sua scrivania. “e poi il pazzo
qui sarei io eh?? Per poco
non mi uccidi: io sono ultrasensibile”
le disse lui mentre riprendeva fiato.
“scusa, non lo sapevo”
disse
Alyson riavvicinandosi al letto, “
non
fa niente, mica l’hai fatto apposta”
rispose Murdock mettendosi a pancia sotto per rilassarsi, a quel punto lei si
sedette sulle sue
caviglie e tiro’ fuori da dietro la schiena la sua spazzola,
e dopo pochi
secondi comincio’ a strofinargliela velocemente sui piedi
nudi.
Fu
come se fosse stato
colpito da un fulmine: comincio’ a sobbalzare ridere e
piangere
contemporaneamente implorandola di smettere, che lo stava torturando in
pratica,
lei smise per poi rituffarsi sui suoi fianchi e sulle sue ascelle
tenendolo a
pancia sotto, dopo un po’ smise lo fece voltare e lo
abbraccio’ stretto, lui
ancora frastornato ricambio’:
“ ti
voglio bene capitano” disse
lei senza
mollarlo “anche
io piccola… ce ne hai
messo di tempo per dirlo” rispose con un sorriso.
“mi
e’ venuta un’idea:
perche’ non facciamo dei biscotti da mangiare dopo
cena?” fece
lei alzandosi. “perche’
no?
Hai la ricetta?”
le chiese lui
facendo altrettanto. “ma
certo, l’ho
letta sul libro di cucina che ho portato a casa l’altro
giorno” disse
la ragazza avviandosi verso la cucina.
Subito
cominciarono a
tirar fuori farina burro uova e tutti gl’ingredienti
necessari: avrebbero fatto
dei biscotti alla crema pasticcera con zenzero
“…aggiungiamo
il lievito e
voila’” disse
Murdock atteggiandosi a
gran chef: i biscotti a forma di stella luna sole e omino erano pronti
sulla
teglia gia oliata “sicuro
di non aver
messo troppo zenzero? Guarda che c’era scritto un
cucchiaino” chiese
lei levandosi il grembiule e
cominciando a pulire il tavolo “
ma no,
son sicuro di averne messo la giusta quantita’” Disse lui
aiutandola. In quel momento
tornarono gli altri “ciao
ragazzi” saluto’
Hannibal, “tutto
bene?”
“ si, abbiamo fatto i biscotti” disse la nipote “spero
piu tu che lui Alyson: io non mi
fido, l’ultima volta che ha provato a cucinare qualcosa era
mezza cruda” aggiunse
P.e. aggressivo, Murdock gli mostro’
la lingua “
suvvia ragazzi non
cominciate, tutti
sbagliano le prime
volte ma oggi c’ero anche io”
disse la
ragazza.
Circa
un’ora dopo cenarono
e alla fine tirarono
fuori dal forno i
famosi biscotti. “beh
l’aspetto pare
ottimo” commento’
Hannibal. Tutti ne
presero uno, Alyson addento’ il suo:
il sapore era un po’ forte ma penso’ che fosse
normale, in fondo lo zenzero e’
una spezia saporita. Con la coda dell’occhio
controllo’ gli altri, avevano
tutti delle facce strane ma in fondo nessuno di loro era abituato al
sapore
piccante, “buoni” commento’ Sberla. “P.e., stavolta
devi ricrederti: anche
Murdock ha fatto un ottimo lavoro”
“lo
faro’ quando l’avro’ assaggiato” grugni’
lui e addento’
il suo biscotto, gli
altri lo videro diventare bordeaux e bere precipitosamente un bicchiere
d’acqua “
che diamine ci hai messo scemo??” chiese
lui arrabbiato. Alyson
e Murdock si
guardarono: a lei sembrava che avessero seguito
la ricetta parola per parola, ma per un’istante
un pensiero le
attraverso’ la mente come un fulmine
“
dopo aver messo lo zenzero in polvere stendere bene la pasta con un
matterello” c’era
scritto sul libro, e lei ricordo’ che
Murdock l’aveva fatto si ma non abbastanza e probabilmente
aveva messo troppo
zenzero… “oh oh”
disse a se’ stessa
vedendo l’amico scappar fuori di casa a razzo gridando che
non l’aveva fatto
apposta con P.E. ad inseguirlo, lei,
Hannibal e Sberla
gli andarono dietro
percorrendo il marciapiede e per un attimo a ciascuno di loro
sembro’ di
leggersi nel pensiero l’uno con l’altro la stessa
cosa: “non
cambieranno mai, ma guai se non fosse
cosi’, non li abbandonerei per nulla al mondo”.
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