M
e l l o ' s D r e a m .
C'è
un ragazzo davanti alla Wammy's House. Dentro sono tutti dannatamente
eccitati.
«
Mello!
Mello!
-mi dicono- sta
arrivando! E' lui!
»
Guardavo
la scena con grande ribrezzo: una ventina di bambini dai 6 ai 10 anni,
con un cervello da ventenni, eccitati come ragazzine davanti alla
propria star preferita.
"Sono
tutti perdenti"
pensai.
Poco
dopo silenzio.
Un
uomo enorme ma nero. Cappotto lungo fino ai piedi ma nero. Cappello
nero. I pantaloni, eleganti, lasciavano pensare a un completo...ah si,
nero anche quello. Scarpe di pelle, nere.
Insomma.
Se fossimo stati bambini normali, saremmo scappati in preda al panico:
invece restammo lì ad attendere il Ragazzo.
L'uomo
nero si tolse il cappotto: un volto semplice e caldo. Watari.
Lui
ci aveva trovati e portati alla Wammy's.
Ma
eccolo! E' arrivato.
Un
ragazzo alto, scarpe da ginnastica, jeans, maglia a maniche lunghe
bianca. Il suo volto, da quando i miei ricordi hanno avuto inizio,
è sempre stato uguale: capelli neri e gli occhi circondati
da spesse occhiaie. Io e Matt a volte lo chiamavamo "Panda" da quanto
quelle occhiaie fossero evidenti.
Lui
ci salutò con un sorriso da bambino, eppure aveva quasi 19
anni. Tutti quei ragazzini gli andarono incontro:
«Elle!
Elle! Che bello rivederti!»
Quattro
ragazzi, compreso me, restarono fermi ai loro posti: io, appoggiato a
una colonna dell'ingresso; Matt, seduto ai miei piedi; Near, seduto sul
tappeto a fare il suo puzzle e Byond, infondo alla stanza. B era un
ragazzo che io stimavo, inquanto voleva abbandonare la Wammy's, ma in
fondo lui poteva quando voleva, aveva l'età del nostro idolo.
Elle
ci scrutò uno a uno. Poi si avvicinò a Near e gli
regalò un pupazzetto; si avvicinò a Matt e gli
regalò un videogioco; guardò me e mi porse della
cioccolata; poi disse sottovoce:
«Ragazzi
andiamo di là, vi devo parlare.»
Beyond
ci guardò storto mentre ci allontanammo con Elle nella
stanza di quest'ultimo.
«M ti
chiedo di chiudere la porta -e
così feci - Matt,
Mello, Near. Voi siete i tre ragazzi più dotati, ma...»
Tutti
e quattro ci eravamo messi comodi. Elle si era appollaiato sulla sua
poltrona. Near era a terra e ascoltava Elle giocherellando con i propri
capelli. Matt seduto su una sedia. Io, bè... Mi misi comodo
sul divano, allargando le gambe e le braccia. Quella stanza sembrava
fatta apposta per noi. Subito Elle smorzò i miei pensieri.
«
Oggi
vi dirò cosa davvero penso di voi. -la tensione
aumentò, la sentì sullo stomaco ma non fui
l'unico: Matt e Near erano tesi almeno quanto me- Matt, tu
sei un ragazzo sveglio. Sei furbo e ti fidi chiecamente di Mello: di
sicuro lo aiuterai un giorno, ma non arriverai a essere il mio
sostituto. Mi spiace.
»
Matt
si alzò. Vidi il furore nei suoi occhi, poi mi
guardò e tutta la rabbia somparve.
«
Ci
vediamo dopo Mello!-
mi disse sottovoce- Elle
immagino di dover abbandonare la stanza. » un
sorriso sul volto di Matt, uno di quei sorrisi tristi.
Si
avviò verso la porta, la attrversò e la richiuse
alle sue spalle.
Sentii
il mio stomaco entrare in agitazione, forse sarei stato per l'ennesima
volta il secondo arrivato, oppure...i miei sforzi potevano essere
ripagati. Potevo divenire io il sostituto di Elle!
Poi
guardai N. Oh! Diamine! Quanto lo odiavo! Se ne stava lì a
fare i suoi puzzle. Anche nei momenti meno opportuni. Come adesso! La
voce di Elle smorzò nuovamente i miei pensieri e mi fece
tornare l'ansia.
«
Mi spiace tanto per Matt.
-disse guardandomi- Ma
lui non arriverà mai ai vostri livelli. »
Quello
che diceva mi rendeva felice ma allo stesso tempo, pensando a Matt, mi
rendeva triste. « E'
giusto così. Chi non arriva primo, non vince -dissi- ma Elle, non ci tenere
sulle spine. Chi è il tuo successore? »
Lui
mi guardò. Poi fissò un po' Near.
Entrò
improvvisamente qualcuno "...Watari"
mi dissi. Quando mi girai per vedere se fosse davvero lui, me lo
ritrovai vicinissimo. Mi diede una pacca sulla spalla, quasi
distruggendomela. Mi sorrise e mi porse l'ennesima tavoletta di
cioccolata:
«
Grazie
Watari... Non mi ricordavo la tua grande forza! »
Lui
mi guardò e mi sorrise. Si avvicinò a Near e gli
porse un puzzle tutto bianco con una L disegnata nell'angolo in alto a
sinistra. N lo prese, fece cadere i pezzi e iniziò a
effettuare il suo gioco preferito.
Watari
in fine si avvicinò a Elle e gli porse un caffè,
una scatoletta con scritto "SUGAR" su un lato e riscomparve dietro la
porta in cui era entrato.
In
quel momento ci furono solo rumori: Elle stava zuccherando il suo
caffè con molteplici zollette, N continuava a fare il suo
puzzle e io? Bè stavo semplicemente fissando l'ultima
tavoletta che mi era stata donata. La carta richiamava le
tonalità del puzzle di Near, infatti era bianca e su ogni
angolo c'era la L che aveva reso famoso Elle.
Non
volevo rovinarla così sfaciai una delle mie e inizia a
mangiarla staccandola direttamente con i denti.
«
Bene.
Mello, Near. Vi ricordo che dovete raggiungere il 100%. Voi,
però, ... -ero
semplicemente immobile, quel momento significava tutto per me- siete a
più o meno a pari merito. Spero di chiarirmi le idee su di voi molto presto...
»
Ecco
come il mondo mi cadde addosso. Io dovevo essere il primo. PRIMO!
Perchè se non si arriva primi non si vince. Mi stavo
agitando! Una voglia di uccidere tutti.
Fu
allora che mi svegliai.
«
Un...sogno...?
No. Un ricordo. »
Appoggiai
la mano destra sulla cicatrice del mio volto. Faceva ancora male. Mi
riappoggiai al cuscino e capì che dovevo chiamare Matt.
Avevo un piano in mente. E avrei aiutato Near. Io non avrei mai
raggiunto i livelli di Elle, da solo. Ma io e Near, insieme si.
Kira
sarebbe morto, da lì a poco. Anche per merito mio.
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