fanficNon
chiedetemi come mi sia uscita questa Fanfiction, non saprei come
rispondervi. La canzone è di Luciano Ligabue dal suo album
"Arrivederci, Mostro" e si intitola "Quando mi vieni a prendere". Essa
in realtà parla di una tragedia avvenuta vicino a Bruxelles, dove un
ragazzo di venti anni è entrato in un asilo con un coltello in mano
uccidendo la maestra, due bambini e ferendone dodici. Buona lettura. _______________________________________________________ Mia madre che ha insistito che facessi colazione e sa che la mattina il mio stomaco si chiude ho finto di esser stanco, ho finto di star male lei non ci casca più e io non schivo più l’asilo Ho sempre pensato che mia madre non fosse cattiva, come tutti dicevano. Ho sempre pensato che si vestisse di nero perché papà non è più con noi, perché è scappato da noi. E
anche questa mattina mamma mi da’ la tazza di latte, odio il latte.
Oggi nella tazza galleggiano dei puntini neri. “Che schifo! Non la
voglio mangiare” “Mangia, Chrona, o mi arrabbio” dice mamma con voce
calma mentre gesticola con le mani. Oh, no. Non deve gesticolare, fa’
paura quando lo fa’. “Mamma, mi fa tanto male la pancia. Non voglio
andare a scuola” dico con una voce fievole, abbastanza credibile. “Bevi
e andiamo a scuola, oggi la mamma deve andare veloce” dice mettendosi
la sua tunica nera sopra la divisa da dottoressa. Bleah penso mentre
ingoio senza voglia quella cosa liquida. Usciamo di casa, se quella si
può chiamare così.
in macchina si è messa a cantarmi una canzone è sempre molto bella anche se oggi non mi tiene il latte viene su e mi comincio a preoccupare che in mezzo a tutti gli altri mi vergogno a vomitare
Mamma
mi aiuta a salire in macchina, visto che con le mie soffici manine non
riesco a salire sul sedile anteriore. Mi siede e metto le manine sulle
ginocchia mentre mamma mi allaccia la cintura. Si siede dove c’è il
volante. “Brum brum” inizio ad imitare la macchina “Mamma, mi fai
guidare?” “No, Chrona, sei piccolo” Ci rimango male e le faccio un
broncio. Lei si mette a ridere e inizia a cantare una canzone. E’
quella che mi canta tutte le mattine, ma oggi non mi piace. Non ho
voglia di andare a scuola.
Quando mi vieni a prendere? Quando finisce scuola? Quando torniamo ancora insieme a casa? Quando mi vieni a prendere? Dammi la tua parola Quando giochiamo insieme a qualche cosa?
“Mamma,
non voglio andare a scuola” “Chrona ci devi andare, devi imparare tante
cose ancora” “E se imparo tante cose tu mi vieni a prendere e poi
giochiamo insieme?” “Sì, certo piccolino mio” dice lei mettendomi una
mano sulla testa e scompigliandomi I capelli. “Giurin giurello?” dico
porgendo il mignolo. “Giurin giurello” risponde lei stringendomi il suo
mignolo con il mio.
E la maestra oggi sembra molto più nervosa non so se è colpa nostra o se sente chissà cosa un paio di noialtri le fanno sempre fare il pieno e io vorrei soltanto che non mi stessero vicino
Siamo
arrivati, finalmente. Mamma mi fa’ scendere dalla macchina e mi
accompagna fino alla porta dell’asilo. “Ciao mamma” dico sventolando la
manina. “Ciao, Chrona” dice lei facendo lo stesso tornando alla
macchina. Entro e la maestra mi saluta e mi porta nell’aula dei giochi.
Ci sono tanti pupazzi: cowboy, orsetti, macchinine. Che carina quella
macchinina rossa. La sto per prendere, ma un bambino arriva prima di
me. “La volevo prendere io” protesto. “Sono arrivato prima io” “Ma io
la volevo” “Pure io” iniziamo a litigare, per quella macchinina. La
maestra si innervosisce e la toglie di mano al bambino. “Adesso basta,
non dovete litigare”. Mi arrabbio.
e poi è stato come quando tolgono la luce la maestra urlava come con un’altra voce. Se non stiamo buoni arriva forse l’uomo nero io prima ho vomitato e lui adesso è qui davvero
Non
mi sto realmente arrabbiando, ma mi da’ fastidio, tanto fastidio.
Improvvisamente diventa tutto nero. Chiudo gli occhi. Ho male alla
pancia e vomito sul pavimento. Sento un urlo. “CJEHDSUEDICSADKOI”. La
maestra non urla così. Apro gli occhi e vedo qualcosa di nero sulla mia
testa, un essere che urla. Improvvisamente si trasforma in spada.
“L’uomo nero!” Urlano I miei compagni di classe. Mi ritrovo quella
spada in mano, è tutta nera. Non la voglio usare, odio le spade. Non
voglio fare nulla ai miei amici.
Quando mi vieni a prendere? Quando finisce scuola? Quando torniamo ancora insieme a casa? Quando mi vieni a prendere? Dammi la tua parola vieni un po' prima fammi una sorpresa
Ti
prego mamma, vieni a prendere. Non voglio più stare a scuola. Tutto
questo nero non mi piace, voglio tornare a casa ti prego. Ho imparato
poche cose oggi, ma ti prego giochiamo ancora una volta insieme. Non mi
lasciare, mamma.
e l'uomo nero forse è qui perchè ci vuol mangiare non vedo la forchetta ma il coltello può bastare ti chiedo scusa mamma se ti ho fatta un po' arrabbiare ma fai fermare tutto che ho capito la lezione
Perché
qui c’è l’uomo nero? Ci vuole mangiare? Forse è per questo che è una
spada, ci vuole tagliare. Scusami, uomo nero se non sono stato buono.
Scusa mamma, se ti ho fatta arrabbiare. Ma io volevo solo la
macchinina, non volevo succedesse questo. La spada si muove da sola
nelle mie mani e colpisce alcuni miei compagni. “Fermati!” Urlo. Ma
quella non mi ascolta, continua ad urlare qualcosa che non capisco, che
mi stona le orecchie, e mi trascina. “Fermati, fermati, fermati”. E
finalmente si ferma.
e tu e papà che litigate spesso sul futuro e io che sempre chiedo "ma il futuro che vuol dire?" e l'uomo nero gioca e questo gioco quanto dura ma forse dopo questo gioco avrò meno paura
La
spada si ferma e mi cade dalle mani. Diventa un qualcosa, un animale? E
mi sale in testa. Urlo di disperazione. I pensieri mi affliggono.
Mamma, papà dove siete ora? Mi avete abbandonato? Era questo il
“futuro” di cui parlavate spesso? Guidare una spada cattiva senza
volerlo? Ecco perché papà ci ha abbandonati. Dovrei scappare pure io?
“Fermati!” dico all’essere della spada che mi da’ pugni sulla testa.
Ride. “Come sei scemo” continua a ridere. Inizio a piangere mentre il
nero più totale mi avvolge. Cosa devo fare? Cosa devo fare? Mi chiedo.
Sono piccolo, devo ancora imparare tante cose. Cosa devo fare?
Quando mi vieni a prendere? Quando finisce scuola? Quando torniamo ancora insieme a casa? Quando mi vieni a prendere? Dammi la tua parola ti devo chiedere un'altra volta scusa?
Mamma
ti prego, sottraimi a questo inferno. Voglio vederti, voglio giocare
con te. Non voglio portare una spada per un motivo che non so’, non
voglio usarla. L’uomo nero mi verrà a prendere se non sarai con me, mi
porterà via e io non potrò imparare le cose che ho promesso. Sono
piccolo, devo imparare.
e la maestra adesso è sdraiata, sta dormendo i miei amici urlano, qualcuno sta ridendo ci sono le sirene e sono sempre più vicine che giochi enormi che sa organizzare l’uomo nero i miei amici ora stanno solamente urlando e tutti quanti insieme è proprio me che stan guardando ma non ho scelto io di stare qui con l'uomo nero appena lui mi lascia è con voi che voglio stare
Nessuno
si muove più, sono tutti Fermi e urlano. La maestra invece non urla, è
ferma. Forse dorme. L’uomo nero ride mentre mi da’ I pugni e delle
sirene si avvicinano? L’ambulanza? “Maestri d’armi all’opera” arriva
una ragazzina della mia età accompagnata da altri ragazzini sempre
della mia età. Mi squadrano mentre vedono quello che ho in testa. Mi
siedo a terra spaventato. Tutti mi fissano come un mostro. Io non
voglio stare con l’uomo nero. Lui mi ha mangiato, vive dentro di me, ma
io non voglio vivere con lui. Voglio stare con voi, con voi soltanto.
Perché devo stare con l’uomo nero?
Quando mi vieni a prendere? Quando finisce scuola? Quando torniamo ancora insieme a casa? Quando mi vieni a prendere? Dammi la tua parola Vieni un po’ prima fammi una sorpresa
Mamma, allora mi vieni a prendere?
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