A
PEACEFUL HELL
Ti
ricordi cosa ti diceva mamma, Asteria? Di camminare fiera, sempre e
comunque.
Non
ti viene bene però, non è così?
Cerchi
di non inciampare sui tuoi piedi, ma non vuoi dare a vedere che sei
in bilico.
Cadrai
sia a destra che a sinistra e qualunque cosa tu voglia non
andrà
ad influire sul tuo futuro; devi solo accettarlo e basta.
Ti
pettini i lunghi capelli aurei ma non li vuoi guardare, sono talmente
banali e monotoni che vorresti strappartene uno dopo l'altro. Ma non
puoi.
Non
hai bisogno di trucco perciò ti sciacqui leggermente il
viso,
ma non dai bado nemmeno a quello. E' così espressivo il tuo
volto da poter leggere persino l'ondata di tristezza che sta per
arrivare; vorresti così tanto cancellare ogni traccia
riconoscibile in te. Ma non puoi. Ma ti devi rassegnare
perchè
è un giorno come gli altri e, mentre attraversi la sala
comune
di serpeverde, cerchi lui; lo fai quasi per abitudine, come se i suoi
occhi grigi fossero un porto sicuro. Ma non lo sono. Non trovandolo
tra la fila di giovani in quella stanza, ti lasci tutto alle spalle e
richiudi la porta.
Quello
che vedi però è talmente spento da farti venire
voglia
di prendere un pennello e dipingere qualunque cosa: colorando le
facce degli studenti che sembrano cadaveri, colorando anche i muri
che per anni hanno custodito tante storie ... e colorare perfino la
tua anima, che si è consumata inesorabilmente.
Non
c'è molta gente per i corridoi per cui arrivi senza problemi
nella Sala Grande; non alzi la testa per controllare se c'è
lui, ti limiti solamente ad adocchiare un posto all'angolo.
Il
tavolo dei Serpeverde è sempre stato uno dei tavoli
più
silenziosi, ma durante l'anno i ruoli si sono invertiti, infatti, i
Grifondoro sono afflitti dalla perdita del loro beniamino Harry
Potter e i Serpeverde si lasciamo andare ad un piacevole
chiacchiericcio.
Ma
non è il tuo caso, vero Asteria? Tu mangi sempre in
religioso
silenzio, sapendo che sei controllata a vista, marcata a fuoco da un
cognome importante come lo è il tuo.
Odi
i nomi, i cognomi, le case, le famiglie, gli accordi ... a volte
vorresti perfino essere nata babbana.
Ma
con lui è diverso, non è così? E' un
piacevole
oblio quello che vivi , ti senti desiderata ed estremamente
soggiogata.
E
cosa accadrebbe se lui si stancasse di te come ha fatto con tutte le
altre? Piangeresti Asteria? Sì, proprio come adesso.
Allontani
il cibo perchè al solo pensiero morirebbe una parte di te,
la
parte che hai donato a lui senza nemmeno accorgertene.
Respiri
a fatica, sei ansiosa di vederlo? Ma ormai hai capito il suo gioco,
ti terrà sulle spine finchè potrà e
poi a lui si
presenteranno due strade: la prima, quella dell'amore, la seconda
quella dell'inganno.
Le
gambe ti tremano talmente tanto da farti alzare e scappare via,
lasciando i tuoi libri proprio accanto al piatto lasciato intatto.
Corri a perdifiato fino ad arrivare al bagno delle ragazze;
lì
non è cambiato proprio niente, ma sei cambiata tu.
Ti
ricordi ancora quelle notti insonni durante le quali scappavi e ti
dirigevi proprio lì, ed alla luce della bacchetta leggevi
libri Babbani che trovavi estremamente stupidi?
Volevi
assomigliare un po' ad Hermione Granger e a quella sua fiera
intelligenza per cui avevi deciso di munirti di libri strappalacrime
e avevi trovato un posto sicuro.
A
lui non l'hai detto però che ti piacevano immensamente,
vero?
Gli hai detto solo che li trovavi rivoltanti poiché Babbani,
ma mai belli .. mai.
Ora
hai ripreso fiato ma non sei più lì per leggere
di
nascosto, sei lì per piangere per una situazione che nemmeno
tu capisci. Perchè lui è l'antagonista di Romeo e
tu
sei una mancata Giulietta, perchè sei una Greengrass e devi
continuare la tradizione con un purosangue, e perchè te ne
sei
innamorata diamine.
''Diamine!''
lui lo dice spesso, lo sai che
lo fa per sfogare la rabbia e per enfatizzare il concetto; pian piano
gli stai assomigliando, perchè proprio come nei libri
babbani
la protagonista femminile è talmente schiacciata dalla
figura
maschile da vederla come un dio, un dio in terra. Un dio dai capelli
biondo cenere e gli occhi grigi.
Ti
sei ripresa ormai, il pensiero di lui con i suoi mille difetti ti
addolcisce e ti fa dimenticare gli ostacoli insormontabili fra di
voi.
E'
ora di tornare nella Sala Grande e riprendere i tuoi libri,
è
ora di andare.
Quando
varchi la soglia e raggiungi il tuo posto però non vedi
più
nulla, i tuoi libri sono spariti velocemente come tu scappi da te
stessa e dalla realtà.
''
Ehi, hai visto i miei libri? Li avevo lasciati qui''
chiedi ad una del primo anno che siede proprio affianco a te. La
piccola scuote la testa impacciata per poi tornare concentrata sul
suo pasto.
Pensi
la parola che lui usa tanto spesso e con passo nervoso ti affretti
nell'uscire dall'enorme sala; ti guardi intorno ma non c'è
veramente nessuno, la solitudine si respira così tanto che
ha
assunto perfino un odore acre.
Decidi
in breve di ritornare in camera, pensando forse che è stata
la
tua testa ad aver immaginato di lasciare lì i libri; eppure
non ci credi nemmeno tu.
Corri
in fretta in camera ma non li trovi, anzi, riconosci tutto come
l'avevi lasciato un'ora prima: letto accuratamente rifatto, sveglia
magica puntata già per il giorno dopo, le penne della tua
famiglia tutte in pila con una scintillante G verde che evidenzia la
loro particolarità. Tutto in ordine, ma allora dove sono
finiti i tuoi libri?
Un
tarlo avanza nella tua testa bisbigliando un nome ed un cognome a cui
pensi costantemente, ma non credi sia stato lui poiché non
l'hai visto per tutta la mattinata.
Non
sei preoccupata di dove sia, forse solo di chi sia in sua compagnia.
Ti
lasci cadere sul letto morbido e caldo come l'avevi lasciato, al
contrario di quello di casa tua: duro e molto scomodo; pensi un po' a
come gli anni siano passati in fretta ed a quanto tu non volessi che
andasse così. Vorresti averlo conosciuto il primo anno non
di
fama, ma di persona; vorresti che tua sorella non ti avesse spinto
fra le sue braccia tanto da farti imparare solo il suo nome fra tutti
gli allievi di Hogwarts.
''
Solo il suo ti è necessario Asteria, entrare nelle sue
grazie
ti aprirà le porte del paradiso''
Se
solo gli incontri con tua sorella non fossero così saltuari
e
brevi le diresti che piuttosto del paradiso, è un tiepido
inferno quello in cui ti trovi.
Anche
se sei sempre sfuggita alle sue attenzioni per disprezzo per la
persona orribile che è
era e per i suoi
modi autorevoli ed a
volte rudi, ora ti ritrovi a necessitare di lui per respirare
correttamente, per ritrovare la voglia di mangiare e per riuscire a
ritrovare il sorriso. Lui rappresenta tutto questo e il passato e la
fatica che avete fatto in sordina, ma per te è valsa la pena.
Ti
alzi più leggera dal letto, come se questi pensieri positivi
fossero una mongolfiera carica di speranza, e ti dirigi verso la
porta ignara di quello che ti aspetta.
Infatti
inciampi nei tuoi libri che sono proprio davanti alla soglia e non
trovi solamente quelli, ma anche una rosa rossa sopra di essi.
L'ultima
novità che noti è la presenza di un bigliettino
verde
ed argento, con scritto a chiare lettere:
''Anche
se non mi vedi, io ti osservo costantemente.''
Ma
di questo Asteria, non avevi dubbi, no?
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