Dear Heart, Why Him? di Something Rotten (/viewuser.php?uid=120962)
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San Valentino ù_ù
Personalmente odio questo giorno, ho un ragazzo ma credo che per
esprimere quello che si prova non serva per forza un giorno all'anno,
diavolo!
Tralasciando questo ù.ù
Saranno un paio di flash sulle mi coppie preferite.
ù-ù
Forse saranno tutte estremamente fluff, altre un po di meno,
ù.ù
Darò il peggio di me, lo giuro.
Dear
Heart, why him?
1)
Frerard.
«And
I, and I need your soul because your always soulful
And I and I need your heart, because your always in the right places
Gerard
odiava San Valentino, odiava con tutto il cuore quella festa.
La odiava fin da piccolo, quando, con il padre ed il fratellino, se ne
andava per i negozi a cercare il regalo perfetto per la madre.
Aveva buon gusto in fatto di regali, ma era così
dannatamente improntato sulla ricerca del regalo perfetto da
dimenticarsi, pure, di mangiare.
Perché se Gerard Way faceva qualcosa, la doveva fare in
grande stile, sennò era inutile.
Ed era per questo che, quel tredici Febbraio, aveva spento tutti i
telefoni, compreso quello di casa, per finire di "confezionare" il
regalo per il suo ragazzo.
Aveva messo dell'ottima musica rilassante, per aiutarlo nella
creazione, aveva perfino preparato la macchina del caffè da
dodici tazze, quella delle grandi occasioni, ed infine aveva comprato
anche una carta da lettere buona, quella raffinata.
Non gli importava che il colore fosse così dannatamente da
checca, rosa schocking per la precisione, e che la carta profumasse di
fragola da far schifo.
Era colpa del suo ragazzo se era diventato così sentimentale
e, soprattutto, così poco mascolino.
Si era posizionato in cucina, dove c'era abbastanza luce e soprattutto
un po d'ordine.
Aveva preso un vecchio disegno che raffigurava il volto del ragazzo, lo
aveva perfezionato apportando un paio di modifiche necessarie
e poi lo aveva piegato con cura e con attenzione,
una volta che tutto il colore si era asciugato, evitando
così delle sbavature antiestetiche.
Poi aveva preso la carta rosa e profumata, cercando di scrivere tutto
quello che sentiva in quel momento nel migliore dei modi, evitando
anche ripetizioni e cose varie.
Sembrava una tredicenne alle prese con un compito in classe sull'amore!
Dopo qualche ora, con sua grande sorpresa, aveva finito tutto.
Non gli restava che comprare qualcosa di abbastanza carino!
Pensava che se si fosse presentato al suo ragazzo con una lettera ed un
suo ritratto, l'altro lo avrebbe preso decisamente a testate, dandogli
, per giunta, del tirchio.
Era tornato a casa verso le nove della sera, stanco e spossato.
Dopo tanti giri in compagnia del fratello aveva trovato il regalo
perfetto da poter allegare a tutto il resto.
Si sentiva soddisfatto del regalo e soprattutto del suo estro
artistico, non si sentiva così pieno di sé da
tempo, più o meno da quando aveva rivelato i suoi sentimenti
all'altro.
Certo non era stato uno dei momenti più romantici della sua
vita, visto che era parzialmente alterato dall'alcol e dalla vicinanza
del ragazzo.
Ma aveva detto una delle cose più romantiche che gli fosse
mai balenata nella mente, anche se l'aveva copiata da David Bowie.
"Senza di te io sarei il nulla" gli aveva detto, mentre l'altro gli
preparava un caffè per riprendersi dalla sbornia.
"Lo so, non c'è bisogno che me lo dici".
"No, non hai capito. Io ti amo e non sarei niente per davvero."
L'altro era rimasto, immobile, osservando il caffè venire su
nella macchinetta, come se fosse congelato.
L'osservava, mentre sorrideva come un cretino.
Si ricordava benissimo, l'espressione che aveva sul viso quando si era
girato per guardarlo.
Aveva un sorriso enorme, ai limiti tra l'incredulo ed il felice.
Poi si erano baciati, senza dirsi nient'altro.
Solo qualche bacio, prima di addormentarsi sul letto.
Non era stato un granché come poeta, ma ne era lo stesso
orgoglioso.
E, anche se era passato poco più di un anno, sentiva ancora
il calore pervadergli il petto quando ripensava a quel giorno.
E nel ricordo si era addormentato sul divano, ancora vestito e
soprattutto ancora con il regalo tra le mani.
Il giorno dopo, con un gran mal di schiena dovuto alla posizione
scomoda, si era diretto verso la casa del ragazzo.
"Gee!" il piccoletto gli era saltato in braccio, rendendo ancora
più forte il mal di schiena.
"Ouch" aveva detto, mentre l'altro si scusava per avergli
fatto male "Non è colpa tua, sono io che dormo in piedi come
i cavalli."
"Non hai più l'età vecchio!"
"Ti odio...ah, Buon San Valentino Frankie.." aveva esclamato baciando
il più piccolo.
"è San Valentino?" aveva chiesto l'altro, non appena era
finito il loro bacio.
"Non ci provare piccoletto, entriamo?"
"Oh, si certo."
Frank aveva fatto accomodare il più grande nel salotto,
prima di sparire nello stanzino, per poi ricomparire con un enorme
busta bianca.
"Posso fare prima io?" aveva chiesto titubante Gerard.
"Certo, adoro ricevere regali."
Frank aveva preso la busta dalle mani di Gerard, aprendola come se
fosse un ragazzino nel giorno di Natale.
Apriva la busta sorridente, muovendo lo sguardo dal contenuto a Gerard,
sorridendo ancora di più.
Aveva aperto la prima bustina, dove c'era il disegno.
L'aveva guardato per interminabili secondi, come se ci fosse solo
quello nella busta.
Aveva ancora i capelli verdi su quel disegno, ciò
significava che era molto tempo prima.
"Gee è stupendo.." aveva biascicato "Ma di quanti anni fa
è?"
"Tanti, mio piccolo nano."
"Devo trovare una cornice.. lo voglio in salotto questo qui!" aveva
commentato nel pieno dell'entusiasmo.
"Prima apri il resto."
Con la stessa espressione da bambino dipinta sul volto, aveva aperto la
seconda bustina.
"Dio!" aveva esclamato, reprimendo la voglia di ridere per la carta.
"Lo so è da checca, ma non ho trovato di meglio."
"No, Gee... va benissimo così."
"Non leggerla ad alta voce, mi imbarazzo."
"Ok, ok, la leggo a mente, sempre se riesco a decifrare la tua
scrittura. Nel disegno sei perfetto, peccato per la scrittura.. Mon
amour."
Aveva letto la lettera, soffermandosi in particolare su di una frase.
Alla fine non aveva retto, doveva leggerla ad alta voce, per capire se
era riuscito a decifrarla correttamente.
"Ed io ho bisogno di te ,Frank. Ne ho bisogno perché hai
così tante emozioni nell'anima da rendermi meno apatico. Ho
bisogno di te perché sai sempre quello che fare e
perché tu ed i ltuo cuore siete sempre nel momento giusto al
posto giusto. E forse non capirai il senso di queste mie parole,
perché cazzo, sono sempre così scontate e rubate
da altri cantanti... ma io ti amo."
"Ti ho detto di non leggerla ad alta voce!"
"Non ho saputo resistere, mi dispiace.."
"Ti odio."
"Hai appena sostenuto il contrario e cavolo, è la seconda
volta che me lo dici."
"Ti amo, ti amo, ti amo per altre dodici volte, ognuna per ogni mese
che abbiamo passato insieme."
"Sono più di trentasei, i mesi che abbiamo passato
insieme."
"Lo so, ma ne ho perso il conto! E devi ancora aprire l'altro regalo..."
Frank aveva preso tra le mani il piccolo pacchetto, scuotendolo per
cercare di capire quello che c'era all'interno.
Ma non riuscendo a sentire nessun rumore, lo aveva aperto.
La sua espressione era impagabile, Gerard si rammaricava del fatto che
non avesse portato alcuna macchinetta fotografica per immortalarlo.
"Oh, Cristo."
"Ti piacciono?"
"Cristo..."
"Sai cosa sono, vero?"
"Si.."
Frank era diventato rosso come un pomodoro, tirando fuori dalla scatola
quel paio di manette leopardate.
"Se vuoi possiamo usarle subito.." aveva commentato Frank, scivolando
dall'imbarazzo per atterrare sull'erotico.
Gerard non se l'era fatto ripetere due volte, avvicinandosi al
più piccolo.
"Gerard Way, te l'ho mai detto che ti amo?" aveva chiesto Frank, mentre
il più grande si posizionava sopra di lui.
"No, ma potresti cominciare a farlo.."
Giudicate voi o.o
Naturalmente ci sarà anche la versione di Frank
ù.ù
Alla prossima e ringrazio in anticipo tutti quelli che son arrivati
fino a qui senza vomitare anche l'anima.
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