Daughter's
Letter
“
Jasmine!
Apri subito questa porta! “
La
voce di Frank
tuonava piena dell'autorità di padre che cercava di far
valere in
quel momento. Sua figlia era tornata a casa in lacrime ed era corsa
subito in camera, chiudendola a chiave. Ignorava completamente il
motivo di un tale comportamento, non sapeva nemmeno dove fosse stata.
Inizialmente
la sentì
singhiozzare, ma da qualche minuto ormai da dietro quella porta non
proveniva alcun rumore e ciò lo preoccupava.
“
Non
so cosa sia successo ma possiamo parlarne. Restare chiusa li dentro
non serve a niente, per favore apri... “
Nulla.
Ancora nessun
rumore e nessuna risposta. Il padre allora decise di abbattere la
porta, qualcosa gli diceva che non c'era tempo da perdere.
Iniziò a
colpirla con delle spallate, il legnò scricchiolò
ma non cedette.
Aumentò la rincorsa e la violenza dell'impatto, la spalla
gli faceva
male ma non mollava. All'improvviso, con uno schiocco, la serratura
si ruppe e il padre poté finalmente incontrare la figlia.
Ciò
che vide andava
ben oltre i suoi presentimenti.
Il
corpo di Jasmine
era riverso a terra, i capelli corvini erano immersi nel sangue
fuoriuscito dal taglio che si era procurata al polso sinistro. Gli
occhi azzurri erano socchiusi e delle lacrime le solcavano il volto
pallido. Sembrava non respirare.
Frank
quasi collassò,
le gambe gli cedettero e rimase inginocchiato e sconvolto a fissare
quell'orribile scena. A tentoni avanzò verso di lei,
allungando una
mano. Voleva accarezzarla almeno un'ultima volta. Toccò
dolcemente
la guancia, non ce la faceva, non voleva crederci. La sua bambina...
Morta?
Le
sfiorò il collo e
sobbalzò quando gli parve di sentire un battito. Possibile
che se lo
fosse solo immaginato? Pose due dita all'altezza della vena e
riuscì
a sentire una pulsazione, seppur debole. Immediatamente si tolse la
cintura e la strinse attorno al braccio della ragazza, in modo da
arginare l'emorragia. Poteva ancora salvarla, era solo svenuta a
causa del sangue perso. Telefonò all'ospedale pregando loro
di
venire il prima possibile.
Fortunatamente
i
paramedici arrivarono in breve tempo, caricarono Jasmine su
un'autoambulanza e la portarono in ospedale. Dissero al padre che
aveva perso molto sangue ma non era in pericolo di vita, soprattutto
grazie alla sua tempestività. Inoltre gli consegnarono un
foglio
accartocciato che la figlia teneva nella mano destra. Era macchiato
di sangue e in molti punti erano presenti sbavature nell'inchiostro a
causa delle lacrime ma era comunque leggibile. Detto ciò se
ne
andarono, lasciando indietro il padre che disse di voler avvertire
anche il resto della famiglia e dare un'occhiata a ciò che
la
ragazza aveva lasciato scritto.
Telefonò a sua
moglie, ma purtroppo a causa del suo lavoro come hostess non sarebbe
potuta arrivare che prima di qualche ora. Frank decise di aspettarla
per andare insieme a trovare la figlia, nel frattempo avrebbe letto
quel foglio che sembrava scritto pochi minuti prima dell'insano gesto
della ragazza. Si sedette sul divano e iniziò a leggere. Era
una
lettera in cui venivano spiegate le ragioni per cui Jasmine era
arrivata a tagliarsi il polso.
“
Caro
papà,
molto
probabilmente quando leggerai queste parole io non ci sarò
più.
Immagino ti stia chiedendo il motivo di tutto ciò... La cosa
che
probabilmente ti farà più male sarà
scoprire qui, tra queste
fredde e nere lettere, le verità che ti ho sempre celato. Se
l'ho
fatto non è stato per cattiveria o per poca fiducia nei
vostri
confronti, io semplicemente non volevo parlarne in giro... Troppe
domande, troppe battute, troppo tutto. Io volevo una storia semplice
e chiusa. Io e il mio ormai ex fidanzato. Nessun altro...
Posso
immaginare il tuo sconcerto al momento, mi spiace terribilmente che
tu debba venire a sapere della mia situazione amorosa solamente ora.
Spero ti farà piacere sapere che era un bravo ragazzo, mi
innamorai
di lui proprio per la sua gentilezza e il suo buon animo, mi
ricordavi tu papà. In breve tempo quella che sembrava una
semplice
infatuazione diventò una vera e propria passione: io lo
amavo con
tutta me stessa, facevo di tutto nel tentativo di tenermelo vicino e
non lasciarlo andare. Ma il mio amore per lui sfociò in una
passione malata. Gelosia, sospetti e rimorsi imperversavano nella mia
mente, mi sforzavo per non manifestarli. Nonostante ciò lui
era
sempre così carino, con un gesto, una carezza o un bacio
riusciva a
far sparire tutti i brutti pensieri. Ormai ero diventata dipendente
da lui, non riuscivo a farne a meno. Solo il fatto di non sentirlo
per qualche ora mi faceva star male, provavo per lui quasi una
morbosa ossessione. Inutile dire che era diventato in breve tempo la
persona più importante della mia vita.
Ero
così accecata dall'amore che provavo per lui da non
accorgermi delle
attenzioni che, inconsciamente pensai, rivolgeva verso la mia
migliore amica. Non ci trovavo nulla di strano, quel ragazzo ha un
carattere buono e probabilmente è sempre gentile con tutti,
senza
secondi fini. Invece le cose in realtà erano ben diverse da
quelle
che mi immaginavo: il suo interesse verso di me era tutto un abile
piano per puntare alla mia amica. Le diedi il suo numero
perché così
quando non mi trovava poteva scriverle, lo chiamai sempre durante le
nostre giornate passate a fare shopping, erano sempre presenti
entrambi durante le mie uscite... Ero felice, non potevo immaginare
una situazione migliore, avevo un ragazzo meraviglioso che mi
apprezzava per quello che ero e un'amica sempre presente che non
mostrava il minimo sentimento di gelosia verso di lui. O almeno
questo era quello che sembrava in apparenza...
Intrecciarono
una storia amorosa all'ombra di tutti. Sono stati bravi, devo
ammetterlo, a non farsi scoprire durante tutti questi mesi. Ma oggi
no... Volevo fargli una sorpresa e allora sono andato a trovarlo a
casa sua senza avvisare, sapevo che i suoi sarebbero stati lontani da
casa per tutta la mattinata. Non suonai il campanello, sapevo che la
porta sul retro era sempre aperta. salii le scale e li trovai
insieme... Distesi sul letto, probabilmente avevano appena passato la
notte insieme ed ora si stavano rilassando e coccolandosi. Penso che
quando gli diedi la buonanotte il giorno prima stava già
giacendo
con lei...
Balzarono
in piedi appena mi videro: non dissero niente, non alzarono nemmeno
lo sguardo dai loro nudi piedi. Non aprii bocca nemmeno io e, sii
fiero di me per questo, non piansi nemmeno. Continuavo a ripetermi
che quei due non meritavano nemmeno le mie lacrime e con naturalezza
me ne andai. Non provarono nemmeno a fermarmi, a scusarsi e a tentare
di inscenare una scusa. Niente, sapevano perfettamente cosa avevano
fatto e lo sapevo anch'io.
Tornai
a casa e mi chiusi in camera. La sensazione di calma che avevo
cercato di mantenere sparì per lasciare posto alla
disperazione. Ero
stata tradita non solo in amore ma anche nell'amicizia. Avevo perso
qualsiasi motivo per continuare a vivere: d'ora in poi a chi sarebbe
importato che fossi viva o morta? Chi mi avrebbe stretto nelle sue
braccia per farmi sentire protetta? Chi mi avrebbe rassicurato
guardandomi negli occhi e dicendomi che non se ne sarebbe mai andato?
Come potevo fidarmi di nuovo di qualcuno?
Non
ci riesco più... So cosa mi avresti detto se ti avessi
raccontato di
persona tutto ciò: mi avresti abbracciato dicendomi come
nessuno a
questo mondo vale tanto quanto il mio sorriso, che è inutile
star
male per persone che non meritano e che saresti andato tu a picchiare
quel ragazzo perché solo tu potevi essere l'uomo della mia
vita.
Questa consolazione funzionava per le mie cotte infantili, ma ormai
è
tutto inutile... Io ci credevo, io amavo veramente quel ragazzo e ora
sono stata tradita, non solo da lui ma anche dalla mia migliore
amica.
Non
vedo altro che felicità intorno a me... Felicità
degli altri e che
non mi è concessa. Tutto il mondo colorato e allegro che mi
ero
costruita è crollato miseramente come un castello di carte,
mostrando la sua vera e grigia faccia. Mai avevo provato tanta
tristezza... Mi ero illusa, si mi sono illusa e ciò mi ha
reso una
persona debole e vulnerabile. La colpa di tutto ciò
è mia... Solo e
soltanto mia, che ho dato tutta me stessa in una cosa così
futile e
destinata inevitabilmente ad una fine. Sono stata una stupida a
credere che questo momento potesse durare per l'eternità.
Ma
da questa storia ho imparato... Ora so che vivere è solo un
lento
modo per morire e che i sogni esistono solo per essere distrutti. Non
ho più nessuno che riesca a vedere il vuoto nei miei occhi e
mi
consoli, mi incoraggi ad andare avanti e mi dia nuovi motivi per
vivere. Non c'è più posto per me su questo mondo,
a cosa può
servire una persona vuota e inutile come me?
Mi
guardo allo specchio e non vedo altro che un miserabile riflesso di
ciò che ero una volta... Vedermi in queste condizioni ti
farebbe
solo male e io non voglio che qualcun altro soffra per causa mia...
Ti
sento papà... Sento che stai cercando di entrare qui e
salvarmi.
Sento le tue spallate contro la porta e le tue imprecazioni. Sto per
andarmene ma sono felice... So che almeno qualcuno sta facendo di
tutto per starmi vicino in questo momento, anche se lo fa
inconsciamente.
Sappi
che ti ricorderò per sempre come l'unico uomo della mia
vita, mai
nessuno potrà prendere il tuo posto.
Addio
papà.
La
tua piccola Jasmine"
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