Credits:
"Notturno, Camden Lock" è una canzone dei Modena City
Ramblers.
Il testo non mi appartiene e non guadagno nulla dal suo utilizzo.
Cliccando sul titolo qui sotto, potete trovare il link alla canzone.
NOTTURNO,
CAMDEN LOCK
A volte il vento mi porta
le note di un flauto o il
profumo di pioggia
e sogno di averti al mio fianco,
ma so che l'oceano
mi separa da te.
Mio dolce
amore,
tutto in
questa enorme città mi ricorda te.
Una leggera
brezza spazza le strade di Londra e, dall’interno della
stazione della metropolitana, giunge alle mie orecchie la musica di un
flauto suonato da un povero artista che spera, con la sua bravura, di
riuscire a commuovere un’anima pia a lasciargli qualche
spicciolo, in modo da poter mangiare questa sera. Con un sorriso
malinconico penso che tu, sicuramente, avresti lasciato cadere nella
custodia del suo strumento almeno un paio di sterline.
Perché tu sei così, amore mio. Sei generoso per
natura e non riesci a sopportare la miseria e la sofferenza. Per questo
fai tutto quello che puoi per combatterle.
Anche se
non
te l’ho mai detto, sono geloso dell’amore e
dell’attenzione che sei pronto a donare a chiunque ne abbia
bisogno. Io non sono come te, sono egoista. Vorrei che i tuoi
sentimenti fossero rivolti solo a me, ma questo non te lo
dirò mai, perché so che tu faresti di tutto per
accontentarmi e io non voglio tarparti le ali... non potrei mai
perdonarmi se lo facessi. Ti amo per quello che sei e, nonostante
tutto, so che in fondo il tuo cuore appartiene solo a me. Esattamente
come il mio appartiene esclusivamente a te.
Ha appena
smesso di piovere e le strade sono ancora bagnate. Il profumo del
temporale mi ricorda quel giorno, quasi un anno fa, in cui mi hai
costretto ad uscire senza ombrello. È una cosa da folli
uscire a Londra senza ombrello, lo sa tutto il mondo, ma tu sei uno
spirito libero e ogni tanto ti piace rischiare. Così, mentre
camminavamo mano nella mano per i Kensington Gardens, siamo stati
sorpresi dalla pioggia. Prima che riuscissimo a raggiungere di corsa la
stazione più vicina, eravamo entrambi bagnati fradici,
però io ero felice perché tu ridevi e il tuo viso
bagnato ma raggiante era la cosa più bella che io avessi mai
visto.
Vorrei
tanto
che tu fossi con me, per sentire questa musica e questo profumo.
Immagino di tenere la tua mano mentre cammino pigramente per la Camden
High Street, trafficata e sempre piena di gente. Ma tu in
realtà non ci sei. Sei dall’altra parte
dell’oceano. Non c’è solo il Tamigi a
dividerci ora, come quando io abitavo ancora a Camberwell. Ora ci
separa l’intero oceano Atlantico e l’America non mi
è mai sembrata così lontana. So che questo
viaggio è importante per te, ma poiché sono una
persona egoista, non vedo l’ora che tu torni a casa.
Voglio
stare un po' seduto qui
a finire il mio bicchiere
e a guardare le barche
addormentate
sulle acque del Regent's Canal.
Da qui non si sente il traffico
che percorre la Camden High
street,
solo il vento mi porta le voci
degli uomini
di ritorno
dall'ultimo pub.
Io amo
Camden Town, tanto quanto la ami tu. Non credo che ci sia un luogo
più adatto a te, non potevi che essere cresciuto qui.
È il tuo quartiere. Anzi, ormai è il nostro
quartiere. Qui possiamo essere noi stessi, senza avere paura, senza
dover fingere. Qui si possono incontrare persone di tutti i tipi e
nessuno si permette di giudicare gli altri. Se abbiamo la pelle bianca,
la pelle nera o di qualsiasi altro colore, se ascoltiamo musica metal,
punk oppure classica, se ci vestiamo in un certo modo, se sfoggiamo
piercing e tatuaggi, se veniamo dai bassi fondi oppure siamo ricchi
turisti in cerca di una nuova esperienza, se siamo donne a cui piace
baciare un’altra donna oppure uomini che amano un altro uomo,
qui siamo tutti uguali, siamo solo persone tra le altre persone.
Mentre
scende la sera, mi inoltro nei vicoli lungo Regent’s Canal.
Qui, il chiasso della trafficata High Street si trasforma in un lieve e
rassicurante sottofondo ovattato.
Trovo un
piccolo pub con alcuni tavolini all’aperto, sopra ad un
pontile che sovrasta le calme acque del canale. Mi siedo e ordino un
bicchiere di birra mentre osservo le barche dondolare. La brezza
continua a soffiare e, improvvisamente, sento lo scampanellio di una
porta che si apre e le voci di alcuni uomini che escono da un locale
vicino. Probabilmente sono diretti a casa, dove le loro mogli li
aspettano per la cena.
Il
silenzio addormenta la grande
città
che si culla sotto la Luna,
chiude gli occhi ai barboni nei
sacchi a pelo
al riparo di Waterloo Bridge,
calma il sonno degli immigrati
con le loro valigie disfatte,
li riporta nel sogno
là dov'è
il loro cuore
per le strade di Delhi o Tralee.
Quando le
voci si allontanano, cala il silenzio e anche il ronzio di sottofondo
si fa sempre più debole. Il buio si infittisce e la
città tra poco si addormenterà. Si intravede la
Luna attraverso uno squarcio tra le nuvole fitte che ricoprono
perennemente il cielo di Londra. Spero che questo evento,
così raro, porti un po’ di conforto a quella gente
di cui tu ami prenderti cura.
Forse
questa
notte, i barboni che solitamente si riparano sotto Waterloo Bridge
dormiranno più tranquilli... perché se si vede la
Luna, probabilmente non pioverà più fino al
mattino. E gli immigrati, stremati dalla dura giornata di lavoro,
trasportando le loro valige tenute assieme con lo spago, si
addormenteranno per una volta sereni, sognando il cielo limpido delle
città in cui hanno lasciato le loro
famiglie.
E
anch'io ti mando un pensiero,
e un augurio di sonni
tranquilli,
ma vorrei che potessi sederti al
mio fianco
sul pontile del Regent's Canal.
Io intanto
penso a te, amore mio. Spero che tu dorma serenamente questa notte,
anche se non potrò stringerti tra le mie braccia. So che mi
penserai prima di addormentarti, ma vorrei comunque che tu fossi qui,
seduto accanto a me sul pontile, a guardare la Luna. Riesco ad
immaginare i tuoi occhi spalancati per la bellezza di questo
spettacolo. Sono sempre così luminosi, grandi come quelli di
un bambino e quando ci guardo dentro, mi sembra quasi di poter
afferrare la tua anima.
Bevo
l'ultimo sorso e ritorno
alla stanza che da un po' chiamo
casa
Pensando a
te, finisco il mio bicchiere e mi incammino verso quella che da un
po’ di tempo, ormai, ho imparato a chiamare casa.
Perché quando ci sei tu io sono sempre a casa, non importa
se siamo in una villa o sotto un ponte. Anche per questo vorrei che tu
tornassi presto.
Non siamo
ricchi, è vero, ma io mi sono affezionato al nostro piccolo
monolocale. Non ci servono saloni, una grande cucina o innumerevoli
bagni per vivere felici. Ora, però, la casa mi sembra enorme
e fredda, perché non sento più la tua risata
allegra che di solito riempie mie le giornate e la mattina non mi
sveglio più con i tuoi capelli soffici che mi riscaldano il
petto.
e
cammino leggero, per non disturbare
la
città che continua a dormire.
La
città ora è talmente silenziosa che ho paura di
svegliarla mentre mi muovo. Cerco di camminare il più
leggermente possibile, proprio come fai tu quando mi vuoi fare una
sorpresa e mi abbracci improvvisamente alle spalle, senza che io mi
accorga che ti sei avvicinato. Solitamente, dopo, mi giro nel tuo
abbraccio e ti bacio dolcemente.
I negozi e le banche chiuse,
Quando
arrivo di nuovo sulla Camden High Street, ormai tutti i negozi sono
chiusi, i marciapiedi non sono più affollati e la strada non
è più intasata dalle auto. Solamente un autobus
notturno mi passa accanto, trasportando verso il centro della
città qualche ragazzo in cerca di divertimento.
la
Nothern Line silenziosa e
deserta,
Passo
ancora
accanto alla stazione della metropolitana. I cancelli sono chiusi e non
si sente più alcuna musica, ma, anche nel silenzio, Londra
sa essere una città magica.
le puttane a King's Cross
finalmente struccate
a
godersi la
tranquillità.
Davanti
alla
grande stazione, anche le prostitute hanno ormai concluso la loro
giornata e ora stanno assaporando il piacere di una sigaretta, mentre
si raccontano le esperienze vissute. Se tu fossi qui, ti fermeresti per
un po’ con loro a fumare e ad ascoltare le loro storie. Io
invece continuo per la mia strada.
E
anch'io mi addormento più calmo
e
spero che ti ritroverò in sogno
Arrivo a
casa e mi accorgo di essere più tranquillo mentre mi infilo
nel nostro letto. Infatti, questa notte, so che sognerò di
noi due, che faremo l’amore...
e che cammineremo per mano nel
Sole,
sulle rive del Regent's
Canal.
This opera is licensed under a Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia
License.
|