E sono tornata, che dirvi, capitolo nato da un piccolo
sclero alle tre di notte. Non so se vi piacerà, in realtà è una piccola
riflessione di Gerard...riflessione che avviene dieci anni dopo la storia. Dal
prossimo capitolo si ritornerà al passato, e la storia proseguirà
normalmente.
Sono davvero molto felice di vedere quante persone
seguono, certo, non ci sono molte recensioni, e me ne dispiaccio. Vuol dire che
forse farei meglio a trovarmi un altro hobby??? Chi lo sa....
Un grazie infinito a quei due angioletti che hanno
recensito l'ultimo capitolo:
Detto questo, spero possa piacervi e incuriosirvi, e spero
che nessuna riesca a capire di cosa parlo in questo capitolo...ah ah
ah....Aspetto domande!!! XD
-Gerard-
Scendo piano dal letto, per evitare di svegliare l'uomo che
dorme accanto a me.
Scendo le scale di casa nel silenzio più assoluto, in fondo sono
ancora le cinque del mattino.
E' il 25 Dicembre 2019, e come ormai faccio da dieci anni,
proprio in questo giorno e a quest'ora, mi siedo in cucina, una tazza di latte
caldo a riscaldarmi e una sigaretta.
Ed inizio a pensare a quel giorno, quel mese, quell' anno. A
pensarci bene, mi serve più di una sigaretta per affrontare di nuovo il passato.
Nonostante siano passati dieci anni e sia finalmente felice e
soddisfatto della mia vita, tornano i fantasmi del passato, che rovinano ogni
momento di puro amore e felicità. Ed improvvisamente mi sento un
approfittatore.
E mi vergogno di me stesso.
Pensandoci dopo parecchi anni, è strano che io ricordi tutto
alla perfezione di quel giorno, ma ho anche imparato che certe cose capitano e
basta, ed è come se la mente percepisse ciò che potrebbe succedere e ti fà dei
regali inaspettati. A me è rimasto forse il più bello.
Il ricordo di quel giorno.
Ricordo perfettamente quell'anno. E ricorderò per sempre anche
quel Natale.
Fù uno dei più belli della mia vita. Tutto era iniziato con un'
abbondante nevicata nella notte tra il 24 e il 25 Dicembre. La neve ricopriva
ogni cosa. Intorno a me, era tutto bianco. Come in uno di quegli stupidi film
per bambini. Ed era così che effettivamente mi sentivo.
Feci colazione e subito mi preparai per il pranzo natalizio che
da lì a poco mi avrebbe accompagnato per tutta la giornata. I pranzi di Natale,
da noi, sono come i matrimoni. Sai quando inizi e non sai quando
finisci.
Uscendo per strada mi accorsi che non faceva poi così freddo,
anzi era proprio una bella giornata di sole, non c'era una nuvola in cielo e
quelle poche folate di vento gelido mi pizzicavano stranamente il
viso.
Le strade erano piene di persone, tutti avevano almeno un regalo
sottomano. E i bambini si divertivano a giocare con la neve e a costruire strani
e deformati pupazzi.
Non mi sono mai fatto travolgere dall' atmosfera natalizia,
dalla strana aria che si respira.
Non mi sono mai fatto coinvolgere dalla pura eccitazione dei
bambini, in fondo, da piccolo, mi sentivo già un adulto bello e
pronto.
Ma quell'anno si. Ero tornato indietro nel tempo. Come se dopo
quell'incendio io fossi rinato. Non bevevo ormai da tempo e Zacky era comunque
un pensiero costante nella mia mente, ma non faceva più male, non come
prima.
Mi ero ripromesso di divertirmi quella sera, senza bisogno di
utilizzare i paradisi artificiali che riescono solo a distruggerti
l'esistenza.
E sarò sincero. Quella sera, da Mickey, mi divertii
parecchio.
I miei compagni di band erano felici ed allegri come non
mai...Probabilmente avevano anche loro capito che qualcosa stava per stravolgere
le nostre vite.
Come immaginavo i gridolini di gioia erano tutti destinati ad
Alicia e al pargolo in arrivo...le donne di casa le avevano regalato tutto il
corredino necessario per il bambino.
Ma chi mi sorprese, in tutta la sua tristezza, fù
Jess.
La mia nipotina preferita, anche perchè era ancora l'unica,
aveva un piccolo problema.
Piccolo per me, ma quando si tratta di una bambina di 5 anni, il
problema è insormontabile.
Dopo un pò di insistenza, da parte mia, decise di
parlarmene.
La sua migliore amica, all'asilo, aveva un fidanzatino, e lei
no.
E non riusciva a trovarlo perchè il bimbo che le piaceva non
abitava nella nostra città. Il fortunato era un certo Tom Sanders.
Mi ripetè decine di volte quanto lui fosse carino e gentile con
lei, delle loro brevi telefonate in cui lui le diceva di volerle bene e che
sarebbe stata per sempre la sua migliore amica.
La mia nipotina acquisita aveva già problemi d'amore, tra
l'altro un amore a distanza.
Tutti i piani miei e di Frankie non servirono a placare la
giovane Jess.
Ci avevamo scherzato parecchio su, quando i due bambini erano
dei lattanti.
"E se poi si innamorassero?" Diceva Jimmy.
E partivano risate e progetti strampalati che ci impegnavano
fino a notte fonda.
Eppure, quei due erano proprio destinati a stare insieme, anche
adesso che di anni ne hanno 15.
Il pranzo iniziò per le due e si protrasse fino alle sei.
Mangiammo di tutto, le donne di casa Romance si erano impegnate davvero
tanto.
Alle sei e mezza per la gioia di Jess e anche di noi adulti,
aprimmo i regali, davanti al camino di casa Way.
L'unico momento un pò cupo della serata fù la chiamata di Matt.
Erano le sette di sera, più o meno. E chiamò me...mi chiese di
mettere in vivavoce, perchè suo figlio voleva fare gli auguri a tutti quanti
recitando la poesia che aveva imparato all'asilo. Jess era davvero felice,
e non faceva altre che lanciarmi occhiate felici. Stava per sentire il suo
Tom. Un momento fantastico e epico, oserei dire...con Frankie che lo
interrompeva, ogni 5 secondi, facendo un applauso. E Tom ricominciava da capo.
In tutto la poesia è durata...si, 20 minuti buoni. Ma finito con Tom, iniziarono
gli auguri per me.
Avevo tenuto il telefono spento per due giorni interi, non
volevo sentire nessuno di loro, ma ben presto mi accorsi che non potevo far
finta di non avere un telefono. E almeno a Natale lo accesi, e quel grande
figlio di buona madre, qual'è Matt, scelse il momento migliore per chiamare.
Sempre in vivavoce scambiai gli auguri con Johnny e Syn, dicendo
le solite paroline di convenienza, spesso commentate da quei burloni di Frankie
e Ray. E questo diede vita ad un'altra conversazione di parecchi
minuti.
Jimmy era tornato a casa per le feste, e mi ero ripromesso di
andarlo a trovare l'indomani.
Restava solo lui, e qualcosa nella mia testa mi diceva che non
avrebbe detto niente, non avrebbe parlato con me. E come al solito mi
sbagliai.
Quando Matt disse che mi avrebbe passato Zacky, tutti in
simultanea, quasi a farlo apposta, si girarono verso di me. Avevano gli occhi
spalancati, quasi temessero una mia pessima reazione. Tolsi semplicemente il
vivavoce e uscii in giardino per fumare una sigaretta. Non fù una lunga e
brillante conversazione, poche parole, giusto per stabilire un piccolo contatto
tra noi. Poche domande e poche risposte, e solite domande. "Come stai?" "Ti
diverti?" "Che hai ricevuto?"...
Stranamente mi sembrò di tornare indietro nel tempo, quando,
durante la scuola, ci chiamavamo il giorno di Natale facendoci queste stupide
domande e ridendo come due adolesenti.
Eravamo tornati ad essere due amici, e mi sorpresi davvero tanto
nel sentire la sua risata cristallina, così come mi sorpresi a sentirmi
ridere...con lui.
Per questo ricorderò sempre quel giorno, perchè diede vita ad un
nuovo rapporto tra me e Zacky.
Un rapporto nuovo, ma che durò davvero pochissimo.
In quel momento nessuno dei due immaginava cosa aveva in serbo
il destino.
A pensarci bene nessuno, nè dei My Chemical Romance, nè degli
Avenged Sevenfold, poteva sapere.
C'era solo una persona che sapeva tutto...sapeva che cosa stava
per succedere, cosa avrebbe potuto causare e nonostante questo, non parlò mai,
si limitò a fare quello che è nella natura di tutti gli uomini, essere
egoista.
Non sono qui per giudicare. Sarei l'ultimo sulla faccia della
terra a poterlo fare. Lo stesso atto di egoismo l'avrei voluto fare io più
volte, ma a quanto pare sono sempre stato un fifone.
Ma questa persona è comunque consapevole di ciò che ha creato.
E' stato grazie a lui e al suo egoismo, se in dieci anni molte cose sono
cambiate.
E, come ormai faccio da dieci anni, cerco di trovare la risposta
a tutto. Ma puntualmente non arriva, e sarò costretto, probabilmente, a ripetere
questo rito ogni Santo Natale della mia vita.
Quando penso che la mia felicità è nata dall'infelicità altrui,
una domanda sorge sempre spontanea.
Ma se la persona in questione, quel giorno, non avesse peccato
di egoismo, di me e della mia vita, cosa ne sarebbe stato?