***
Dedicato a TUTTE
le splendide persone che mi hanno sostenuta in questo ultimo periodo.
A tutte le bellissime persone che hanno letto, recensito o solo
spulciato LAGHARTA anche per un istante.
Ogni vostra lettura è una mia lacrima di gioia, sincera e
spontanea, è un mio sorriso, è un mio
ringraziamento ed una preghiera che ho fatto per voi.
Grazie per ciò che avete fatto, anche senza accorgervene,
per me.
Grazie, Grazie, Grazie dal più profondo del mio cuore
<3
***
CAPITOLO 19
La voce di Vie
Nei suoi occhi vi era tutto
quanto.
Ammirazione.
Sorpresa. Emozione. Devozione.
Sentiva il suo cuore
stringersi in una
morsa di dolore lancinante, pesante, troppo forte anche per lei. Era
così piccola, indifesa. Non poteva vincere.
E, guardandola,
provò un tale senso
di commiserazione da odiarsi.
Perfetta.
Quegli
occhi verdi così limpidi e puri, quella figura esile ma
aggraziata,
anche se solo in quegli abiti, da cui si intravedevano le cicatrici
ed i graffi che le si erano attaccati addosso durante il suo breve ed
intenso viaggio, le mani che tremavano, per l'imbarazzo e per la
timidezza, o più semplicemente per lo sguardo da giovane
innamorato
dell'egoistico pallone gonfiato davanti a lei.
Invidiosa,
maledettamente invidiosa.
Perchè era
grande, non piccola come
una fata ma un essere umano, le gambe lunghe, le braccia lunghe,
delle mani le cui dita potevano incrociarsi a quelle della persona
amata.
Lei non aveva, quella
possibilità.
Quella fortuna.
Eppure lo amava
così tanto,
intensamente e profondamente. Aveva desiderato che lui fosse felice,
che amasse intensamente. Ma non che guardasse l'amore e lo fuggesse,
come invece stava facendo senza accorgersene. E soffrivano, entrambi.
O più
probabilmente tutti e tre.
Saluss si era tenuta da
parte,
ultimamente, ben lo sapeva. Ma non sopportava il cambio di sguardo
repentino di Lagharta nei confronti di Mahel, per quanto bene volesse
ad entrambi. Ed il perchè era semplice.
Perchè
lo amava.
Lo aveva sempre amato, fin
dal
principio, quando il moro estrasse la spada Saluss dal Tempio di
Pietra. Quando incrociò il suo sguardo, ancora fanciullo,
per la
prima volta, i suoi profondi e bellissimi occhi blu, quando le
sorrise, presentandosi.
Il
suo cuore aveva battuto di un suono nuovo e intenso, tale da renderla
consapevole che quello era amore
umano,
incondizionato e potente.
Ma
non era lei, la sposa promessa del suo guerriero. Era solo una
fatina, la sua compagna di battaglia, un'anima affine eterea e
intangibile. Un'entità distinta, per razza
e classe
sociale,
nonostante a lei questi dettagli non importassero, anche per rispetto
a quella persona così fragile quale era il guerriero...
Scosse la testa e si
strinse agli
abiti di Mahel, non notando che la ragazza aveva smesso di guardare
gli occhi di Lagharta per osservare lei, silenziosa e impacciata,
stretta alle sue vesti. Un sorriso le percorse le labbra, un sorriso
triste, perchè forse aveva capito cosa tormentasse la sua
piccola
amica.
Mahel avrebbe cercato di
sistemare
tutto. Saluss se lo meritava.
E magari anche Lagharta.
Quando Colonna
scortò Mahel al
giardino dei Fiori di Luna, Lagharta ebbe un blocco. Fece come per
parlare, ma dalla bocca non uscì neanche un suono. Stavolta,
però,
non era per la bellezza della giovane o per la sorpresa, ma per uno
strano moto di dolcezza verso qualcuno che stava aspettando fuori, al
freddo, al buio. Sola.
La Lilith.
Colonna notò lo
sguardo di Lagharta e
guardò Mahel -Qualcosa non va, eletto di Saluss?-
Lagharta guardò
verso Mahel che, non
riusciva a comprendere come, capì subito a cosa volesse
riferirsi il
moro -Colonna...posso osare chiedere un enorme favore...?-
Colonna
osservò entrambi, gli occhi imploranti e sinceri. Un sorriso
dolce,
sulla bocca di Lagharta, stupito da quella dolcezza che l'umana,
perchè si era un'umana, davanti a lui stava dimostrando
-C'è...un'amica
fuori che...morirebbe, pur di vedere Mahel così bella...-
Alvexia fischiettava una
canzone dolce
e malinconica. La notte non era fredda, ma il gelo nel suo cuore era
spaventoso e immenso.
Pochi giorni e
già non sapeva
sopportare la solitudine...
Sentì la porta
alle sue spalle
muoversi, uno scricchiolio quasi silenzioso, si voltò. Il
guerriero
la guardava sorridendo malizioso, facendole un cenno con il capo.
-Fusto...? Hai cambiato
idea per
prima...?- chiese lei abbassando un poco la spallina del vestito, lo
sguardo lascivo -Vuoi mordermi qua? Sono speziata e saporita...-
Lagharta
aggrottò le sopracciglia,
scosse la testa e parò la mano davanti a lui -Se mi prometti
che non
farai o dirai niente di sconveniente...ti farò un regalo.
Che ne
dici?-
Alvexia si alzò
in piedi,
stiracchiandosi -Dipende che regalo- borbottò, anche se la
curiosità
la stava uccidendo -Denaro? Gioielli? La spada...?-
Lagharta scosse di nuovo la
testa e
sorrise, rassegnato -Qualcosa dal valore incommensurabile. Che ne
dici...?-
Alvexia piegò la
testa di lato,
increspando le labbra, non molto convinta. E prima che potesse dire
qualsiasi cosa, vide un bagliore tenue svolazzare appena fuori dalla
porta, uscire allo scoperto.
Lasciarla senza fiato.
-Prin...principessina...-
fu la sola
parola che la Lilith ebbe la forza di dire.
Splendida, come una
principessa, una
vera Dea.
In quel momento, quella
ragazzina che
di bello aveva solo gli occhi era la donna più sensuale del
mondo.
Le
vesti pregiate, le pietre preziose, un tenue profumo. Lei,
semplicemente lei. Era sicura che vestita allo stesso modo, non
avrebbe scatenato lo stesso effetto.
Mahel guardò
Alvexia e arrossì,
forse leggendole negli occhi qualcosa di negativo che lei
assolutamente non pensava -Oddio allora è vero, sono strana...-
La Lilith guardò
attonita la
ragazzina e poi il guerriero, che si era voltato di nuovo verso Mahel
sorridendole. E si spaventò.
Quel sorriso
così dolce e immacolato
sulle labbra del guerriero non era un sorriso d'amore.
Non vi
era passione, in quello sguardo, non vi era desiderio. C'era solo
ammirazione, riverenza. Sottomissione. Come se
quella
ragazzina che prendeva in giro continuamente e con cui litigava
adesso non fosse neanche la stessa persona.
Poi pensò a
Lagharta. A Vie. A Mahel.
E sbuffando comprese, in parte, la mentalità contorta del
guerriero
davanti ai suoi occhi.
“Per quanto sia
egoista, presuntuoso
e infantile...ha un senso del dovere stupefacente. Non riesco a
credere che, vedendo Mahel in queste vesti, il suo cuore abbia
automaticamente rinunciato a lei...ancor prima di rendersi conto di
amarla...”
Scosse la testa,
allontanando quei
brutti pensieri da sé e sorrise, verso la ragazza, che
ancora la
guardava maledicendosi per l'inadeguatezza di cui si sentiva colma.
-Mahel...sei bellissima...-
trovò la
forza di dirle la Lilith, notanto con la coda dell'occhio una
sacerdotessa all'interno del Tempio che la guardava...e sorrideva -E
anche la sacerdotessa accanto a te è di una bellezza
disarmante. Ma
si sa...le spose di Vie sono le più belle del mondo...-
Mahel sorrise a sua volta,
mantenendo
un rossore infantile sulle guance, voltandosi verso Colonna che
annuì
con la testa.
-Domani mattina...qualsiasi
sia la tua
decisione...ti prego di aspettarmi, Alvexia...-
Di nuovo, la Lilith
annuì e sorrise
-Lo prometto-
Colonna portò
Mahel al giardino dei
Fiori di Luna, quello più nascosto, guardandola.
Persino agli occhi di una
splendida
sacerdotessa come lei Mahel, la Mahel della Leggenda, assumeva una
connotazione splendida.
Iniziando a intonare il
canto della
Dea, prendendo per mano Mahel e cercando di mostrarle, senza
spiegarlo a parole, il rito dei Fiori di Luna, Colonna
l'accompagnò
al centro del giardino, mentre i Fiori vibravano al suono della voce
di Colonna, a cui s'aggiunse quella di Mahel in poco tempo.
Semplici
stelle nella notte
Fiori
di Luce che brillano nell'oscurità
Dea
Celeste invocata dalla Sacerdotessa della Luna
Canta
per i Fiori della Dea che brillano sulla terra
Il
Guerriero si inginocchia sulle scale del Tempio
Gli
occhi alla Dea, devoti e puri
Inno
alla Battaglia, protettore del mondo
La
voce della Dea salverà l'umanità
Il rito era ciò
che di più splendido
esistesse al mondo.
Le voci di Colonna, limpida
e
meravigliosa, e Mahel, impacciata ma fiera, risuonavano nell'aria
frizzante della sera, arrivando sino alle orecchie della Lilith, che
sorrideva.
Pur non vedendole, sapeva
lo
spettacolo che si era appena creato davanti a tutti gli altri.
Solo cinque persone
assistevano a
quella meraviglia.
Colonna e Mahel, che
cantavano.
Emerald, i cui occhi brillavano per la magnificenza dello spettacolo,
anche se ormai erano anni che ne era spettatrice. Lagharta, che
osservava riverente, per l'onore di cui era stato rivestito di nuovo.
E Saluss, che era rimasta attaccata alle vesti di Mahel, con lo
sguardo basso e colpevole.
Le altre sacerdotesse
sembravano
sparite, ma non era importante. Ciò che stava parandosi
davanti agli
occhi di quei cinque fortunati era lo spettacolo più bello
al mondo
ed era solamente loro.
Mahel colse un Fiore di
Luna, seguendo
i movimenti aggraziati ed eleganti di Colonna, che continuava a
cantare. Il Fiore si illuminò di un bagliore iridescente
caldo e
delicato, iniziando a fluttuare sulle mani aperte a coppa della
giovane Mahel.
Colonna scortò
Mahel in mezzo ai
fiori, dentro le sale delle sacerdotesse, fino alla Sala dei Dipinti.
Si fermò al centro della stanza, smettendo di cantare.
-Mahel...adesso devi
entrare nella
Sala dei Colloqui da sola. Vie accetterà di parlarti,
perchè con te
hai il Fiore di Luna Iridescente, simbolo di accettazione divina-
Mahel osservò
Lagharta che annuiva
con la testa, sentendosi improvvisamente sicura.
-Saluss può
venire con me...?- chiese
timida, sentendo le mani della fatina stringersi ancora più
forte
alla stoffa -Può...?-
Colonna sorrise ed
annuì -Saluss ha
accesso libero al Tempio. Potrebbe avere libero colloquio alla Dea,
se solo volesse. Ma è un diritto a cui ha rinunciato. Per
questa
volta, puoi portarla con te-
Mahel sorrise e
guardò verso Lagharta
-Torno presto. Stai con Alvexia, non lasciarla sola. Ti prego-
Lagharta sbuffò
-Come vuole,
principessina- si inchinò sarcasticamente e voltò
la schiena,
incamminandosi verso la porta.
Mahel guardò
verso la porta e
respirò, profondamente.
Passo dopo passo,
arrivò alla porta
della Sala dei Colloqui. Questa si aprì da sola, non appena
la luce
iridescente del Fiore tra le sue mani venne a contatto con la
barriera della porta. Mahel guardò per l'ultima volta dietro
di sé
ed entro.
Con la paura nel cuore,
tante
domande...e tanta voglia di cambiare le cose.
Enorme. Magnifica.
Bellissima.
Mahel arrivò al
centro dell'enorme
stanza circolare davanti ai suoi occhi. Sembrava di essere immersi
nel nulla, tanto era luminosa la luce all'interno.
Non appena i suoi piedi
furono al
centro esatto della stanza, questa divenne dei colori accesi e
profondi dell'arcobaleno. Mahel sentì l'aria schiacciarla,
si mise
carponi e cercò di tenere il Fiore in alto, sopra il suo
cuore.
-Mahel, ce la fai...?-
chiese
preoccupata la fatina, svolazzando sino alle sue mani -Devi porgerlo
a Vie, in alto, come se lo rivolgessi al Cielo-
-Ci sto provando. Non so
come ma...me
lo sentivo- rispose Mahel di rimando, sentendo la pressione su di
sé
farsi intensa e penetrante -Mi sento schiacciare-
-È una delle
prove di Vie. Se riesci
a porgerle il Fiore e invocare la sua presenza, essa si
manifesterà
a te. Porgi a Vie il Fiore, dicendo: “Dea del Cielo, accetta
il mio
colloquio”-
Mahel annuì e
spinse le mani in alto,
sempre più in alto. Nonostante la fatica e la spossatezza,
il Fiore
sorpassò la sua testa, arrivando più in alto che
lei potesse
portarlo -Oh Vie, Dea del Cielo, accetta il mio colloquio!-
invocò
Mahel con la voce sofferente e stanca -Ti imploro!-
Saluss teneva da sotto le
mani di
Mahel in alto, voleva che Vie parlasse con lei.
Voleva che la vedesse, la
sentisse, le
parlasse. La amasse.
E che convincesse entrambe
della sua
reale identità.
Un lampo di luce bianca che
Mahel ben
conosceva.
Una voce che lei aveva
già sentito,
anche se non ricordava dove.
Limpida...pura...soave. Magica.
Una figura sfocata apparve
davanti ai
suoi occhi, bianchissima, quasi trasparente. Non riusciva a
delinearne perfettamente i contorni del corpo, del volto.
Era come un fantasma, come
fosse aria.
Ma la sua voce era tanto di
più reale
avesse mai sentito.
Mahel...finalmente
ci incontriamo...
Mahel guardò
verso Saluss, che si era
irrigidita ed i cui occhi erano in riverente attesa. Piccole scie di
luce attraversavano le sue guance, piccole e paffute, calde lacrime
di gioia per aver rivisto sua madre dopo anni di sonno.
Saluss...mia
piccola, piccola Saluss...è una gioia vederti in salute...
Saluss trattenne i
singhiozzi, anche
se non potè fermare le lacrime. Neanche una parola
uscì dalla sua
bocca e Mahel capì che doveva essere interpellata per
parlare.
Una Dea, era pur sempre una
Dea.
Sentì come una
calda mano sulla sua
testa, gentile, che le carezzava i capelli. Un sorriso le si dipinse
sul volto, sapendo che di lì a poco avrebbe potuto parlare
anche
lei.
Io
sono Vie, creatrice e protrettrice di Gaia, signora di questo Tempio.
Benvenuta
su Gaia Mahel...principessa della Leggenda...
Al sentire quelle parole,
Saluss si
sentì percorsa da un brivido. Non vi era dubbio.
Quello era il vero inizio
di tutto.
***
Come ho scritto a inizio capitolo, grazie. Perchè siete
splendidi e splendide, perchè avete qualcosa di speciale nel
vostro cuore. Perchè vi preoccupate di me e siete
meravigliose. Ed io ripetitiva. Ma vi adoro. Davvero, vi adoro.
Grazie a chi ha commentato lo scorso capitolo (e che
ringrazierò domani con calma <3 non vi preoccupate!),
quindi grazie a: Genis,
Adaliah (ti
mando un bacio <3), veronic90,
hinayuki (ho
imparato ad amarti, dico sul serio!), Ran_neechan
(bentornata tesoro!), BumBj,
fruttina89
(ormai sei nel mio cuore, per sempre sempre <3), Lady Moonlight, piccolaKiki
(stavolta scritto bene xD ti adoro e scusami ancora!), Fairy_chan88 (adoro
le tue immense recensioni!!!), Milou_,
Lirin Lawliet
(grazie come sempre di tutto *si inchina*), Mars_, Dust_and_Diesel, Argorit. Grazie
davvero!
ANGOLO DEL
PETTEGOLEZZO =P: spiego il problema che ho avuto
a dicembre e ciò cui mi sono appena operata. Allora...
A dicembre ho avuto una tracheite in forma grave, tale da
essere arrivata ad una forma di afonia così profonda e
radicata da essere durata un mese e mezzo. Abbiamo avuto paura fosse un
tumore delle corde vocali, ma fortunatamente si è scoperto
essere solo un uso sbagliato di alcune "false corde" (praticamente
muscoli della gola che NON dovrebbero muoversi ma sostenere le vere
corde vocali) che avevano sostituito le vere corde, rimaste ferme. Ho
dovuto sottopormi a terapia rieducativa vocale e ho ripreso a parlare
in due settimane ^-^ tutto risolto! (da un tumore ad una semplice
terapia penso che chiunque avrebbe pianto per la bella notizia!)
Adesso, invece, mi sono operata per un problema al ginocchio che ormai
ho da sei anni, precisamente da quando praticavo sport. Mi ero
infortunata al legamento crociato anteriore, operandomi in una clinica
privata al tempo, sembrava tutto a posto. Ma a distanza di
anni, precisamente a giugno dell'anno 2010, per via di crampi e di
dolori a muscoli e ossa, mi sono sottoposta a visita ortopedica e si
è scoperta un'agghiacciante verità: il legamento
operato sei anni fa non aveva mai attecchito! In pratica sono rimasta
sei lunghi anni senza legamento intorno all'osso (per intenerci,
attorno alla cartilagine del menisco) e ciò ha comportato
anche la frizione delle ossa e la perdita di buona parte della
cartilagine. Operandomi, infatti, si è scoperto che avevo
rotto COMPLETAMENTE il menisco e che ho rischiato, più volte
a detta del chirurgo, di spaccarmi (o spezzarmi?!) l'osso della gamba.
Ora è tutto a posto, sono tutta rimessa a nuovo e le
stampelle sono le mie migliori amiche xD
Tornando a noi, ringrazio immensamente tutti coloro che anche solamente
leggono questa storia ^-^ grazie!
Grazie quindi anche alle 43
persone che hanno inserito la storia tra le preferite, le 51 che l'hanno messa
tra le seguite e le 10
che l'hanno messa tra quelle da ricordare! Grazie mille, siete
pucciosissimi >///<
Tornerò presto a tediarvi con i miei BLABLA ed i miei
capitoli, ma anche con i miei ringraziamenti privati per ognuna/ognuno
di voi!
Un abbraccio ed un bacio enorme per tutti quanti.
Con affetto e devozione,
Selenite =)
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