E tu eri

di Samaele
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E tu eri l'alba
e ogni luce di cose buone.
Ed eri l'estate smeraldina
e i sogni di oggi senza temere il domani.
 
Mio Dio! Ti avrei tenuto qui con me
ben oltre l'implosione dell'eternità.
Oh, per nulla nell'universo avrei permesso
che le mie mani perdessero il tocco dei tuoi sguardi.
 
Ma ora, vaffanculo, te ne sei andata,
e hai abbandonato il mio corpo
come un guscio insanguinato,
buono solo a sfaldarsi.
 
E lei non è niente
e mai potrà essere qualcosa.
E se non è neppure serenità vagheggiata,
figurarsi se sarà mai anche solo che primavera,
 
Non esiste essere che più di lei
sia lontano dall'alba e dall'estate -
da te e dai tuoi capelli e dai tuoi occhi -
e proprio per questo grido il suo lacerante orgasmo.




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