Questa storia è
stata cominciata, cancellata e riscritta integralmente.
Ho deciso di rivedere questa fanfic ambientata, come altre ma più di
altre, nell’Ottava Stagione. Voglio riscriverla più correttamente
possibile, cercando di sottolineare gli aspetti eroici della serie
oltre a quelli sentimentali. Voglio anche integrare nuovi personaggi,
che mi permetteranno di approfondire il senso d’umanità della
cacciatrice. Voglio darle dei figli.
Anche nella versione perduta Buffy aveva un figlio. Adesso vedremo le
novità sostanziali, se vorrete seguirmi in questa avventura.
Ma facciamo le cose con ordine.
DISCLAIMER
I personaggi appartengono a Master
Joss Whedon e a coloro che possiedono i diritti, li uso senza
scopo di lucro per puro cazzeggio fangirlistico. Gli OC (Original Character)
appartengono decisamente alla sottoscritta: Klaus, il Mercuriale, Roxane, Kostas e Annie sono miei. è_é
L'intreccio descritto è copyright dell'autrice.
PAIRING: Buffy/Spike; sì, perché dovevo
mettere insieme la mia coppia etero preferita ed immaginare la loro
relazione ad un nuovo livello, dopo la passione distruttiva della sesta
stagione e l’intima comprensione della settima. Verranno introdotti
altri pairing più o meno noti, più o meno esplorati. Le questioni di
cuore in senso romantico saranno soltanto uno degli aspetti su cui si
concentrerà la storia. Ci sarà un bel mix di azione, mistero, angst,
così come richiede l’universo Whedoniano.
TIMELINE: Post NOT FADE AWAY,
collocabile in un’Ottava Stagione alternativa che vede Buffy a capo del
suo esercito di slayers, aiutata da Willow potentissima strega. In
pratica non si terrà conto, almeno all’inizio, delle vicende di Last Gleaming.
SUMMARY: Essenzialmente si
tratterà di seguire la vita complicata della Chosen One, fatta di eroismi,
egocentrismi, apocalissi imminenti del cuore e del pianeta.
RATING: Per la maggior parte
dei capitoli il rating sarà basso, diciamo giallo; faranno eccezione alcune
scene di sesso, mai troppo esplicite, e le scene di violenza necessarie
in una fanfic su BtVS. No, non ci saranno scopate mirabolanti né
ripassatine del kamasutra ogni tre righe. La madre del porno è sempre
incinta e dona tanto e amorevolmente al fandom, non è necessario che mi
eroticizzi anch’io. :3
FEEDBACK: Awwh, sì! Vi donerò
caramelle! *occhioni*
NOTE: Questa storia non è
betata ed è frutto del mio impegno. Se individuate strafalcioni epici
siate gentili: ditemelo e chiudete un occhietto, che sono una donnina
affaccendata e priva di beta. Wish
me good luck!
The Queen
Queen: female ruler of
State
(gyné, greek
for “woman”)
Nel silenzio della camera vuota, lo scatto di un interruttore: un mare
di luce bianca.
Buffy serrò gli occhi, infastidita. La luminosità del neon si
rifletteva sulle piastrelle del pavimento, nella vasca e sul lavello di
ceramica tanto violentemente da accecare.
Massaggiandosi le tempie, la cacciatrice pulì il viso, lo profumò con
crema idratante. Le palpebre gonfie e arrossate rivelavano il
pomeriggio di pigrizia; l’espressione decisa, i segni interiori degli
anni trascorsi e delle lotte affrontate. Ammazzare demoni non giovava
al colorito della pelle.
Poco propensa alla riflessione, Buffy estrasse matite ed ombretti.
Decise di sperimentare una tonalità di grigio chiaro che corresse
immediatamente con una nuance
più calda e morbida. Aveva i capelli castani adesso, i colori pastello
non le donavano più.
Armata di matitone perlato, la cacciatrice segnò la curva dello
sguardo, corresse il tocco con le dita. Esperta, applicò l’eye-liner.
Sciolse i capelli e animò le labbra col rosa vivo di un rossetto.
La maglia che indossava, di seta nera e verde, esaltava le sue forme in
modo armonioso.
Soddisfatta, elegante e bella, Buffy afferrò la Falce.
Si diresse alla porta.
“Non fateli scappare! Massacrateli
tutti!”
Il cimitero era illuminato a giorno dal potente incantesimo di Willow,
dea ex machina che fluttuando conduceva le giovani slayers alla
vittoria.
Schierate e rabbiose, le ragazze avevano intrapreso l’offensiva contro
il cartello di vampiri che da mesi seminava il panico nelle strade di
Los Angeles, decimando gli abitanti dei quartieri a sud della città.
L’attacco notturno era stato orchestrato in modo da concentrare
l’armata dei nemici in un unico cimitero, sigillato da un rituale
mistico.
La Chosen One, in prima fila
accanto alle collaboratrici fidate, troncava di netto le teste di
giovani e ambiziosi succhiasangue.
“Non fateli scappare! L’incantesimo
durerà ancora per poco!” urlò Buffy, energica più che mai,
determinata a lasciare dietro di sé solo polvere.
Veloce, si lanciò all’inseguimento del Maestro losangelino. Saltando di
lapide in lapide, lo raggiunse, lo inchiodò al suolo e, sorridente, gli
squarciò il cuore col paletto, eliminandolo dalla circolazione.
Le giovani allieve la circondarono festanti. La missione si era
conclusa nel migliore dei modi e le ferite stavano per essere
trasportate al centro sanitario più vicino.
Buffy esultò composta, lasciando ad Amy e Maggie la Falce da innalzare
al cielo.
Raggiunse Willow, in piedi dinnanzi ad un salice piangente.
“Sei stata grande.” Disse, orgogliosa.
La strega le fece l’occhiolino.
“Tu sembravi la regina delle amazzoni!”
Buffy rise, pulendo il volto sporco di terra.
Carezzò le braccia dell’amica e indossò la giacca, nuovamente.
“Vado a casa.” Annunciò.
“Non vuoi ubriacarti sino a perdere il senno?”
“Per stasera passo. Poi sapete quanto male io regga l’alcool: regredisco allo stato primitivo!”
“Ed è quello il bello!”
“Nah, fate voi. Non trattate troppo male il povero Xander e chiamatemi
domani mattina.”
“Come desideri.”
La cacciatrice riprese in mano l’arma fidata e si congedò dalla
pattuglia con un gesto muto.
Willow la seguì sino all’uscita del cimitero.
Silenziosamente le rivolse uno sguardo affettuoso.
“Buon compleanno, amica mia.”
19 January 2008
1.
The Queen
La
mattina seguente Buffy si svegliò prestissimo, col mal di testa, il
ciclo in anticipo ed un umore tale da spaventare i diavoli
dell’inferno. E lei li conosceva,
personalmente.
Soffocando
il volto nel cuscino, fece leva sulle braccia e si portò a carponi.
Un’ansia
immotivata e profonda le stringeva lo stomaco.
Una
doccia calda l’avrebbe calmata.
Scelse
di farla bollente.
In
anticipo di un’ora dall’apertura ufficiale, Buffy camminava per i
corridoi del Centro di Ricerca ed
Addestramento Giles. I tacchi che portava battevano al suolo,
ritmicamente, come la collana al petto. Non era obbligata ad essere
puntuale, lo sapeva, nessuno poteva rimproverarla o farle un appunto:
era lei al vertice.
Col
tempo, però, aveva imparato a prefiggersi piccoli doveri, necessari a
non perdere di vista quelli spaventosi nella loro enormità.
Un’assistente personale la pressava a questo proposito e Buffy si
ritrovava a borbottare indispettita contro la sua stessa buona volontà.
Come
lei, anche Willow aveva preceduto l’ingresso delle cacciatrici.
Annoiata,
aveva preso a giocherellare con due shuriken
affilatissime, ferendosi.
“Ahia!”
“Così
impari a prendere le armi!” esordì la cacciatrice, chiudendo la porta
del suo ufficio.
In
qualità di direttrice del Centro aveva chiesto e ottenuto un
bell’ufficio spazioso con vista sullo skyline.
“Volevo
osservarle meglio!” si lamentò l’amica imbronciata.
Paziente,
Buffy cercò fazzolettini e alcool denaturato nei cassetti della
scrivania.
“Come
mai qui a quest’ora?”
“Potrei
farti la stessa domanda!” ritorse Willow, gioviale. “Mi stavo allenando
nella meditazione sospesa. Mi aiuta a calibrare le energie.”
“All’alba?
Devi calibrare le energie all’alba?”
“Naturalmente.”
“Oh,
certo! Che domande! Forza, dimmi.”
Willow
aveva portato con sé il rapporto di servizio settimanale.
Lo
illustrò, accomodandosi.
“Le
cacciatrici hanno perlustrato la zona del molo, pare che l’apocalisse
sia comunque in preparazione.”
“Non
si sono lasciati intimorire dal nostro attacco?”
“Al
contrario, proprio perché hanno timore di non riuscire a concludere la
loro missione hanno deciso di accelerare i tempi.”
“Bene,
proprio come avevamo previsto. Diventeranno più maldestri e frettolosi
e potremo colpirli con facilità.”
“Ormai
sei diventata invincibile,” osservò l'amica, orgogliosa. “Non c’è piano
d’attacco che fallisca, la tua leadership è praticamente consolidata.
Nessuno, nemmeno Faith, oserà mettere in discussione le tue scelte,
neanche se comporteranno grossi sacrifici.”
“Non
voglio rischiare la vita delle ragazze,” replicò Buffy. “Non m’importa
del potere assoluto, me l’hanno offerto in tanti ed ho sempre
rifiutato. Quello che esigo è che questo esercito segua determinate
direttive. Mi sembra di vedere chiaramente qual è il nostro scopo e non
voglio che gente con altre priorità distrugga tutto quello che abbiamo
costruito.”
“Ti
riferisci a Simone Doffler?”
“Non
solo. Mi pare di essere l’unica a capire l’importanza di certe linee
guida, forse perché ho più esperienza delle altre.”
“Non
sei l’unica. Devi solo coinvolgere ogni membro dell’armata nella
realizzazione del tuo progetto.”
“Fosse
così semplice!” sospirò la cacciatrice, chiudendo gli occhi. “Dio
quanto sembriamo vecchie quando facciamo questi discorsi!”
La
strega ridacchiò divertita.
Si
diresse all’uscita. Aerea.
“Non
prenderai più le scale, vero?”
“Volare
è più divertente! Ricorda, Buffy: ore diciassette e trenta, vecchia
stazione abbandonata. Dovrai insegnare l’educazione ad un vampiro molto
cattivo.”
“Lo
farò.”
Nella
sala partenze della vecchia stazione losangelina si respirava un
insostenibile olezzo di muffa e polvere. Calcinacci, architravi
piegate, pezzi di cemento armato giacevano al suolo senza cura. I
binari, ormai inesistenti, si confondevano tra le lamiere dei treni.
Solo
un grande orologio in bronzo era rimasto al suo posto. Alto e
orgoglioso, dominava la distruzione sotto di lui.
“Facciamo
così, adesso mi racconti ogni cosa ed io –“
“Cosa?
Non mi ammazzi? Ti conosco, cacciatrice. Non dirò un fottuto cazzo!”
Buffy,
circondata da un manipolo di assistenti, torchiava un vampiro
malconcio, legato ad una sedia e minacciato con paletto e acquasanta.
Spazientita,
stanca, la cacciatrice si massaggiava le tempie sudate, passeggiando in
tondo per calmare i nervi.
“Quando
sei stato vampirizzato Mike?”
“Mi
chiamo Antares.”
“Eh?”
“Antares,
come la stella!”
“Figurarsi!
Quando sei stato vampirizzato, Antares?”
Il
vampiro sfoggiò le zanne e aggrottò la fronte, dubbioso.
“Fine
anni Novanta, mi pare.”
“Fine
anni Novanta, bene.”
Decisa,
Buffy si chinò a fronteggiarlo.
“Sai
cosa facevo io in quegli anni?”
Antares
deglutì inutilmente.
“Cosa?”
“Polverizzavo
quelli come te. Sono diventata piuttosto brava, sai? Il punto è questo:
quanto vuoi soffrire prima che io affondi il paletto nel tuo cuore? Per
il tuo bene e per non stordirmi le orecchie con urla di dolore, ti
consiglio di parlare. Adesso!”
“Io
non –“
“Ontares!”
“Va
bene, va bene … Io …”
Un
boato fortissimo interruppe le rivelazioni.
Buffy
ebbe il tempo di registrare il frastuono prima di piegarsi,
proteggendosi col corpo del vampiro. Lo scudo di polvere svanì ben
presto e la cacciatrice dovette tuffarsi dietro un cumulo di macerie. A
capo chino, con gli occhi sbarrati, tentò di ricomporsi.
“Ragazze!”
urlò, imperativa. “State tutte bene? Cosa è stato?”
“Una
bomba, signora.” rispose qualcuno. “Stiamo bene.”
Buffy
alzò lo sguardo e vide una sola cacciatrice in piedi.
Con una lama affondata nel torace.
La
raggiunse in fretta e la tirò giù, dietro una colonna diroccata.
Esaminò
lo squarcio all’altezza del diaframma e tamponò la ferita come meglio
poteva.
La
vittima tossiva sangue in abbondanza.
“Va
tutto bene.” sussurrò, protettiva. “Va tutto bene, tesoro … ti tireremo fuori di qui,
resisti.”
“Signora
… io non …”
“Resisti,
santo cielo! Resisti!”
La
cacciatrice ammirò il volto chiaro, pieno di lentiggini della ragazzina
ferita. Carezzò i capelli castani, strinse la mano spaventata che la
cercava.
“Prometto
che andrà tutto bene. Stai con me.” pregò, dolcemente. “Stai con me.”
Alle
sue spalle un’assistente che singhiozzava forte.
“Li
abbiamo trovati in centro, mentre sorseggiavano zero negativo in tutta
tranquillità. Erano due, armati sino ai denti, idioti oltre ogni
misura.”
Buffy
annuì, stringendosi le braccia infreddolite.
Attorno
a lei, ambulanze e cacciatrici di soccorso. Xander, gentile, la
confortava illustrandole la cattura e l’uccisione degli attentatori.
“Giustizia è stata fatta.”
“Bene.”
“Chiamo
Renee, okay? Ci occupiamo noi del resto, tu vai a casa.”
“Dovrei
restare qui e –“
“Vai
a casa, Buff.”
Sollevata,
la cacciatrice annuì debolmente.
“Salutami
Renee.”
Rientrò
in casa intorno alle quattro del mattino. Di lì a poco il sole sarebbe
sorto. Ad attenderla, un paio di guardie appostate in cucina.
Buffy
le congedò con cortesia e corse a farsi la doccia.
Il
sangue della giovane uccisa macchiava i vestiti nuovi che aveva scelto
per andare a caccia. Avrebbe dovuto buttarli e comprarne degli altri.
Silenziosa,
la cacciatrice massaggiò i muscoli del collo, indolenziti per la fatica.
Sotto
il getto d’acqua bollente riuscì a rilassarsi brevemente.
Indossò
l’accappatoio, asciugò i capelli.
In
camera da letto, spaventata, si era rifugiata la sua bambina. Faceva spesso così,
nelle notti di assenza e solitudine.
Buffy
si sedette per ammirarla meglio.
I
capelli castani e lisci erano diventati ancora più lucidi e belli, il
volto rilassato era appena arrossato sulle guance.
“Amore mio.” sussurrò pianissimo.
Chiuse
gli occhi.
Noticine
sparse ~
[*] Simone Doffler e Renee sono due personaggi creati da
Whedon ed inseriti nell'Ottava Stagione. Simone, in particolare, è una
cacciatrice anarchica, nemica di Buffy
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