Sunday morning
- Capitolo 1 -
Mistyc Falls era
immersa nella fiera della domenica, quando Damon oltrepassò la piazza a passo
sicuro. Si strinse nella giacca di pelle, nera, e avanzò verso la centrale di polizia:
Liz Forbes, lo sceriffo, lo aspettava di fianco ad una jeep. Quando lo vide
arrivare gli sorrise debolmente e lui ricambiò il sorriso nel suo solito modo
ammaliante, «Liz, che succede? Sembravi preoccupata al telefono.» esordì non
appena le fu vicino.
«Ci sono stati
degli attacchi, nel bosco.» lo informò la donna, facendogli sgranare gli occhi.
“Se quella stronza di Katherine non ha
coperto le sue tracce giuro che-” i
suoi pensieri vennero interrotti da Liz, che afferrò il cercapersone,
continuando a parlare, «Hanno trovato degli animali sbranati, non si sa ancora
che cosa li abbia attaccati.»
«Animali?»
ripetè Damon, sconcertato e confuso.
«Sono
preoccupata, Damon. Prima quegli uomini trovati bruciati… ora gli animali.»
«Potrebbe essere
stato un animale qualunque.» fece notare Damon, ma allo sguardo preoccupato
della donna sospirò, «Terrò gli occhi aperti, comunque.» acconsentì. Liz
mormorò un “grazie” e sparì dentro alla centrale di polizia, mentre il
cellulare del ragazzo squillava per la seconda volta quella mattina. Un
messaggio da Elena; si accigliò e lo aprì.
“Damon,
torna a casa… c’è un vampiro che dice di conoscere Katherine… Stefan è con
lei.”
il cellulare rischiò di frantumarsi nella sua mano mentre correva a casa.
• • •
Stefan aprì la porta
di casa, stringendo la mano di Elena: da quando erano tornati dalla casa sul
lago dei genitori di lei non erano mancate le sorprese, prima tra tutte sapere
da Damon che Katherine era riuscita ad uscire dalla cripta in seguito alla
morte di Elijah. Il ragazzo sospirò, sentendo il peso di tutta quella
situazione sulle spalle e odiando l’opprimente silenzio in cui si era rinchiusa
Elena. Accennò un sorriso, ma un rumore lo fece voltare di scatto. Elena lo
trattenne per un braccio e quando si guardarono negli occhi pensarono
all’unisono un unico nome: Katherine.
«Non state sulla
porta!» urlò una voce femminile da dentro. I due si accigliarono: non era
Katherine. Stefan si mise davanti ad Elena ed entrò in casa con passo sicuro e
circospetto. Appena varcarono la soglia dal corridoio arrivò una ragazza, che
li raggiunse con un sorriso che andava da una all’altra parte del volto
giovane, «Stefan! Finalmente ci incontriamo, chi è la tua rag-» si bloccò,
mentre il sorriso le moriva sulle labbra.
Stefan non
riuscì a dire niente, che la ragazza si avventò velocemente su Elena,
sbattendola contro il muro: teneva una mano intorno al suo collo e il suo volto
si era tramutato di colpo, gli occhi rossi e intrisi di rabbia, «Maledetta…»
bisbigliò, sollevandola di qualche centimetro.
«Lasciala!» urlò
Stefan, prendendola per un braccio e tirandoglielo dietro la schiena, ma la
sconosciuta fu più veloce e si sottrasse in un secondo, ritrovandosi nel bel
mezzo del salone. Elena ricadde accasciata contro il muro, mormorando un flebile
“Stefan” quando il ragazzo venne sbattuto contro il muro dalla vampira,
notevolmente più potente e forte di lui.
«Stefan, stai
bene?» accorse Elena dal ragazzo e lo aiutò a rialzarsi.
«Non volevo
farti del male.» sbuffò avvicinandosi a passi svelti. Lo sguardo si posò su
Elena, che la osservava preoccupata, «Non posso crederci... come puoi
difenderla?» sussurrò, rivolgendosi poi a Stefan, «Sei un incosciente!»
«Come, scusa?»
sgranò gli occhi Stefan, chiedendosi chi fosse quella ragazza e perché lo stava
anche additando come un incosciente senza conoscerlo.
«Un incosciente.» ripetè la ragazza, con
un’espressione mortalmente seria e anche abbastanza arrabbiata in viso, «Ho
fatto di tutto per tenere Damon lontano da Katherine, l’ho spedito fino a Tokyo
con la scusa di cercare qualcuno con più informazioni! E tu hai avuto il
coraggio di aiutarlo a farla uscire dalla cripta!» sbottò tutto d’un fiato e
agitando le mani in aria. Elena fece un passo indietro automaticamente,
indecisa se rassegnarsi per la sua assomiglianza con la vampira centenaria
oppure preoccuparsi per quella furia dai capelli scuri.
«Come conosci
Damon?» si informò Stefan, ma lei era troppo presa nell’insultare Katherine per
dargli retta.
«Io non sono
Katherine!» decise di intervenire Elena, interrompendola nel bel mezzo delle
sue maledizioni. Era stufa, stanca di quella situazione e di una somiglianza
che non aveva richiesto volontariamente. Si guadagnò uno sguardo confuso da
parte della sconosciuta, prima che questa allargasse all’inverosimile gli occhi
verdi e spalancasse la bocca.
«La doppelganger.» mormorò sorpresa, «Ti
prego, dimmi che nessuno di voi due ci si è messo insieme.» si rivolse a
Stefan, pregandolo con lo sguardo. Stefan sollevò un sopracciglio, ma la mora
alzò una mano a interromperlo, «No, aspetta. Non rispondere.» sospirò affranta
la ragazza, «Damon tiene sempre nello stesso posto la sua scorta di liquori,
vero?» si avviò in sala a passo veloce, lasciandoli da soli. Stefan fece segno
a Elena di rimanere dov’era – avendo a malapena
il tempo di sentire le dita di Elena scrivere freneticamente un messaggio con
il cellulare - e la seguì, trovandola di fronte al tavolino a versarsi un
bicchiere di whisky.
«Come conosci
Katherine?»
«Pensi davvero
che ci sia qualcuno che non la conosce?» domandò divertita e mettendo un paio
di cubetti di ghiaccio nel bicchiere, «Ah, scusa per i poveri coniglietti.» si
voltò per sorridergli angelicamente. La porta si aprì in quel momento ed ebbero
appena il tempo di udire un “non so chi sia” da parte di Elena, che la figura
di Damon entrò velocemente nel salone, raggiungendo la ragazza in piedi di
fronte ai liquori.
I due si
osservarono a lungo, mentre Elena e Stefan li fissavano in attesa di una reazione
di Damon. Il vampiro, però, si aprì in un sorriso malizioso, mentre lei gli
porgeva il bicchiere con un sorrisetto, «Dovevo immaginare che eri tu, Hayley.»
«Ammettilo, ti
sono mancata.» sorrise apertamente.
«Spiegalo a
quegli animali.» disse Damon, mantenendo il sorriso tranquillo.
Hayley continuò
a sorridere, «Avevo bisogno di forze per trascinarti via da Mystic Falls, ma ho
immaginato che con te in circolazione era meglio non mettere altri nomi sulla
lista delle persone scomparse!» scrollò le spalle, «Allora… dove vuoi andare
quest’anno? Alle Hawaii? Dopo l’avventura dell’anno scorso al Polo Nord,
preferisco di gran lunga il mare.»
Il sorriso di
Damon si spense un attimo, «Oggi è…»
Stefan
intervenne nel dibattito tra i due, «Damon… chi è?»
Il fratello
arricciò appena le labbra, voltandosi verso lui ed Elena, «Tranquillo, non farà
del male a nessuno. A meno che tu non la faccia arrabbiare.» lo tranquillizzò,
sviando la domanda, «Suppongo tu sappia già di Elena.» si rivolse a Hayley.
«Oh, si chiama così?»
domandò tranquillamente e osservando Elena pensierosa, «È identica. Cioè, sapevo che doveva esserlo e ammetto che
nascondertelo non è stato facile.»
Damon la fissò
negli occhi indeciso, «Mi ritengo offeso, tra noi non ci sono segreti.» ma il
suo tono di voce non era in alcun modo accusatorio, con lei non lo era mai.
Hayley sollevò
entrambe le sopracciglia, «Quando avevo duecentoquarantacinque
anni mi hai detto che non avevi ucciso quella campagnola e invece lo hai
fatto eccome, anzi… l’hai pure trasformata.» ribattè facendolo scoppiare a
ridere di gusto. Si rimpossessò del proprio bicchiere dalle mani di Damon e ne
prese un sorso. Lo superò, ponendosi di fronte a Stefan ed Elena, «Allora… qual
è la situazione? Insomma, chi sta con chi e via
dicendo.»
«Beh… come avrai
intuito sono loro due i piccioncini della situazione.» asserì Damon.
La vampira si
voltò verso di lui, corrucciata. Lo studiò un attimo ed esibì una smorfia di
disappunto, «Tuo fratello sarà un incosciente, ma tu sei un idiota.»
«Oh, sì! Anche
tu mi sei mancata.» le fece l’occhiolino Damon, riprendendosi il bicchiere e
svuotandolo d’un sorso. Notò solo in quel momento che Stefan ed Elena erano
ancora in silenzio, indecisi su cosa dire o fare. Sbuffò teatralmente, «Giovane
martire, fratellino buono… lei è Hayley, la mia dolce metà.»
«Ti ricordo che
siamo divorziati!» rise Hayley, indicandolo con un dito.
Elena sbarrò gli
occhi, «Sei… sei stato sposato?» balbettò, incapace di immaginarselo in smoking
sull’altare, con la fede al dito. Ma poi… da quando i vampiri si sposavano? Si
girò verso Stefan, ma dal suo sguardo serio capì che anche lui non ne era al
corrente.
«Per ben sedici
ore.» esultò Damon, alzando il bicchiere vuoto davanti a sé, «E oggi fanno centoquarantadue anni da quel giorno.»
«Festeggiate il
giorno del vostro divorzio?» domandò Elena, confusa.
«Ti sembro il
tipo?» ammiccò Damon, «Festeggiamo perché quel giorno coincide con un’altra
data. Vado a cambiarmi e possiamo andare.» avvisò e senza degnare di uno
sguardo i presenti sparì.
Hayley sbuffò,
«Sbrigati!» disse ansiosa di andarsene da quella casa, sapendo che lui la
poteva sentire molto bene; incrociò le braccia al petto, «Torneremo entro
domattina, spero.»
«Hayley … sul
serio, vorrei capire che sta succedendo. Di quale data parla?» si informò
Stefan, sempre più confuso.
Lo fissò
sorpresa, «Sei suo fratello, come hai
fatto a scordartene?» ma Stefan non dava segni di vita. Seria, lo guardò negli occhi, pronunciando poche parole che
fecero sgranare gli occhi ad entrambi, «Oggi è il suo compleanno.»
• • •
Flash assurdo che è
spuntato fuori dal nulla, ed è stato trasformato in una long di pochi capitoli.
Ambientato subito dopo la 2x15 – tutti i fatti che accadranno dopo non verranno
quindi contati o citati. Il personaggio di Hayley è di mia invenzione e quindi
mia proprietà, cercherò di farvela conoscere il meglio possibile nei prossimi
capitoli, ho anche un’idea sul volto che potrebbe avere. :)
Damon, Stefan,
Elena echipiùnehapiùnemetta non mi
appartengono, ecc.
Recensioni? :D
Fiery.