Not so close
La tua camicia e quella di Jack sono così vicine, che a
volte ti domandi – stupidamente – se non siano più unite di quanto non lo siate
stati voi due.
Sfiori la manica a quadri che un tempo fasciava
l’avambraccio del tuo amante, e chiudi gli occhi. Il profumo di Jack è andato
via già da molto tempo, così tutto quello che ti rimane è quella debole
sensazione tattile, il poter sfiorare qualcosa che era suo.
Sono passati anni dalla sua morte, eppure non riesci a
dimenticare. Non puoi.
E a volte ti domandi come sarebbero andate le cose se tu
ti fossi comportato diversamente.
Forse ora sareste assieme, e invece di rimpiangere il
tempo che non avete potuto avere, staresti discutendo con lui per qualche
sciocchezza. Magari saresti fuori, ad occuparti del giardino, aspettando il suo
ritorno dall’ennesimo rodeo fuori città. In attesa dell’attimo in cui
finalmente avresti potuto rivederlo, trionfante, esibire il premio per la sua
decima vittoria consecutiva, e non gli lasceresti nemmeno il tempo di rientrare
in casa, perché da troppo tempo non fate l’amore, e tu lo vuoi, e subito.
O forse gli staresti tenendo il muso per l’ennesima
litigata, di quelle stupide che sempre ci sono state tra di voi e che sai si
risolveranno nel momento stesso in cui Jack ti chiederà se davvero te la sei
presa.
Ma nulla di tutto questo è vero, né potrà mai esserlo.
Hai detto addio a qualunque possibile futuro assieme
molto tempo fa. Hai gettato al vento tutto quello che avevate per paura di
quello che avrebbe detto la gente, per paura di essere additato dagli altri, come
se davvero importasse.
Non ti eri reso conto che era lui tutto ciò che davvero
contava per te, ed ora che è morto, non ti è rimasto nulla.
E in cuor tuo spero che, ovunque lui sia, ti abbia
perdonato.
Perché quel che è certo è che tu non potrai mai perdonare
te stesso.