A Gweiddi at Ecate, semplicemente.
ORIGINARIO SVAGO
-Ragazzino ingrato.-
Elijah mandò giù un sorso di whisky e facendo schioccare la
lingua, posò il bicchiere sul tavolino di marmo.
L’odore di sangue imbrattava l’aria.
Respirò profondamente, abbandonandosi contro lo schienale
della poltrona.
Paura.
Arricciò il naso, con una smorfia di disgusto.
-Per un attimo ho sperato che tu fossi diverso da quelle
inutili creature che tremano alla mia sola vista.- accavallò le gambe. – E per
le quali l’immortalità è decisamente uno spreco.-
Damon Salvatore, chino sul tappeto insanguinato, ruggì
contro il suo interlocutore una risposta poco garbata.
Quello posò il gomito sul bracciolo, la mano sotto il mento
e lo scrutò con interesse.
-Rabbia.- commentò compiaciuto. –Molto più ragionevole.-
Poi s’inginocchiò al suo fianco e finalmente lo liberò dal
collare. –Va meglio, adesso?-
Il ragazzo sbuffò, si sollevò da terra faticosamente e si
lasciò cadere esausto sul divano; le catene che tintinnavano sinistramente,
ancora avvolte ai suoi piedi.
-Ti piace fare l’eroe, non è così?- disse infine. E la sua
voce, resa roca dalle ferite, non bastò a coprire il tono sprezzante.
L’altro scrollò le spalle con noncuranza. –Salvaguardo
semplicemente i miei interessi.-
-Non ne dubito…- commentò Damon dolorosamente, portandosi
una mano alla gola martoriata.
L’emorragia non si era ancora fermata, segno che la verbena
era ancora in circolo.
Dalle labbra gli sfuggì, suo malgrado, un soffio dolente.
Elijah sollevò gli occhi al soffitto, vagamente infastidito.
Al secondo rantolo sospirò, poi rassegnato si avvicinò al ragazzo, chetò sul nascere le
sue proteste e con gesti misurati, esaminò i danni lasciati dal collare.
Si ritenne oltremodo magnanimo, estraendo una
scheggia di legno dalla ferita e tamponandola poi con il proprio fazzoletto, ma quel ragazzino ingrato
gli scoccò un’occhiata torva.
-Saresti così gentile da versarmi anche da
bere?- ebbe il coraggio di chiedergli, premendo la stoffa sul collo
sanguinante. –Ho qualche difficoltà a muovermi liberamente.- e accennò
alle pesanti catene che limitavano ogni suo movimento.
Il vampiro orginario lo fissò divertito, riempì un bicchiere
panciuto fino all’orlo e lo posò sul tavolino più vicino a lui.
Continuò ad osservarlo anche mentre beveva. Le ferite
cominciavano a migliorare…
-Ti serve altro, ragazzo?- domandò poi, con tono di scherno.
Damon sbuffò e distese le labbra in un ghigno mascherato da
sorriso.
-Magari, queste catene…- cantilenò.
-Oh, no.-
Questa volta Elijah rise apertamente. –Quelle restano lì.- e
si deliziò dell’espressione guardinga che comparve sul suo volto.
Poi si chinò su di lui, aspirò profondamente, e avvicinò le
labbra al suo orecchio.
-Così sarà molto più divertente.- sibilò.
***
Damon si portò la sigaretta alle labbra e aspirò
profondamente.
-Per essere un Antico, hai dei desideri piuttosto moderni.-
-Mi piace tenermi al passo coi tempi.- lo informò quello, e
distese le gambe sul tappeto cosparso di cuscini. -… In alcuni ambiti.-
aggiunse dopo un istante, rifiutando con un cenno la sigaretta che l’altro gli
porgeva.
Il ragazzo, per tutta risposta, gli soffiò contro senza
tante cerimonie, una nuvoletta di fumo.
-Coloro che furono umani quando lo ero anch’io, non erano
soliti inalare foglie di tabacco bruciate.- commentò, con poco velata
superiorità.
-Coloro che furono umani quando lo eri te, l’avevano
inventata la ruota?- se ne uscì Damon Salvatore.
L’altro ghignò pericolosamente.
-Provi soddisfazione ad essere sempre così sfrontato?-
domandò poi, versandosi elegantemente da bere.
-Oh per favore!- sbottò Damon. –A te piace che io lo sia.-
Elijah scrollò le
spalle. –Te lo concedo.- rispose semplicemente, sorseggiando il contenuto del
bicchiere.
Il ragazzo gli lanciò un’occhiata feroce, ma rimase in
silenzio. Spense con disinvoltura la sigaretta sul pavimento e si stirò
pigramente.
-Potresti togliermi queste catene, adesso?- domandò
poi, senza mitigare in alcun modo il tono sarcastico.
Quello si alzò, si rivestì con calma e prima di andarsene
tranciò gli anelli di ferro, lasciando che si ammucchiassero sul pavimento con
rumore tintinnante. –Tornerò domani notte.- disse infine.
Damon si alzò, finalmente sgravato dal peso attorno ai suoi
piedi e gli si parò davanti.
-Lascia che ti dica una cosa, Signor Vampiro
Originario.- proruppe. –Quello che è successo stanotte non si ripeterà.-
Elijah sorrise malefico.
-Ricordi che posso soggiogarti quando voglio, ragazzino?-
Damon lo afferrò per il collo. –Non lo farai.- ringhiò
minaccioso.
L’uomo levò gli occhi al cielo e con più pazienza di quanta
disponesse si liberò dalla presa.
-No.- gli concesse, tuttavia. –Non ti soggiogherò.- poi posò
la mano sulla maniglia e aprì la porta.
-Ma solo perché non è necessario.- e piegò le labbra in un
sorriso sghembo.
FINE.
*
Angolino dell’autrice *
Damon
e Elijah nelle mani di Joy. ^_^
Scene
scartate:
1.
-Lascia
che ti dica una cosa, Signor Vampiro Originario.- proruppe. –Quello che
è successo stanot… Andiamo, ragazzi! Non posso dirlo. Tutti penseranno che
abbiamo fatto sesso davvero! 0_0-
-STOOOP!-
2.
-No.-
gli concesse, tuttavia. –Non ti soggiogherò.- poi posò la mano sulla maniglia e
aprì la porta. -Ma solo perché non è necessario.- e sorrise accattivante.
-STOOOP!-
-Ma
così sono più figo! -_é -
3.
-Ricordi
che posso soggiogarti quando voglio, ragazzino?-
Damon
lo afferrò per il cavallo dei calzoni. -Ti stacco le palle se ci
provi!- ringhiò minaccioso.
-STOOOP!-
4.
-Ehm…
Cosa significa esattamente che Elijah passa sensualmente una mano tra
i suoi folti e rigogliosi capelli e augura a Gweiddi at Ecate un Buon
Compleanno o_0?!-
-FALLA
E BASTA. AZIONE!-
-…E
Buon compleanno a Gweiddi at Ecate!- concluse Elijah passando
sensualmente una mano tra i suoi folti e rigogliosi capelli. –Perché noi
valiamo. -_^!-
* Fine
angolino dell’autrice *
Un
bacio, Ecate.
Joy
s’inchina e saluta.