Keep calm and Carry on.

di CellarDoor
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lola

I tiepidi raggi del mattino che battevano sulla guancia, mi svegliarono. Adoravo iniziare la giornata con il sole sulla pelle; sembrava volesse dirmi:" Ben svegliata, Blair! Cerca di non essere troppo stronza oggi!".
Aprii gli occhi e scorsi una figura non meglio definita avanti a me. Gli tenevo la mano.                                         
“ Buongiorno,  mea regina.”, la sua voce era un misto fra l’intrigante e il dolce. Era lui. Mi avvicinai più a Chuck, poggiando la testa sul suo petto e una mano sulla sua spalla. Tutto era calmo. Quel momento era così perfetto, come baciarsi sotto una pioggia primaverile.                                                                                                                                    
“Ti ho svegliato?”, domandai.                                                                                                          
“No”, mi rispose stampandomi un bacio sulle labbra ed iniziando ad accarezzarmi il dorso della mano. “Stavo pensando”, continuò. Lo guardai con una nota curiosa sulla faccia. “Il matrimonio ieri sera è stato molto bello.” Wow! Non mi sarei mai aspettata un Chuck romanticone…                                                                                                      
“Una favola!”, proseguii io il discorso, iniziando a fantasticare “ Come Cenerentola ed il suo principe, come Edward e Bella oppure…”.                                                                      
“Non credo mi donerebbe brillare al sole.”, m’interruppe. Mi bloccai e lo guardai stranita.                                                 
“Non stavamo parlando di Lily e Rufus?”, mi sollevai appoggiandomi sui gomiti per poter guardare nei suoi occhi profondi, che sembravano ora quelli di un bambino scoperto a rubare le     caramelle.                                                                                                    
“Certo!”, rispose rapido lui, mentre sul mio volto si formava piano piano un sorrisetto malizioso. “Sono ancora addormentato.”, riprese alzandosi dal letto “Vado a prepararmi un caffè”, e si diresse verso la cucina.                                    
‘Se lo fa da solo?’, pensai immaginando, preoccupata, già l’albergo avvolto dalle fiamme e i miei capelli disordinati perché, per scappare, non avevo potuto sistemarli e pettinarli.                                                                                         
“Chuck!”, urlai per fermarlo. Tornò sui suoi passi. “Chiamo il servizio in camera.”, disse.                        
“Meglio.”, affermai adagiando la testa sul cuscino, mentre continuavo a sorridere. Guardai verso la finestra, che apriva la panoramica su una bellissima New York che si stava svegliando. Forse non era la sola…anche il cuore di ghiaccio di Chuck Bass si stava destando.





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