"Better to reign
in Hell than serve in Heaven"
Il Paradiso Perduto
John
Milton
La
città sembrava ancora più inquietante del solito,
alla luce del tramonto.
I lampioni gettavano un tenue bagliore sulle strade, ma tutto era
illuminato dalla luce vermiglia del sole che stava tramontando.
Qualcuno avrebbe potuto obiettare che fosse una visione magnifica,
addirittura romantica.
Ma la realtà era ben diversa per coloro che sapevano
osservarla bene. Quel bagliore rosso, che si rifletteva sulle vetrine e
sui finestrini delle automobili, inondava tutto di un'atmosfera
sinistra. Le ombre che venivano proiettate sulle pareti assomigliavano
a uomini che fuggivano dalla morte invano, perché ormai
erano già circondati da sangue. Anche un gatto che si
nascondeva velocemente dietro l'angolo di una strada poteva sembrare la
più infausta visione.
Ma la città era come sempre troppo piena di vita e rumorosa
per cogliere tutto questo. La gente camminava svelta, talvolta anche
sfiorandosi, e tuttavia sempre senza avere una vera percezione degli
altri essere umani intorno a sé.
O perlomeno, era quello che sembrava.
C'era un uomo fermo in piedi su un marciapiede. Leggere la sua
espressione sarebbe risultato impossibile, per il semplice fatto che
non sembrava provare emozioni. La sua era una maschera di neutra
indifferenza.
I capelli scuri erano disordinati, e gli occhi verdi non mostravano di
prestare attenzione a niente in particolare.
Ma come al solito, il mondo che lo circondava era troppo indaffarato
per accorgersi di lui. Le persone si limitavano ad evitarlo, senza mai
voltarsi indietro.
La cosa non sembrava dargli fastidio. Anzi, era come se fosse sollevato
di non attirare troppo l'attenzione.
All'improvviso, senza una particolare ragione, l'uomo
ricominciò a camminare con decisione. Attraversò
la strada, svoltò un paio di volte, con passo affrettato.
Davanti alla porta di un negozio, andò a sbattere contro una
giovane donna. Non si mostrò per niente sorpreso,
né turbato dal fatto che potesse essersi fatta male. La
trattenne, stringendole le braccia.
Il cambiamento avvenne nella donna: vedere un uomo così
affascinante che la scrutava con intensità le
aumentò notevolmente il battito cardiaco.
L'uomo la guardava come se potesse scorgere il suo cuore, e
scadagliarlo per trovare ogni singola emozione che avesse mai provato.
Come se potesse vedere nel profondo della sua anima.
Alla fine sembrò essere soddisfatto, soddisfatto per aver
notato quello che andava cercando.
Perciò sorrise dolcemente, facendo arrossire la donna, e
ignorando completamente l'uomo, probabilmente il suo fidanzato, che li
fissava arrabbiato dall'interno del negozio.
Gli occhi della ragazza si spalancarono per la meraviglia, mentre
scopriva di non essere capace di muoversi. Sembrava essere paralizzata
sul posto.
Perciò non poté opporsi quando, con delicatezza e
molto lentamente, abbastanza da fare intendere al suo ragazzo che
avrebbe anche potuto scansarsi, se solo avesse voluto, le labbra di
quell'uomo affascinante e strano al tempo stesso toccarono le sue.
E soprattutto, si ritrovò intenta a ricambiare il bacio,
come se avesse perso tutto le inibizioni e tutto ciò che
sapeva giusto e sbagliato si fosse mischiato nella sua mente, fino a
non farle più distinguere la passione dalla ragione, e dove
finisse il suo pensiero e cominciasse l'irrazionalità.
Altrettanto delicatamente, l'uomo mise fine al loro bacio, per tornare
a sorriderle con apparente tenerezza, mentre la lasciava andare.
La ragazza provava troppe emozioni per riuscire a distinguerle tutte,
ma era sicura che la maggiore di tutte fosse l'orrore. Quel bacio che
era sembrato così giusto, così naturale, in quel
momento le appariva come il più grande degli errori, e
nonostante l'aria fosse riscaldata da quel sole che emanava tepore
vermiglio, non riuscì ad impedire che brividi di freddo le
salissero lungo la schiena. Un profondo stato di ansia e angoscia
dilagò nel suo cuore. Era così presa da quello
che le stava succedendo, da non rendersi conto che l'uomo che prima
l'aveva stretta non c'era più.
Lo stesso uomo che si trovava ora due traverse più avanti, e
che sorrise nel sentire, con il suo udito più sviluppato del
normale, le urla di una giovane coppia che litigava.
Inspirò con avidità l'odore della gelosia di lui,
e quello della confusione e la disperazione di lei. Il peccato era
stato troppo evidente per negarlo, ormai.
Un sorriso meno umano si fece strada sul suo volto. Chiunque l'avesse
visto, avrebbe detto che fosse più sinistro e più
freddo di una notte senza luna.
Gli umani erano così facili da maneggiare. Ci sarebbe sempre
stato qualcosa che avrebbe fatto loro paura, qualcosa che li avrebbe
fatti sentire incompleti, qualcosa che avrebbero desiderato
ardentemente ma non avrebbero mai potuto ottenere.
Ogni volta che cercavano di raggiungere lo stesso il loro obiettivo,
andavano contro la legge divina. E precipitavano nel dolore. Ogni
volta, ripetevano gli stessi errori che generazioni e generazioni di
uomini avevano commesso prima di loro. E non imparavano mai nulla.
Non che la cosa gli dispiacesse. Alzò gli occhi al cielo.
Non c'era modo che gli angeli potessero vincere, questa volta. Il mondo
era troppo corrotto e pieno di dolore per redimerlo, ormai. E tutti i
tentativi che avevano fatto erano risultati inutili.
Continuò a camminare nella luce sanguigna del tramonto,
canticchiando tra sé e sé. Forse sarebbe venuto
un giorno in cui non sarebbe più stato solo il Signore degli
Inferi.
Sorrise, andando alla ricerca di nuove vittime.
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