You
Have Mail!
You
have mail, Rose!
Rose,
lenzuola profumano ancora della tua essenza.
Non
mi arrendo.
Con
amore, Scorpius.
Lily appallottolò il foglio, gettandolo nel camino.
Desiderò che il fuoco bruciasse ogni lettera, ogni suono,
ogni pensiero in quel pezzo di carta, in quel messaggio di amore che
era una ferita aperta, che succhiava tutto il suo amore per se stessa.
Lasciandola cadavere di un amore che non aveva mai veramente posseduto,
che non le era mai stato donato veramente.
Aveva scartato la scatola regalo, e dentro, c’era solo
polvere che ancora respirava.
Desidero tanto spezzarmi, come una canna al vento. Ma non posso,
perché nonostante sembri debole, c’è
qualcosa di meschino e forte, che mi lega alla vita.
Certo non è amore, perché non mi è mai
stato donato.
Vorrei smetterla di oscillare senza cadere. Vorrei avere il coraggio, e
spezzarmi ed essere cullata nel vento, nell’aria.
Chiudere gli occhi, e perdermi , osservare dall’alto il mondo
addormentato, come Wendy che vola nel cielo blu , raggiungendo
l’isola che non c’è.
La voce metallica risuonò
nell’appartamento in penombra. L’apparecchio della
segreteria si polverizzò in mille pezzetti.
Lily ascoltò il suo fidanzato e futuro marito lasciare
l’ennesimo messaggio, ancora senza risposta.
Spezzami, Scorpius. Io non ne sono capace, ma tu puoi.
- Lily, che ne pensi del ciliegio?-
- Mamma, nel bouquet va bene tutto, basta
che non siano rose.-
Scorpius si voltò a guardarla, ma non la vedeva, Lily lo
sapeva.
- Gigli, come me. Non le comuni rose.-
Ginny non fiatò e lei evitò lo sguardo di
Scorpius, imperturbabile e indifferente come sempre.
Gli occhi si persero in un lembo di abito bianco, volarono sul merletto
e seppero che non ci sarebbe stato nessuno matrimonio bianco come il
suo nome.
-Tutti amano le rose. Proprio tutti.-disse, guardando Scorpius, con
sfida.
Rose,
ieri
ho fatto l’amore con Lily, ma in realtà lo facevo
con te.
Ti
voglio Rose e ti pretendo. Non mi dispiace per lei.
Corro nel vento, aspettando di spezzarmi. Aspettando e sognando
qualcosa che non sarà mai mio.
Rose oggi è tornata. Non mi ha guardato in faccia nemmeno
una volta, ma io ho sostenuto il suo sguardo, e ho visto il sorrisino
di Scorpius, vittorioso.
Appare pallida, sciupata. Si è arresa.
Come me.
Baci, ansiti soffocati. Accucciata alla parete sottile di uno squallido
motel, gli occhi quasi socchiusi, mentre ascolto lui che ama con
violenza e possesso mia cugina.
Ti ha pretesa e avuta Rose. Ma il dolore che provo non riesce ancora a
spezzare lo stelo della canna.
Scorpius entra sorridente, gettandomi a stento uno sguardo, incurante
come sempre, bugiardo e affascinante come sa essere sempre lui.
- Vado a dormire.-
La porta si chiude, e l’unica cosa che resta di lui,
è il tuo odore, che beffardo e pressante permea
l’ambiente.
Rose indugia.
Si tiene a distanza, come sempre. Come se la cosa non la riguardasse.
- Vado via.-
Posso sentire il suo ghigno.
- Ti ritroverò...tu mi
appartieni.-
- Non è vero.-
Scorpius prende tempo, tanto sa già. Sa già che
lei lo ama, come lui ama lei.
Sa che possono anche fingere di non volere tutto questo, ma che sono
solo menzogne.
Sono felici di amarsi con cattiveria. Sono incurantemente felici del
male che mi fanno, dei loro sorrisi celati, delle loro parole vuote che
mi rivolgono, dei loro gesti bugiardi.
- E a lei, non pensi?-
Dillo, Scorpius. Se lo dici, mi spezzo.
- No. E nemmeno tu. Non ti dispiace
neanche un pò...ti rendo troppo felice, perché ti
dispiaccia.-
Un rumore sordo e insignificante, e la canna si spezza.
You
have mail, Scorpius!
Caro
Scorpius,
lei
non ha mai risposto, ai messaggi d’amore che le mandavi.
Questo
messaggio non ha bisogno di risposta. Non ha bisogno di nulla.Ed
è meglio così, perché tu non hai mai
risposto a nulla di quello che ti chiedevo. Non hai mai avuto niente da
darmi, neanche un poco di dispiacere, mentre la amavi.
Non
devi neanche prenderti la briga di formulare poche parole di addio. Non
servono a nulla, ora.
Questo
messaggio dice qualcosa, non chiede. Come me, ha smesso di chiedere da
tempo perché dovevo sopportare tutti questi tradimenti,
tutto questo falso e puro amore che facevi finta di donarmi.
Da
sempre ho pensato che il bianco nascondesse il nero più
tremendo.
Il
bianco dell’ospedale che dovrebbe consolare il nero della
malattia, il bianco del nostro futuro matrimonio che puliva il nero
dell’amore che mancava…perché
l’amore che manca è la voragine, il buco nero in
cui sono precipitata e da cui cercavo di risalire.
Il
bianco del mio nome e del mio fiore così assoluto,
così fintamente perfetto che nasconde il nero della mia
imperfezione.
Il
giglio è purezza, il suo bianco è il colore
più assoluto. Il colore da sempre amato dalle ragazze, il
colore che non ha perché, perché come il nero,
esiste e basta. Non ha bisogno di domandare, di indagare. Il bianco
esiste e basta.
Alla
fine, nulla è mai bianco. Il mondo è pieno di
colori. Nulla è mai bianco, immacolato, puro, eterno ,
candido e ingenuo.
Io
ero il bianco. Facile da macchiare, come tu hai fatto. Mi hai macchiata
inesorabilmente, mi hai fatto cadere in un vortice di imperfezione e
domande che mi avrebbero distrutta.
Non
finirò mai di chiedere cosa avessi che non andava. Cosa
avessi di meno di Rose, perché tu non mi amassi.
E
alla fine ho capito che non sono un bianco e perfetto
giglio…ma una canna impantanata in un stagno, e il troppo
dolore ha reciso il mio stelo.
Ma
va bene. Grazie. Adesso posso volare come ho sempre sognato di fare,
essere una ragazza normale che tu non hai mai amato, essere qualcuno,
essere mille colori, vedere mille cose e forse, trovare qualcuno per
cui sarà facile, e bello amarmi.
Il
mio bianco non c’è più. Il nero
c’è sempre stato…ma ora,
l’unica cosa che voglio è un arcobaleno.
Non
occorre che tu risponda. Non hai mai risposto, e ora sarebbe terribile
se lo facessi. È meglio che mi lasci così, senza
una parola, senza un briciolo di sincerità.
Ti
perdonerò per non aver amato il bianco…ma non ti
perdonerò mai di essere sempre stato così grigio,
così indifferente, così indisturbatamente
bugiardo.
Ti
auguro soltanto di scoprire che la tua verità assoluta, il
tuo bianco, sia in realtà il nero. Perché nulla
è per sempre, nulla è perfetto, ma la vita vera
è molto più interessante.
Scorpius lesse il messaggio e chiamò Rose, dicendole che
aveva casa libera, e potevano incontrarsi da lui, anche subito.
Rose non richiamò e non rispose al messaggio che le aveva
lasciato in segreteria.
Solo molti giorni dopo, la segreteria gli annunciò che aveva
posta.
You
have mail, Scorpius!
Scorpius,
probabilmente
questo è l’unico messaggio di risposta che ti ho
mai mandato, e che ti manderò, lo giuro.
Non
ho mai risposto ai tuoi messaggi, perché non
finirò mai di vergognarmi, non smetterò mai di
vergognarmi della maledetta passione, chiamalo pure amore, se vuoi, che
mi prende, e mi fa male, quando sono con te.
Non
so cosa sia, ma so solo che me ne vergogno. Mi vergogno di stare con il
fidanzato di mia cugina, di stare con il figlio del nemico della mia
famiglia, mi vergogno della tua indifferenza e del tuo egoismo, perfino.
So
cosa diresti adesso. Che noi siamo fatti per stare insieme, da sempre e
per sempre, che non ce la facciamo a stare lontani…ma tutto
questo non ha perché. O almeno non ha un perché
valido.
Continuo
a scappare, perché non posso accettare tutto questo. Non lo
accetterò mai, e non rispondo, quando mi chiedi se ti amo,
perchè non lo so.
Oggi,
quando ho saputo della partenza di Lily, e del tuo messaggio, mi sono
chiesta il perché di tutto questo.
Il
perché di tutta la sofferenza di Lily, il perché
dei nostri incontri segreti. Ho cercato di rispondermi,
perché ti amo, che ti ho sempre amato,ma un secondo dopo, mi
sono chiesta, ma sarà vero?
Credo
di amarti perché è sbagliato, perché
sembriamo tanto Romeo e Giulietta, che dovevano tenere il loro rapporto
celato, segreto…perché sembra un classico amore
impossibile. Ti amo di un amore costruito su molti libri romantici.
Si,
c’era un sacco di romanticismo avventuroso nei nostri
incontri segreti…soprattutto quando ti sei fidanzato con
Lily. Ma Romeo non tradisce Rosalina con Giulietta. Romeo non gode nel
mentire alla sua fidanzata, Romeo non pretenderebbe mai che Giulietta
lo ami per forza, e per forza lo incontri di nascosto. Tu lo fai.
Quando mi mandi quei messaggi romantici, sorrido, ma non provo nulla.
L’unica
cosa che provo, è un grande dispiacere per Lily, ora. E
l’ho sempre provato, oltre che vergognarmi di me stessa.
Non
sento altro. Il resto, quello che fingo di provare, è una
bella favola romantica.
Ma
questa è la vita vera. E nella vita vera, io sono solo una
cugina traditrice, e tu un fidanzato bastardo. Non
c’è nessuna favola romantica, in questo.
In
realtà, ero anche arrabbiata. Volevo fare qualcosa di
terribile, sfidare in qualche modo la mia famiglia, fare qualcosa di
eclatante, come stare con il figlio dei nostri
nemici…l’ho fatto, ma adesso basta.
Non c’è
futuro per noi, Scorpius, e non possiamo fondarci su libri romantici
per costruirne uno. Inoltre, niente mi assicura che tu non farai con me
quello che hai fatto con Lily. Tutto sommato, sei il degno
discendente del casato Malfoy, sei arrogante, stronzo, traditore, e te
ne infischi dei sentimenti altrui.
Non
sei un ragazzo con cui costruire un futuro.
Non
sei Romeo…cerchi di incarnare il cattivo della favola, ma
non ti riesce nemmeno bene. E io non sono così buona da
essere una principessa.
Chiudiamo
questo libro, e questa corrispondenza mai iniziata e cominciamo a
vivere.
Addio.
Una ragazza con indosso un impermeabile fradicio entrò in un
bar di Parigi.
La pioggia ticchettava fuori, e chiunque si sarebbe domandato chi fosse
così coraggioso da avventurarsi fuori in una notte come
quella.
Ma la ragazza non si curò degli sguardi che percorrevano la
sua figura che libera dall’impermeabile fradicio, si sedeva
su uno sgabello ravviando la chioma con gesti nervosi.
Era vestita in maniera semplice, ma assorbiva la luce soffusa delle
lampade che guizzavano sulla sua figura esile e vivace.
Era bella, pensai.
Non la bellezza appariscente e dimenticabile di un avventuriera
sconosciuta in una notte di tempesta. Una bellezza eterea, ma anche
ambigua di un folletto che curioso appare e scompare.
Aveva qualcosa di familiare, di infantile, con un nonsoche di
sfuggente, da apparizione di un sogno.
Dubitai dei miei pensieri, per quella natura sognatrice e lunatica che
mi contraddistingueva. Geni materni, di sicuro.
E la ragazza parlò. E allora seppi che non mi ero ingannato.
Quella voce, che da bambino mi piaceva sempre ascoltare, mentre
ingenui, sognatori e speranzosi costruivamo un futuro, spezzato dalla
mia partenza negli anni dell’adolescenza.
- Un tisana al mirtillo, per favore.-
Per nulla turbata o cosciente della stranezza della sua ordinazione, la
ragazza guardò fisso negli occhi il barista, che le sorrise
compiaciuto.
L’avventuriera sapeva il fatto suo, ed era stata fortunata.
Era capitata nel bar più particolare di Parigi.
Lily Potter. Dieci anni dopo, che ordinava la sua tisana preferita e si
materializzava sicura nel mio mondo consolidato, pronta alla
rivoluzione.
Perché lei era sempre una rivoluzione.
Mi sedetti accanto a lei, sorridendo. Il barista mi fece
l’occhiolino, capendo le mie intenzioni.
Lily non si voltò e io sorrisi.
-Quante volte ti avrò ripetuto che un inglese dovrebbe bere
solo tè, per orgoglio nazionale, oltre che per tradizione.-
La battuta ebbe il risvolto sperato. Si voltò e mi
guardò stupita. Si riprese subito, comunque, assumendo
l’espressione compunta e divertita nello stesso tempo.
-Lysander Scamander non dovrebbe assolutamente parlare di tradizioni
consolidate.-fece, perfettamente a suo agio nella conversazione.
Lei, lei rompeva. Allargava gli ingressi, si inseriva in qualunque cosa
alla perfezione, con suo completo agio. Niente indugi, o giri di
parole, con Lily Potter.
-Touchè Lily Potter. Ho comunque la vaga impressione che le
tradizioni consolidate non siano mai state il tuo forte.-risposi
divertito.
Lily tornò alla sua tisana fumante, sul volto appuntito e
dai tratti regolari un ombra dal retrogusto amaro e malinconico.
Con un sorriso incipiente, mentre guardava davanti a se, aggiunse
- Oh, fidati, ti sbagli. Ho appena
mandato a monte una tradizione consolidata da così tanto
tempo che nemmeno mi ricordo quando è cominciata...-disse,
cominciando a sorseggiare il suo tè.
Mi tolse lei stessa il dubbio di indagare oltre, dicendo quello che la
mia curiosità domandava.
- Dovevo sposarmi e amare per tutta la
vita un uomo che non mi amava, e che senza dispiacersi ha sempre amato
mia cugina Rose...-
Allora seppi cosa dirle. Ci misi un po’, con la mia solita
calma che era un sollievo per chi mi stava intorno.
- Non sei cambiata di una virgola. Alla
fine, come vedi, ti sei ribellata alla tradizione e sei qui, con il tuo
vecchio migliore amico, a bere una tisana al mirtillo.-
Lily sorrise, un sorriso che in mille notti mi rassicurava, sussurrando
che l’avrei rivista, quando meno me lo sarei aspettato,
avrebbe fatto capolino nella mia vita, allargando l’ingresso
e dilatando tutto il mio mondo.
- Parlando di tradizioni, questa tisana
mi piace da quando sono piccola...che hai da dire, ora, Lys?-
Usò il mio vecchio nomignolo con nonchalance, come se si
fosse già abituata e per lei fossi ancora quel ragazzino che
un tempo aveva promesso di sposarla, prima di partire e lasciarla sola,
in mezzo ad un mare di tradizioni che non voleva seguire.
- Questa l’hai decisa tu, Lil. Ti appartiene, fa parte di
te...quando te le impongono altri, decidi di romperle.-
- Sono cambiata dalla ragazzina di tredici anni che abbandonasti,
Lys...ho accettato molte tradizioni, cercando di non cambiarle.-
- Sposare un Malfoy non è una tradizione per una Potter...-
- Sposare l’uomo che era tradizione amassi più di
me stessa, ben sapendo che mi avrebbe tradita sempre con mia cugina,
beh, lo era diventato.-
I suoi occhi si persero nella contemplazione della tisana che ormai era
quasi finita, mentre la pioggia ticchettava fuori, e il suo
impermeabile gocciolava a terra.
Decisi di non ribattere. Non parlava più con me, ma con se
stessa. Forse era la prima volta che lo diceva ad alta voce, e a me.
Avrebbe dovuto essere una situazione paradossale, ma di paradossale non
c’era nulla, o almeno io non lo sentivo.
Stavamo continuando un dialogo che non si era mai interrotto, in questi
dieci anni. Eravamo due persone mature, probabilmente diversi dai
bambini che si erano lasciati, ma quello che avrebbe dovuto cambiare,
non era cambiato.
Era rimasto lì, il dialogo, nella nebbia di un treno che si
allontanava, di due vite che prendevano binari diversi, ma che si
sarebbero incontrati di nuovo, nell’arco di una vita.
Forse il luogo, il tempo, la circostanza. Ma noi eravamo ancora i
migliori amici sognatori e ingenui, anormali e fuori dalle righe.
- Mi sei mancata.-
- Anche tu.-
- Da quando te ne sei andato, giurai che non mi sarei mai
più ribellata a nulla...con te dissi addio alla Lily vivace,
colorata, ribelle, e divenni un giglio che non è mai
piaciuto a nessuno, neanche a me stessa. Appena mi sono ribellata, ti
ho incontrato...-
Le presi la mano, dando voce finalmente alla nostalgia che avevo
provato, e che mai mi aveva abbandonato, rinnovando una promessa che si
erano fatti due bambini, e che avevo mantenuto intatta.
- Sapevo che ti avrei rincontrata, un
giorno...te lo dissi, ricordi?-
- Mi giurasti che saresti tornato per
sposarmi...eravamo due bambini, ingenui, sognatori. Potrei dire di
averlo dimenticato, di essere andata avanti, ma so che tutto sommato,
non ho mai rinunciato alla Lily che ero, che dovevo solo aspettare e
che ci saremmo rincontrati, prima o poi...-
Una ragazzina dalla
lunga chioma rossa e gli occhi verdi come l’erba di un prato,
si fece largo tra la folla di King’s Cross, immersa negli
sbuffi di treno.
Un ragazzino pallido,
dai profondi occhi azzurri sgranati e i capelli di un biondo sporco, la
attendeva ritto vicino al treno. Gli occhi gli si illuminarono quando
la vide.
Lo abbracciò
di slancio.
-
Lys, non andare, ti prego...sarà tutto diverso,
senza di te.-
Il ragazzino la
guardò serio, tremendamente serio. Le accarezzò i
capelli, e pensò che non l’avrebbe mai dimenticata.
-
Noi no, Lily. Noi non cambieremo mai...e ci rincontreremo nel
modo più assurdo,strano e imprevedibile, ma per noi
sarà normale...-
Lily Potter lo aveva sempre saputo. Quando tutto sarebbe dovuto essere
strano, anormale, imprevedibile e assurdo, per lei e Lys sarebbe stata
la normalità.
Spazio autrice:
Questa è il frutto di un impulso momentaneo. Ho voluto
vedere una Lily diversa da come la immagino solitamente e un diverso
rapporto tra Rose e Scorpius.
Lily ferita, giglio di facciata, e la sua amicizia mai veramente
terminata con Lysander. Li vedo bene insieme.
Cosa ne pensate?Vi piace questa Lily? E Rose?
XOXO.
Le
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