Morte preannunciata
Dunque, come annunciarvi questa fic, beh, diciamo che è un ennesimo restiling
della mia prima fic "La calma prima della tempesta". Diciamo che l'ho
raccolta in diverse one-shot, e questa è una di esse. Beh, non voglio aggiunger altro se non augurarvi una buona lettura,
sperando di trasmettervi qualcosa, sperando di aver colto al meglio i
pensieri di Bulma in un momento tragico della sua vita, in un momento
in cui si sente di aver perso tutto, ma forse ... si stanno entrambi
solo svegliando per ricominciare di nuovo!!^^
Un grazie mille a tutti, un bacione.
La vostra Yori
RISVEGLI
-MORTE PREANNUNCIATA-
Con il pensiero delle sfere
cercava di scacciare il pensiero di lui, il pensiero dell’uomo
che amava, il pensiero che l'aveva in qualche modo tradita, per la
lotta, per l'onore e la sua gloria personale. Aveva fallito come donna,
come amante, come madre. Non riusciva a distoglier la sua mente da quel
momento, dalla vista di lui che uccideva, dispiegando la sua mano verso
il pubblico inerme, che era stato spazzato via da quelle dita che
l'avevano stretta tante volte, che l'avevano cullata in tutti quegli
anni, ma che si era levata solo per portar la morte. Strinse le labbra,
ricacciando indietro le lacrime. I suoi amici erano lì con lei e
Bulma non voleva dimostrarsi fragile, o insicura. Era sempre stata
certe di Vegeta, era sempre stata certa di averlo cambiato, ma alla
mano non aveva altro che il suo comportamento: Vegeta era quello di un
tempo, non aveva fatto altro che rimaner addormentato per tutto il
tempo sulla terra con lei. E alla prima occasione, Vegeta gli aveva
dimostrato quello che voleva davvero. E ciò non aveva nulla a
che vedere con lei. Sospirò, grattandosi la nuca e accavallando
le gambe. Doveva concentrarsi su altro, non c’era solo lui
nella sua vita, c’era anche Trunks.
Trunks era tutto, o quasi, perché non voleva esser come la
Bulma del futuro, non voleva rimaner sola a tirar su il loro cucciolo,
Vegeta era uno strano padre, ma era pur sempre un buon padre. O
almeno così lo era stato fin ora. Voleva bene al loro
bambino, lui che non aveva avuto
nulla dalla vita ora aveva loro due. Perché non gli bastavano,
perché doveva a tutti i costi dimostrarsi più forte di
Goku, la sua ossessione. Perché non era, piuttosto, lei il suo
tarlo, perché non era il centro del suo mondo, perché non
significava ogni cosa per lui! Sapeva che qualcosa sarebbe accaduto nel
rivederlo. Aveva sperato per un attimo di non rivederlo mai più
Goku, aveva sperato non tornasse a deturpare la sua pace, ma poi le era
venuto in mente che, forse,
avrebbero potuto diventar amici, in fondo Vegeta e Goku si somigliavano
molto. Valorosi entrambi, cocciuti, smaniosi di combattere ad ogni
costo,
belli e ingenui. Già Goku lo era da sempre e Vegeta glielo aveva
dimostrato più volte, per le piccole cose a cui non sapeva dare
una risposta, come le foglie d’autunno, il freddo dei ghiacci, il
suo pancione quando aspettava Trunks. L’aveva visto stupirsi come
un bambino per cose normali per lei, per cose che un uomo come lui, che
aveva vissuto tutto, non aveva mai sperimentato: l'amore, un figlio,
esser padre, preoccuparsi per loro, ricever un bacio sulla guancia da
lei, ricever un sorriso felice da suo figlio. Tutte cose che Vegeta non
conosceva affatto.
Forse in tutti quegli anni era solo rimasto lì con lei
perché di fatto, non aveva altro luogo ove andare. Perché
aveva perso tutto, e non c'era nessuno oltre a lei disposto ad
accoglierlo.
“Oh Vegeta, perché l‘hai fatto!?”
Disse palesando i suoi pensieri ai compagni di viaggio, alle
persone che l'avevano in parte compresa, e in parte non comprendevano
affatto la sua scelta, non l'avevano mai accettata, e la guardavano con
rammarico, con dispiacere, ma con lo sguardo di chi ha in mente solo
una cosa: te l'avevo detto. E avevano ragione, ma Bulma era dura come
il cemento, tenace come un fiore che cresce in alta montagna, che mette
le sue radici sulla roccia più dura ed inscalfibile. Aveva
voluto Vegeta con tutte le sue forze, contro tutto e tutti, e ora lui
l'aveva sbalzata via dalla sua superficie. Bulma, però sapeva di
aver piantato bene le sue radici, sapeva che non poteva finir
così.
Yamcha la guardò con un sorriso amaro.
“Non te la prendere così!” Le fece un timido
sorriso, non avrebbe mai capito la sua pena infinita, non avrebbe mai
capito la sua cocciutaggine, il suo modo così sfacciato di aver
ancora negli occhi arrossati la voglia di star ancora con quell'essere,
la voglia di credergli, di sistemare tutto e far finta di niente, non
guardar davvero al suo fianco e capire davvero con chi aveva deciso di
condividere la vita. O forse, era lui a non capire quale fosse quel
legame indissolubile che li legava sempre e comunque. Chichi si era
avvicinata a loro, era preoccupata anche lei per i suoi figli, per lui
... Goku, lui che nuovamente era tornato, ma che evidentemente l'aveva
abbandonata ancora.
“Chissà dov‘è finito Goku!?”
“Speriamo stia bene!” Aveva aggiunto Yamcha che alla guida
dell'elicottero era preoccupato non poco per la sua incolumità,
e quella dell'intero pianeta. Aveva la vaga sensazione che quanto vi
fossero di mezzo quei dannati Saiyan, la Terra cadesse ogni volta in
pericoli inimmaginabili. Muten era accigliato e C18 stringeva
silenziosa la sua bambina addormentata sulle sue gambe. Era,
inevitabilmente,
preoccupata per Crilin. Lui non era forte come i guerrieri Saiyan,
lui non era quel tipo di guerriero, guardò le altre due
donne preoccupate pensando che forse l'unica a doversi davvero
proccupare fosse lei.
“E poi sono preoccupata per Trunks, chissà lui
e Goten che fine hanno fatto! Se ne sono andati senza dir nulla
quei due! Accidenti a loro ...”
“Già, ogni volta che torna Goku succede qualcosa! I miei poveri bambini!”
“Dai non fate così i vostri figli sono fortissimi!”
Aveva detto Olong, che non sapeva bene cosa dire, ma che era seriamente
preoccupato. Vegeta non gli era mai piaciuto e non capiva cosa vi
trovasse Bulma in lui, ma una cosa era pur sempre certa, se si
schierava dalla parte dei nemici il guaio doveva esser di dimensioni
spropositate. Uno sbalzo d’aria aveva fatto sussultare il
veivolo, Yamcha cercò di mantenersi saldo ai comandi, mentre gli
astanti si aggrapparono ai sedili per non perder l'equilibrio. Marron
si svegliò cominciando a piangere. Yamcha si voltò
indietro per guardarla e riportò il veivolo, poco dopo, al suo
assetto corretto e parallelo al suolo. Tirò un sospiro di
solievo, erano tutti salvi. Non era accaduto nulla di grave.
Guardò Bulma al suo fianco che si era portata una mano al petto
e guardava fisso nel vuoto. Sembrava spaventata, sembrava le si fosse
fermato il cuore. "Bulma tutto bene?" Le aveva chiesto, ma la donna
rimase immobile, sembrava non avesse neppure sentito le sue parole. La
mano stretta al cuore e lo sgurdo verso la direzione dell'esplosione,
una frase nella sua testa, un suono conosciuto, una voce che conosceva
le stava parlando con un mezzo invisibile, ma che li legava
profondamente.
“Addio … Bulma …”
No, non poteva essere.
Cos’era quella fitta al cuore?
Cos’era quel dolore immenso, che stava provando?
Cos’era quella sensazione, non poteva essere! Non poteva esser
vero!
Non sentiva le aure lei, non sentiva nulla, se fosse
morto qualcuno di caro non l’avrebbe mai saputo. Come quando
erano morti Yamcha, Tenshinan, Rif e Junior, lei non aveva avvertito
nulla, sapeva solo che erano morti perché l’aveva visto.
Gli altri l’avevano capito dalle aure, ma lei ... Lei no! Non
poteva
saperlo, non capiva nulla di quelle cose.
Eppure il cuore le
doleva. Si portò una mano al collo, il morso le pulsava, le faceva male.
Vegeta non c’è più.
Scosse la testa, lei non percepiva quel tipo di cose, doveva
toglierselo dalla testa. Lui era vivo, era in giro da qualche parte a
distrugger qualcuno, lui non poteva morire, lui era forte. Eppure, non
era quello che le diceva il suo cuore.
Vegeta non c'era più e lo sapeva perché le loro anime erano collegate i loro cuori erano uno solo.
No, no! Era solo paranoica, non era così non poteva essere, non poteva!
“Cosa sarà successo!?”
Disse Chichi. Bulma non disse nulla. Era frastornata, non riusciva a
comprender più nulla, non risciva a capire cosa fosse accaduto
davvero e cosa fosse frutto della sua immaginazione. Un fischio le
rombava forte nell'orecchio, si accasciò sul sedile. Si sentiva
svenire, si sentiva come se tutte le forze l'avessero abbandonata. Quel
dannato brutto presagio dunque si stava avverando...
“Andiamo a casa mia e invochiamo il Drago Sheron!” Disse con un filo di voce.
Lei non sentiva le aure, quindi, Vegeta non era morto. Erano
solo stupide fantasie, era solo che non riusciva a non pensare a
quella brutta sensazione, alla paura di perderlo, di vederlo
sgretolarsi sotto le sue mani. No, non era morto.
Illusa, Bulma, sei solo una stupida illusa, e lo sai.
-PER TE, BULMA E PER TRUNKS-
Invocarono il Dargo e il
desiderio fu espresso, poi comparve Goku d'improvviso. Bulma lo
guardò in cerca di risposte, ma Goku le sorrise semplicemente.
Sapeva di dover far finta di nulla. Si fece trasportare al palazzo del
Supremo da quello che era da sempre la loro salvezza e la loro
dannazione insieme. E mentre lo guardava scherzare si ritrovò a
odiarlo, se solo ... se solo lui non fosse mai tornato Vegeta avrebbe
continuato a dormire al suo fianco a soffocare la sua vera
identità, perché non aveva uno scopo da perseguire, anche
se nonostante tutto aveva continuato a lottore. Ma Bulma preferiva
così, tapparsi gli occhi e le orecchie e averlo al suo fianco.
Non le importava di nulla se non di quello. Era egoista e lo sapeva,
Vegeta non l'avrebbe biasimata, ma forse era anche quello che l'aveva
portato a distruggere tutto e rompere con un solo gesto la pace che
avevano conquistato in quegli anni.
Bulma guardava Goku, aveva solo una domanda in testa, ma non riusciva a
tirarla fuori. Lui era vivo? Lui se n'era andato combattendo contro di
loro, era morto sopraffatto dal suo stesso orgoglio? Era stato Goku ad
ucciderlo? Oppure si era immaginata tutto, oppure si era solo alleato
con il nemico, e lei l'aveva ugualmente perso?
“Dove sono Gohan e Goten!?”
Chichi era stata più svelta di lei, aveva vuotato il sacco aveva
palesato la sua preoccupazione per i figli, così come lei
continuava a fare con lo sguardo, ma non con le parole. Bulma
sospirò doveva chiedere doveva sapere, doveva avere la conferma
che non era come pensava. Ti prego Goku, dimmi che è vivo! Pensò,
ma quel giorno i desideri di Bulma erano destinati a rimaner
inespressi, e mentre il cuore le batteva forte nel petto tirò
fuori la voce.
“E Trunks e Vegeta?” Disse con finta sicurezza, disse fissando gli occhi dell'amico. Dimmi che non è vero ... dimmi che è vivo, ferito ma vivo, arrabbiato ma vivo! IIllusa sapeva, che l'uno stava bene e l'altro non c'era più.
“I piccoli Trunks e Goten stanno bene, ma Ghoan e Vegeta non ci sono più!”
Goku aveva una maniera tanto candida di dir le cose, che non riusciva a
comprender se fosse verità o finzione, se quello che aveva detto
era la realtà. E se così era ... Vegeta non c’era
più. Se n’era andato e lei non l’aveva salutato, non
aveva chiarito con lui tutta la situazione. Se n’era andato e lei
l’aveva perso. E Trunks? Trunks dov'era mentre Vegeta moriva, non
l'aveva visto, vero? Non era con lui, non aveva compreso come suo padre
fosse mutato? Non aveva visto chi era realmente, non aveva scorto le
sue mani d'assassino. Trunks, Trunks ora cosa pensava di suo padre, ora
cosa provava per lui! Tutta la sua devozione era finita? E lei
cos'avrebbe potuto raccontargli? Che non l'aveva conosciuto davvero,
che non sapeva davvero chi fosse? Oh, Vegeta cosa devo dire a Trunks? Non sapeva il Saiyan avesse già deposto nel figlio tutto il suo volere tutto il suo amore per loro.
“Non è giusto” La voce di Videl che piangeva il suo
Gohan, le giunse ovattata all'orecchio. Nuovamente quel fischio. Si
voltò per guardarla, povera Videl, aveva perduto il suo amore
ancor prima di conoscerlo.
“Chichi …” La voce di Goku che chiamava la moglie stasa a terra, svenuta.
Perché il mondo non si era fermato, perché la terra non
aveva smesso di girare, perché il sole splendeva ancora,
perché non era morta. “Vegeta …” Cercò
di fermare le lacrime, a cosa serviva piangere, se lui non
la poteva consolare, dicendole che era una sciocca e debole umana, cosa
le serviva respirare, se lui non poteva
condividere quell’aria. “NOO …” Ma la sua
disperazione era troppo grande, il suo amore era troppo grande, sarebbe
resuscitato con le sfere ? Poco importava ora era morto, ora lui non
c’era. Quando era morto il Trunks del futuro Vegeta le aveva
detto che aveva
fallito, perché lui era morto e anche se tornava in vita non
cambiava nulla, perché lui aveva ucciso suo figlio, aveva
lasciato che morisse e non se lo sarebbe mai perdonato. Ora lo capiva
era così anche per lei, aveva fallito l’aveva perso.
L'aveva lasciato morire solo e non l'aveva cambiato non l'aveva reso
felice.
“Bulma calmati!” La voce di Yamcha che la sosteneva per le
spalle, cercando di sedare il suo dolore era per lei come aria, non le
importava nulla di nessuno, voleva svanissero tutti nel nulla.
"No, no, non è possibilee!" Lo scansò bruscamente e
andò verso Goku, che si trovava accanto alla moglie. Lo prese
per la maglietta tirandolo a sé. Lei doveva sapere, doveva
capire doveva conoscere tutto, non poteva accettare la sua morte, non
così. Doveva capire dove aveva sbagliato, perché era
morto? Chi l'aveva ucciso..
“Perché l‘hai lasciato MORIRE! Perché Goku ? Perché?”
Lui aveva messo le sue mani sulle spalle di Bulma.
“Mi dispiace Bulma!”
Bulma non riusciva a pensare, non riusciva a parlare era sommersa dalle
lacrime e dai singhiozzi che si susseguivano senza lasciarle
tregua. Vegeta se n'era andato e lei si sentiva delusa, si sentiva
affranta. Cos'avrebbe detto a Trunks?
“Vegeta no … ”
Goku l’abbracciò sentiva di dover aiutare l’amica,
si sentiva tremendamente in colpa, si sentiva partecipe di quel gesto
folle, un gesto che lui non avrebbe saputo compiere. Perché
quando l'aveva compiuto, quando si era ucciso non aveva provato le
stesse cose di Vegeta. E l'aveva capito combattendo contro di lui che
persona fosse, aveva capito quanto dolore celasse, ma quanto amore
avesse da dare. Lui non era in grado di farlo, lui non aveva mai
chiesto scusa per ciò che aveva fatto. Vegeta sì! Aveva
messo in atto, a suo modo, il sacrificio più bello potesse
esistere. Lui non si era ucciso per la Terra, lui l'aveva fatto solo
per l'amore della sua famiglia. Perché sapeva di aver sbagliato,
ma non sapeva come tornare indietro. Lo ammirava, lo aveva sempre
fatto, ma questa volta ammirava il suo coraggio, lui non aveva mai
osato tanto. Goku il grande eroe, era solo stato in grado di fuggire
dai suoi errori, Vegeta invece aveva in quelche modo tentato di
affrontarli. Nessuno dei presenti parlava, solo Videl piangeva
sommessa, mentre Chichi giaceva a terra svenuta.
“Com‘è morto?”
Pronunciò alla fine Bulma. Lei era un tipo pratico, lei era una scienziata, lei voleva sapere, doveva sapere.
“Bulma io …” Goku la guardò negli occhi, non
l’aveva mai vista così, era forte, terribilmente forte.
Nei suoi occhi brullava una luce vivida e intensa, la luce della
speranza, la luce di un amore senza pari.
“Vegeta si è ammazzato per voi, Bulma.”
Era stato Junior a parlare. Il Namecciano aveva assistito al
sacrificio, aveva assistito al risveglio del Principe. Che dopo essersi
fatto possedere ed esser tornato quello di un tempo, si era svegliato e
aveva compreso tutto. Aveva guardato negli occhi suoi figlio, e aveva
svelato lui quanto importate per lui fossero lui e sua madre. Quanto
importante fosse la vita sulla Terra, quel cambiamento che l'aveva
mutato e l'aveva reso migliore. Ed era giusto Bulma sapesse che il suo
uomo si era volutamente ucciso, si era volutamente scagliato contro il
mostro invincibile per chiederle scusa, per dirle che lei e Trunks
erano la cosa migliore della sua vita. Sapeva che era giusto
dirglielo, era giusto che Bulma sapesse che non aveva sbagliato nulla.
Bulma si era girata a guardarlo, mentre tutto il resto del gruppo
spostava la sua attenzione su Junior, che non era avvezzo a
sentimentalismi, anzi gli davano piuttosto fastidio, ma questa volta
aveva deciso di parlare, non per crear una strategia, ma per sedar la
pena di una donna afflitta dal dolore di una perdita.
“Mi ha detto di portar via Trunks di metterlo al sicuro e poi
… poi … si è suicidato Bulma. Pensava che
facendosi esplodere con Majin Bu, avrebbe smesso di rigenerarsi e
sarebbe alfine scomparso … ma non è bastato, mi
dispiace! Ma l'ha fatto per voi, l'ha fatto per te e per vostro figlio.
Era giusto che tu lo sapessi. Lui era posseduto, ma non ha dimenticato
voi, non ha perso completamente se stesso. E questo Trunks lo sa. Non
l'ha visto morire, ma gli ha parlato prima che lo facesse."
Vuoto, non sentiva più nulla, non c’era più nulla, non c’erano lacrime, non c’era niente.
Così era diventato cenere, così l’amava a tal punto
da uccidersi per lei, da sacrificare la sua vita per lei e per Trunks.
Goku guardava le iridi vitree di Bulma, sembrava priva di sensi
sembrava vuota, sembrava che la sua anima l’avesse abbandonata,
era come morta. Poi, si era sollevata e si era allontanata da tutti,
asciugandosi con le mani le lacrime, pulendosi il viso. Goku aveva
richiamato la sua attenzione, ma ella non si era voltata. Si era allora
avvicinato a lei.
“E‘ uno stupido …" Prese a parlare gelida.
“Vegeta è davvero uno stupito. Fare una cosa del genere
... Che sbruffone. " Sospirò, mentre l'amico in silenzio
ascoltava il suo sfogo.
"Che razza di idiota, non poteva comportarsi come al solito, fregarsene
di tutto e di tutti e tornar a casa?" Si accese una sigaretta e
cominciò ad aspirarne il fumo. Non pensava quello che diceva, ma
voleva rassicurarsi, voleva tornare indietro e fermarlo.
"Beh, comunque mi ha sconfitto. Se ci fossimo incotrati sul ring
avrebbe vinto lui." Goku le aveva parlato per sollevarla, parlandole
del loro incontro, sapeva quanto importante fosse per Vegeta, e il
mezzo sorriso sulle labbra di Bulma gli fece capire quanto importante
fosse anche per lei.
"Mi pare ovvio, Vegeta si è allenato con l'attrezzatura speciale che gli ho costruito io. Non poteva perdere!"
Si erano sorrisi e Bulma, aveva sospirato profondamente, voltandosi poi di spalle.
"Scusa Goku, io ... io ora devo andar via un attimo, proteggi Trunks per favore."
Il Saiyan aveva annuito, guardandola mentre estraeva una capsula dalla
borsetta e ne tirava fuori un elicottero. La donna vi montò su e
scomparve dai loro occhi velocemente.
Non aveva bisogno delle indicazioni degli altri, quando si trattava di
Vegeta sapeva sempre tutto. Come trasportata da una forze innata e
trascendentale raggiunse il luogo del misfatto. L'enorme esplosione
aveva creato un gigantesco cratere in mezzo a quella landa desolata ed
arida. Bulma scese dall'elicottero e si calò all'interno di
esso, osservandosi intorno.
Respirò a pieni polmoni l'aria secca e dal sapor di bruciato, si
portò al centro di essa ove probabilmente il suo corpo si era
sgretolato. Si toccò il collo e lasciò cadere un ultima
lacrima.
"Grazie, amore mio."
Si era stretta nelle sue stesse braccia ed era rimasta lì
immobile, mentre una folata di vento si sollevava, scompigliandole i
capelli, percorrendo il suo corpo e librando nell'aria quei
granelli di cenere. La lacrima scivolò via dal suo viso e venne
trasportata lontano, sentiva la sua presenza, la sentiva forte, lo
sentiva addosso. Rimase così, a farsi cullare dal vento caldo,
dalla luce del sole e da lui che ormai non c'era più, ma che era
come se fosse lì con lei.
"L'ho fatto per te Bulma e per Trunks. L'ho fatto per voi che siete la mia vita."
E Bulma credette davvero di udir qualcuno, ma vi era solo il rumore
lontano del mare e il sibilo del vento nell'aria tersa e calda di
quella landa desolata e sterile.
Sorrise. Il suo Principe alla fine si era risvegliato.*
* Scena influenzata dall'immagine di un Doujinshi, cui non ricordo il nome, poiché ho trovato l'immagine su internet! ç_ç Sorry!
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