è tutta questione di convivenza
E' tutta questione di convivenza.
Convivere non è semplice, per niente.
Se aggiungiamo anche personalità opposte riunite in uno spazio ristretto, la situazione si complica.
Non dimentichiamoci orari diversi, occupazioni differenti ed età che divergono.
No, la convivenza non è una cosa semplice.
Interno 7 del condominio numero 49, in una via alberata poco lontana dal centro.
E’ arrivato il lunedì mattina. Crudele ed inevitabile.
Dal mucchio di coperte sul letto giunge un mugolio. No, Fantine non si vuole alzare.
Insomma: non basta la domenica per oziare e il lavoro non è poi
così importante da costringere la gente a strisciare fuori di
casa il lunedì mattina alle sette, senza contare che ogni
lunedì le coperte sono più morbide e calde del solito.
E’ il momento di attuare il progetto che da settimane la tenta: rimanere a casa il lunedì.
E lo attuerebbe, se non fosse per Amelia.
E’ lei che sta bussando alla porta di Fantine per ricordarle che deve alzarsi, senza obiezioni.
Lo fa tutte le mattine, ma il lunedì è particolarmente insopportabile.
Tutto per colpa del suo forte senso del dovere, senza non darebbe tanta
importanza al lavoro e permetterebbe a Fantine di dormire un po’
di più. Un bel po’ di più.
Amelia, però, non può fare a meno di essere così.
Prima il dovere e poi il piacere, questa è la regola che ne
governa la routine. Alzarsi presto la mattina, andare al lavoro,
svolgere con impegno le proprie mansioni, tornare a casa e finalmente
rilassarsi.
Abitudini perfette, calcolate al minuto e ordinate con cura… Con
così tanta cura che l’attenzione si focalizza su una
routine ideale e non vengono tenute in conto alcune variabili.
Come Freya, che occupa il bagno per mezz’ora e impiega
altrettanto tempo per vestirsi. Il tipico stereotipo femminile,
interessato al gossip e alle novità della moda.
Il lunedì mattina, tra l’altro, è il momento in cui
dà il peggio di sé: il primo giorno della settimana
bisogna apparire impeccabili a lavoro. Ecco che i tempi di preparazione
si allungano, tra un controllo al meteo e un ripasso delle ultime
tendenze tra un sorso di caffè e l’altro, cercando di non
farsi sottrarre il giornale da Sophia, avida di notizie sin dalla
mattina presto.
La sera un libro e la mattina un buon aggiornamento sulla situazione
attuale, questa è la regola. E magari una lettura leggera da
portarsi dietro per il viaggio in metropolitana, ma solo quello di
andata. Al ritorno, a tenerle compagnia, c’è sempre
infatti il quotidiano pieno di notizie fresche fresche. La sua vivace
curiosità è diventata col tempo quasi un ossessione in
astratto, in concreto un mucchio di libri sul comodino.
Sophia terrebbe gli occhi incollati alle pagine dei libri tutto il giorno, se non fosse per alcuni ostacoli.
Quell’uragano di Bellatrix è uno di questi.
Non sta mai ferma, anche il lunedì mattina si presenta in cucina
sveglia e attiva, vestita di tutto punto e pronta a dedicarsi a nuove
attività. “Arrendersi” è una parola che non
si può trovare nel suo vocabolario, e forse neanche il termine
“riposarsi”.
Probabilmente vede ogni giorno come una prova d’addestramento
militare e il lunedì rappresenta la verifica settimanale: o la
fai bene o il resto della settimana sarà pessimo.
Bellatrix è una testa calda, metterle i piedi in testa non
è possibile e il solo tentativo potrebbe portare a
conseguenze…dolorose.
Non la pensa così Placido, abituato a considerare il
lunedì un giorno come tutti gli altri. Non ha tenute da
battaglia, non occupa il bagno per ore e non indulge nei piaceri delle
coperte morbide e soffici. Vuole mantenere un profilo basso ed
un’apparenza semplice: per rimanere in uno stato di quiete non ci
si deve esporre troppo né si deve eccedere o permettere alle
proprie piccole ossessioni di prendere il sopravvento. Placido
affronta tutto con calma, rimanendo fin troppo impassibile di fronte a
certe situazioni, in cui tutto gli scivola addosso e reagire è
proibito affinché si possa mantenere quella quiete tanto voluta.
Non è un uomo che fa sentire la sua presenza, Placido, a
differenza di Charles, il tipico uomo un po’ rozzo e grossolano.
Si parcheggia davanti alla televisione nei momenti in cui trasmettono i
programmi sportivi; si sofferma davanti alle vetrine di videogiochi per
sbirciare l’ultimo gioco uscito, che finirà per prendersi
perché no, non riesce a resistere; si stravaccherà sul
divano con le scarpe ancora ai piedi e si rifiuterà di mettere
in ordine ciò che lui definisce camera, ma che può
benissimo essere scambiata per una trincea di vestiti sporchi e oggetti
di vario genere.
Merita comunque un po’ di compassione, in quanto maschio
circondato da femmine. Si sentirà oppresso, soprattutto il
lunedì mattina, quando tutte le donne di casa si avventano
sull’unico bagno o prendono possesso del sacro telecomando. Non
c’è da stupirsi se Charles non apprezza il lunedì
mattina.
Alla fine però, a furia di sopravvivere ogni lunedì al
trauma del risveglio, un certo equilibrio sono riusciti a costruirlo.
Ma evidentemente qualcuno lassù si diverte a scombinare i
momenti di calma: come si spiegherebbe altrimenti il suono del
campanello che scuote l’appartamento.
Panico.
Si deve correre ad aprire e fare in fretta, la routine non va distrutta, non ora che era diventata finalmente equilibrata.
Se vogliono fare pubblicità vanno insultati, sostiene Bellatrix,
ma se è il postino è naturale ed obbligatorio controllare
subito qual è il contenuto di ciò che è stato
recapitato, pensano Sophia e Freya, per una volta d’accordo.
-Arrivo!-
La porta dell’interno 7 del numero 49, in una via alberata poco lontana dal centro, si apre.
Un libro in mano, il telecomando fra i denti e l’altra mano che traffica per poter infilare la scarpa.
-Scì?-
Il postino guarda la ragazza, leggermente divertito.
-E’ lei la signorina Jo Scott?-
Con un’acrobazia strana la scarpa viene infilata e il telecomando finisce stretto tra il pollice e la copertina del libro.
-Sì, sono io, Jo Scott. –
Fu la risposta dell’unico inquilino dell’interno 7.
***
Temo sia troppo criptica, per capirne il senso potrebbero essere necessari due minuti di riflessione.
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