-Abbatôn
(13 Novembre)-
Una corsa con le moto, un incidente, uno spirito oscuro.
Storia partecipante
alla Challenge "2010: a year together", indetta
dal Fanfiction Contest
~ { Collection of Starlight }
Storia partecipante alla
challenge "The COW-T - Quarta settimana"
indetta su maridichallenge
-Titolo: Abbatôn
-Autore:
XShade-Shinra
-Genere:
Generale, Dark
-Rating:
Giallo
-Capitoli:
One-Shot, Flash-fict
-Avvertimenti:
Non per stomaci delicati
-Prompt:
Angelo (COW-T);
#352 - Corse illegali col motorino (AYT)
-Disclaimer: Lo
scritto ed i personaggi sono interamente di mia
proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati.
- Abbatôn -
Doveva essere una semplice gara tra compagni di classe, una corsa
clandestina col
motorino dove tutti avevano puntato qualcosa.
Chi cinquanta euro, chi una stecca di Marlboro Rosse o un nuovo gioco
per console portatile o, ancora, un abbonamento al cinema, ma nessuno
di loro aveva messo in conto che tutti, nessuno escluso, avevano
puntato anche un’altra cosa, ben più preziosa: la
propria vita.
Come tutti i ragazzini si sentivano giovani e intoccabili, come se
fossero eroi o dei.
Così, mentre le motociclette ancora sulla strada di
periferia si fermano bruscamente, lasciando le strisciate nere dei
pneumatici sull’asfalto per precipitarsi a rotta di collo
verso il guardrail modellato come se fosse plastilina, dispiego le ali
e volo tra le carcasse dei due motorini precipitati nel dirupo. Vedo
l’unica ragazza del gruppo, Luciana – colei che
è stata coinvolta nell’incidente senza avere
alcuna colpa –, che rantola, con una gamba piegata
di novanta gradi in avanti all’altezza del
ginocchio, un
braccio ammaccato e l’altro squarciato; e il viso
è una maschera cieca di sangue. Ma non mi interessa lei;
almeno non in questo momento.
Plano oltre e mi poso delicatamente a pochi metri da lui, Giancarlo
Attoni. Ventiquattro anni, studente universitario al primo anno in Beni
Culturali a Roma.
Giace con la faccia rivolta a terra, tra i sassi aguzzi dove era
rotolato – a testimonianza di ciò
c’è una lunga strisciata color vermiglione che,
come un tappeto rosso, mi guida verso di lui, fino a farmi fermare
proprio davanti al suo corpo che perde calore, rubato dal freddo della
notte.
« Vieni, Giancarlo » gli dico piano,
tendendogli una mia mano pallida coperta fino alle nocche dalla larga e
lunga manica della mia veste colore del buio.
Vedo la sua anima alzarsi da terra e, lentamente, tendermi la mano di
rimando.
« Ora… non sento più dolore
» risponde come un sospiro.
« Lo so » annuisco piano, accucciandomi
un po’ di più verso di lui, ed i miei liscissimi
capelli neri pendono appena, svolgendosi giù dalla
spalla.
« Sei il mio angelo custode? » mi chiede
con un sorriso, afferrando la mia mano.
« No » rispondo, strappando via la sua
anima dal corpo. « Lui non è stato abbastanza
veloce » gli sussurro, abbracciandolo sia con le membra che
con le ali nere.
« Però qui… si sta
bene… » sussurra l’anima, stringendosi a
me.
« Tra poco starai anche meglio » gli
assicuro e, afferrato più saldamente, mi alzo in volo, senza
bisogno dell’aiuto del vento o delle correnti ascensionali
per potermi muovere nel cielo cupo e freddo di metà
Novembre.
Intanto, i suoi amici li hanno raggiunti e, mentre Dimitri si occupa di
Luciana, gli altri cercano in tutti i modi di svegliare quel ragazzo
ormai passato a miglior vita.
Piangono, urlano, chiedono aiuto, ma non servirà a nulla.
Io ai loro occhi sono il male stesso, ma in realtà eseguo
solo gli ordini che mi vengono impartiti dall’alto, e vengo a
portare le persone in un luogo migliore.
Mi chiamo Abbatôn, e sono l’Angelo
della Morte.
§Fine§
XShade-Shinra
-Note:
Il nome
Abbatôn è tratto dal libro apocrifo "Abbatôn,
Angelo della
Morte", editore Luigi Moraldi.
La frase "Lui non è stato abbastanza veloce", è
tratta dalla famosa pubblicità progresso che come frase
principale aveva: "Non
correre mai più veloce di quanto il tuo angelo custode possa
volare".
|