listen to your heart - cap 1
Il giorno in cui misi piede per
la prima volta nel quartier generale dell'Ordine della Fenice sembrava
all'inizio una semplice giornata come tante. Le stranezze però
erano cominciate dal mattino, in ufficio, quando Malocchio Moody, che
lavorava come me al reparto Auror del Ministero della Magia, mi aveva
preso da parte e, senza troppe cerimonie, mi aveva consegnato un
biglietto: "Il quartier generale dell'Ordine della Fenice si trova a
Grimmauld Place n° 12" recitava una calligrafia stretta ed elegante
che mai avevo visto prima. Non ebbi il tempo di chiedere spiegazioni
perchè lui, che continuava a guardarsi intorno circospetto, con
l'occhio magico che roteava qua e là, mi disse soltanto di farmi
trovare a quell'indirizzo alle sette in punto di quella sera. Poi mi
strappò di mano il biglietto e, senza aggiungere altro, si
dileguò così come era arrivato. L'Ordine della Fenice...
continuai a rimuginarci chiedendomi dove potessi averlo già
sentito, e più di una volta fui ripresa dal mio superiore
perchè avevo palesemente la testa da un'altra parte. Così
potei rivolgermi totalmente a quel pensiero solo all'uscita
dall'ufficio, sulla strada di casa, cercando di capire se quello strano
biglietto fosse in qualche modo collegato allo strano comportamento di
Malocchio in quei giorni. Cioè, strano lo era sempre stato, ma
in quei giorni lo era ancora di più: lo incontravo molto
più spesso del solito, come se facesse apposta ad incrociarmi al
Ministero, e qualche volta lo soprendevo persino a fissarmi con sguardo
indecifrabile; quando invece capitava che scambiassimo qualche parola,
si finiva sempre a parlare di argomenti molto strani, che nessuno era
solito trattare all'interno del Ministero, che riguardavano in
particolare gli ultimi fatti di cronaca: Voldemort, Silente, Harry
Potter, associazioni segrete e altre cose tra le più
improbabili... ehi aspetta un attimo... associazioni segrete?
"Ma certo!" esclamai ad alta voce colpendomi la fronte con la mano (e
guadagnandomi un'occhiataccia da parte di un vecchietto che mi era
passato accanto per la strada); l'ordine della fenice era
un'associazione segreta che, nel periodo in cui Voldemort era ancora al
potere, combatteva in gran segreto per fermarlo... dovevo averlo
sentito dalla mamma in chissà quale occasione... Nel frattempo
ero arrivata a casa, così infilai la chiave nella toppa, ancora
eccitatissima per la mia recente scoperta. Forse l'Ordine esisteva
ancora? Forse Malocchio voleva che anche io ne facessi parte? Lo
sguardo entusiasmato dipinto sul mio volto però si spense
gradualmente, mentre mi richiudevo la porta alle spalle. "O forse sto
solo prendendo un granchio" dissi tra me e me, appoggiandomi alla porta
alle mie spalle e guardando imbronciata il disordinato salottino del
mio appartamento. Quello che sapevo per certo era che
l'appuntamento di quella sera sarebbe stato sicuramente importante,
perciò dovevo assolutamente essere puntuale. Un po' per evitare
di addormentarmi senza accorgermene (cosa che succedeva con particolare
frequenza quando avevo orari da rispettare), un po' per ingannare
l'attesa, cominciai a mettere in ordine quel bazar che era casa mia,
per la prima volta da tempi immemorabili. Guardavo febbrilmente
l'orologio ogni due/tre minuti, sbuffando quando mi accorgevo di quanto
poco tempo era passato. Alle 18:30 in punto già non ne potevo
più di aspettare, così cominciai a prepararmi. Mancava
ancora qualche minuto alle sette quando mi infilai i miei amati anfibi
di vernice nera; avevo giusto il tempo di smaterializzarmi e alle sette
in punto mi sarei trovata con la massima puntualità a... a...
uno sguardo terrorizzato mi si dipinse sul volto: "Oh no. OH NO! Non
ricordo più l'indirizzo! L'ho letto una volta solaaa... il
quartier generale dell'Ordine della Fenice si trova a... si trova a..."
cercai di mettere a fuoco nella mia mente ciò che c'era scritto
sul biglietto, ma niente da fare. "Ooh accidenti!" Imprecai
sprofondando nel divano "Maledetto biglietto, maledetta la mia
sbadataggine e la mia scarsa conoscenza delle strade di Londra!"
Già, perchè se non fosse stato che a 20 anni ancora non
sapevo esattamente quale fosse Oxford Street, forse avrei avuto una
memoria migliore per gli indirizzi. Guardai l'orologio: le sette meno
cinque. Un'improvvisa idea mi balenò in mente: mi avvicinai al
camino, presi una manciata di polvere volante e dissi chiaramente
"Ufficio di Malocchio Moody, Ministero della Magia"; poi misi la testa
nel camino e un attimo dopo mi ritrovai a guardare dal basso del
caminetto l'ufficio di Malocchio. Ma di lui nemmeno l'ombra. Ritrassi
la testa dal camino, delusa. Non che ci avessi sperato troppo...
probabilmente Malocchio era già arrivato al luogo
dell'appuntamento, e in fondo mancavano solo tre minuti. Niente da
fare, quella era la mia ultima speranza... non potevo certo andare in
giro per Londra chiedendo ai passanti: "Mi scusi, sa dirmi per caso
dov'è il quartier generale dell'Ordine della Fenice?" Mi
avrebbero come minimo presa per pazza. Più demoralizzata che mai
uscii di casa, ricordando per un soffio di prendere le chiavi, ancora
infilate nella toppa, e inciampando come sempre nell'ultimo gradino
davanti alla porta. Mi guardai intorno, come se mi aspettassi che
qualcuno, da un momento all'altro, mi sventolasse davanti uno
striscione con su scritto a caratteri cubitali quello stramaledetto
indirizzo; quando, ad un tratto, vidi qualcosa, o meglio qualcuno, che
attirò la mia attenzione:
"Kingsley!" cominciai a corrergli dietro "Kingsley!" Lui si girò
di scatto, e rimase un po' sorpreso nel vedermi. In effetti neanche io
sapevo bene perchè lo avessi fermato... forse lui poteva
sapere... l'avevo visto confabulare con Malocchio qualche volta, anche
se sembravo essere una dei pochi, o forse l'unica, ad averlo notato. Ma
prima che potessi aprire bocca per spiegarmi, lui disse:
"Tonks, ma tu che ci fai ancora qui?" e, abbassando la voce e
chinandosi un po' verso di me, in modo che solo io potessi sentirlo,
continuò: "Non avevi appuntamento con Malocchio alle sette,
tu-sai-dove?"
"Ahem, il problema è proprio che io non so dove..." dissi imbarazzata.
"Che vuoi dire?" disse lui con l'aria di chi si è perso qualche
passaggio "Malocchio non ti ha forse mostrato il biglietto?"
In un primo momento mi chiesi come facesse a saperlo, ma poi mi affrettai a rispondere:
"Sì, il problema è che... l'indirizzo... bhe l'ho dimenticato"
Lui mi fissò inizialmente ad occhi spalancati, poi scoppiò a ridere. Non sapevo se sentirmi offesa o sollevata...
"Sei proprio come ti descrivono, Ninfadora Tonks" disse Kingsley, che
aveva smesso di ridere, ma mi rivolgeva ancora un gran sorriso. Feci
per protestare ("Non chiamarmi Ninfadora!!"), ma lui mi appoggiò
una mano sul braccio e disse:
"Vieni, tanto anche io stavo andando nello stesso posto" e detto questo mi fece l'occhiolino.
Il mio viso si illuminò all'improvviso: era possibile che per
una volta nella mia vita fossi stata così fortunata? Lo seguii a
passo svelto mentre svoltava in un vicolo deserto e, quando mi fui
aggrappata saldamente al suo braccio, ci smaterializzammo.
Questa non è la prima fanfic che scrivo, ma
è tra le più recenti, così ho deciso
di pubblicarla per prima perchè... bhe non lo so nemmeno io
xD comunque ci tengo a precisare che è ambientata nel quinto
libro, anche se il corso degli avvenimenti è stato sconvolto
dalla sottocritta, che ha fatto un po' di testa sua... spero che questo
non vi crei troppa confusione x3 Siate sinceri se deciderete di
recensire, ditemi tutto quello che pensate, perchè le
critiche aiutano molto a migliorare ;) Grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, recensite in tanti! :D
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