Doveva
essere una giornata normale, assolutamente normale all'insegna della
noia oserei dire, invece..invece la terra ha iniziato a girare in
maniera opposta.
Era come vivere una vita sottosopra con gli uccelli nell'acqua e i
pesci nel cielo, l'acqua che brucia e il fuoco che bagna.
Tutto era cosi maledettamente, terribilmente diverso, e io non amo
molto i cambiamenti, anzi li evito accuratamente eppure quel
cambiamente che all'inizio credevo piccolo e insignificante mi ha fatto
vedere le cose da un altro punto di vista.
Ma forse è meglio partire dal principio.
Provengo da una dinastia di domestici qualificati, lo ammetto l'idea di
servire qualcuno non mi esalta per niente, ma in questo modo posso
frequentare un prestigioso college e se tutto va come deve andare
potrei andare a Yale, o Oxford. Non sò bene quello che voglio
diventare, ma di certo voglio rompere la catena di maggiordomi della
famiglia Marshall.
Da più di 100 anni la mia famiglia lavora presso loro, sono persone
molto cortesi nei nostri confronti, ma della vita io voglio di più.
Mio madre è morta quando io avevo 5 anni, ero piccola e non me la
ricordo bene, anche se mio padre mi ripete spesso che io le assomiglio
molto sia fisicamente, sia come carattere e certe volte mi viene
spontaneo chiedermi se anche lei qualche volta ha avuto il desiderio
d'andarsene da Canterbury.
Mi alzo un pò svogliata dal letto, guardo la sveglia accanto al mio
comodino segna le 5 del mattino. Sento mio padre russare rumorosamente
nella stanza accanto, non mi va di svegliarlo, sò che è andato a letto
tardi per via di una cena che ha organizzato la Signora Marshall.
Mi preparo velocemente indossando la mia divisa da colleggiale, l'ho
sempre adorata, almeno sul piano dell'immagine siamo tutti uguali senza
differenze evidenti, nella scuola che frequento sono molte le classi
benestanti e più di una volta sono stata presa di mira dai ricchi
signorini, per non parlare delle ragazze.
Passo davanti allo specchio in camera e mi sistemo nel migliore dei
modi il cravattino e cerco di rimuovere quelle piccole pieghe delle
gonna, dopo di che mi avvio verso la reggia Marshall.
La casa è immersa in un vasto giardino, circa
50 acri di terra, ed è forse la cosa che preferisco maggiormente della
casa e forse di tutta Cantarbury, la pianta che preferisco è il salice
piangente molto spesso quando non devo aiutare mio padre a sistemare la
casa mi piace restare ai suoi piedi in tranquillità, certe volte
leggendo un libro altre facendomi un riposino. ll cielo è nuvoloso e
c'è un aria gelida nonostante non sia ancora arrivato l'inverno, il
sole non è ancora sorto e la casa, se non fosse per le luci esterne,
sarebbe immersa nel buio più totale.
Entro in casa e vengo invasa dal profumo di fragola che si diffonde in
tutta la casa, probabilmente la cuoca è già al lavoro.
Vado in cucina e la vedo tutta indaffarata a preparare la colazione,
prima per noi dipendenti e poi per i padroni di casa.
-Buongiorno Brenda-
-Buongiorno Eileen, tuo padre è ancora a letto?-
-Si, ha fatto tardi ieri sera, quindi l'ho lasciato dormire.-
-Brava, hai fatto bene. Tieni dammi una mano-
Mi passa un piccolo grembiule bianco da legarmi in vita e l'aiuto
a preparare la colazione, e il tavolo nel salone principale.
Verso le 7 scendono i signori Marshall.
-Buongiorno-
-Buongiorno piccola donna-
Mi è sempre piaciuto quando il signore o la signora Marshall mi
chiamavano cosi, fin da piccola ero la piccola donna, per questo motivo
lavorando qui mi sento a casa e anche mio padre si trova bene e questa
è la cosa più importante.
-Tuo padre?-
-L'ho lasciato dormire un pò di più, tra poco dovrebbe essere qui, ieri
ha finito tardi..-
-Hai fatto benissimo, ma tu ora non dovresti andare a scuola?-
Guardo il pendolo accanto alla finestra che da sul giardino e per poco
non rischio l'infarto, sono terribilmente in ritardo, mi fiondo fuori
dalla porta e di corsa prendo la mia bicicletta appoggiata alla statua
del David di Michelangelo, povera statua è diventata un parcheggio per
il mio mezzo.
Corro verso la scuola, fortunatamente non dista molto e in breve tempo
entro dal cancello secondario dove come ogni giorno da ormai 5 anni
posteggio la mia bicicletta. Vedo immediatamente Rosy McGarnet, figlia
di un ricco imprenditore e forse l'unica persona che in questo istituto
mi porta un briciolo di rispetto nonostante io sia solo la figlia di un
maggiordomo.
-Buongiorno Rosy-
-Buongiorno Eileen, come stai?-
-Bene, un pò stanca, ma va tutto bene.-
-Ti dò una mano.-
Prende il mio zaino e me lo tiene finchè non metto il lucchetto alla
bicicletta, non mi va di tornare a casa a piedi, non sarebbe la prima
volta ma preferisco tornare a casa velocemente. Finito di sistemare la
bici le prendo lo zaino e insieme entriamo, in breve tempo veniamo
raggiunte da Aaron, il ragazzo di Rosy, ha iniziato a prendermi un pò
in considerazione a metà dell'anno scorso, e solo perchè Rosy lo ha
minacciato di troncare con lui, nonostante siano assieme da tanto,
probabilmente da sempre. Diciamo che è una di quelle coppie programmate
per stare assieme, ma si vogliono veramente tanto bene. Rosy è la
rappresentante della nostra classe, ottimi voti a scuola, e persona
stimata e apprezzata da tutti. Aaron è rappresentante d'istituto
assieme ad altri quattro ragazzi con cui io non ho mai avuto a che
fare, anche lui ottimi voti a scuola, figlio di uno dei migliori
chirurghi dell'Inghilterra, e perennemente in viaggio, titolare della
squadra di calcio della scuola e una borsa di studio assicurata per
Harvard. Una vita perfetta non c'è che dire, non a caso è uno dei
ragazzi più invidiati a scuola.
-Forza entriamo. La prima ora abbiamo letteratura, e non mi va di
entrare tardi.-
Entrare tardi alle lezioni erano una cosa che odiavo, e che onestamente
non potevo permettermi, non ero vista di cattivo occhio solo dai ricchi
compagni viziati ma anche i professori non avevano una buona
considerazione della sottoscritta, la sola cosa positiva è che ero
molto brava e quindi i miei voti era alti, ma tutto questo era frutto
di un duro lavoro e di una buona preparazione, non di certo perchè mio
padre era ricco sfondato, o perchè era uno dei migliori investitori
della scuola come il padre Taira Queen. Un nome un programma.
|