Lettere (d)all' Al di là

di Allein Scrive
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"It comes the rain again
falling from the stars"


È la mia sveglia.
Mi alzo dal letto e sbadiglio, poi guardo l'orologio. Sono le 7.00, fra un'ora dovrò già essere a scuola. Sospiro e vado a cambiarmi.
Quando torno in camera per prendere lo zaino, vedo qualcosa uscire da sotto il cuscino. 

È una busta di carta. Ho la tentazione di prenderla, poi la apro.
Spalanco gli occhi.

È la tua grafia, la riconoscerei fra mille.

Con le mani tremanti prendo la lettera per i lati più lunghi e leggo. Al diavolo la scuola, sei più importante.


"Ehi, tu.

Ho letto le tue parole e mi è venuta voglia di risponderti.
Qui da me è tutto bianco, quasi quanto i muri di casa nostra. Ti veglio sempre da quassù e ho visto come stai.
Ti manco, eh?
Ho sentito che il tizio che mi ha investita è stato arrestato per guida sotto effetto di stupefacenti. Ah, beh, meglio così.
La mamma la vedo poco, pà ancora meno.
Cos'hanno? Sono presi dal curarti? Insomma, non mi rivolgono quasi mai il pensiero.
Tu, invece, non riesci ad andare avanti e so che non puoi.
Ti ho visto piangere vicino al muro stringendo in mano la mia maglietta preferita. Sai che ti dico? Tienitela.
Ti calmi più in fretta quando hai in mano qualcosa di mio. Il pigiama mettitelo, magari ti aiuta a sognarmi.
Sii forte, Mà.


M."
 

***

Sono in classe. La maestra sta parlando con qualcuno fuori. Tutti ne approfittano per parlare, io invece decido di scrivere.

"Marika?
Sei davvero tu? Non ci posso credere! Allora era vero che ti potevo trovare nel vento!
Cavolo, mi manchi, mi manchi da morire.
Come si vive lì?
Puoi tornare?
Perché non posso più vederti?
Come hai fatto a rispondermi?
Voglio e devo saperlo.
Qui tutti ti vogliono, tutti. Parenti, prof, amici.
Sì, gli amici. Quelli con cui ti vedevo ridere, talvolta piangere, quelli a cui stringevi la mano.
C'era anche Federico lì in mezzo, non ho ancora capito perché. Era appiccicoso, non ti lasciava mai e ti abbracciava sempre...
Mi cacciavi via quando c'era lui. Al tuo funerale ha pianto e mi ha detto "l'avevamo anche fatto...", io l'ho guardato perplesso.
Ora, cosa avete fatto? Perché? Posso fare questa cosa anch'io?(1)
Rispondimi!!"


Mi alzo dalla sedia, vado alla finestra e butto fuori la lettera, la guardo fluttuare verso l'alto.



(1- Stiamo parlando di un bambino di dieci anni, quindi è ovvio che non abbia capito, ndr)




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