“Ma
cos'hai nella testa, Gorgosprizzi?”esclamò George,
osservando il fratello con occhi colmi di stupore.
“Non essere sciocco fratellino, mica esistono!”,
rispose Fred stendendo le gambe sul tavolino vicino al fuoco, nella
Sala Comune dei Grifondoro.
“Esattamente come non può essere possibilE che tu
sia innamorato proprio di lei!”, convenne nuovamente l'altro,
seduto di fronte a lui con la fronte corrugata.
Non rispose più. Come poteva spiegarglielo, quando lui per
primo non riusciva a darsi una risposta? Nemmeno era capace si
scherzarci su. E questo, per uno dei gemelli Weasley, era parecchio
grave.
George scosse la testa, alzandosi dal puff dove stava stravaccato.
Salutò il fratello e si diresse nei dormitori, lasciandolo
solo coi suoi pensieri.
Non riusciva a fermare un secondo la presenza costante di lei
nella sua testa.
Hermione Granger.
Il Prefetto Hermione Granger,
L'insopportabile so-tutto Prefetto Hermione Granger.
Sospirò, osservando il fuoco. Il rumore del ritratto della
Signora Grassa che si apriva, lo distolse dal suo tormento interiore.
Ma fu cosa di attimi: il suo stomaco fece una piccola capriola quando
la vide.
“Fred!”, esclamò la ragazza. Voce come
velluto, per le sue orecchie. Il fatto che poi l'avesse anche
riconosciuto dalla sua copia sputata, lo fece emozionare ancora di
più.
Hermione si abbandonò sul divano, accanto a lui. Aveva
l'espressione stanca e i capelli cespugliosi in disordine.
“Hermione, passeggiatina notturna?”, le chiese,
cercando di mantenere un tono tranquillo.
“Ero di ronda, Pix mi ha fatto impazzire. Ma tu cosa fai qui
da solo? Dov'è George?”, gli chiese, sospettosa.
Essere un Prefetto era difficile. Stare dietro e punire i gemelli
Weasley era impossibile, invece.
“E' andato dormire”, le rispose con un sorriso.
Ogni parola che le rivolgeva era una fatica. Moriva dalla voglia di
stringerla, baciarla, di confessarle quel sentimento che si era
insinuato in lui quell'estate, a Grimmauld Place, quando passavano
intere giornate insieme.
“Non starete architettando qualcosa, vero?”, gli
chiese Hermione sospettosa “Quest'anno con la Umbridge
è già abbastanza difficile, Fred”. Si
passò una mano tra i capelli, socchiudendo gli occhi.
Lui impallidì, invece. Era questo che pensava di lui? Che
fosse uno sconsiderato, un combinaguai, un senza cervello?
“No, semplicemente volevo un po' di
tranquillità”. Tra di loro piombò un
silenzio imbarazzante.
Lei pensò di aver detto qualcosa di sbagliato, ma non
riusciva a trovare le parole giuste per scusarsi.
Mille pensieri, invece, affollavano la mente di Fred. La tristezza si
faceva spazio, accompagnata da uno stato di rassegnazione all'evidenza
di quanto fossero diversi e, pertanto, incompatibili.
“Tu non mi conosci bene, Hermione,” le disse,
alzandosi “Sarò anche un burlone piuttosto
incurante delle regole, ma c'è molto di più di
tutto questo!”. E benchè sarebbe voluto rimanere
lì, accanto a lei, anche tutta la notte solo per guardarla,
si diresse sconsolato verso il dormitorio.
Quella notte dormì poco e male. Si rigirò nel
letto per ore, finchè non arrivò l'ora di
alzarsi.
Raggiunse la Sala Grande col fratello, stranamente silenzioso. Non era
frequente che non si parlassero. Ma se succedeva, vi era
sempre un motivo. E tra di loro, in quei casi, non c'era bisogno di
parole.
Seguì le lezioni con più svogliatezza del solito,
saltò anche gli allenamenti di Quidditch, tra le urla di
Angelina.
Decise di rifugiarsi in biblioteca, un luogo che aveva sempre evitato e
per cui non provava alcun interesse se non quello di poterla vedere di
sfuggita, china su qualche librone.
Non gli ci volle molto, per trovarla. Era seduta nell'angolo studio,
sommersa da enormi volumi, l'espressione seria e diversi fogli davanti
a sé.
“Ma tu non smetti mai di studiare?”, le
sussurrò accomodandosi su una sedia al suo tavolo.
Hermione lo guardò stupita. Fred Weasley in biblioteca? Era
più o meno probabile come vedere lei giocare a Quidditch.
“Tu non mi conosci, Fred,” gli disse, ripetendo le
parole che la sera priva l'avevano fatta riflettere
“sarò anche una secchiona piuttosto rispettosa
delle regole, ma c'è molto di più di tutto
questo!”. Per la prima volta, fu lei a burlarsi del ragazzo.
Lui sorrise, ammirato. In fondo non erano così diversi,
dopotutto.
“Touchè!”, ammise il ragazzo, toccandosi
il cuore col pugno chiuso “Il fatto che tu sia riuscita a
fare una battuta, però, mi fa pensare che tutto questo
studio diligente ti stia facendo esaurire. Andiamo a fare una
passeggiata nel parco?”. Accompagnò quella
proposta col suo sguardo ammiccante, facendo cenno verso la finestra,
dove il sole di novembre splendeva ancora, regalando i riflessi
dell'autunno.
Hermione stava per ribattere, ma Fred fu più veloce. La
trascinò via, prendendola per mano, giù per le
scale.
Il parco di Hogwarts era spoglio, tuttavia al ragazzo pareva di non
aver visto nulla di più bello. L'aria era gelida e lei
tremava. Le posò sulle spalle il suo mantello.
Passeggiarono in silenzio, fino a raggiungere la riva del Lago Nero. Si
sedettero ai piedi di un albero , osservando l'acqua torbida.
“Perchè mi hai portata qui, Fred?”. Lei
non riusciva proprio a capire quell'improvviso slancio amichevole che
il ragazzo aveva nei suoi confronti.
Il ragazzo fu assalito da pensieri contrastanti. Diverse erano le
risposte che poteva darle. Verità e bugie duellavano in lui.
Hermione continuò.
“Scusami per ieri sera. Ero stanca e irritata.
Però non capisco ancora perchè siamo qui.
C'è qualcosa che non va?”, gli chiese gentile,
accarezzandogli una mano.
Guardarla negli occhi era difficile. Il contatto tra le loro pelli,
poi, amplificava tutto.
Sospirò, indeciso. Poteva azzardarsi a dirle quello che
provava? Mandò a quel paese la sua (poca)
razionalità e si gettò in pasto alla saccenza
della fanciulla.
“Perchè tu mi piaci!”, le disse d'un
fiato. Come la vide aprire la bocca per ribattere, però, la
zittì con un gesto della mano.
“Fammi finire. Lo so che per te non è lo stesso.
Mi piaci davvero, nel senso più... Profondo”. Si
azzardò ad accarezzarle una guancia, incerto.
Lei era rimasta impietrita. Mai si sarebbe aspettata una cosa del
genere, proprio da Fred. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Grazie?
Il ragazzo, continuò, alzandosi.
“Lo so che per te non è lo stesso, volevo solo che
lo sapessi. Se uno non ci prova, non può sapere come va,
no?” e detto ciò raggiunse la riva del lago,
dandole le spalle.
Hermione continuava a non trovare le parole adatte. Quella situazione
era paradossale. Per la verità, molte cose in quei tempi lo
erano. Lei stessa aveva cominciato a fare qualcosa che mai si sarebbe
sognata, tipo creare una società segreta che combattesse la
Umbridge, l'Esercito di Silente.
Ma quel senso di ribellione le piaceva. Fu questo che pensò,
quando si alzò e prese la mano di Fred, facendolo girare
verso di sé.
Lo osservò. Era un bel ragazzo, coi capelli rossi sempre in
disordine, gli occhioni blu che parlavano, le labbra sottili sempre
contratte in qualche smorfia buffa o in un sorriso divertito.
Forse era il momento di smettere di crescere e fare qualcosa totalmente
senza senso, almeno per lei.
“Fred”, sussurrò, incrociando il suo
sguardo. Lui le sorrise appena, rassegnato.
La ragazza si alzò sulle punte, baciandolo a sorpresa. Con
semplicità.
Emozioni diverse si mescolarono in un istante.
Fred era stupito, confuso. Non se lo aspettava. Dischiuse le labbra,
leccando quelle di Hermione, mentre le cingeva i fianchi, alzandola la
terra.
Lei provava qualcosa di nuovo, molto simile alla sensazione provava
quando usciva dalla Stanza delle Necessità dopo una riunione
dell'ES. Era il senso di liberazione tipico dei momenti il cui si fa
qualcosa che non è da noi.
Ma anche qualcos'altro si faceva spazio, nel suo basso ventre
però. Come una voragine aperta da lui con la sua lingua, la
bocca, le mani.
Il ragazzo la prese in braccio, portandola a distendersi sul tappeto di
foglie. Le si posò delicatamente addosso, senza mai smettere
di baciarla. In realtà aveva capito che era piuttosto
inesperta. Questa cosa gli piacque. Sorrise pensando che, per una
volta, avrebbe insegnato lui qualcosa che la so-tutto non conosceva.
Le scostò il mantello accarezzandole i fianchi e la pancia,
per poi salire sui piccoli seni, sopra la divisa.
Hermione si inebriava de profumo di Fred, che già conosceva,
ma aveva assunto un sapore nuovo che non riusciva a definire. Le pareva
un po' buffo: in effetti, tutta la situazione lo era.
Lui si distaccò un attimo dalle sue labbra, lasciandola
boccheggiare a occhi chiusi. Si prese la libertà di
guardarla, sorridendo. Lei spalancò gli occhi. Per un attimo
pensò fosse stato tutto uno scherzo, ma dovette ricredersi
mentre lui le sfilava il maglioncino mordicchiandole poi il collo. Le
sbottonò la camicetta, ma non aveva voglia di mangiarla in
fretta.
Non era un gelato, come tutte le ragazze con cui aveva avuto a che fare
fino a quel momento. Lui assaporava le studentesse di Hogwarts come i
coni di Florian Fortebraccio d'estate, per calmare la calura.
Hermione era una cioccolata calda, in cui non vedeva l'ora di
immergersi, di quelle che al primo sorso ti bruci la bocca,
è matematico.
Le scostò il semplice reggiseno bianco. Ricordò
la prima volta che aveva fatto sesso, un anno prima con Angelina e i
suoi completini di pizzo nero. A come poi l'aveva liquidato
perchè innamorata di George.
Questo per un attimo lo distrasse da quello che stava facendo. Aveva il
sospetto tremendo che a Hermione piacesse Ron. Possibile che dovesse
sempre innamorarsi della ragazza sbagliata?
Decise di rimandare il discorso con la sua testa a dopo.
Ora lei gli si stava offrendo così, quindi perchè
farsi paranoie? Lui non era George, non era Ron. Era solo Fred e
l'amava.
Le sollevò la gonna, sfiorandole le mutandine. La
sentì rabbrividire e sussurrare il suo nome a quel tocco.
“Io non l'ho mai fatto, Fred”, gli
confessò lei, arrossendo appena.
“Non è questo il problema, lo vuoi
fare?”, le chiese il ragazzo, guardandola negli occhi.
“Io credevo che la prima volta l'avrei fatto con qualcuno
che... Insomma...”. Quello era un momento storico, Hermione
non trovava le parole per esprimersi.
“Ho capito cosa vuoi dire. Ma se tu non mi ami, non
importa, sono in grado di amare per tutti e due” e la
zittì con le sue labbra. La spogliò
definitivamente, sentendola calda sotto le sue mani. Si
spogliò anche lui. Era novembre, ma non sentivano
più freddo.
Le diede un piccolo bacio, mentre le apriva le gambe per penetrarla
piano. La sentì tesa, contratta, come se cercasse un
appiglio. Allora le prese le mani, portandogliele in alto,
appoggiandole sul terreno umido.
Lei si tranquillizzò. Appena l'aveva accolto dentro di
sé, aveva provato un dolore forte, che ora stava sparendo,
lasciando spazio a brividi irrefrenabili lungo le gambe.
Non era la prima volta che Fred lo faceva con una ragazza vergine, dopo
Angelina c'erano state altre, ma Hermione era diversa da tutte. Lui
l'amava, era questo a rendere diverso quel rapporto sessuale dagli
altri. Era amore, semplice, non sesso.
Continuarono quella danza sensuale pelle a pelle, labbra a labbra,
corpo a corpo. La ragazza si sciolse dalle sue mani, stringendolo in un
abbraccio mentre raggiungevano entrambi il piacere totale.
Fred rimase su di lei per quelli che gli parvero attimi di
eternità. Coprì entrambi col mantello.
Ma Hermione, dopo avergli dato un ultimo bacio frettoloso, era come
ritornata in sé. Lo scostò, rivestendosi.
“Devo tornare in biblioteca, finire i temi, montare il
turno...” sempre diligente, studiosa, perfetta. Non sarebbe
cambiato nulla, non sarebbe mai stata sua. Lo era stata per un attimo,
forse. Ma lei era di un altro mondo, non combaciavano insieme.
La osservò andare via, si vedeva che era imbarazzata. Se ne
andò frettolosa, lasciandolo solo.
Si rivestì, osservando il lago.
Era buio, ormai quando sentì dei passi alle sue spalle.
“Fred!” la voce di suo fratello lo
risvegliò “Adesso basta fare il depresso, sono ore
che ti cerco!”. Il suo tono era irritato.
“Scusami, è colpa dei Gorgosprizzi!”.
NOTE DELL'AUTRICE
Non avrei mai pensato di
scrivere una cosa del genere . Ho partecipato a questo contest proprio
per questo: adoro mettermi alla prova. sono contenta , nonostante tutto
, del risultato nonostante il palese OOC che ho sfiorato , alla
giudicia è piaciuta ( rinnovo i miei ringraziamenti a Payton
Sawyer, grazie veramente cara ! ).
Ho scelto questa coppia
per Fred , nonostante sia difficilissimo per me parlare di lui . Chi
segue le mie storie lo sa , adoro i gemelli e credo che la brutta e
triste fine che fa lui , influisca sul mio umore al momento della
scrittura di qualsivoglia fic che lo veda protagonista o semplice
personaggio di comparsa .
Discorso opposto per
Hermione , mai piaciuta . Ma è stata un'ulteriore sfida , di
cui vado orgogliosa .
Ringrazio chi ha letto .
Mi piacerebbe avere il parere di chi ama questo pairing , sarebbe molto
carino .
Riporto qui la
valutazione .
Vi abbraccio.
nausicaa black
Nausicaa
black – C’è molto di più di
tutto questo
Grammatica
9.45
Stile
e lessico 9
Originalità
12.5
Caratterizzazione
7
Gradimento
personale 8
Attinenza
al tema 5
Frase
Bonus 1
Bonus
coppia 1
Tot
53.45 / 62
La
tua storia è stata la più difficile da valutare,
Nausicaa. La più difficile perché hai avuto alti
e bassi. Il tuo stile è davvero molto scorrevole e
piacevole, e questo è un grande punto a tuo favore.
L’originalità non brilla, però,
perché la trama che hai scritto cade in un cliché
molto sfruttato. Hai messo del tuo, quindi il punteggio non
è basso, ma avresti potuto fare di meglio, secondo me.
La
caratterizzazione dei personaggi è quello che più
ha fatto calare il punteggio. È altalenante,
perché sei partita molto bene, caratterizzando Fred e
Hermione in modo ottimo, mentre poi sei andata completamente fuori dai
loro personaggi.
Fred,
il casanova che seduce in brevissimo tempo Hermione, e la stessa
Hermione, che cede così facilmente a Fred, sono due OOC
troppo enfatizzati.
Ti
ho dato comunque un sette nella caratterizzazione perché,
ripeto, l’inizio della storia vede i personaggi IC, e volendo
anche la fine, soprattutto per quanto riguarda Hermione.
Il
problema sta proprio nel fatto che tra loro avvenga un rapporto
sessuale occasionale nel parco, dopo che Fred confessa il suo amore a
Hermione. È proprio fuori dal personaggio di Hermione, che
nemmeno con Ron avrebbe fatto una cosa del genere.
L’attinenza
al tema c’è, è parte integrante della
storia, se avessi creato una differente trama, meno stereotipata e
più IC, avresti ottenuto un punteggio alto,
perché hai ottime qualità per quanto riguarda la
scrittura in sé, è anche per questo che comunque
ti ho dato un otto nel gradimento personale.
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