***
Dedicato a Vie.
Perchè senza di lei questa storia non sarebbe mai nata. Gaia
non esisterebbe. E Mahel e Lagharta non si sarebbero mai incontrati.
Grazie a quella Vie di tanti, tanti anni fa, che mi apparve in sogno e
mi sorrise, dando il via a questa magnifica avventura...
***
CAPITOLO 22
Cambiare il futuro I
“Respira,
Mahel, respira” ripeteva la ragazza dentro di sé,
come un mantra.
Era così
difficile far finta di non
aver visto nulla, nascondere quel magone allo stomaco così
spaventoso e disperato. Di nuovo quel mantra, un altro respiro
profondo.
I suoi occhi ricercarono
quelli blu di
Lagharta, di sfuggita, trovandoli fissi su di lei, in attesa. Mahel
non potè far altro che fissare a sua volta il guerriero con
sguardo
indeciso, dubbioso, inquieto. Il guerriero se ne accorse e prese a
fissarla, confuso.
Quello sguardo non era da
Mahel.
La guardava in silenzio,
sapendo che
gli occhi di tutti erano fissati su di loro. Quello sguardo
implorante, triste...come se non ci fosse altra risposta al mondo,
sentendosi stupido per non averlo capito subito, il suo sguardo
cambiò.
Lei
sapeva.
Tirò i muscoli
del suo corpo, le mani
si strinsero in pugni. Saluss captò le vibrazioni disperate
del
cuore di Lagharta e gli si avvicinò. Ma la mano di Lagharta
si parò
davanti a lei, lo sguardo si posò verso il basso.
Terrorizzato.
-Penso che voi
due...dobbiate parlare-
esordì Lagharta con voce ferma, come si stesse sforzando di
mantenere la calma -Io devo...penso...si, penso di dover andare a
fare una camminata- aggiunse, alzando per un attimo lo sguardo verso
Mahel. Quello scambio durò appena una manciata di secondi,
prima che
il guerriero sparisse di nuovo chissà dove. Ma una cosa era
sicura.
Lo sguardo che si erano
scambiati era
pieno di dolore, tristezza...e rimorso.
-Mahel...?- la
chiamò Alvexia,
vedendo lo sguardo della ragazza fisso ancora nel punto in cui vi era
il guerriero un attimo prima, gli occhi lucidi -Mahel?-
La ragazza si
voltò verso la Lilith,
che considerava un'amica. Ed ebbe disgusto di sé stessa, di
ciò che
aveva provato...e di ciò che avrebbe potuto pensare.
Una lacrima silenziosa e
solitaria
varcò la sua guancia sinistra, scorrendo fino al mento senza
che lei
provasse neppure a fermarla. Restò in bilico sulla linea del
volto
per un secondo, per poi cadere a terra, gelida, come lo sguardo della
ragazza in quel momento.
Non sentiva niente, non
capiva niente.
Sapeva solo che qualcosa si era rotto, dentro di lei, e niente
sarebbe potuto essere più come prima.
Alvexia le si
avvicinò, il sorriso
dolce dipinto sul volto.
-Piangi per me...o per i
tuoi
sentimenti ormai non più tanto nascosti...?- chiese la
Lilith
abbozzando un sorriso, forse ancora più triste di quanti non
ne
avesse fatti prima.
Mahel la fissava senza
proferire
parola. Non riusciva a farlo.
-Mahel...- riprese Alvexia,
asciugandole con la mano la scia della lacrima con affetto e dolcezza
-So cosa hai visto...ho sentito i tuoi passi. Ho l'orecchio allenato-
aggiunse, sperando di provocare in lei una reazione, qualche parola.
Qualcosa.
-E quindi...?- chiese Mahel
apatica,
scuotendo la testa -Non hai doveri verso di me, non devi
preoccupartene- respirò, cercando di riprendere il controllo
sul suo
cervello, sulle sue emozioni e sul suo cuore in subbuglio -So quale
sia la tua decisione. L'ho sempre saputo. Vorrei solo che tu fossi
sicura di quello che fai...e di quello che vuoi. Stai per lasciare
qualcosa che...che ami- aggiunse Mahel con difficoltà, non
rendendosi conto di quale fossero le emozioni da lei provate in quel
momento.
La
Lilith, ridacchiando, baciò la ragazza sulla fronte, per poi
avvicinarlesi all'orecchio e sussurrarle -Stai attenta,
principessina...perchè se non farai niente per impedirmelo,
io te lo
porterò via...- sibilò con voce maligna,
aspettandosi una qualche
reazione.
Guardando
negli occhi Mahel vide all'inizio solamente smarrimento.
Probabilmente anche indecisione. Non potè far altro che
sorridere.
Nell'allungare
le dita verso di lei, per carezzarla e rassicurarla sulle sue parole,
Mahel si scostò. Si irrigidì, lo sguardo divenne
severo e deciso
-Non te lo permetterò mai- furono le sue uniche parole,
secche.
Alvexia
si sorprese a ridere di nuovo malignamente, sibilando parole crudeli
-Staremo a vedere- disse con aria di sfida, sparendo nell'aria in un
attimo, senza darle il tempo neanche di ribattere.
La
Liltih pensò che si erano lasciate proprio nel modo
peggiore, tanto
che se ne sarebbe pentita per sempre. Avrebbe preferito dirle la
verità, dirle che le sue parole erano dovute a...beh, forse
non era
il momento.
Sicuramente
sarebbe stato più divertente aspettare che, finalmente,
qualcosa si
smuovesse nel cuore di Mahel. E magari, anche in quello di Lagharta.
Lagharta
sapeva di essersi comportato in modo stupido. Molto stupido.
Sapeva
che accanto a lui svolazzava Saluss, preoccupata. Ma non poteva fare
altrimenti. Doveva allontanarsi da lì, almeno per il momento
e
riflettere.
Si...ma
su che cosa?
-Lagharta...-
chiamò la fatina, avvicinandoglisi -Lagharta-
-Dimmi
Saluss- rispose in modo calmo, trattenendo le migliaia e migliaia di
parole senza senso che gli stavano salendo in gola -Cosa
c'è?-
-Mi
spieghi perchè sei scappato?- chiese Saluss, fermando
Lagharta dal
proseguire per la sua strada invisibile -Non è da te-
-Lo
so che non è da me- rispose Lagharta, confuso -Non potevo
fare
altrimenti-
-In
tutta la tua vita hai sempre affrontato tutto e tutti. Questa volta
cosa c'è di diverso? Da cosa stai scappando?-
Lagharta
si fermò, ponderando bene le sue parole. Aveva quasi timore
a dirle,
si vergognava di provare quella paura così infondata -Dai
suoi
occhi-
Quegli
occhi verdi che sanno guardarmi attraverso, come nessuno ha mai
fatto...
-Come?-
chiese stupita la fatina, nella speranza di aver sentito male -Gli
occhi di chi?-
-Di...di
Mahel- aggiunse lui, incontrando gli occhi di Saluss.
Dio
come si sentiva stupido.
La
fatina, al contrario di ciò che avrebbe mai pensato,
sentì le risa
salirle alle labbra. Eccolo là, davanti a lei, il guerriero
senza
macchia e senza paura. Colui che non voltava mai la schiena davanti a
niente, che correva sempre in direzione del suo avversario.
Che
si rintanava in un angolo buio del suo cervello per paura di due
occhi meravigliosi e puri che non avevano nessuna colpa.
Le
parole le uscirono di bocca senza alcuno sforzo -Sei un'idiota-
Lagharta
abbassò la testa, annuendo -Lo so-
Saluss
gli si avvicinò e si preparò ad una predica che
mai si sarebbe
sognata di fargli -Spiegamelo. No, parlo sul serio. Cosa ti potrebbe
fare mai Mahel? L'hai vista, no? Le uniche cose che sa fare sono
piangere e alzare la voce. Non ha altro modo di affrontarti se non
quello si stagliarsi davanti a te e guardarti dal basso in alto. E tu
dici che i suoi occhi ti fanno paura? Ma sei scemo?-
-So
benissimo quello che pensi. Anche io lo penso. Non è Mahel a
farmi
paura. Sono i suoi occhi. Io...- si interruppe un attimo, quasi
confuso -Io non ci riesco. Guardo i suoi occhi e li vedo guardarmi
dentro, vedermi oltre quello che tutti quanti vedono. E non riesco ad
affrontarli. Posso affrontare gli occhi rossi della Lilith, milioni
di volte. Ma quelli di Mahel non riesco...so di non poterli
vincere...-
Saluss
afferrò una ciocca di capelli di Lagharta e li
tirò, forte, verso
di sé -Per me continui ad essere un'idiota. Caspita
Lagharta, le
Ninfe del Lago del Cielo ti hanno quasi ammazzato durante
l'allenamento, ma non hai mai voltato loro le spalle. Non l'hai mai
fatto davanti a nessuno, neppure quando di te vedevano solo la parte
più brutta e disgustosa. E davanti agli occhi di chi ti
guarda con
affetto scappi? Che uomo sei?!-
-Lo
so benissimo anche da solo questo!- urlò Lagharta, fermando
la
parlantina di Saluss -Lo so...-
Saluss
lasciò la ciocca di capelli di Lagharta e gli
svolazzò al viso,
posando le sue manine sulle guance appena spolverate di barba del
guerriero -Lagharta...devi smetterla. Smetti di aver paura di quella
dannata Profezia...-
Lagharta
voltò il capo di lato, non ci voleva pensare -Saluss...io
non posso
riuscire a sopportare un dolore simile a quello della Profezia...-
Era
così sciocco.
Teneramente,
adorabilmente
sciocco.
Lo
amava con tutte le forze, ma adesso che aveva visto i suoi occhi al
dire quelle parole, non poteva più far finta di nulla: la
Profezia
si sarebbe avverata. E la sua sposa sarebbe stata proprio la
principessina, che lo volesse o meno.
Scosse
la testa e gli si avvicinò, seria -Lagharta...tu sai
benissimo che
la Profezia non è sicura d'avversarsi. Il futuro non
è
mai...immutabile-
Lagharta
si lasciò cadere a terra, stanco. Aprì le mani a
coppa, raramente
lo faceva con Saluss, e lasciò che gli fluttuasse sopra -Lo
so...-
-E
allora cos'è che ti fa paura...?-
-Saluss...il
dolore, quel dolore, pungente e triste della perdita della mia
sposa...è la cosa più atroce che abbia mai
patito. Chiunque essa
fosse, il perderla davanti ai miei occhi senza che io possa far
niente...non voglio provare un dolore simile...-
-Ma
Lagharta...la Sibilla ti rassicurò subito sulla Profezia e
sui tuoi
sogni. Il tuo destino, e quello della tua sposa, solo tu lo puoi
decidere. Il futuro, così come lo hai visto, non
è già deciso. Hai
la libertà di cambiare le cose, se lo vuoi veramente. Ma non
devi
più scappare...-
Lagharta
andò a ricercare gli occhi brillanti della sua compagna di
avventure, sorridendo triste -Saluss...-
-Fino
ad ora hai rinchiuso dentro di te tutte le cattiverie, le angherie
che le persone ti hanno riservato, in quanto portatore del nome
“Lagharta”. Hai sopportato a testa alta tutte le
prove che ti si
sono presentate, e ciò ti fa onore. Ma non ha senso che
scappi dagli
occhi di una persona che ti accetta e ti...vuole bene...-
-Quegli
occhi soffriranno per colpa mia. Io non...- Lagharta non sapeva
neanche come proseguire, ma Saluss lo interruppe.
-So
cosa vuol dire provare un amore tanto forte da soffrirne. Perdere una
delle persone che più si amano al mondo...- le mani della
fatina
tremavano davanti ai suoi occhi -Averla tra le mani fino ad un attimo
prima e...perderla...senza poter fare niente. Anche io avrei voluto
salvare Exitio, anche io avrei voluto tenerla al mio fianco per
sempre. Ma è stata lei stessa a decidere il suo destino. Non
posso
fare niente se lei non me lo permette...-
Lagharta
capiva ciò che la fatina stava cercando di dirgli.
-Fino
ad ora...ho desiderato con tutto il cuore che tu non trovassi la tua
sposa. Lo so che è una cosa orribile da pensare, ma...non
volevo che
tu potessi provare un dolore simile a quello che ti svegliava ogni
notte in preda a feroci urla di dilaniazione- Saluss si
fermò un
attimo, al ricordo di quelle notti orribili -Però, se fosse
davvero
Mahel la tua futura sposa...io credo che troveresti una
libertà che
non crederesti nemmeno. L'amore è capace di un tepore e di
una
felicità che ti sei sempre negato. Posso capire la fuga da
dolore...ma non accetto la fuga dall'amore, dalla dolcezza della tua
sposa e dal tuo sorriso più sincero...-
Lagharta
portò la fatina più vicino a sé. La
strinse al suo petto, cercando
di far entrare dentro di sé la sicurezza che la stessa
fatina stava
dimostrando ad entrambi -Non voglio veder morire la persona che amo
davanti ai miei occhi...e se fosse Mahel non riuscirei mai a
perdonarmelo, perchè il suo posto non è qua...-
Saluss
strinse la stoffa della maglia di Lagharta, pronta a fare di nuovo la
stessa promessa di qualche anno prima -Dovesse costarmi la
vita...impedirò alla Profezia di avverarsi. E se si
trattasse di
Mahel...vi renderò gli sposi più felici del
mondo...-
Quegli
scalini erano così freddi, adesso.
Adesso
che se n'era andata.
Aveva
pianto per qualcosa che non capiva o che, forse, non era ancora il
momento che capisse. Si sentiva così stupida.
E
così sola.
Non
avrebbe mai voluto che Alvexia se ne andasse, eppure alla fine se
n'era andata. Non c'era più. E adesso lei avrebbe dovuto
affrontare
da sola lo sguardo di Lagharta.
Non
credeva di farcela.
Portò
le ginocchia al petto, affondandovi il volto in mezzo. E
iniziò a
pensare.
Era
stata per colpa sua? Erano state le sue parole? Oppure quello di
Alvexia era stato un ammonimento ad accorgersi di qualcosa? Magari ai
suoi...sentimenti?
In
quel momento voleva solo che lei tornasse.
Quando
qualcuno si posò accanto a lei alzò lo sguardo,
speranzosa, ma
incontrò niente altro che gli occhi profondi e dolci di
Lagharta -Ti
sei pentita di averla lasciata andare?-
Mahel
abbassò di nuovo lo sguardo, triste, borbottando a malapena
-Non
posso obbligarla a scegliere una strada di cui non è
sicura...-
Lagharta
annuì, prendendo a guardare davanti a lui. Sapeva di non
potere
affrontare i suoi occhi, non adesso. E neanche Mahel era nelle
condizioni migliori.
Saluss,
dal canto suo, li osservava da lontano.
E
sorrideva.
-Mi
dispiace- esordì Mahel all'improvviso, la testa ancora
ancorata
verso il basso.
Lagharta
sbuffò -Avevo capito che adesso sapevi tutto- disse ridendo,
cercando di mettere a tacere quella voce dentro di sé che
implorava
a quelle immagini strazianti di andarsene -Non devi fartene una
colpa. Non è colpa tua, in effetti-
-Ti
sbagli- aggiunse la ragazza, borbottando -Se io non esistessi...la
Guerra, la Profezia...tutto questo non esisterebbe ed il tuo dolore
non avrebbe mai preso parte-
-Può
darsi- rispose secco Lagharta, lasciando che lo sguardo della ragazza
si alzasse di nuovo verso il suo, tremolante come quello di un
cagnolino -Ma se tu non esistessi...non credo sarei così
felice di
essere me stesso. Penso-
Mahel
lo guardava fisso, senza capire. Lagharta le sfiorò il mento
con le
dita e avvicinò il suo volto a quello di lei, guardandola
negli
occhi -Io contro questi non posso vincere...-
Mahel
si allontanò di scatto, spaventata. Lagharta
ridacchiò e la tirò
verso di sé, senza incrociare più il suo sguardo
-Se tu non mi
avessi guardato con quegli occhi pieni di speranza, sicuramente sarei
rimasto in collera con il mondo per sempre- disse lui, posando il
mento sopra la nuca di lei -Ti ringrazio-
Mahel
sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Quel dolore,
piacevole e
strano al tempo stesso, che si trasformava in brivido lungo la
schiena. Le sue mani afferrarono la stoffa della maglia di Lagharta,
mentre le sue labbra si schiudevano in un sorriso.
Magari
la scena che aveva visto la sera prima era simile a quella che stava
vivendo lei in quel momento...Lagharta si stava aprendo. Lo stava
facendo davvero.
Eppure
sentì una fitta al cuore, pensando che non era stata la
prima
persona che Lagharta avesse stretto così dolcemente tra le
braccia...
Era
così minuta. Sentiva che sorrideva, soddisfatta di avercela
fatta.
La
principessina poteva essere davvero un animaletto fastidioso.
Quando
la sentì stringergli la maglia, provò una
sensazione diversa da
quella avuta con Alvexia la sera prima. La sensazione dentro al suo
cuore era...di tepore. Di tenerezza.
Solo
Mahel possedeva quel cuore dolce e caldo capace di far sentire in pace
le persone con cui entrava in contatto. Chissà con che stato
d'animo
la Lilith se n'era andata, allontanandosi da quella fonte di dolcezza
e tenerezza...
Il
guerriero era convinto, ormai, che non poteva più tenergli
nascosto
il suo passato. Ormai la considerava un'amica preziosa e voleva
continuare, e concludere, il viaggio assieme a lei. E quando fosse
giunto il momento, l'avrebbe rimandata a casa. Nel suo
mondo.
Il
suo stomaco si strinse in una morsa strana, non dolorosa quanto
gelida, ma non ci fece caso. Non si accorse che era dovuto al
pensiero del momento in cui avrebbe dovuto separarsi da lei...
Di
nuovo, quella sensazione. Ma stavolta era diversa, era...piacevole.
Dolcezza,
tenerezza. Pace.
Non
aveva mai provato niente di simile. Ma tra le braccia di Lagharta
sentiva di essere al sicuro. Si sentiva protetta.
Le
vennero alla mente le parole di Alvexia ed un dubbio
l'assalì
nuovamente. La domanda a cui non sapeva dare risposta, magari, era la
stessa che le aveva indirettamente posto la Lilith. Non sapeva se
avrebbe dovuto preoccuparsene o meno.
Chiuse
gli occhi e sorrise.
Il
tempo per le preoccupazioni era ancora lontano...
***
In ritardo di un ulteriore giorno sulla tabella di marcia. Vi chiedo
scusa. Ieri non è stata proprio una giornata splendida...e
non parlo solo di pioggia...
Ma non sto più a tediarvi con le mie disgrazie
tragi-comiche. Vi chiedo solo scusa e prego che possiate mai scusarmi.
Grazie a tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo (grazie
cioè a Genis,
BumBj, piccolaKiki, fruttina89, Andreia (la mia
adorata ex Dust_and_Diesel), Lirin
Lawliet, Tayra
(la mia ADORATA Tayra), Milou_,
love_music
(non ti preoccupare che sto benissimo, mi butta giù solo la
pioggia ç_ç crampini crampini) ed Argorit (te lo
scrivo anche qua: la fisioterapia non è così
tremenda, dipende da chi trovi...penso ^-^''); entro domani pomeriggio
risponderò a tutti ^-^) siete stati la mia forza per
scrivere questo capitolo, che mi ha strappato qualche lacrimuccia ed
una domanda: ma io che
poteri ho su questi due?!
Inoltre grazie alle 50
persone che hanno inserito Lagharta tra le preferite, le 67 che l'hanno
inserita tra le seguite e le 16
che l'hanno inserita tra quelle da ricordare. Grazie mille a tutti
quanti ^-^
Ovviamente grazie anche a tutti coloro che leggono solamente ^-^ siete
tutti gentilissimi!!!
Adesso cercherò di aggiornare ogni domenica, se dovessi
ritardare accuso la fisioterapia U.U
Grazie a tutti quanti, di nuovo, non smetterò mai di farlo!
Vi adoro!!!
Con affetto e devozione,
Selenite =)
|