Ciao
a tutti! In attesa di aggiornare le altre fanfiction mi è
venuta in mente questa one-shot. Avevo appena finito di leggere HBP,
quindi avevo bisogno di fare qualcosa di pucciosissimo tra i miei
adorati Harry ed Hermione. La storia è in parte una song-fic:
ho scelto la canzone di Vasco non tanto perché lui mi piace
(non ne vado matta!), ma perché il testo rispecchiava
tremendamente il personaggio di Hermione e perché volevo
dedicarla a mia sorella che era una fan di Vasco Rossi.
Buona
lettura!
L
‘ albachiara
Eccola
lì, Hermione Granger! Tutta immersa nei suoi libri, seduta di
fronte a Harry, in biblioteca. Ron non era con loro. Probabilmente
era andato a imboscarsi da qualche parte con la sua Luna Lovegood.
Già, proprio quella “Lunatica”!! Alla fine, in
quel loro settimo anno a Hogwarts, Ron si era dichiarato a Luna, la
stravaganza fatta persona. Per almeno una decina di giorni Luna era
andata in giro, canticchiando allegramente “Perché
Weasley è il nostro re”. Harry era molto felice per lui
e anche Hermione lo era…proprio lei che l’anno prima
aveva avuto una specie di storia con Ron. Ma non aveva funzionato:
troppo diversi, troppe incomprensioni, troppi litigi…
Se
una volta Harry aveva rivisto in loro i signori Weasley, i genitori
di Ron, ora aveva decisamente cambiato idea. Si era scoperto geloso
del loro rapporto, ma, come aveva realizzato qualche settimana prima,
in realtà era geloso di Hermione. Altrimenti come spiegava
quella fastidiosa sensazione che provava quando la vedeva con Ron?
Era veramente innamorato della sua migliore amica!
La
sua migliore amica…che si era trasformata prima nella sua
coscienza e poi era diventata il suo unico pensiero, la persona che
riusciva a farlo star bene con un sorriso, uno sguardo…una
carezza…la ragazza che lo faceva distrarre a lezione o mentre
studiava…
Proprio
come stava succedendo in quel momento. Aveva sollevato il suo sguardo
dalla mappa di Astronomia e aveva iniziato a fissarla.
Respiri
piano per non far rumore
Ti
addormenti di sera
Ti
risvegli col sole
Sei
chiara come un’alba
Sei
fresca come l’aria…
Era
strana Hermione mentre studiava! Poteva benissimo diventare l’oggetto
di studio di qualche psicologo comportamentista.
Così
silenziosa, sempre attenta a non fare troppo rumore nella sua amata
biblioteca, a malapena Harry riusciva a sentirle il respiro.
Era
come se non volesse farsi notare, come se volesse passare
inosservata, essere ignorata; ma perché poi? L’espressione
del suo viso era qualcosa di meraviglioso: quasi involontariamente
riusciva a trasmettere serenità e freschezza giovanile.
Chiunque ne sarebbe rimasto estasiato. Ma lei rivolgeva le spalle al
corridoio per evitare di incrociare gli sguardi degli altri.
Diventi
rossa se qualcuno ti guarda
E
sei fantastica quando sei assorta
Nei
tuoi problemi
Nei
tuoi pensieri
Ultimamente
Hermione aveva capito che qualcosa di lei attirava lo sguardo dei
ragazzi e, quando questo succedeva, subito arrossiva violentemente.
Ron la prendeva in giro, mentre Harry moriva di gelosia. Hermione
aveva cominciato ad attirare l’attenzione dei ragazzi a 14
anni, quando Viktor Krum si era infatuato di lei, tanto che andava
sempre in biblioteca solo per lei, per guardarla mentre studiava. Poi
c’era stato Ron, con il quale erano amici dal loro primo anno a
Hogwarts. Insieme a lui, Harry era il ragazzo con cui Hermione
passava più tempo, quindi avevano avuto moltissime occasioni
per conoscerla meglio e restare affascinati dalla sua personalità.
Harry,
addirittura, se n’era innamorato…
Ma
ora che Hermione stava crescendo, diventando una giovane donna, molti
ragazzi si erano accorti di lei. Ok, Hermione non aveva quella
bellezza devastante che, invece, caratterizzava molte sue compagne di
scuola. Ma c’erano attimi in cui diventava terribilmente
attraente. Come…
...ecco,
come in quel momento…
Hermione
aveva sollevato il suo sguardo da qualche arcano trattato di
Trasfigurazione Avanzata e aveva appoggiato il mento sulla mano
sinistra, sospirando e perdendosi poi lì, da qualche parte
fuori dalla finestra. Chissà a cosa stava pensando.
Harry
se lo domandava spesso e avrebbe pagato tutto l’oro del mondo
per sapere cosa le passava per la testa in quei momenti, da cui lui
era escluso. Chissà se, come lui, Hermione desiderava ogni
tanto andare via da lì, essere libera da tutti i suoi impegni
e fuggire lontano, migrare come una rondine. Oppure fantasticava sul
suo futuro, si domandava dove e come sarebbe stata tra cinque, dieci
anni, che lavoro avrebbe trovato, chi sarebbe stato al suo fianco.
Oh,
Harry sarebbe stato più che disponibile! L’amava
profondamente, dolorosamente e avrebbe fatto di tutto per stare con
lei, ma aveva troppa paura di rovinare la loro straordinaria
amicizia.
Ti
vesti svogliatamente
Non
metti mai niente
Che
possa attirare attenzione
Un
particolare
Solo
per farti guardare
Come
poteva dirle che amava tutto di lei? Il modo in cui arrossiva,
sorrideva, il modo in cui si vestiva, così semplicemente, per
passare inosservata. Magliette, jeans, uniforme scolastica…non
aveva bisogno d’altro, non voleva nient’altro.
Semplicemente perché non voleva farsi guardare. E a Harry
andava bene, più che bene, perché lei non sapeva che
anche in quel modo attirava su se stessa lo sguardo del suo migliore
amico.
E
con la faccia pulita
Cammini
per strada mangiando una
Mela
coi libri di scuola
Ti
piace studiare
Non
te ne devi vergognare
Sì,
Harry la osservava attentamente durante la giornata: la mattina
quando lei gli augurava il buongiorno con quel viso acqua e sapone
che trasmetteva allegria; durante le lezioni, mentre lei seguiva con
molta concentrazione le parole dei professori; quando studiava o si
spostava da un’aula all’altra con tutti quei libri che
portava nella borsa o, se non ci stavano, in mano. Le piaceva
studiare almeno quanto a Harry piaceva giocare a Quidditch. Ne andava
fiera e faceva bene: era la migliore in quasi tutti i corsi e questo
dimostrava come non era necessario essere “purosangue”
per diventare un ottimo mago o un’ottima strega. Proprio come
la madre di Harry, Lily. Anche lei era Babbana di nascita, eppure era
una delle studentesse più brillanti della scuola.
E
poi Hermione lo guardò…
E
quando guardi con quegli occhi grandi
Forse
un po’ troppo sinceri, sinceri
Si
vede quello che pensi
Quello
che sogni…
Lo
fissò in modo strano con quegli occhi che, ormai, Harry
conosceva bene. Non riusciva a capire come funzionasse quella cosa
tra loro, quel saper intendersi con uno sguardo. Era questo che Harry
amava in lei, era questo che li rendeva speciali l’uno per
l’altra: una complicità che non potevano condividere con
Ron…era semplicemente alla Harry ed Hermione.
Ma
proprio in quel momento, lui non riusciva a capire cosa stesse
cercando di comunicargli con lo sguardo. Cosa voleva dirgli? In
realtà, Hermione non sembrava essersi accorta che lo stava
fissando, sembrava le fosse venuto naturale, come se fosse del tutto
normale che, in un pomeriggio di studio, lei lo fissasse in quel
modo…proprio come accadeva a lui con lei.
E
nell’attimo in cui, finalmente, Harry comprese tutto, si lasciò
scappare un sorriso: se c’era veramente un ragazzo che occupava
i pensieri di Hermione, che la faceva distrarre…quello era
proprio lui, Harry Potter.
Ora
che aveva capito cosa voleva dirgli Hermione, cosa doveva fare?
Parlarle? Ma lui non era mai stato bravo a parole, bastava vedere il
macello che aveva combinato con Cho Chang.
Forse…baciarla?
Oh, non era da lui, Harry, così timido e impacciato.
Però,
non si trattava di Cho o di qualche altra semplice ragazza; qui si
trattava di Hermione Granger, la persona senza di cui la sua vita non
sarebbe stata la stessa.
La
testa di Harry stava per scoppiare per le decine e decine di pensieri
che si stavano affollando.
Improvvisamente
Harry si rese conto che stavano già tornando in sala comune,
ancora pochi metri e non sarebbero più stati soli. Avrebbero
trovato Ron, Neville, Ginny. E Harry avrebbe perso l’occasione
di dirle tutto quello che provava.
O
adesso o mai più…
O
adesso o mai più…adesso…
Sì,
adesso!
Harry
l’affermò per un braccio e la fece voltare verso di lui:
in questo modo i libri che Hermione aveva in mano caddero per terra.
“Ma,
Harry, che ti prende?” esclamò lei, sorpresa.
“Hermione,
io…io...” disse lui, con voce tremante.
“Ti
senti bene?- domando Hermione, preoccupata- Sei così pallido!”
“No,
voglio dire…sì!” rispose lui, mentre tanti
piccoli Harry ruotavano intorno alla sua testa ripetendo in coro
“Adesso o mai più”.
“Ne
sei proprio sicuro? Se vuoi possiamo andare in infermeria!”
“Adesso
o mai più!” esclamò Harry, inspirando
profondamente.
“Che
sta…”
Ce
l’aveva fatta!
Harry
l’aveva baciata! Beh...la stava baciando.
Harry
Potter stava baciando Hermione Granger, in mezzo a quel corridoio
vuoto!
Improvvisamente
si sentì leggero e felice, come se niente al mondo potesse più
turbarlo. Era stato il bacio, Hermione o che cosa?
Ma
in fondo, cosa importava? Tutto quello di cui aveva bisogno era lì,
con un braccio nella sua mano e le labbra sulla sua bocca.
Quando,
infine e purtroppo, Harry si allontanò da lei, la guardò:
sembrava totalmente spaesata e questo, Harry lo sapeva bene, era
qualcosa che la terrorizzava enormemente. Non sapere cosa fare o
perchè stava accadendo un determinato evento la spaventava più
di qualunque altra cosa.
Ma
perché non diceva niente? Dopotutto, non era quello che anche
lei voleva?
“I-io…”
iniziò lui.
Ma
Hermione, senza ascoltarlo, con l’aria di chi aveva appena
trovato un tesoro, se ne andò, lasciandolo solo, in mezzo a
quel corridoio, con i suoi libri ancora per terra. Harry la vide
entrare nella sala comune, dopo che il ritratto della Signora Grassa
aveva aperto il passaggio, e non cercò in alcun modo di
fermarla. Anzi, sospirando, raccolse da terra i libri e si sedette,
appoggiando la schiena alla parete. Forse Hermione aveva bisogno di
riflettere, di stare da sola: può darsi che tutte le ragazze
facevano così, rinchiudendosi magari nelle loro camere.
Qualche
volta fai pensieri strani
Con
una mano, con una mano ti sfiori
Tu
sola dentro la stanza
E
tutto il mondo fuori
Non
era la prima volta che Hermione si comportava a quel modo. Ogni volta
che sorgevano incomprensioni o litigava con Harry e Ron, correva a
rinchiudersi in camera sua. Chissà poi cosa accadeva lì
dentro, sola, nascosta dagli sguardi degli altri. Se pensava alla sua
vita, a come era cresciuta sia mentalmente sia fisicamente, a come in
questo senso era riuscita ad attirare su di sé lo sguardo di
Viktor Krum e Ron prima e di Harry adesso. Sdraiata sul suo letto,
forse ricordava come Viktor era stato il primo ragazzo ad averla
guardata con interesse, come Ron era stato il primo ad averla
baciata…e Harry?
Harry
forse non deteneva alcun primato per Hermione. Ad ogni modo, lui non
voleva essere escluso dalla sua vita, voleva entrare in quella
stanza, stare con lei, dirle che, anche se se ne era accorto in
ritardo, la amava davvero.
Ecco,
forse lui era il primo ad essersi innamorato seriamente di lei. Ron e
Viktor erano solo attratti da lei, erano le sue prime cotte, i suoi
primi turbamenti.
“Harry
James Potter!”
Distogliendo
lo sguardo dai libri di Hermione, Harry si accorse che Ron si era
appena seduto accanto a lui.
“Ah…ciao,
Ron!”
“Senti
un po’ cosa è successo poco fa: ero seduto comodamente
in sala comune, chiaccherando allegramente con Neville e Ginny,
quando, all’improvviso, Hermione, con una faccia stranissima, è
entrata e, senza degnarci di uno sguardo, è salita nel suo
dormitorio. E ora trovo te qui fuori, con aria imbambolata. Sai, mi
piacerebbe tanto sapere cosa sta succedendo.”
“Ah…ehm…io…beh…”
farfugliò Harry, imbarazzato.
Ron
sembrò studiarlo a fondo: “Ok, allora. Non trovo il
tasto reset, quindi, per favore, aiutami a capire il tuo nuovo modo
di esprimerti!”
Harry
scosse lentamente il capo, sorridendo. Quel Ron, sapeva sempre come
fargli ritrovare il sorriso.
“Ho
appena baciato Hermione!”
“Alleluja,
apritevi cieli! Questo è un miracolo!” esclamò
Ron, alzando trionfante e nello stesso momento esasperato gli occhi
al cielo.
“Bene,
al posto di continuare a fare l’idiota, perché non mi
dici cosa devo fare?”
Ron,
incredulo, si portò le mani ai lati del viso e rise:
“Miseriaccia! Non ci posso credere! Davvero non pensavo che
sarebbe mai arrivato questo momento!”
“Quale
momento?” domandò Harry, incuriosito.
“Quello
in cui io, Ron Weasley, aiuto Harry Potter nei suoi affari di cuore!”
Harry
sospirò rassegnato: “Ron, per favore!”
“Ok,
ok, scusa, amico! Ma cosa posso dirti?! Sei innamorato?”
Harry
annuì sconsolato.
“Allora,
vai a dirglielo!- esclamò Ron, rifilandogli una sonora pacca
sulla spalla- Si tratta di te ed Hermione, siete fatti per stare
insieme!”
“Che
vuoi dire?”
Ron
assunse improvvisamente un'espressione più seria e il suo
sguardo si posò per terra.
“Ho
sempre saputo che tra di voi c’era qualcosa di speciale, una
particolare armonia, in cui io non potevo entrare. Ci sono sempre
stati dei momenti che non potevo condividere con voi, ma che dovevo
lasciare unicamente a voi due. E credo che lo sappia anche tu.
Harry,tu sei l’eroe del nostro presente e lei è ciò
che ti aiuterà a sconfiggere Tu-Sai-Chi. Io sono solo la
vostra spalla, quella che d’ora in poi penserà a
riappacificarvi quando litigherete per qualche futile motivo!”
Detto
questo, l'amico riportò lo sguardo su di lui e gli sorrise.
“Grazie,
Ron!”
“E
di che? Siamo amici, o sbaglio?”
“Sì,
siamo amici!” esclamò Harry, restituendogli la pacca
sulla spalla.
In
quel momento li raggiunsero anche Ginny, Neville e Luna, che andò
a sedersi tra le gambe di Ron con aria sognante.
“Vogliamo
cenare qui?” propose Luna, tranquillamente.
“Oh,
no, cara! Stavamo solo parlando!” le spiegò Ron.
“Di
che cosa?” chiese Ginny.
Ron
guardò Harry, titubante: “Ehm…veramente…”
Harry
sorrise e si alzò in piedi.
“Ron,
non c’è bisogno di fare tanto i misteriosi. Stavamo
parlando di me e di Hermione!”
“State
insieme?” esclamò Ginny raggiante.
“Diciamo
che…ve lo farò sapere presto!”
E
così dicendo, Harry raggiunse la sala comune. Cominciò
a salire le scale che portavano verso il dormitorio femminile, ma
queste si trasformarono improvvisamente in uno scivolo e Harry rotolò
giù, arrivando in sala comune.
Come
aveva fatto a dimenticarselo? Maledette scale e maledetto sistema di
protezione dei dormitori femminili!
Forse
se aumentava con un incantesimo l’attrito delle scarpe poteva
salire comunque sullo scivolo.
Oppure
poteva chiamarla, chissà se riusciva a sentirlo.
“Hermione!!-
esclamò Harry, cominciando a salire sullo scivolo a gattoni-
Hermione!! Scendi subito! Devo parlarti…urgen…”
Ma,
scivolando dall’alto, arrivò Hermione che si scontrò
con lui e finirono entrambi sul pavimento della sala comune, lei
sopra di lui.
“…temente…”
concluse Harry un po’ indolenzito.
“Harry?!”
esclamò Hermione, diventando di un rosso acceso su tutto il
viso.
“Ehi,
allora funziona!”
Lui
le sorrise dolcemente e appoggiò le mani sulle braccia.
“Sei
tu che hai azionato l’incantesimo delle scale?” domandò
Hermione.
Harry
annuì, divertito dalla situazione.
“Oh…ehm…ti
sei fatto male?” chiese Hermione, le mani appoggiate sul suo
torace.
“Non
importa, almeno adesso posso parlarti!” disse Harry,
sollevandosi da terra e mettendosi seduto. Hermione, in evidente
imbarazzo, restò in ginocchio, di fronte a lui.
“Parlarmi
di cosa?”
“Sicuramente
non del tempo, anche se bisogna dire che è una gran bella
giornata!”
Hermione
rise, le guance ancora arrossate.
“Io…non
sono bravo a esprimere a parole quello che provo e, beh, sai meglio
di me cosa ho combinato con Cho. Ma con te è diverso, sento
che non posso sbagliare adesso, anzi, non posso mai sbagliare se ci
sei tu al mio fianco. In effetti, credo di essere abbastanza
soddisfatto se ti dico semplicemente che io…ti amo, Hermione!
E voglio essere il primo ad amarti veramente! Perciò non mi
escludere dalla tua vita!”
Hermione
sorrise timidamente e lo guardò con i suoi occhi ambrati e
così pieni di calore. Sentendosi avvampare, Harry deglutì
e cominciò a tremare.
Ti
prego, dì qualcosa, Hermione…
Non
poteva lasciarlo lì, di nuovo senza una risposta, ad
angosciarsi per lei.
Poi
però, Hermione appoggiò le mani sulle ginocchia di
Harry e si sollevò di poco, per essere alla stessa altezza.
“Non
ho mai detto che voglio escluderti dalla mia vita, Harry!”
“Uh…beh,
sì…era solo una mia…”
“Soprattutto
perché…- lo interruppe lei, avvicinandosi al suo
viso-…ti amo tanto anch’io!”
Harry
sospirò sollevato e si lasciò scappare un sorriso:
“Oh…questa è proprio una bella notizia!”
Hermione
sorrise a sua volta, gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Era difficile trovare qualcuno più felice di Harry in quel
momento. Anche se il cuore batteva velocemente, lo sentiva leggero
come una piuma. Chi diceva che studiare faceva bene, aveva proprio
ragione: se quel pomeriggio non avessero studiato insieme in
biblioteca, probabilmente non avrebbero mai avuto il coraggio di
dichiararsi l’uno all’altra.
Dunque…evviva
lo studio!
“Ehm…-
disse Harry, interrompendo a malincuore quell’incredibile
bacio-…i nostri amici vogliono sapere cosa mi hai risposto!”
“Oh…e
tu preferisci andare subito da loro o stare ancora qui con me a
elaborare una risposta più esauriente?”
“Hai
ragione, bisogna fare le cose per bene!- esclamò Harry,
facendola ridere- Allora, dove eravamo arrivati?”
Hermione
gli accarezzò i capelli, scostando alcuni ciuffi che coprivano
gli occhi: “Esattamente qui!”
“Sì,
giusto!” esclamò Harry, prima di baciarla nuovamente.
E
chi si sarebbe aspettato un’Hermione così
intraprendente?! Ma neanche lui, effettivamente, era da meno! Forse
quando si desidera qualcosa con tutta l’anima, è
possibile superare tutte le paure e le incertezze che fungono da
ostacolo. Proprio come avevano fatto Harry ed Hermione quel
pomeriggio…un pomeriggio che aveva cambiato le loro vite, non
solo dal punto di vista sentimentale, certo che no. Sentivano di
essere più uniti che mai e questo sentimento li aveva resi più
sicuri e consapevoli delle loro capacità, anche
nell’affrontare il male fatto persona, Lord Voldemort.
Dopotutto,
tutte le grandi storie hanno un lieto fine…e questo grande
amore è soprattutto una grande storia!
Fine
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