Autore:
Simphony
Titolo:
Neve
Dio
Scelto: Apollo
Abbinamenti
Ricevuti: Draco
Malfoy, “Mai
ti è dato un desiderio senza che ti sia dato anche il potere
di
realizzarlo”
- Richard Bach, Neve
Altri
personaggi: /
Genere:
Sentimentale,
Romantico
Rating:
Verde
Avvertimenti:
Slash,
Post II Guerra Magica
Trama:
Un
week end romantico. La neve che sembra rovinare tutti i loro piani.
La voglia di realizzare tutti i propri desideri.
NdA:
/
*°*
Neve
*°*
A
Draco piaceva relativamente la neve. La trovava fastidiosa e inutile.
Sicuramente,
se fosse stato un babbano, la avrebbe odiata ancora di più.
Non
avrebbe potuto muoversi liberamente, cosa che in quanto mago poteva
fare liberamente.
Poteva
Smaterializzarsi. E arrivare subito, senza patire il freddo, senza
sporcarsi, senza sgualcire il soprabito, alla destinazione
desiderata.
Non
come i babbani che utilizzavano quei strani aggeggi chiusi e
rimanevano puntualmente bloccati nel traffico.
E
ciò stava succedendo anche a lui. In quel momento stava
là al
chiuso, a tremare dal freddo, a sentire Harry che urlava qualcosa di
sconveniente e veramente volgare. Draco rimaneva sempre sconvolto e
non sapeva assolutamente che cosa ribattere.
Forse
rimanere in silenzio era la scelta migliore.
Odiava
quell'aggetto. Quella cosa di metallo in cui erano rinchiusi di quasi
due ore.
Due
ore della propria preziosissima esistenza buttate.
Maluchina.
No.
No.
«
Harry come si chiama questo coso? » chiese interrompendo gli
impropri del compagno.
L'altro
lo guardò.
«
“Questo coso”, cosa? » sibilò.
Draco
indicò tutto l'abitacolo che li conteneva.
«
“Macchina”, Draco. Si chiama
“Macchina”. »
«
Ah. » commentò solo l'ex Slytherin tornando a
fissare fuori dal
finestrino appannato.
Era
indifferente alla neve.
Ma
in quel momento avrebbe potuto anche rischiare di odiarla.
Aveva
freddo. E non ne poteva più di sentire Harry che borbottava.
Se
non gli avesse promesso di lasciare la bacchetta nella borsa per
tutto il fine settimana, si sarebbe già Smaterializzato.
*°*
Finalmente
arrivarono.
Dopo
altre due ore. Harry si era finalmente calmato e il sorriso aveva
finalmente preso il suo posto sul suo volto.
In
fondo, anche Draco desiderava passare quei giorni da solo con lui.
Era un po' che non avevano intimità, passionalità.
E
tutto quello, sperava, li avrebbe riavvicinati.
Con
la neve i babbani avevano a volte anche difficoltà a
riscaldare
casa, in quanto è stato appurato che a quasi tutti i
babbani,
almeno una volta nella vita, si sia rotta ciò che li
manteneva al
caldo.
Draco
sospirò. I borbottii di Harry stavano tornando a riempire
l'aria del
piccolo appartamento di montagna.
Lo
raggiunse sul balcone, rimanendo comunque al chiuso. Si strinse la
sciarpa verde argento al collo.
Serrò
gli occhi, cercando di ricordare. Harry lo aveva appena nominato.
Perché
non gli prestava mai la dovuta attenzione?
La
casa era del tutto gelata. Faceva quasi più freddo dentro
che fuori.
Iniziava,
seriamente, a sentire il gelo pungente dentro le sue ossa. Voleva
mettersi sotto le coperte, con Harry che lo riscaldava.
E
voleva anche che la smettesse di lanciare strane maledizioni a
quell'affare. Tanto era evidente che non avrebbe ripreso a
funzionale.
Caluaglia.
No,
no. Decisamente. Non si chiamava così.
«
Harry. » chiamò « Come si chiama questo
coso? » chiese.
Il
Gryffindor lo guardò, facendo spuntare la testa da dietro la
scatola
appena al muro.
«
Caldaia. Che non funziona. Si è gelato il motorino e niente.
»
sospirò pesantemente, afferrando uno straccio pulito per
pulirsi le
mani.
Rientrarono
in casa e anche Harry prese i guanti dal tavolo, per riscaldare le
dita quasi completamente gelate.
Draco
si avvicinò a lui, prendendogli le mani e stringendole fra
le sue.
«
Non arrabbiarti. »
Harry
lo abbracciò, stringendolo a sé con forza. E
Draco ricambiò, un
po' titubante. Si vergognava sempre quando l'altro esternava in
quella maniera i suoi sentimenti e le sue emozioni.
Draco
era cresciuto con una certa educazione, piuttosto rigida, e anche in
quel momento, dopo alcuni anni, sentiva il proprio corpo irrigidirsi,
inesorabilmente.
«
Non sono arrabbiato. » mormorò Harry dopo qualche
secondo,
rimanendo in piedi ad abbracciarlo, a stringerlo con sé con
forza «
Solo che volevo fosse tutto perfetto. »
L'altro
accennò un sorrisetto.
Frasi
del tipo “E' tutto perfetto perché ci sei
tu” non erano
esattamente da lui e non lo avrebbe detto.
Ma
desiderava anche lui che fosse tutto perfetto.
Baciò
Harry, continuando ad abbracciarlo.
Quando
si lasciarono, Harry appoggiò la fronte contro quella di
Draco,
sorridendo come un perfetto ebete.
«
Perché sorridi? » chiese Draco divertito.
«
Perché sto con te. »
Poche
semplici parole, sincere, che avevano il potere di confondere ancora
lo Slytherin come la prima volta che gliele aveva sentite nominare.
Nonostante
tutti quegli anni, sentire Harry che parlava così
schiettamente dei
suoi sentimenti lo emozionava e lo faceva sentire bene.
«
Anche se non è andato tutto secondo i piani. »
aggiunse lentamente
lasciandolo e allacciandosi il zip del giacchetto.
«
Se vuoi fare una cosa, hai sempre fatto di tutto per realizzarla. Non
è stato così anche con me? »
Harry
rise.
«
Si. Ho una forza di volontà incredibile se voglio. Hai
ragione. »
«
Sai, se desideri qualcosa, hai sempre il potere il realizzarlo.
Così
credo che disse un compositore straniero. L'ho letto nei libri
babbani che hai a casa tua. »
«
Beh, aveva ragione no? » chiese Harry alzandosi in piedi e
abbracciandolo nuovamente, stringendolo a sè. «
Volevo te,
disperatamente. E avevo il potere per farlo. Ora sei qui con me. Non
ti cambierei per nulla al mondo. »
Cercando
di non arrossire, Draco stentò a mantenere quella sorta di
distanza
fra loro due, invano.
Lo
baciò, quasi dolcemente.
Harry
gli sorrise, altrettanto dolcemente.
“Sai
una cosa, Harry?
Nemmeno
io ti cambierei per nulla al mondo. E per favore, aspetta fino a
quando non riuscirò a dirtelo a parole, fino a quando non
riuscirò
a guardarti in faccia e ad esternarti tutti i miei sentimenti.
Ci
vorrà del tempo lo so.
Ma
so anche che riuscirò a farlo un giorno.
Perché
questo è il mio desiderio.”
Fine
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