Centocinquanta
Si
sono riuniti da centocinquant'anni.
Da
quanto tempo Nonno Roma li aveva lasciati soli in balia di Nazioni che
concupivano quella terra meravigliosa, quella gente semplice, quegli
staterelli che si unirono dopo una lunga attesa in una sola Italia?
Da
quanto tempo il mondo intero li bistrattava, li derideva? Perfino i
Paesi più lontani da loro non avevano altro che pregiudizi
nei loro confronti.
I
mangiapasta, i mediterranei con la bandiera bianca sempre pronti a
vendersi al più forte, e chissà che altro
sussurravano le Nazioni tra loro, guardando i due fratelli che
restavano soli, in disparte, terrorizzati.
Eppure,
nessuno aveva capito fino ad allora quale forza - così
peculiare, diversa dalla forza che tutti gli altri Paesi possedevano ed
esercitavano - Feliciano e Lovino conservassero sopita nei loro animi
bollenti.
[18 Marzo 1861,
Zara]
«Lovi!»
Feliciano cercava il fratello nel bel mezzo della folla grondante
gioia, ma veniva ricacciato indietro dai gomiti di mille e
più persone che sventolavano bandiere verdi, bianche e
rosse, come fossero le icone della loro nuova Italia.
Eppure il loro
Paese erano due fratelli gemelli, con un buffo ricciolo in testa, che
stavano tentando in ogni modo di riabbracciarsi in quella piazza
brulicante di gente.
«Feli, ma
dove cavolo sei, accidenti!»
«Lovi!»
Il maggiore dei due
vide una mano spuntare tra le teste del popolo. Decise quindi di
mandare mentalmente a quel paese tutto il casino di persone che si
accalcavano, e con un verso rabbioso cominciò a dare
spintoni a destra e a sinistra per riuscire a sfondare quel muro di
carne.
Quindi si
ritrovò davanti al viso il suo fratellino Feliciano, tutto
tremante per l'emozione.
«Lovi!!»
Nord Italia gli cinse il collo con le braccia, scoppiando in un pianto
di commozione e gioia: l'altro, dopo un primo momento di imbarazzo,
strinse a sè il fratello, appoggiando la testa sulla sua
spalla.
«Finalmente
ci siamo ritrovati, porca miseria.»
E poi furono
lacrime, grida, cori di giovani e vecchi, abbracci, bandiere tricolori
al vento.
Sono
due fratelli, formano un'unica Italia.
In
Europa, nel corso dei secoli, hanno sofferto più di chiunque
altro, divisi da Nazioni che li consideravano come schiavi.
A
prima vista sembrano pavidi e tremano come fossero nel mezzo di una
tormenta di neve: in realtà la loro divisione li
rafforzò come la tempra irrobustisce una spada.
Distanti
secoli, il dolore li ha scavati come una trivella in cerca di petrolio,
trovando solo un'anima che, pur di non soccombere, si è
indurita.
É
questa la forza di due fratelli la cui speranza di ritrovarsi
superò i confini dettati dalla legge. Questa potenza
è l'orgoglio che scorreva fin dall'inizio anche nelle vene
di Impero Romano, che ha donato ai suoi nipoti la gioia di vivere tutti
insieme come il regalo migliore.
Note
Autrice:
L'episodio
del 18 Marzo viene brevemente citato su Wikipedia - benchè
vi sia scritto che l'episodio non abbia fonti sicure -, quindi vi
rimando al sito dell'enciclopedia nel caso vogliate conoscere dei
dettagli.
In
particolare dedico queste tre piccole flashfic ad altrettanti angeli
con cui ho legato fin dal mio arrivo su EFP. Ayame-chan, Kya, Silvia,
io vi ringrazio per tutti i sorrisi e gli incoraggiamenti che mi
regalate e mi avete regalato, spero che apprezziate questi tre piccoli
doni, meritereste molto di più delle mie parole, ma grazie
infinite.
Non
ho molto altro da dirvi, se non buon anniversario e buon compleanno,
Feli&Lovi, come buon anniversario a tutti noi Italiani,
perchè l'unione della penisola sotto un'unica bandiera non
sia un ostacolo, ma un punto di forza da cui rinascere ogniqualvolta si
tocchi il fondo.
Ringrazio
chi ha letto e chi recensirà, ancora buon anniversario a
tutti!
claws_Jo
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