capitolo 1. la sfida
Era una normalissima giornata di sole, nonostante la temperatura sopra
la media, Hinata si sentiva parecchio riposata.
Ormai era passata
una settimana dalla sua ultima missione, e la pace regnava
momentaneamente in tutto il villaggio, certo se si escludono i continui
schiamazzi di Naruto che tra gli allenamenti trovava anche il tempo di
bisticciare un po’ con tutti.
Sospirò,
da parecchio evitava Naruto, cosciente che, se non lo avesse fatto,
avrebbe senz’altro finito per esibirsi in uno dei suoi ormai
celebri svenimenti.
Camminò
fino ad arrivare in un parco poco frequentato e si sedette in una delle
panchine situate dentro di esso.
Poggiò
la busta della spesa appena fatta ai suoi piedi, tirandone fuori un
pacchetto di biscotti, che aprì iniziando a mangiare
timidamente, sotto gli occhi di qualche bambino che ne avrebbe
volentieri chiesto uno, se non fosse per gli sguardi severi dei
genitori.
Prese il quinto
biscotto, osservandone il perimetro quadrato e successivamente
avvicinandoselo alla bocca, un po’ indecisa sul da farsi, non
voleva di certo esagerare col cibo.
“dattebayo!”
una vocina squillante risuonò dietro di Hinata, che in un
brivido di paura, fece cadere il biscotto a terra.
I suoi occhi
fissavano il nulla davanti a lei, quasi spaventata dall’idea
di girarsi, e nella speranza che fosse solo una stupida allucinazione,
decise di ignorare la cosa, per quanto fosse possibile.
La visuale dei
suoi occhi venne improvvisamente coperta da qualcosa di giallo, un
giallo così acceso che Hinata si arrese all‘idea
di aver fatto l‘ennesima brutta figura davanti a lui.
Chiuse gli occhi,
che sentiva improvvisamente gonfi, e li riaprì, guardando
per prima cosa il suolo, ovvero la parte meno colpita dal sole e che
quindi, avrebbe ridotto l‘impatto con i suoi occhi gonfi.
La scena che le
si propose davanti non era di certo quella che si aspettava.
Un bambino dai
capelli biondi, messo a gattoni, cercava di afferrare il biscotto
caduto a terra, mentre ridacchiava come se avesse vinto qualcosa.
Hinata di scatto
diede un colpetto alla mano del bambino, evitando così che
mangiasse il biscotto caduto a terra, dopo di che lo
afferrò con la mano e lo racchiuse dentro un panno
che trovò in tasca.
Il bambino si
girò, osservando intensamente la ragazza con sguardo di
sfida.
Le sue iridi
azzurre si piantarono su quelle bianche di lei.
Arrossì,
notando che quello che le si proponeva davanti era la versione di
Naruto più piccola.
I capelli biondi
spettinati , quei particolari segni sulle guance, e persino il lessico
identico al suo.
‘Naruto ha.. Un
figlio?‘ si domandò Hinata scuotendo
la testa come a voler eliminare i pensieri idioti che le erano appena
balenati.
Per
razionalità era ovvio che Naruto non potesse avere un
figlio, dato che il bambino, da quel che le pareva, aveva almeno 7 anni.
“sei
una strega, -ttebayo!” urlò il bambino indicando
il panno che copriva il biscotto.
Le sue
sopracciglia si aggrottarono quando la ragazza non gli rispose,
così iniziò a tirarla per i capelli corvini.
Nonostante il
dolore provocatole dalla grande forza del bambino, che se avesse
voluto, le avrebbe già strappato ogni capello dalla testa,
Hinata iniziò a pensare sul da farsi.
Le
probabilità che fosse uno scherzo erano alte, ma chi poteva
creare dal nulla un bambino uguale a Naruto?
E se fosse Naruto
stesso a conoscenza del bambino, magari era un suo parente?
Impossibile
Naruto purtroppo non conosceva la sua famiglia.
Il bambino,
notando il poco successo del primo piano, iniziò a tirare
per il colletto della maglia di Hinata, che, spaventata
dall’idea che potesse persino strappargliela da dosso, decise
di fretta il da farsi, anche se non del tutto convinta.
“se ti
do il pacco di biscotti mi segui?” domandò Hinata,
stirando le labbra in un sorriso, in realtà molto teso.
Ogni parte del
suo corpo tremava intimorita da ogni eventualità, da ogni
versione dei fatti che le avrebbero dato sul bambino, ma nonostante
ciò non poteva lasciare quella peste libera per il
villaggio, dato che era uguale a Naruto.
“se mi
dai i biscotti cammino anche con le mani, -ttebayo!” rispose
il bambino, mentre i suoi occhi si illuminarono, come se stesse vedendo
la cosa più bella del mondo.
Hinata lo prese
per la mano, stringendola alla sua con tutta la forza che aveva,
temendo una probabile fuga del bambino una volta ricevuto il pacco.
Poi porse i
biscotti al bambino, iniziando a camminare verso il centro del
villaggio, alla ricerca di qualcuno che in qualche maniera potesse
aiutarla.
Gli occhi di
tutti i passanti la puntavano sorpresi, avvolte spaventati e costatando
ciò, Hinata cancellò la teoria
sull’allucinazione.
Quello che le
stava accadendo era reale.
“è
un po’ difficile mangiare con una mano sola,
-ttebayo” spiegò il bambino guardando un
po’ corrucciato verso Hinata che, intanto, con lo sguardo
attento, cercava un volto famigliare che potesse darle una dritta sul
da farsi.
Il suo volto si
dipinse in un sorriso sollevato quando vide farsi strada tra la gente
un velocissimo Rock Lee.
Posò
la busta della spesa a terra, sollevando la mano per farsi notare oltre
la folla.
Il ragazzo vide
subito la mano di Hinata e si diresse verso di lei, con la schiena
curvata da dei pesi posizionati come una borsa sopra la sua schiena.
“non
dirmi che questa sardina è il tuo fidanzato,
-ttebayo!” esclamò il bambino indicando disgustato
il ragazzo dalla tuta verde.
Hinata
arrossì scuotendo la testa energicamente, tanto che i suoi
capelli neri formarono una sorta di scudo al suo volto arrossato.
“incredibile!
Naruto ha già dato vita ad un erede? Dovrò darmi
anche io da fare!” disse Rock Lee con gli occhi luccicanti ed
i pugni stretti.
Era felice per il
suo amico, ma non sopportava di essergli sempre secondo, doveva fare
qualcosa.
“mi
dispiace ma nessuno si darebbe da fare con te, -ttebayo!”
rispose il bambino riuscendo a liberarsi dalla stretta della mano di
Hinata, e saltando verso il ragazzo, per indicargli le sue folte
sopraciglia.
Rock Lee prese
per le spalle il bambino ancorandolo al suolo.
Lo
guardò con lo sguardo pieno di sfida, ispirando velocemente,
e cercando una forma concreta di tranquillità, che
però non trovava dentro di se.
“troppe
donne farebbero bacillare anche l’uomo più
giovanile, perciò ho deciso di aspettare, almeno fino a
quando non sarò forte come il mio maestro!”
spiegò Rock Lee
spostando una
mano dalla spalla del bambino, e asciugandosi la fronte sudata
dall’allenamento.
Il Maestro Gai
è sempre stato chiaro sull’argomento donne, doveva
stargli alla larga fino a che il suo livello di combattimento non fosse
stato alla pari al suo.
La forza della
giovinezza scorreva nelle sue vene, nei muscoli, persino tra i suoi
capelli, ma le donne erano un aspirapolvere di energie molto
pericoloso, oltre che nervose e violente, non si sono mai risparmiate a
prenderlo a pugni.
“secondo
me sono scuse!” borbottò silenziosamente il
bambino, ma non tanto da non farsi sentire.
Rock Lee
lasciò la presa sulle spalle, iniziando ad osservare davanti
a lui la gente che scorreva velocemente.
Hinata intanto,
con le mani che coprivano il volto osservava la scena muovendo
lentamente la testa in un cenno di arresa.
Se era uno
scherzo, doveva finire al più presto o avrebbe rischiato di
diventare pazza.
“il
primo che si trova una ragazza avrà la cena pagata
dall’altro!” urlò Rock Lee alzando il
pugno al cielo.
Aveva
già un piano, avrebbe fregato quel bambino, e soprattutto
chi l’aveva portato lì per fargli uno scherzo.
I due iniziarono
a correre, uno a destra e l’altro a sinistra, iniziando
così la sfida.
“ehi
piccolo aspetta!” urlò Hinata cercando di seguire
il piccolo intento a guardarsi intorno alla ricerca di ragazze.
“tranquilla!”
rispose sorridendo.
Trattenne i
biscotti tra le ginocchia, e con le manine rivolse le tasche dei
pantaloni, facendo notare che non aveva nulla dentro, perciò
neanche i soldi di una eventuale cena a Rock Lee.
Hinata si diede
un colpetto alla fronte sconsolata, era proprio uguale
all’originale, e proprio per questo non poteva lasciarlo
libero.
****è la mia prima
fanfiction (non one shot) che pubblico in questo bellissimo sito, spero
che piaccia, fatemi sapere se vale la pena di essere
continuata.. non ho mai fatto leggere niente a nessuno (apparte la
oneshot di ieri), quindi non so se ho la stoffa, anche solo poca poca,
per scrivere.
grazie a tutti quelli
che impiegheranno un po' di tempo per leggerla e per commentarla :)
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