Giornate
lente che scivolano via di slice
Fuoco
Certamente non può
ancora alzarsi alle undici, tuttavia i giorni liberi da missioni e
incarichi iniziano un po' più tardi da quando sua madre ha
deciso che dormire fa bene, e lui si gode tutto con
calma. Scivola fuori dal letto, pesante ma riposato, usa il bagno
quanto vuole perché suo padre è già uscito da
qualche ora, ed esce in fretta perché il silenzio sarebbe
totale, se non fosse per i rumori che lui stesso emette, dal momento
che sua madre ha già finito i lavori di casa a quell'ora e si
dedica ai panni in giardino. Esce di casa con le mani in tasca, va
a fare colazione con Itachi, gioca a shogi con lui e lo aiuta in vari
compiti. Dopo mangia con Chouji e a volte anche con Ino, dorme,
smangiucchia qualcosa, dorme, va a trovare Ino, dorme, torna alle
nuvole con Chouji e le sue patatine, dorme... E poi dorme, anche, ché
non lo fa mai. La sera cena con Itachi, gli dormicchia accanto,
perché non riesce a prendere sonno quando è con lui e
la tentazione di guardarlo ogni minuto è forte; comunque alla
fine chiude gli occhi e si lascia torturare: Itachi gli mette una
cavalletta sul naso o una lucertola sulla pancia, gli fa il solletico
sull'orecchio con un filo d'erba, e lui sbuffa mentre agita una mano
con poca convinzione per mandarlo via, ascoltando il suono di quel
sorriso raro. Infine torna a casa con le mani ancora in tasca e i
pacchetti di sigarette durano sempre di più.
Quella mattina non è
diversa dagli altri giorni di vuoto. Si sveglia ad un'ora decente,
usa il bagno ad oltranza fino a quando sua madre non esce in giardino
e si veste con tutta la calma del mondo, ascoltando quel fastidioso
silenzio. Quella casa è così silenziosa da permettergli
di sentire un urlo pauroso di Naruto che abita in un'altra zona del
villaggio. Si ferma, seduto nell'ingresso, aggrottando le
sopracciglia, ma poi decide che è solo Naruto e
continua ad infilarsi i sandali. È così silenziosa che
potrebbe fare un concerto battendosi due dita sulle guance gonfie
d'aria, come faceva Chouji quando avevano dieci anni. È così
silenziosa che i suoi pensieri rimbombano e non c'è più
silenzio. È troppo silenziosa e quindi non lo è per
niente. Sbuffa, alzandosi, ed esce, portandosi una cicca alle
labbra prima di mettersi le mani in tasca. Attraversa quasi tutto
il villaggio e, quando arriva vicino a casa di Chouji, devia il suo
cammino iniziando a percorrere una strada larga che, ad un primo
sguardo, potrebbe sembrare una di quelle principali, ma che, a
giudicare dallo stato generale, ad un'occhiata più attenta, si
vede molto bene che non vi è manutenzione da tempo immemore.
Sale per circa un chilometro fin sopra alla collina e poi il cancello
enorme del clan del ventaglio lo saluta, con quei simboli
onnipresenti. Attraversando quel luogo fatiscente, quel pezzo di
villaggio lasciato a marcire, come un'appendice in peritonite perché
gli studi di Ino lo hanno traviato, prova sempre del disgusto e della
sconfitta da qualche parte dentro di sé. Anche se è
conscio di essere stato troppo giovane per poter fare qualsiasi cosa,
lui si ricorda delle occhiaie di Sasuke quando facevano l'accademia,
si ricorda della pelle delle sue mani spaccata, si ricorda di avergli
consegnato dei compiti una volta che era malato e di averlo trovato a
pulire i pavimenti con forza. Anche se solo dopo ha capito perché,
lui si ricorda perfettamente tutto ed ora gli sembra sia stato così
meschino da parte di chi lo aveva lasciato solo, prendersi anche la
libertà di lasciar andare quel posto alla degradazione, al
punto di indignarlo nel profondo di averne fatto inconsciamente
parte. Volta l'angolo, aggirando la grande casa, l'unica abitata,
passando per la breccia nel muro di cinta entra nel giardino sul
retro e si fa spazio attraverso la vegetazione incolta ancora con
quei pensieri perturbanti nella testa; poi vede Itachi e si
blocca. Rimane immobile, in piedi, nello stesso momento in cui
smette di pensare a tutto, in un attimo, concentrandosi invece sulla
posa che tiene l'ex nukenin di rango S dinanzi a lui. Itachi volta
leggermente il viso nella sua direzione e lo saluta dandogli il
buongiorno. Lui invece rimane in silenzio, alzando un sopracciglio
d'istinto. Probabilmente deve avere un'espressione davvero idiota, ma
quello che lo turba ulteriormente, e non gli permette di correre ai
ripari, sono gli ANBU - che credono di essere sufficientemente
nascosti - seduti sul grande albero, fuori dalla proprietà,
che hanno l'ordine di sorvegliare entrambi gli Uchiha. “Troppo
tè,” celia Itachi, tornando a guardare quel che fa. La
sua serietà rende la battuta ancora più divertente e il
cervello di Shikamaru, che ha quasi vita propria, si appunta di
ridere più tardi, ma lui non accenna nemmeno a sorridere
perché è ancora impegnato a focalizzare l'attenzione da
altre parti. Procedendo per gradi, come in ogni gioco, battaglia o
situazione della vita in cui si è trovato, Shikamaru analizza
i dati a sua disposizione per dedurne, un momento dopo, che non ci
sono altre spiegazioni oltre a quella che Itachi sta pisciando su una
catasta mobili mangiati dalle termiti e erba secca, nel giardino di
casa sua. Con gli ANBU che guardano, continua, la sua mente
acuta. Si avvicina dopo questa brillante analisi, trovandosi ad
osservare la catasta di riflesso. “Li odiavi davvero
tanto...” commenta, riferendosi ai mobili. Itachi emette uno
sbuffo divertito mentre si sistema i pantaloni blu della divisa da
jounin che gli è stata data per uscire dall'ospedale, usata
ormai per stare in casa, e Shikamaru si siede sull'engawa, di fronte
a lui. Itachi sospira, sembra decidere di potersi prendere una
pausa e, con passo lento gli va in contro, arrivando a sederglisi
accanto. “Ho scoperto che non posso fare un katon nemmeno
per accendere un falò nel mio giardino,” dice Itachi,
mentre si lava le mani usando l'acqua del catino che ha accanto,
“quindi mi servo del primo combustibile che ho a portata di
mano,” spiega, con calma, mentre accende un fiammifero. “Ma
l'urina...” sussurra l'altro, osservando il combustibile
gocciolare sul terreno arido, con aspettativa e una punta
d'ammirazione. “Beh, vediamo,” dice il padrone di
casa, tirando il fiammifero sulla catasta. Il fuoco cade sul
pagliericcio e scivola all'interno; per un momento sembra che niente
sia successo, poi un leggero filo di fumo si alza, tremolante, e
l'erba scoppietta, nascosta dal mobilio. “Funziona,”
dice Itachi, quasi sorpreso, “Vuoi un tè?” gli
chiede poi, alzandosi. Shikamaru per reazione storce il naso,
afferrando la mano che Itachi gli offre per alzarsi con un momento di
ritardo, però poi solleva le spalle, seguendolo in cucina come
se niente fosse. In fondo, non si è davvero stupito, sapeva
già che prima o poi a Itachi avrebbe fatto male, tutto quel
tè.
È tutta colpa
di wari, sappiatelo. XD Un giorno d'estate Andrea e Giuliano
incontrano Li... No, un momento! Non era così... Un giorno
d'inverno wari chiacchiera con me su skype e senza prestare troppa
attenzione divaga sulla flash AU della mia raccolta in cui Kiba e
Naruto scrivono sulla neve in un modo bizzarro; ed è così
che parla inaspettatamente di cose che mi fanno venire in mente
qualcosa come questa. La prima stesura era davvero orribile, questa
fa cacare, ma almeno si capisce cosa c'è scritto. A te,
Tessa, o mia musa! *___*
Itachi nelle mie ff
si beve cisterne di tè, perciò era necessario che
scrivessi qualcosa così, prima o poi, no? ù.ù
Ah, un'ultima cosa:
mi preoccupo sempre di essere verosimile quando scrivo e altrimenti,
se per necessità di copione non lo sono, cerco di spiegarmi e
giustificare tutto con la storia, descrivendo e approfondendo. In
questo caso devo fare un'eccezione per le dimensioni del testo che
richiedono una certa immediatezza dei contenuti. Non posso fare un
trattato chimico, non avrebbe senso. Pertanto: l'urina è
composta al 90% d'acqua ed è poco probabile, proprio perché
così diluito, che il composto chimico possa essere
infiammabile; tuttavia questa si chiama licenza, visto che Kishimoto
fa creare, ai suoi personaggi, incredibili e scenografici modi per
difendere e offendere con i cinque elementi (acqua, vento, fuoco,
terra, fulmine). Insomma, volete dirmi che camminano sull'acqua e
la loro urina non può prendere fuoco? XD
I personaggi e i
luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.
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