Melissa camminava distrattamente
per il paese senza alcuna meta. Pensava a lui, ad Andrew. Sospirò. Come poteva
pretendere di essere arrabbiata, se in tutti quei mesi non gli aveva detto ciò
che provava per lui?
Erano amici sin da piccoli, ma
circa un anno prima, lei si era accorta di provare per lui qualcosa che andava
ben oltre l’amicizia. Lui la considerava la propria migliore amica con cui
confidarsi e alla quale chiedere consigli sulle ragazze. A Melissa questo non
andava giù. O meglio, non le andava giù che lui si confidasse con lei riguardo
alla ragazze. Tutte le volte che ciò accadeva Melissa bruciava dalla gelosia,
ma era costretta a fingere che non le importasse nulla, quando invece stava
male per giorni. Odiava farlo, fingere ogni volta, ma non lo poteva evitare. Se
avesse detto ad Andrew ciò che provava per lui, avrebbe rovinato tutto, e non
voleva che questa accadesse.
Ma una settimana era successo. La
loro amicizia era andata a rotoli.
Andrew era venuto da lei, tutto
contento, a vantarsi che era stato a letto con July, la ragazza a cui andava
dietro da tempo, e ora la frequentava da più di una settimana.
Per Melissa fu come una secchiata
d’acqua ghiacciata in pieno viso. Se qualcuno le avesse detto che Andrew e July
si sarebbero messi insieme, gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia. Non
avrebbe mai creduto che July, abituata a frequentare i ragazzi di 19, 20 anni,
avrebbe frequentato Andrew, che ne aveva 17. Oltretutto era una che
collezionava i ragazzi quasi come fossero figurine. Melissa avrebbe voluto
mettersi ad urlare, ma non lo fece. Si limitò a fissare il vuoto.
-Bhè? Non dici nulla?- le aveva
detto lui, come se nulla fosse. Come se fosse una cosa normale spezzare il
cuore alla tua migliore amica senza rendertene conto, credendo che a lei non
importi nulla della tua vita sentimentale.
-Cosa vuoi che ti dica? Devi
raccontarmi i particolari o posso andarmene?- aveva risposto lei con le lacrime
che le pizzicavano agli angoli degli occhi per poter uscire ed essere libere di
scorrere sulle sue guance. Abbassò lo sguardo per evitare di incontrare quello
di lui e in quel momento una lacrima sfuggi al suo controllo. Fece per
andarsene, ma fu trattenuta per una braccio da lui, che ignorava la ragione del
suo comportamento freddo e distaccato.
-Hei! Ma che ti prende?
-Possibile che non te ne sia mai
accorto? È da più di un anno che tu mi piaci! E ora che vieni a dirmi che sei
stato a letto con quella troia là, cosa pretendi? Che sia felice per voi? Che
finga come tutte le altre volte che venivi a confidarmi le tue pene d’amore? È
questo che volevi? Bhè, mi dispiace deluderti, ma mi sono rotta le scatole di
fingere!! E ora che hai ottenuto la tua spiegazione lasciami andare!!- disse
lei, furiosamente, con le lacrime che le rigavano il volto, dopo essersi
voltata. Si svincolò dalla stretta di Andrew e corse via, il più lontano
possibile da lui.
Andrew era rimasto sconcertato,
non l’aveva mai vista così. Non l’aveva mai vista piangere, se non quando
avevano visto “Titanic”. Melissa non era un tipo dalla lacrima facile. Non
aveva pianto nemmeno quando un anno e mezzo prima gli aveva detto che lei e il
suo ragazzo si erano lasciati. Ora sì che quadrava tutto. Aveva lasciato il suo
ragazzo perché si era accorta di non provare più nulla per lui, e perché le piaceva
il suo migliore amico. Non aveva mai immaginato tutto ciò che Melissa gli aveva
appena detto. Era stato uno stupido a non accorgersi che lei provava nei suoi
confronti un sentimento che andava ben oltre all’amicizia e che lui ricambiava.
Ormai era passata una settimana
da quel giorno. Ed era una settimana che melissa cercava di evitare
accuratamente, per quanto le era possibile, Andrew, e la cosa non era semplice,
dato che erano vicini di casa ed erano in classe assieme.
Lui, dal canto suo, aveva cercato
di parlarle proponendo a Melissa di tornare amici, perché era sicuro che lei
non avrebbe più voluto stare con lui. Lei, nel sentire una proposta così
assurda e inverosimile dopo tutto quello che era successo, aveva fatto una
risatina isterica e se ne era andata.
Andrew era distrutto. Avrebbe
voluto scaricare July per andare al ballo del liceo, che si sarebbe tenuto
durante il week-end, e andarci con Melissa, ma da quanto aveva capito, Melissa
non voleva più saperne di lui.
Camminando, Melissa era giunta ad
un parco, dove da bambini lei ed Andrew erano compagni di giochi. Perché ogni
cosa doveva ricordargli lui? Si sedette su una panchina, senza smettere di
pensare. Nonostante tutto continuava ad amare Andrew. Nonostante lui si fosse
messo con un’altra, nonostante ci fosse stato a letto e nonostante glielo
avesse sbattuto in faccia così come se nulla fosse, non riusciva a smettere di
pensare a lui.
Era talmente immersa nei suoi
pensieri che non si accorse che Michael, uno dei ragazzi più fighi della scuola,
si era seduto accanto a lei.
-Ciao Melissa! Tutto ok?- disse
lui notando la sua aria triste e pensierosa.
-Sì, è tutto a posto. Stavo solo
pensando, tutto qui- mentì lei facendo un sorriso forzato.
-Sicura?
Lei annuì e lui, rassicurato, le
disse: -Te l’avrei chiesto domani, ma visto che siamo qui… Insomma, vuoi venire
alla festa con me?
Melissa rimase sorpresa
dall’invito di Michael, ma prima che se ne rendesse conto le uscì un ‘sì’ dalle
labbra. Forse si sarebbe distratta dal pensare continuamente ad Andrew.
La sera del ballo pioveva.
Andrew, furioso, si mise il casco, salì sul motorino e andò verso la scuola.
Quella sera sarebbe stato solo al ballo, poiché due giorni prima July lo aveva
scaricato per andarci con altro ragazzo. Ma Andrew non era arrabbiato con July
per questo, anche perché gli aveva fatto un favore lasciandolo. Però ce l’aveva
con lei perché gli aveva detto, con perfidia, apposta per farlo soffrire, che
Melissa sarebbe andata al ballo con Michael. Andrew sperava che fossero solo
voci di corridoio, ma in realtà sapeva bene che non era così. Avrebbe voluto
invitarla lui, non appena July lo aveva scaricato, ma poi quest’ultima gli
aveva detto di Michael, e allora aveva lasciato stare. Non poteva certo
pretendere che Melissa lo aspettasse in eterno, ma il solo pensiero di saperla
con un altro ragazzo gli dava alla testa.
Melissa stava ballando
abbracciata a Michael, quando si accorse che Andrew era entrato in palestra,
dove si teneva il ballo. Era solo. Melissa aveva saputo che July lo aveva lasciato
per andare al ballo con un altro. Avrebbe voluto correre da lui e buttargli le
braccia al collo, chiedendogli di fare pace e di venire al ballo con lei, ma
non lo fece. Era troppo orgogliosa. Il suo orgoglio le diceva di aspettare che
fosse lui a chiederle scusa, ma non nel modo in cui aveva già tentato. Sapeva
benissimo che in quel momento avrebbe voluto ballare abbracciata a lui e non a
Michael. Sapeva che se lo avesse davvero voluto il suo sogno sarebbe divenuto
realtà. Ma l’orgoglio era andato per la maggiore. Aveva sperato che Andrew
venisse a chiederle di andare al ballo con lui, ma non successe. Lo guardò. I
loro sguardi si incrociarono e lei notò che aveva una sguardo adirato, ormai lo
conosceva da troppo tempo per non capire i suoi stati d’animo. Nonostante
ignorasse il motivo, sapeva che era arrabbiato. Pensava che fosse ancora
arrabbiato con July che lo aveva scaricato e che poco più in là stava ballando
con un ragazzo, che non era quello che l’aveva invitata al ballo. Talmente era
pensierosa, non fece neanche in tempo ad accorgersi che Andrew si era
avvicinato a loro fino a che non tirò un pugno in pancia a Michael, facendolo
piegare in due dal dolore.
-Ma sei impazzito?- gli disse
Melissa, che non capiva il perché di quella reazione violenta.
Ma Andrew non rispose. Le voltò
le spalle e se ne andò, uscendo dalla porta della palestra. Melissa, dopo
essersi scusata con Michael, seguì Andrew. Quando lo raggiunse gli si parò
davanti costringendolo a guardarla in faccia.
-Si può sapere che diavolo ti
prende? Perché te la sei presa con Michael?! Non ti ha fatto nulla!! Ti
conviene andare da un buon oculista perché mi sa tanto che lo hai confuso con
il tipo che stava ballando con July!!
-Bhè, vedo che non ti importa
nulla di me, dato che ti sei consolata in fretta andando al ballo con quello
là. Sappi che non ho bisogno di nessun oculista. Ho preso a pugni la persona
giusta. Solo quando abbiamo litigato ho capito quel che provo davvero per te.
Se non mi avesse scaricato July, lo avrei fatto io. Ma fai finta che io non ti
abbia detto nulla. Tornatene pure da quell’idiota, visto che ci tieni tanto.
Detto questo, Andrew uscì
dall’edificio scolastico, salì in sella al suo motorino e se ne andò.
Melissa rimase ferma davanti alla
porta a capacitarsi di quel che Andrew le aveva appena detto. Ma non poteva
starsene ferma lì. Doveva seguirlo. Doveva fermarlo e dirgli che per lei
Michael non contava nulla, che non aveva smesso di amarlo, nonostante avessero
litigato pesantemente. Dirgli che in cuor suo l’aveva già perdonato e che
avrebbe voluto essere con lui al ballo. Così uscì sotto la pioggia, incurante
del fatto che si sarebbe bagnata e rovinata il vestito e la pettinatura. In
quel momento la cosa più importante era raggiungere Andrew e chiarire tutto.
Vide la sua moto che sfrecciava per la strada e si mise a correre per
raggiungerla, conscia del fatto che probabilmente non lo avrebbe raggiunto. Ma
non fu così. Lo raggiunse, ma non nel modo in cui sperava. Una macchina era
andata addosso al motorino di Andrew, facendolo sbandare. Lui cadde riverso
vicino al marciapiede. L’automobilista vide ciò che era successo a causa sua e
sgommò via a tutta velocità. Melissa corse nel punto in cui giaceva Andrew,
privo di sensi, lo issò sul marciapiede e notò che non aveva il casco,
probabilmente per la rabbia e per la fretta di andarsene si era dimenticato di
indossarlo. Tentò di risvegliarlo urlando il suo nome, ma invano. Scoppiò in
lacrime accasciandosi su di lui, quando sentì una mano posarsi sulla spalla. Si
voltò e vide Michael. Tra tutte le persone, lui e July erano quelle che non
avrebbe voluto vedere in quel momento. Per quanto fosse gentile e premuroso,
Michael non avrebbe potuto fare nulla per aiutarli.
-Dai, Mely. Torniamo dentro a
chiamare un ambulanza… Vedrai che si sistemerà tutto…
-No!! Io non lo lascio qui da
solo!! Tu non puoi capire… Vacci tu a chiamare l’ambulanza!!! Mi faresti anche
un favore! Sbrigati!
Michael tornò dentro la scuola e,
dopo un tempo che parve interminabile, arrivò l’ambulanza, che caricò Andrew.
Melissa stava per salire, ma un infermiere glielo proibì.
Guardò l’ambulanza allontanarsi a
sirene spiegate, sperando che ad Andrew non fosse successo nulla di grave. E se
fosse… No, non poteva essere morto, non se lo meritava, non per colpa sua. Si
sentiva terribilmente in colpa per l’accaduto. Se solo non fosse rimasta ferma
a guardarlo uscire dalla porta, quando invece avrebbe potuto fermarlo e
impedire che salisse su quella maledetta moto… Ma oramai era inutile rimuginare
sui sensi di colpa, non sarebbe certo servito a salvare Andrew, così Melissa
tornò dentro la scuola. Quando varcò la soglia fu sommersa da decine di
domande, a cui non rispose. Come si spargevano in fretta le voci… Mentre stava
andando a prendere la giacca, passò di fianco a July e notò che stava piangendo
a dirotto, ma non erano lacrime vere, dettate dal dolore. Melissa si fermò di
colpo e tirò un pugno sul naso di July, facendolo sanguinare, poi le disse:
-Per carità, smettila di fare l’ipocrita. Non ti è mai importato nulla di
Andrew. Te lo sei voluta portare a letto e basta. Lo hai scaricato e ora che il
suo incidente in moto è sulla bocca di tutti ti metti a piangere per attirare
su di te l’attenzione… Complimenti, dovresti fare l’attrice, per quanto sei
falsa…
Dopodiché si diresse velocemente
al guardaroba. Aveva fatto la cosa giusta. Forse aveva fatto male ad alzare le
mani, ma July si meritava una bella lezione. Sapeva benissimo che non era
minimamente dispiaciuta per Andrew e che non provava nemmeno un briciolo del
dolore che sentiva lei. Prese la sua giacca e uscì nuovamente sotto la pioggia,
dirigendosi verso casa. Camminava pensando a come stesse Andrew in quel
momento, mentre la fredda pioggia le scorreva sul viso mischiandosi alla sue
calde lacrime. Non aveva mai pianto così tanto in vita sua.
Arrivò a casa e si accasciò sul
divano, frugando nella borsa per cercare il cellulare e chiamare l’ospedale, ma
trovò una busta bianca intestata a lei. L’aveva trovata nella buca delle
lettere prima di andare al ballo, ma l’aveva infilata frettolosamente in borsa,
senza nemmeno chiedersi chi fosse stato a mandargliela. La aprì e nello
spiegarla riconobbe la calligrafia di Andrew, e ciò provocò in lei un’altra
ondata di lacrime. Si affrettò a leggerla.
Cara Melissa,
non so nemmeno da dove
cominciare! Innanzitutto ti chiedo scusa per averti fatto soffrire così tanto.
Non volevo, davvero. Come avrai saputo July mi ha scaricato per andarsene al
ballo con un altro, ma poco importa perché ho capito ciò che provo realmente
per te. Con July era solo attrazione fisica, ma con te è diverso. Da quando
abbiamo litigato sto malissimo, soprattutto ora che non mi parli più e mi
tratti con indifferenza. Ho saputo che vai al ballo con Michael. Non so se
leggerai questa lettera, ma se lo farai, questa sera, al ballo, vorrei
parlarti. Abbiamo molte cose da dirci a da chiarire. E poi voglio scusarmi di
persona.
Ti amo,
Andrew
Il senso di colpa di Melissa si fece ancora più acuto. Se
solo avesse letto prima quella lettera, lei e soprattutto Andrew non si
sarebbero trovati in quella situazione. Magari sarebbero ancora a scuola a
ballare, dopo aver chiarito tutto. Se lui fosse morto, sarebbe stata tutta
colpa sua. Non poteva starsene lì con le mani in mano, così uscì ed iniziò a
correre più velocemente che poteva verso l’ospedale. Quando arrivò chiese ad un
infermiera se sapeva qualcosa di Andrew. Le disse di aspettare un attimo, e una
manciata di minuti dopo, che a Melissa sembrarono interminabili, tornò
dicendole che era stato portato in traumatologia e che non aveva subito nulla
di grave. Aveva subito una frattura al braccio destro, si era slogato una
caviglia, aveva un taglio alla tempia e qualche altra lesione, ma per il resto
se l’era cavata abbastanza bene.
Melissa si sentì immensamente sollevata, ma continuava a
sentirsi in colpa.
-Dove si trova adesso?- chiese all’infermiera.
-E’ nella stanza 24, ma ora è ancora incosciente per via
degli antidolorifici e della botta che ha preso in testa.
L’infermiera se ne andò e Melissa cercò la camera 24, infilandovisi
dentro di soppiatto, per vedere ed essere sicura che Andrew stesse bene. Lo
trovò che dormiva adagiato nel letto. Si avvicinò lentamente per evitare di
svegliarlo, poi si sedette sulla sedia accanto al letto, guardandolo dormire,
dopodichè cadde anche lei nel mondo dei sogni esausta.
Andrew si svegliò e trovò Melissa appisolata sulla sedia
accanto al suo letto. Ricordava bene ciò che era successo al ballo e
l’incidente. Quando era caduto dal motorino aveva perso conoscenza, ma sentiva
che Melissa lo stava chiamando. Lei si svegliò e quando lo vide con gli occhi
aperti gli sorrise, poi lo abbracciò.
-Ahi! Sono un po’ ammaccato…- disse lui.
-Oddio, scusami. È tutta colpa mia se tu ti trovi qui e…-
non fece in tempo a finire la frase perché la sua voce fu rotta dai singhiozzi
e le lacrime ricominciarono a scorrerle sulle guance, come era successo la
notte precedente.
-No! Non è colpa tua…- disse lui prendendole la mano e
cercando di calmarla.
-Invece sì! Se avessi letto la lettera prima di andare al ballo,
anziché dopo, o ti avessi fermato prima che tu potessi salire su quella moto, a
quest’ora non saresti qui in questo letto d’ospedale… E poi le ultime cose che
ci siamo dette sono state orribili…
-Non dire mai più una cosa simile. Ormai è successo e per
fortuna si è risolto tutto, non è necessario stare qui a colpevolizzarsi.
Guarda che se fossi stato meno impulsivo e non avessi preso a pugni Michael, non
avremmo litigato e non sarei scappato…
-Non sei arrabbiato con me, quindi?
-E perché dovrei esserlo? Non mi hai fatto nulla…
Guardiamola dal lato positivo… Non avresti mai saputo quel provo per te…
Melissa abbozzò un sorriso, poi disse: -E non avrei
spaccato il setto nasale a July…
-Tu…Coosa?- disse lui sorpreso. Non si sarebbe mai
aspettato una reazione simile da Melissa.
-Dopo che sei stato portato va in ambulanza sono tornata a
scuola e l’ho trovata che piangeva… Le ho tirato un pugno e le ho detto che era
un’ipocrita, poi me ne sono andata…
Andrew si mise a ridere, poi Melissa si avvicinò a lui e
lo baciò, sussurrandogli un “Ti amo”.
-Anchio…-le disse lui, poi la baciò nuovamente.
Che ve ne pare?? Recensite…
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